Come sappiamo, per gestire una regolazione climatica, si monta una sonda esterna, preferibilmente a Nord, lontana da fonti che possano turbarne la rilevazione come fumi di scarico o sistemi di ventilazione, sole diretto o zone particolarmente ventilate etc.
Essa monitora la temperatura esterna al fine di adeguare la potenza di erogazione dell'impianto per compensare il fabbisogno energetico dell'immobile.
Ovviamente, tale temperatura esterna, necessita di essere 'interpretata' tramite una così detta 'curva climatica'; ovvero un algoritmo che moduli la potenza termica necessaria compresa tra un minimo ed un massimo in base alla T esterna rilevata.
L'utilizzo tipico richiede che l'impianto sia operativo H24-7/7
Il dubbio che mi sorge è questo:
Non sarebbe più corretto monitorare la T di ritorno dell'impianto ?
Ovvero piuttosto che monitorare la T esterna basarsi sulla dispersione effettiva dell'immobile.
Il fine è sempre lo stesso, ma risulterebbe più semplice trovare il punto di equilibrio corretto della T di mandata dell'impianto.
Cosa sbaglio nel ragionamento ?
Essa monitora la temperatura esterna al fine di adeguare la potenza di erogazione dell'impianto per compensare il fabbisogno energetico dell'immobile.
Ovviamente, tale temperatura esterna, necessita di essere 'interpretata' tramite una così detta 'curva climatica'; ovvero un algoritmo che moduli la potenza termica necessaria compresa tra un minimo ed un massimo in base alla T esterna rilevata.
L'utilizzo tipico richiede che l'impianto sia operativo H24-7/7
Il dubbio che mi sorge è questo:
Non sarebbe più corretto monitorare la T di ritorno dell'impianto ?
Ovvero piuttosto che monitorare la T esterna basarsi sulla dispersione effettiva dell'immobile.
Il fine è sempre lo stesso, ma risulterebbe più semplice trovare il punto di equilibrio corretto della T di mandata dell'impianto.
Cosa sbaglio nel ragionamento ?
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