Ciao confermo. E' molto semplice, 30 anni dalla firma del disciplinare di concessione di derivazione.

Grazie davvero per la conferma.
Visto che ci siamo, un altro dubbio legato alla concessione, scusandomi ancora per la banalità delle domande da neofita.
Il disciplinare di concessione è basato sulla portata media annua di concessione, che determina assieme al salto fiscale la potenza di concessione.
La portata, da quanto ho capito, viene calcolata, nel momento della richiesta, sulla previsione dei volumi turbinati annui.
Ho dei dubbi però su cosa succede una volte che l'impianto è in esercizio:

1. Nel caso di anno abbondante, cosa succede? Sono obbligato a turbinare al massimo i volumi dichiarati o posso turbinare di più (sempre nel rispetto del DMV)? E gli oneri vengono adeguati sugli effettivi volumi turbinati?
2. Nel caso di anno scarso, gli oneri di concessione restano fissi o vengono conguagliati?

Grazie ancora.

1. Puoi turbinare anche di più, certo che se la cosa si ripete ogni anno, qualcosa non va e dovresti modificare la concessione ...
2. Si paga sempre la stessa cifra.

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Grazie davvero ingroberto per il prezioso aiuto.

Quindi gli oneri di concessione restano fissi anche se turbino di più?

Concordo sul fatto che se ogni anno si turbina di più si debba rivedere la concessione.
A questo punto direi che si potrebbe tenere monitorato lo storico delle portate disponibili e delle turbinate confrontandoli con le previsioni effettuate in fase di richiesta di concessione per dimostrare l'eccezionalità in caso di anni abbondanti.

Grazie ancora.

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Mi rispondo da solo, a beneficio di quanti hanno i miei stessi dubbi.
Nel disciplinare viene riportato che i canoni stabiliti vengono corrisposti anche se non si fa uso della risorsa.
Nel caso in cui sia riscontrata variazione della potenza di concessione, vengono adeguati i canoni a partire dal momento in cui si è verificata la variazione stessa.
Quale sia l'intervallo della risorsa sfruttata e in che intervallo di tempo venga effettuata la verifica non è riportato da nessuna parte...credo che si ragioni ufficio per ufficio.
Certo che questi aspetti sono fondamentali nella fase di valutazione di fattibilità di un'iniziativa...e non avere riferimenti certi su cui valutarli credo sia una ulteriore barriera agli investimenti.

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La portata derivata annua è papabile di grandi variazioni in funzione delle annate meteorologiche, quindi, salvo lunghi periodi perduranti (direi almeno 5 anni) di prelievo anomalo sia in eccesso che in difetto, normalmente la concessione non viene variata. Di solito la scadenza della stessa è occasione per rivedere eventualmente i numeri.
Se un impianto è ammesso ad incentivi con potenze di concessione vicine alle soglie di tariffa (es. 499 kW o 999 kW), in caso di produzioni annue con potenze medie superiori a tale soglia è bene fermare l'impianto per non sforare. Conosco casi in cui il GSE ha revocato la tariffa incentivata.
Raramente l'ente che rilascia la concessione verifica la congruenza tra il dato di concessione e quello reale. Di solito, poi, la portata media derivata è inferiore a quella di concessione.
Per quanto riguarda il tuo problema specifico, direi che alle banche basta sapere che l'impianto deve sostenere un costo annuo pari al canone.

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Grazie Moch per il tuo contributo.
Concordo su tutto...il mio era un quesito proprio a chiarire alcuni dubbi "classici", che purtroppo, da quello che ho capito, non tutti hanno una risposta univoca e documentabile.
Per quanto riguarda le banche, concordo sul fatto che abbiano i loro indici di riferimento, ma è comunque essenziale fare una valutazione dei potenziali rischi connessi alla variabilità degli scenari che, come giustamente da te sottolineato, nel caso del mini-idro possono essere molto sensibili su base annuale.
Grazie ancora.