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Cella a combustibile fatta in casa

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  • #91
    quando puoi posta delle foto! :-)

    sono curioso :P

    MaX

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    • #92
      Allora volevate un chimico? eccomi!
      Sono perito chimico, laureando in chimica industriale e ho già superato tutti gli esami di elettrochimica.

      L'argomento trattato e l'entusiasmo per il progetto trasmesso dai partecipanti qui presenti, mi hanno spinto a iscrivermi per postare qualche post di aiuto, visto che ne avete tanto bisogno...

      Tutto sommato siete sulla strada giusta.

      ...informazioni non volute...

      Spero non aver commesso errori, ma in un post è difficile far stare tutta l'elettrochimica...perdonatemi e chiedete spiegazioni.

      Edited by cdkeito - 2/3/2008, 16:17

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      • #93
        Ciao, ti ringrazio molto per la partecipazione, un buon chimico ci potrà essere sicuramente d'aiuto! stiamo realizzando una fuel cell aluminium-air . E' obbligatorio utilizzare teflon per il lato esposto all'aria, perchè il teflon è idrorepellente e allo stesso tempo lascia traspirare l'ossigeno, quindi l'elettrolita non esce ma l'ossigeno entra. Ti consiglio di leggere bene che cos'è una fuel cell aria alluminio, perchè ho notato in quel che scrivi che forse non hai molto chiara la sua struttura(magari mi sbaglio), il KOH è necessario insieme al NaOH per ottenere rendimenti migliori, almeno, questo è quello che viene descritto in molti brevetti per questa tipologia di cella, come lo è l'utilizzo di sali a base di gallio indio e bismuto, il brevetto che ho postato parla esattamente di questa tipologia di cella, con la differenza che al posto dell'alluminio c'è zinco, ma tuttavia gli elementi sembrano essere gli stessi.

        Ad ogni modo la resa anche senza inibitori di idrogeno è altissima, infatti se si sfrutta tutta la corrente ottenibile dalla dimensione dell'alluminio immerso in soluzione non c'è ne emissione di idrogeno e ne calore(o quantomeno un pò di calore c'è ma è dovuto alla resistenza dei catodi ad aria), i catodi ad aria che stiamo utilizzando in questo momento non sono fai da te, ma vengono prodotti specificamente per questo utilizzo, due versioni: base manganese e base cobalto, la prima permette di estrarre fino a 300mA per centimetro, la seconda fino a 500mA, questi ovviamente hanno una caduta di tensione, ecco di cosa si parla:

        catodi:

        image

        questo è il grafico di quello al manganese:

        image

        servirebbe molto il tuo aiuto, però le tue indicazioni sono molto differenti da quello che si legge nei datasheet, prova a cercare su internet "aluminium-air fuel cell" cosi trovi i brevetti che spiegano di che si tratta.

        Ciao, a presto.

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        • #94
          stiamo realizzando una fuel cell aluminium-air .

          ok! concetto semplice.

          ... informazioni non volute...

          potresti dare informazioni più specifiche, tipo composizione, produttore, resistività, ...

          "servirebbe molto il tuo aiuto" (?) ", però le tue indicazioni sono molto differenti da quello che si legge nei datasheet, prova a cercare su internet "aluminium-air fuel cell" cosi trovi i brevetti che spiegano di che si tratta."

          ...informazioni non volute...

          questo : http://www.patentstorm.us/patents/6908699-claims.html ?
          quali datasheets?

          Edited by cdkeito - 2/3/2008, 16:21

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          • #95
            guarda, sei fuori strada, non sai cos'è una fuel cell aria-alluminio, quindi prima di dare opinioni cerca su internet e fatti una bella cultura su questa cella, perchè si vede chiaramente che non hai capito di cosa stiamo parlando, purtroppo alcune tue affermazioni sono errate, quindi prima di scrivere cose che dovrai correggere in seguito fai una bella ricerca...... e soprattuto leggi tutto il 3d dall'inizio perchè troverai risposta alle domande che mi fai, riguardo il datasheet ho cannato, era il brevetto....

            Non chiedermi di fornire il link ai catodi, mi spiace.


            CERCARE SU INTERNET "ALUMINIUM-AIR FUEL CELL"

            se non ti informi bene su queste celle rischi di fornire indicazioni errate! se te lo dico non è a caso, ma perchè mi sono letto almeno una ventina di brevetti dove si parla delle varie tecnologie per produrre celle aria-alluminio, i relativi catodi, le relative soluzioni alcalie, tutte le possibili variazioni e configurazioni, con tanto di dati precisi sui rendimenti e sui problemi che possono sorgere.

            per ciò ti chiedo per piacere di non inserire dati errati, questo in primo luogo complicherebbe la vita a chi vuole sperimentare e poi non serve a nulla, la cella è praticamente realizzata, ne abbiamo0 una che è già in grado di erogare 50 watt da 3 pezzi di alluminio da 5+8cm....... l'unico problema che si deve risolvere è quello dell'emissione di idrogeno quando NON SI ASSORBE CORRENTE, OK?

            A breve foto e dimostrazioni della cella da 50 watt composta da tre elementi, a cui è collegato un inverter che fornisce in uscita 12 volt, un sistema di dosaggio automatico dell'elettrolita e altri piccoli accorgimenti.

            La 200 watt deve attendere ancora, perchè siamo scarsi di catodo, appena arriva il carico probabilmente ne faremo una anche superiore a 200 watt, però prima sarebbe bene risolvere il problema dell'idrogeno, è in arrivo anche gallio-indio e bismuto, faremo i relativi ossidi e le varie prove....

            Edited by tecnonick - 1/3/2008, 21:24

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            • #96
              A quanto pare, sembra tu non abbia bisogno dell'aiuto di un chimico.
              Cmq preciso che google lo so usare e le celle Al/aria sono tema di un po' d'esami già passati con buoni risultati.

              ...informazioni non volute...

              Mi dispiace.

              Penso che il tuo venditore sia ...link cancellato come richiesto... ? preferisco la via domestica, come era lo scopo iniziale del 3d.

              Ma non parlavi di cianidi, come mai ora sono ossidi? lasciando stare che Al e Zn sono due elementi diversi, con sovratensioni di scarica dell'idrogeno differenti. Se non siete chimici, non manipolate ne cianidi ne i suddetti elementi, almeno questo è un consiglio per la vostra vita...

              Ripeto per l'ultima volta: potreste postare il link al brevetto da voi letto e su cui vi basate? (il 3d l'ho già letto tutto)

              Edited by cdkeito - 2/3/2008, 16:36

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              • #97
                Senti, non è per cattiveria ma siccome ho ben presente cos'è la cella di cui sto parlando, vedendo quel che hai scritto è palese capire che non sai di che si tratta, o forse, non hai capito quel che sto facendo e quel che è stato visto da qualcuno in questo forum, ti sei riferito a composti che non sono citati in nessun brevetto, certo, si possono testare, ma sai , i brevetti per legge DEVONO contenere i nomi di tutto ciò che serve a produrre una determinata cosa, ed infatti è cosi, ma siccome che non hai voglia di cercarti su google cos'è questa cella e continui a chiedere link di riferimento, è chiaro che si arriva a pensare che stai sbagliando no?

                Ed è chiarissimo capirlo anche quando continui a sostenere che non serve teflon e di lavorare in pressione, allora ho parli di qualcosa che non ha nulla a che vedere con ciò che ho realizzato oppure non hai proprio capito cos'è e come funziona questa cella, abbi pazienza.....

                l'elettrolita deve essere liquido, perchè altrimenti l'allumina che si deposita sull'elettrolita solido intaserebbe tutto in pochi minuti e ti troveresti con un calorifero, non più una cella che da corrente, ma ste cose te le devo dire io? ma tu non eri mica il chimico perito?


                Sembra quasi che tu sia qui a confondere le idee di proposito, spero che non sia cosi, perchè comunque, con o senza un chimico, arriveremo a fare ciò che ci serve fare, i brevetti parlano chiaro, e danno tutte le indicazioni sulle sostanze utilizzate, c'è solo da testarle..... e poi ti dirò, anche se produce un pò di idrogeno non è un grande problema, perchè ad esempio nel caso di max, il quale utilizzerebbe questa batteria all'aperto lontano da cose e persone, non ci sarebbe motivo di far cessare la produzione, ricordo che l'idrogeno si sviluppa soltanto se non si assorbe la corrente che è in grado di generare la cella, per tanto basta far un dosatore automatico di elettrolita in modo da introdurne il necessario che serve per mantenere l'assorbimento ad un livello tale da non far produrre idrogeno, e questo è quel che abbiamo fatto nella cella da 50 watt, niente di più semplice, e già cosi com'è potrebbe essere utilizzata in svariate applicazioni....

                Edited by tecnonick - 2/3/2008, 13:53

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                • #98
                  http://www.exo.net/~pauld/activities/AlAir...airbattery.html
                  http://www.patentstorm.us/patents/6605391.html

                  no la tua non è cattiveria.
                  lo dimostra che in una pagina di post, non sei ancora riuscito ad incollare un link ad uno dei tantissimi brevetti che ti sei letto.

                  Ti prego di ritirare questi offensivi insulti, che ledono la mia persona. lol.
                  Ti lascio nel tuo brodo e ti prego di non chiedere più l'aiuto di un chimico.

                  PS: di cella Al/aria ne abbiamo preparata una l'altro mese per testare un nuovo elettrolita SOLIDO, ma lascio il 3d, ero più interessato all'altra fuelcells sempre menzionata in questo 3d, quella che ho descritto nel mio primo post.

                  addio!

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                  • #99
                    le preghiere è meglio che le fai a te stesso, e ricorda che non ho mai chiesto il TUO aiuto, ma quello di un CHIMICO, e visto che dici di esserlo, dacci dimostrazione, ma non sviando i discorsi e proponendo soluzioni che non hanno nulla a che vedere con quel che ci serve sapere, parla di cose inerenti all'argomento, anche perchè della fuel cell a metanolo qui non se ne tratta.

                    Hai costruito una cella aria-alluminio, bene, al posto di fare tanto l'offeso posta qualche dato, perchè fino a prova contraria io mi sono impegnato per dar modo a TUTTI di poterla realizzare, e tu invece la metti su una questione personale, fregandotene del forum intero, ma bravo.

                    Come potete notare, il grande chimico si è addirittura cancellato dal forum, senza minimamente pensare che l'eventuale contributo che avrebbe potuto dare(sempre se era un chimico) doveva essere per TUTTI, ma lui, altro non ha fatto che prenderla come una questione personale.

                    Siamo capaci tutti a dire "PS: di cella Al/aria ne abbiamo preparata una l'altro mese per testare un nuovo elettrolita SOLIDO" e poi cancellarci dal forum, se per caso un'altro chimico decidesse di partecipare, speriamo non prenda la stessa starda, e sopratutto che prima SI INFORMI SU COSA STIAMO DISCUTENDO.

                    DIMENTICAVO:
                    il link che ha cancellato il chimico era il link al mio sito, ed ovviamente li ha trovato un discorso nel quale dichiaro che a breve saranno messi in vendita i catodi, MA MI SEMBRA OVVIO!!!!! è il mio mestiere! il link è stato cancellato inquanto ho chiesto personalmente al chimico di farlo, perchè non vorrei proprio passare per quello che si deve fare pubblicità per vendere i catodi......

                    Detto ciò si riparte, e a breve inserirò una chiarissima descrizione su come è costruita la nostra cella, con video e foto, in modo che tutti capiscano bene come replicarlattavia, tempo di preparare il tutto.......

                    Si va avanti.

                    Commenta


                    • opss!! che casino!! <img src=">

                      ho messo io l'annuncio sulla lavagna. Non pensavo che sarebbe successo questo...

                      vabbé... ora rimango in attesa delle foto e poi di acquistare i catodi

                      ciao
                      MaX

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                      • Purtroppo si è verificato un bel problema, essendo che questa cella è proprio la prima realizzata e quindi molto veloce e rudimentale(era solo per capire quanti watt si possono trarre senza problemi), è stata costruita con dei raccordi del ricircolo troppo piccoli per gestire le prove che sto facendo, infatti l'ossido di alluminio si stacca dalle placche e va ad intasare i buchi creando problemi.
                        Inoltre c'è una sola pompa che inietta il liquido in tre celle, si creano problemi di livello tra le stesse. Bisogno per forza farne una veramente curata in tutti i particolari.

                        Porta pazienza max..... il tempo è quello che è.

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                        • no problem!

                          ma quanto consuma la pompa (o le pompe visto che dovrai metterne più di una)?
                          Non vorrei che l'energia utilizzata venga ad incidere molto sul rendimento finale.

                          cmq tienici informati <img src=">

                          Commenta


                          • no figurati, la pompa e i circuiti di pilotaggio nel caso di una cella da 200 watt sono il 2,5% al massimo.....

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                            • Ciao, provo ad aggiungere un mio intervento con la massima umiltà...

                              per poter lasciare l'Alluminio in soluzione ed evitare che ti procuri occlusioni precipitando come ossido, potresti provare a tenere il pH della soluzione abbastanza alto (> di 10) poichè in tale ambiente s'induce la formazione di alluminati solubili che non generano i problemi di deposito. Ci sono però i problemi di aggressività di un pH alto...
                              Un altro metodo, forse meno aggressivo, per lasciare l'Alluminio in soluzione è quello di aggiungere dell'EDTA (acido etilendiamminotetracetico) che si trova in commercio abbastanza agevolmente e che "complessa" (in pratica tiene in soluzione) l'Al (come anche molti altri metalli).
                              Queste sono solo idee, non so se tali espedienti possono poi provocare "effetti collaterali"...tuttavia puoi provare, non credo che si possano verificare grossi danni...
                              Spero possa servire, in ogni caso complimenti per le sperimentazioni ed in bocca all'elettrodo... <img src=">

                              Saluti a tutti

                              L.

                              Commenta


                              • Ciao sawar, grazie per l'intervento, allora, il problema è questo: l'allumina è un ossido che NON conduce correte, per cui la sua presenza in soluzione ne aumenterebbe la resistenza elettrica con il risultato di una diminuizione di efficienza notevole, in pratica la soluzione inizierebbe a scaldare. L'allumina va fatta precipitare, però ovviamente da fori adeguati <img src="> qui siamo stati un pò stretti perchè questo materiale è quello che avevamo a portata di mano, i raccordi hanno un foro di soli 2,5mm.....

                                Il problema fondamentale è uno solo, e per rendeti conto dovreste provarlo, in pratica che accade: quando metti un pezzo di alluminio in una soluzione di idrossido di sodio o potassio questo si scioglie producendo idrogeno e calore, se però accosti a questo un composto di carbone e ossido di manganese ottieni corrente, se questa corrente la prelevi TUTTA l'idrogeno non si sviluppa più e nemmeno il calore, sempre che ci sia la giusta concentrazione della soluzione, che il pezzo di alluminio sia il più possibile vicino all'altro elettrodo (immaginiamole come due superfici piane accostate) e che la resistenza del catodo sia sufficiente ad estrarre quella corrente, perchè in caso contrario si andrebbe a scaldare il catodo.....

                                Le prove che ho fatto dimostrano che come sistema è molto efficiente ed interessante, però è anche difficile da realizzare, perchè ad esempio un problema che abbiamo nella cella da 50 watt è che siccome il catodo di cui siamo in possesso ha uno spessore di 0,5mm ed è flessibile, è complicato tirare una superficie dritta e quindi risucire a mantenere non più di due millimetri dall'alluminio, infatti è vero che abbiamo tirato 50 watt con 3 pezzettini di alluminio, ma è anche vero che siamo ad una resa inferiore al 40%, perchè purtroppo la soluzione scalda per via appunto dell'eccessiva distanza tra gli elettrodi(che scalda ce ne siamo accorti solo quando abbiamo fatto un test superiore a 10 minuti).

                                Prima di arrivare a risolvere il problema dell'idrogeno, è necessario costruire una cella "decente" e vedere di utilizzare elettrodi rigidi in modo da poterli affiancare all'alluminio senza problemi e ad una distanza magari di 1mm, sarebbe l'ideale...

                                Tra l'altro si è verificato un'altro problema, che è ancor perggio, ce ne siamo accorti solo oggi (la cella è stata ferma per un giorno): il sistema che ho fatto immette l'elettrolita in base alla tensione che c'è sulle celle, mantenendola a 3 volt, quando spegni la cella l'elettrolita cade nella sua vaschetta in modo da non continuare ad usurare l'alluminio, però i catodi ovviamente si inzuppano di elettrolita(e deve essere cosi), e quando sono asciugati l'idrossido di sodio si è cristallizato all'interno del materiale di cui sono composti sfondandoli! questo è un bel guaio, perchè ci vincola a dover tenere sempre a bagno i catodi!

                                Ora stiamo riprendendo un attimo la via del catodo fai date, perchè se riusciamo ad ottenere una bassa resistenza su di un supporto rigido quantomeno potremo ridurre la distanza dall'alluminio, e poi a questo punto dovremo realizzare una cella nella quale ci sarà da mantenere a mollo i catodi, e questo sarà un bel problema, perchè il dosatore dell'elettrolita ci servirà solo a mantenere alto il livello quando estrarremo le placche di alluminio. Però anche qui c'è un problema: utilizzando il 10% di resina epossidica si ottiene una conduttività che è pari ai catodi che abbiamo, però non restano ben agglomerati, infatti basta fletterli poco per sgretolare il tutto, quindi probabilmente non è resina epossidica qualla che usano per amalgamare il carbone attivo con il manganese, quindi se qualcuno sa cosa si potrebbe utilizzare al posto della resina ci dica pure... (arrivano voci che parlano di resina fenolica, ma quale? ce ne sono molte e tutte difficilissime da reperire).

                                Stiamo pensando anche di orientarci sullo zinco, pare sia molto meno complicata la cosa, infatti l'ossido conduce corrente, e quindi molti problemi non ci sarebbero, la cella è la stessa e sarebbe molto più semplice da gestire, a discapito di una più bassa densità di corrente per centimetro quadro, ma anche questo farebbe sorridere i catodi, visto che dopo 100mA per centimetro iniziano a piangere....

                                Commenta


                                • FERMI!! (come dice Grillo...)

                                  EDTA mhhh.. EDTA...mhhh... acido etilendiamminotetracetico mhhhh.. dove c'è alcol attira la mia curiosità mhhhh .. dove l'ho già visto?

                                  AH! Nel fogli x il trasporto aereo di batterie al litio! Si si un casino di "etil qualcosa" (non solo quello)!

                                  bravi bravi!... non è che state facendo "fuochino-fuochino"????
                                  Fare si può! Volerlo dipende da te.

                                  Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

                                  Piano cottura induzione: consumo energia 65...70% in meno rispetto uno a gas! Pure a costi doppi dell'elettricità fa risparmiare, almeno 30%! Contrariamente a quanto si dice si può usare con contratti 3 kW, perfino se sprovvisto di limitazione.
                                  Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

                                  Commenta


                                  • gat ascolta, ma se l'allumina la dobbiamo far precipitare per evitare la solubilità in soluzione, di questo acido che ce ne facciamo?

                                    Vi do un aggiornamento:

                                    è in corso da 30 minuti una prova con suluzione satura di comune sale da cucina e 30 grammi di idrossido di sodio su un litro, non c'è calore. Il sale permette la conducibilità alta anche se la distanza tra gli elettrodi è oltre i 3mm.

                                    Edited by tecnonick - 3/3/2008, 19:33

                                    Commenta


                                    • Ragazzi, c'è un altro problema: questi catodi permettono di tirare fuori fino a 500mA per centimetro, ma a questi valori di corrente sarebbe inutile lavorare, perchè come dal grafico postato(prendiamo quello che è del catodo al manganese da 300mA/cm) a 300mA c'è una caduta di tensione esagerata se consideriamo che la cella offre solo 1,2 volt, infatti una caduta di 0,4 su 1,2 è esattamente il 30% della resa che se ne va in fumo.... quindi io giustamente avevo valutato che la corrente migliore è sui 100mA, ma il problema dove sta: è vero che 1cm offre 100mA, ma se io volessi avere 20 watt da un pezzo di alluminio di 166 centimetri quadri, (1,2v * 100mA = 0,12 watt, per avere 20 watt ho bisogno 20/0,12= 166,66 centimetri quadri) senza perdite, sarei costretto a mettere in parallelo a questa cella da 1,2 volt una resistenza da 0,07 ohm (1,2 / 0,07 * 1,2 = 20,57 watt), e sapete cosa succede? che la resistenza complessiva della superficie di catodo da 166 centimetri è almeno il triplo di questa da 0,07 ! ed ecco il perchè del calore erogato dai catodi quando si cerca di caricare, infatti nella prova con il sale mi stabilizzo su un assorbimento di soli 7 watt dati però da 3 celle in serie!

                                      Morale della favola: non è pensabile di poter fare celle enormi con alto rendimento, amenochè non ci si ancora un pezzo di filo in rame su ogni singolo centimetro quadro del catodo! infatti io mi sono saldato un filo lungo tutto un lato del catodo (9 centimetri), ma evidentemente non è sufficiente, e la resistenza rimane alta. In effetti quando ho costatato che a conti fatti era possibile estrarre 12 chilowatt dall'alluminio era perchè ho considerato quanto alluminio in peso ho consumato in un determinato tempo, però quando ho fatto quella prova la cella era di pochi centimetri quadri, e quindi la resa era alta, infatti non c'era la minima emissione di idrogeno e calore.

                                      Mannagia.

                                      Qui un bel link dove viene costruito un catodo ad aria con solo carbone attivo, alcol e permanganato di potassio (da testare <img src="> ):
                                      http://resources.edb.gov.hk/~science/hkcho/7s/LSC.pdf

                                      e qui un altro bel link per costruirsi una cella zinco-aria:
                                      http://www.hesheit.com/webseek/chemoly.pdf

                                      Edited by tecnonick - 4/3/2008, 01:08

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                                      • Dunque... si potrebbe vedere di "retinare/metallizzare" sulla fattispecio degli lcd (parlo di un po di pollici)... o "righe" stabilizzanti ( 2 in orrizzontale per > 14" ) depositate sui "vecchi" tubi Trininitron.
                                        In questo modo si porta via poca superficie ma si abbassa la R.

                                        Domanda: ma se dissipa internamente... allora si scalda.. e in tal caso (da mie esperienze) aumenta la "reattività" (fatto prove termiche?)

                                        ..altro: non so bene fisicamente che forma ha la cella .. ma se l'Al sta ha centro e l'elettrodo ad ari tutto intorno.. si riesce a massimizzare quest'ultimo.

                                        ...
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                                        • Questa è la cella che eroga massimo 50 watt, nel video potete vedere la cella in funzione, l'idrogeno che si genera è a causa del lato di alluminio che sta nelle guide, questo non essendo esposto al catodo fa idrogeno e calore, per il resto c'è comunque un pò di emissione sia di calore che idrogeno, infatti qui non c'è sale, la concentrazione è al 10% di solo idrossido di sodio e un grammo di ossido di stagno su un litro, senza aspirina, nel video potete notare che la resistenza è 0,47 ohm e la tensione 2 volt, le placche di alluminio sono bagnate per un terzo, sto basso per i problemi di dislivello, se mi alzo al massimo con questa concentrazione tiro 25 watt, le placche sono 10x9cm, di cui però 0,6cm sono coperti dalle guide.

                                          Vedete anche una pinzetta su un tubo, quella serve perchè se nò li si alza troppo il livello, il video è in formato AVI ed è da 35 mega(apritelo con windows media player):

                                          VIDEO

                                          qui le foto, la qualità non è il massimo perchè questa fotocamera pretende troppa luce...

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                                          Edited by tecnonick - 4/3/2008, 14:59

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                                          • Ottima documentazione..
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                                            Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

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                                            • Ragazzi, ad oggi abbiamo fatto ancora molti test, che per ragioni di tempo non abbiamo pubblicato, tuttavia i risultati non sono quello che ci si aspettava, infatti a quanto pare, secondo calcoli matematici, un chilo di alluminio non può dare puù di 3kw/h di energia elettrica, quindi data la complessità del produrre una batteria ad alluminio avevamo pensato di fare dei test con lo zinco, infatti questo si ossida soltanto quando si sottrae corrente dalla reazione, e quindi avrebbe evitato problemi di allumina e autoscarica elevata che presenta l'alluminio. Ma però lo zinco rende intorno al kilowatt/ora, non di più, e questo ci ha fatto proprio lasciar perdere.....

                                              La resa maggiore utilizzando alluminio si otteneva sfruttando il biossido di manganese delle comuni pile alkaline, quindi sembrerebbe che la resa è data proprio dal biossido che si deteriora fornendo quindi l'ossigeno necessario alla reazione.

                                              Però è rimasto un dubbio: io di chimica non ci capisco un granchè, ma mi chiedo: se l'energia elettrica è data dagli "elettroni" che è in grado di fornire l'alluminio, perchè il manganese dovrebbe aumentare la resa? alla fine si tratta sempre dello stesso alluminio, e quelli sono gli elettroni disponibili.... tuttavia se sfrutto 1 grammi di alluminio con il biossido dell'alkalina arrivo intorni 12 chilowatt per chilo, se sfrutto i catodi al manganese e carbone arrivo massimo a 3 chilowatt.

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                                              • Spero che qualcosa possa continuare o quantomeno essere reciclata, io sono assolutamente ignorante ma leggendo da voi mi istruisco.
                                                Spero che un giorno arriverò a far qualcosa anche perchè ho un bel libraccio di chimica, che ho letto, ma non ancora metto in pratica e quindi non ho modo di capire "concretamente" salvo per le piccole e modeste applicazioni che riguardano alcune cose che studio.
                                                Si parte dai sogni per arrivare alla realtà.. guai se fosse il contrario..

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                                                • la risposta è semplice per ogni ossidazione ci deve essere una riduzione cioè per ottenere un potenziale elettrico non serve solo chi fornisce elettroni ma anche chi li accetta per ottenere il negativo della batteria , funziona meglio con il biossido di manganese perché l'ossigeno entra lentamente in soluzione per concentrazione , mentre dal biossido di manganese se ne ottiene molto di più in molto meno tempo, tuttavia appena finisce il biossido di manganese la batteria si scarica e reinizia a funzionare per concentrazione l'ideale sarebbe mandare l'ossigeno a pressione ma in questo modo il rendimento totale sarebbe di meno (perché serve energia per mettere in pressione l'ossigeno)

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                                                  • per favore

                                                    Non potresti mettere un tutorial su you tube o un tutorial in generale come costruire la cella ?
                                                    ne ho bisogno perchè la vorrei portare come tesina all' esame di maturità
                                                    visto ke studio fisica e chimica amibientale
                                                    grazie mille in anticipo !

                                                    Commenta


                                                    • Ciao a tutti, di recente ho fatto varie prove per realizzare un air cathode senza teflon, e ho trovato la soluzione: polietilene. Il polietilene fonde sopra i 100° e viene assorbito dal carbone attivo, questo in 10-20 minuti, senza alcun catalizzatore nel carbone ma soltanto come supporto(griglia in argento) si riescono ad ottenere oltre 100mW di potenza per cm", però c'è un problema: dopo 2-3 ore di utilizzo il carbone attivo pare bagnarsi troppo di elettrolita riducendo le prestazioni. Ho provato diverse percentuali di polietilene, la migliore che ho verificato è il 20%, e ho provato anche a cuocerlo sia pressato e non pressato e a diverse temperature, vedo delle differenze di resa in base ai vari paramentri, ma minime, però il problema persiste, dopo un pò il carbone si inumidisce e la resa cala mediamente a 50mW x cm". Ora mi chiedo, come si potrebbe fare per far assorbire bene il polietilene al carbone attivo in modo che tutti i pori vengano coperti? ho anche aumentato i tempi di cottura fino ad un ora, ma niente da fare.

                                                      Sto utilizzando carbone attivo in polvere, ma per capire cosa succede ho fatto una prova con il cabone attivo per acquari in cilindretti(di ottima qualità): ho preso un cilindretto e l'ho cosparso di polietilene in polvere, l'ho messo nel fornettino(autocostruito) a 130°, dopo circa 2 minuti si vede chiaramente che il polietilene viene assorbito, ma solo parzialmente però, infatti in alcuni punti rimane sciolto e visibile, perchè non se lo assorbe tutto? tenete conto che la percentuale in peso in questo caso non sarà oltre il 10%, eppure viene assorbito soltanto parzialmente.

                                                      Ho provato anche a temperature superiori e inferiori, ma pare proprio che quando i primi pori assorbono il polietilene, i pori più in profondità non siano più in grado di assorbirlo.

                                                      (avrò fatto almeno 200 prove differenti)

                                                      Considerando che uso il 20% di polietilene e 80% di carbone, è anche ben visibile che non viene assorbito bene, infatti l'elettrodo cotto risulta ben solido, come se gran parte del polietilene non sia stato assorbito e funga semplicemente da legante (cosa che comunque è importante, perchè l'elettrodo deve essere ben solido e non si deve sgretolare).

                                                      Sono certo che se si trova il modo di far assorbire bene il polietilene al carbone attivo si possono realizzare catodi con costi molto inferiori e rese uguali a quelli realizzati con teflon, senza contare che per far assorbire il teflon al carbone servono dai 330° in su, il teflon a quelle temperature si potrebbe dissociare in carbonio e fluoruro di idrogeno, gas pericolossissimo per le vie respiratorie anche in minimissime quantità (quindi consiglio vivamente di non fare esperimenti fondendo il teflon, leggete bene la scheda di sicurezza del fluoruro di idrogeno).

                                                      PS.
                                                      Ho anche provato a gelificare l'elettrolita a densità differenti, il problema diminuisce, ma resta comunque.
                                                      Ultima modifica di tecnonick; 10-04-2011, 16:28.

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                                                      • Una possibilità è una fase liquida con decalin (uno dei pochi solventi forse l'unico) in grado di sciogliere il polietilene a basse temperature. Altra via non vedo se non alzare la temperatura e provare con toluene o xilene tricloroetano o triclorobenzene. Reattore pressurizzabile e controllo temperatura.
                                                        Da dire che dopo il carbone lo aspettavo questo post ...
                                                        D'altro canto gli elettrodi in carbone per le celle, che pur si trovano, costano tantissimo ...
                                                        Il teflon si trova anche liquido, la soluzione è a base acquosa. Du Pont commercializza qualcosa prova qui http://www2.dupont.com/Teflon_Indust.../coatings.html
                                                        Ultima modifica di Elektron; 10-04-2011, 18:10.

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                                                        • Ciao Ele grazie per la risposta, a dir la verità ho già provato a solubilizzare il polietilene con trielina a 80°, e sui cilindretti di carbone attivo il risultato è buono, però c'è questo problema: il carbone attivo devo tenerlo insieme per poterlo stendere sulla maglia di argento, e allora per questo uso acetone freddo con cui amalgamo il tutto, spalmo sula rete, presso a 50 chili per cm" e poi metto in forno. Se invece devo mettere in seguito il polietilene in una soluzione calda significa immergere la maglia sparsa di carbone al suo interno, ma se fai cosi appena la immergi il carbone si stacca dalla rete. Secondo mè ci deve essere un altro sistema che loro utilizzano, molto più semplice, anche perchè devi considerare che normalmente usano teflon, sappiamo che il teflon è totalmente insolubile fino a 330°, la soluzione acquosa di teflon sarà sicuramente un tensioattivo che tiene in sospensione teflon in polvere, ma essendo le particelle di dimensione superiore ai pori del carbone non ci entreranno mai.... Anche per il teflon ho usato lo stesso procedimento, impasto il tutto ma con trielina al posto di acetone, stendo sulla rete e inforno a 350° per mezzora, e funziona, ma alla fine anche questo si impregna e la resa cala... dico cala perchè comunque il catodo funziona sempre. Quale potrebbe essere il sistema che usano loro? a me verrebbe in mente questo: se tutta l'operazione si farebbe sotto vuoto si potrebbe portare il teflon alla temperatura di sublimazione (è già possibile farlo sublimare senza dissociazione intorno ai 350°), e il carbone attivo assorbirebbe le particelle di teflon (o polietilene) e probabilmente il risultato sarebbe migliore. Ho fatto questa prova senza il vuoto, e funziona, però non ho modo di controllare il peso assorbito dal cilindretto in quanto serverebbe un bilancino in grado di pesare i microgrammi, per cui non è semplice.

                                                          Oggi ho ottenuto dei miglioramenti tenendo in forno per 2 ore la maglia con carbone e polietilene, ho tirato 100mW per 6 ore con un cm", poi mi si è ossidato tutto lo zinco in polvere, e quando l'ho sostituito non tirava più 100mW ma 75, quindi è bastato tenere il catodo in aria per pochi minuti per farlo impregnare, non capisco.... tra l'altro l'elettrolita l'ho ben gelificato con carbossimetilcellulosa sodica.

                                                          Comunque il teflon lo lascerei perdere, perchè con il polietilene c'è una grande differenza: non hai bisogno della nastratura per non far uscire l'elettrolita dal catodo, infatti già a concentrazioni del 10% non si hanno perdite, solo umidificazione che fa calare la resa(e ti parlo di oltre 10 ore di test senza alcuna goccia, solo un minimissima umidità difficilmente pecettibile al tatto).

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                                                          • Cavoli ragazzi, il cilindretto di carbone attivo impregnato con soluzione di polietilene al 10%(assorbito a caldo), su una superficie di 14mm" eroga la bellezza di 56 milliwatt! questo significa che un centimetro tira 400 milliwatt!!! e senza catalizzatori aggiunti! l'unico catalizzatore è il filo argentato che ho inserito al suo interno facendo un foro da 0,8mm, stupefacente! una superficie di 20x20cm erogherebbe 160 watt! altro che batterie al piombo per auto, basterebbero 5 fogli spessi 4-5mm da 20x20cm per fare l'equivalente di una batteria al piombo da 65 ampere!

                                                            Dai datemi una mano a creare una struttura di carbone attivo adeguata, basterebbe semplicemente che trovassimo qualcuno che possa realizzare delle lastre di carbone attivo spesse 2-3mm, nelle quali sia presente una maglia placcata argento ed è fatta!

                                                            Tra l'altro sono anche riuscito a ricaricare, basta chiudere l'ossigeno al carbone attivo(l'ho coperto con una pellicola in pvc) e dare corrente, succede che lo zinco ossidato torna zinco e il carbone attivo produce ossigeno nell'elettrolita(che poi viene a galla), il filo di argento non si ossida!

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                                                            • Interessante questa cosa... si può partire dalla grafite in polvere per fare queste lastre e sostituire la maglia placcata d'argento con un materiale di più semplice reperibilità come delle lastre in zinco? Lastre di zinco per incisione

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