Buongiorno a tutti,
Vi espongo il mio problema. Ci siamo da qualche settimana trasferiti in un appartamento acquistato a dicembre, si tratta di circa 100 mq utili al primo piano esposti nord/sud in nuova costruzione (2012), certificato in classe B con fabbisogno di energia termica utile ideale di 28,35 kWh/m2 (calcolo Regione Piemonte, l'EPi totale secondo metodo nazionale è 31,71 kWh/m2). Siamo a Torino (quindi in zona E con 2617 GG), allacciati al teleriscaldamento con contabilizzazione calorie e con impianto radiante più scaldasalviette nei bagni.
Prima dell'acquisto ci erano stati esposti costi di circa 1000 €/anno per riscaldamento, basati su una stagione di riscaldamento a vuoto (e quindi potenzialmente riducibili andando a occupare e abitare stabilmente l'ambiente). Costi comparabili a quelli sostenuti nell'appartamento precedente, termoautonomo a metano e in classe D, ma di dimensioni inferiori. Sulla carta tutto in regola.
Il preventivo spese condominiali riporta un consumo in kWh da settembre 2014 a settembre 2015 di 2875, che sembrano proporzionati a quanto dichiarato in certificazione. Dei 1000 € di costo, 650 € sono imputati a spese fisse, e 350 € al consumo. L'impianto condominiale è allacciato al teleriscaldamento e già sembrano strani circa 80.000 € di spese fisse per l'intero condominio, ma andremo a verificare con l'amministratore.
Il vero problema sorge quando verifichiamo i consumi in corso. Dall'inizio gennaio a oggi siamo già a oltre 3500 kWh! Ammettiamo pure che ci siano stati dei consumi fuori norma nel primo mese e mezzo, durante i lavori (decoratore, arredi e quant'altro). Ma nell'ultima settimana siamo a circa 50 kWh/giorno, che sembra ben lontano da quanto dovremmo consumare. Non è improbabile prospettare un consumo annuo di 9000 kWh, che ci costerebbe 2000 €... prestazioni degne di un appartamento non isolato degli anni '60, non di un edificio con pareti da 0,27 W/m2K e vetri tripli bassoemissivi! Tutto questo per raggiungere al massimo 19,5 gradi a mezzogiorno nello studio orientato a nord.
Per capire esattamente dove sia il problema, ho spulciato a lungo le utili discussioni su questo forum e studiato la struttura dell'impianto. Non ho purtroppo ancora accesso alla pianta dei collettori e quindi non so quali flussimetri controllino quale zona, ma finora ho capito che:
La mia ipotesi è che questo funzionamento molto discontinuo porti il massetto a raffreddarsi troppo e quindi ogni volta l'impianto deve sopperire a un'inerzia enorme. Se così fosse è evidente che con il cronotermostato non ci sia modo di ottenere comfort (fondamentale perché nello studio ci lavoro tutto il giorno e stando seduti al pc a 18,5° gelano le mani) e soprattutto consumi e costi sensati.
Ho visto in altre discussioni che spesso è consigliata l'installazione di una centralina climatica con sonda esterna, per mantenere il massetto sempre a temperatura costante.
Dopo questa lunghissima premessa, vi domando: in questo caso sembra plausibile e conveniente l'installazione della centralina climatica (che in questo caso immagino andrebbe a regolare la miscelazione della mandata condominiale, non la temperatura di una caldaia)? Posso aspettarmi di ridurre sensibilmente i consumi o ho sbagliato ad analizzare la situazione?
Vi ringrazio della pazienza con questo mio papiro, spero di aver chiarito al meglio la situazione!
Vi espongo il mio problema. Ci siamo da qualche settimana trasferiti in un appartamento acquistato a dicembre, si tratta di circa 100 mq utili al primo piano esposti nord/sud in nuova costruzione (2012), certificato in classe B con fabbisogno di energia termica utile ideale di 28,35 kWh/m2 (calcolo Regione Piemonte, l'EPi totale secondo metodo nazionale è 31,71 kWh/m2). Siamo a Torino (quindi in zona E con 2617 GG), allacciati al teleriscaldamento con contabilizzazione calorie e con impianto radiante più scaldasalviette nei bagni.
Prima dell'acquisto ci erano stati esposti costi di circa 1000 €/anno per riscaldamento, basati su una stagione di riscaldamento a vuoto (e quindi potenzialmente riducibili andando a occupare e abitare stabilmente l'ambiente). Costi comparabili a quelli sostenuti nell'appartamento precedente, termoautonomo a metano e in classe D, ma di dimensioni inferiori. Sulla carta tutto in regola.
Il preventivo spese condominiali riporta un consumo in kWh da settembre 2014 a settembre 2015 di 2875, che sembrano proporzionati a quanto dichiarato in certificazione. Dei 1000 € di costo, 650 € sono imputati a spese fisse, e 350 € al consumo. L'impianto condominiale è allacciato al teleriscaldamento e già sembrano strani circa 80.000 € di spese fisse per l'intero condominio, ma andremo a verificare con l'amministratore.
Il vero problema sorge quando verifichiamo i consumi in corso. Dall'inizio gennaio a oggi siamo già a oltre 3500 kWh! Ammettiamo pure che ci siano stati dei consumi fuori norma nel primo mese e mezzo, durante i lavori (decoratore, arredi e quant'altro). Ma nell'ultima settimana siamo a circa 50 kWh/giorno, che sembra ben lontano da quanto dovremmo consumare. Non è improbabile prospettare un consumo annuo di 9000 kWh, che ci costerebbe 2000 €... prestazioni degne di un appartamento non isolato degli anni '60, non di un edificio con pareti da 0,27 W/m2K e vetri tripli bassoemissivi! Tutto questo per raggiungere al massimo 19,5 gradi a mezzogiorno nello studio orientato a nord.
Per capire esattamente dove sia il problema, ho spulciato a lungo le utili discussioni su questo forum e studiato la struttura dell'impianto. Non ho purtroppo ancora accesso alla pianta dei collettori e quindi non so quali flussimetri controllino quale zona, ma finora ho capito che:
- la mandata condominiale a 66° C viene inviata direttamente ai termoarredi o miscelata per il radiante;
- il contabilizzatore misura la differenza di temperatura tra la mandata (prima della miscelazione) e il ritorno, attualmente a circa 28° C;
- la miscelazione è regolata da un cronotermostato posizionato nell'ambiente esposto a sud. Nessuna idea di come il cronotermostato vada a definire la temperatura di mandata nel pavimento.
La mia ipotesi è che questo funzionamento molto discontinuo porti il massetto a raffreddarsi troppo e quindi ogni volta l'impianto deve sopperire a un'inerzia enorme. Se così fosse è evidente che con il cronotermostato non ci sia modo di ottenere comfort (fondamentale perché nello studio ci lavoro tutto il giorno e stando seduti al pc a 18,5° gelano le mani) e soprattutto consumi e costi sensati.
Ho visto in altre discussioni che spesso è consigliata l'installazione di una centralina climatica con sonda esterna, per mantenere il massetto sempre a temperatura costante.
Dopo questa lunghissima premessa, vi domando: in questo caso sembra plausibile e conveniente l'installazione della centralina climatica (che in questo caso immagino andrebbe a regolare la miscelazione della mandata condominiale, non la temperatura di una caldaia)? Posso aspettarmi di ridurre sensibilmente i consumi o ho sbagliato ad analizzare la situazione?
Vi ringrazio della pazienza con questo mio papiro, spero di aver chiarito al meglio la situazione!
Commenta