Ciao,
Premesso che sono un accanito sostenitore dei sistemi di condizionamento ad aria completamente elettrici, sia per il ricambio con recupero energetico (VMC) sia come sistema di riscaldamento/raffrescamento (secondo me è il futuro), considero l'idronica, i sistemi radianti, una cosa che avrà sempre meno spazio, ed ancor meno spazio avranno i combustibili fossili nella climatizzazione, che sono la negazione della sostenibilità ambientale.
C'è un però un problema, negli ultimi anni abbiamo visto unità abitative, anche monofamiliari, con richieste energetiche bassissime (>10 kWh/mqa) ma non un'offerta di pompe di calore adeguata a questi bassi livelli di potenza.
Le pompe di calore hanno indubbi vantaggi, sono una tecnologia smart, ma hanno lo svantaggio di un rendimento troppo dipendente dalle condizioni esterne e dalla potenza loro richiesta, soprattutto quando richiediamo potenze inferiori (funzionamento ad inverter)
Qui un articolo che esplica bene il tutto (di fatto è un manuale della Copeland tradotto)
Macchine Frigorifere: L'INVERTER MITO O REALTA'
Il mercato delle piccole potenze si è livellato su macchine da 5-6 kW termici che sono troppi per abitazioni a basso consumo e richiede parzializzazioni alle pdc tali da abbattere fortemente i rendimenti.
Per cui mi chiedevo, non è meglio, per le case passive o quasi (A e A+) progettare pompe di calore micro, da 1-3 kWt e lasciare i picchi di potenza ad un microbruciatore a bioetanolo, da usare solo in casi di freddi improbabili (-15°C)
Il 90% ed oltre del fabbisogno rimarrebbe alla pompa di calore (T esterna circa 0°C) al bioetanolo solo quello a temperature molto basse.
Qualcuno avrà fatto i calcoli per capire se conviene o meno, ma per il momento solo Mydatec ha messo sul mercato una pompa di calore davvero piccola (1,8 kW termici a -7°C) con dei riscaldatori ausiliari (ahime elettrici) per i picchi di domanda ed evitato così di far lavorare una macchina grossa a carichi parziali inficiando il suo rendimento (avete notato che il COP è superiore a -7°C che a 5°C).
Un'altra soluzione proposta, è quella della pdc aria-acqua con batteria alettata nella vmc come post-trattamento, l'acqua permette di ottimizzare la regolazione, ma complica l'impianto.
Secondo voi un sistema vmc con integrata una mini pdc aria-aria tipo Mydatec ed affidare agli improbabili, ma non impossibili picchi invernali (-10°C o ancor inferiore), un microbruciatore modulante a bioetanolo da inserire in mandata alla VCM potrebbe essere una buona soluzione?
Ricordo che il bioetanolo è un combustibile atossico, la sua combustione non produce polveri, si possono progettare combustori a bassa temperatura che non producono NOx e CO per cui senza canne fumarie, anche perché i combusti sarebbero in minima quantità in una casa a basso consumo e comunque espulsi dalla vmc.
Premesso che sono un accanito sostenitore dei sistemi di condizionamento ad aria completamente elettrici, sia per il ricambio con recupero energetico (VMC) sia come sistema di riscaldamento/raffrescamento (secondo me è il futuro), considero l'idronica, i sistemi radianti, una cosa che avrà sempre meno spazio, ed ancor meno spazio avranno i combustibili fossili nella climatizzazione, che sono la negazione della sostenibilità ambientale.
C'è un però un problema, negli ultimi anni abbiamo visto unità abitative, anche monofamiliari, con richieste energetiche bassissime (>10 kWh/mqa) ma non un'offerta di pompe di calore adeguata a questi bassi livelli di potenza.
Le pompe di calore hanno indubbi vantaggi, sono una tecnologia smart, ma hanno lo svantaggio di un rendimento troppo dipendente dalle condizioni esterne e dalla potenza loro richiesta, soprattutto quando richiediamo potenze inferiori (funzionamento ad inverter)
Qui un articolo che esplica bene il tutto (di fatto è un manuale della Copeland tradotto)
Macchine Frigorifere: L'INVERTER MITO O REALTA'
Il mercato delle piccole potenze si è livellato su macchine da 5-6 kW termici che sono troppi per abitazioni a basso consumo e richiede parzializzazioni alle pdc tali da abbattere fortemente i rendimenti.
Per cui mi chiedevo, non è meglio, per le case passive o quasi (A e A+) progettare pompe di calore micro, da 1-3 kWt e lasciare i picchi di potenza ad un microbruciatore a bioetanolo, da usare solo in casi di freddi improbabili (-15°C)
Il 90% ed oltre del fabbisogno rimarrebbe alla pompa di calore (T esterna circa 0°C) al bioetanolo solo quello a temperature molto basse.
Qualcuno avrà fatto i calcoli per capire se conviene o meno, ma per il momento solo Mydatec ha messo sul mercato una pompa di calore davvero piccola (1,8 kW termici a -7°C) con dei riscaldatori ausiliari (ahime elettrici) per i picchi di domanda ed evitato così di far lavorare una macchina grossa a carichi parziali inficiando il suo rendimento (avete notato che il COP è superiore a -7°C che a 5°C).
Un'altra soluzione proposta, è quella della pdc aria-acqua con batteria alettata nella vmc come post-trattamento, l'acqua permette di ottimizzare la regolazione, ma complica l'impianto.
Secondo voi un sistema vmc con integrata una mini pdc aria-aria tipo Mydatec ed affidare agli improbabili, ma non impossibili picchi invernali (-10°C o ancor inferiore), un microbruciatore modulante a bioetanolo da inserire in mandata alla VCM potrebbe essere una buona soluzione?
Ricordo che il bioetanolo è un combustibile atossico, la sua combustione non produce polveri, si possono progettare combustori a bassa temperatura che non producono NOx e CO per cui senza canne fumarie, anche perché i combusti sarebbero in minima quantità in una casa a basso consumo e comunque espulsi dalla vmc.
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