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Utilizzo delle alghe per contrastsare l' aumento della co2

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  • Utilizzo delle alghe per contrastsare l' aumento della co2

    Cemento bio con muschio, alghe e licheni per assorbire l’anidride carbonica

    23 dicembre 2012 - 11:02

    I ricercatori dell’Università di Catalunya hanno progettato un cemento che assorbe la Co2

    Possibili passi in avanti per la riduzione di CO2. In Spagna, gli scienziati dell’Università di Catalunya hanno progettato un nuovo tipo di cemento biologico, in grado di assorbire l’anidride carbonica. Questa ricerca punta a ridurre almeno in parte la presenza di anidride nelle città, con una conseguente efficienza energetica data da un isolamento termico migliore. Ma come è strutturato questo interessante progetto? Il cemento bio è costituito da muschi, licheni e microalghe. Proprio le alghe, attraverso la fotosintesi, sono in grado di assorbire parte della CO2 presente nell’aria. Si punterà infine a migliorare l’effetto estetico, infatti la colorazione degli edifici muterà in base alla quantità dei componenti utilizzati nella produzione di questo innovativo cemento.
    In Spagna creati edifici che assorbono la co2. Fonte: geekapolis.fooyoh.com

    Sono state progettate due varianti di cemento bio, la prima è composto da un cemento con fosfato di magnesio, a ph acido che non necessita di trattamenti particolari per il suo impiego. La seconda variante è invece un Portland carbonato, con il quale sono stati ottenuti valori di ph molto vicini a 8. Il materiale sarebbe particolarmente indicato per le facciate di palazzi o abitazioni che si trovano alle nostre latitudini, quindi nel Mediterraneo, perchè caratterizzate da un clima mite-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Lampioni assorbono CO2 grazie alle alghe

    31 agosto , 2012






    Alle porte di Bordeaux, in Francia, l’azienda Fermentalg sta progettando una lampada innovativa da strada che assorbe enormi quantità di CO2, oltre i 150-200 volte più di un albero – utilizzando microalghe.
    Il biochimico francese Pierre Calleja fonda nel 2009 Fermentalg per avere modo di studiare e progettare con le microalghe, utili per molte applicazioni dalla salute, a scopo alimentare e al settore della pesca.
    La lampada microalghe è un tubo a forma di serbatoio pieno di alghe verdi. Ogni lampione assorbe 1 tonnellata di CO2 all’anno, più di 150-200 volte più di un albero.
    Assorbe come il 25% delle emissioni di carbonio da gas di scarico delle auto, di conseguenza collocate come lampioni sulle strade e sui parcheggi creano un enorme impatto contro le emissioni di CO2.
    Inoltre, la struttura della lampada di illuminazione funziona con batteria che si ricarica durante il giorno da “fotosintesi microalgali“.
    La lampada alghe da strada è stata recentemente testata in un parcheggio a Bordeaux.
    Per ora il lampione è in fase sperimentale, ma questa tecnologia afferma il biochimico, potrebbe diventare la lotta contro il riscaldamento globale.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ---------------------------------------------E' stimato che circa il 70% dell'ossigeno sul nostro pianeta è prodotto dalle alghe
    Ultima modifica di Mr.Hyde; 12-04-2013, 11:53.

  • #2
    + FRUTTA MENO CO2 ... "microclima"...... studi eseguiti gia' nel 2008 dal CNR ibimet ci dicono come le piantagioni frutticole(di natura biologica o biodinamica) abbiano un' impatto positivo sul microclima... in questo documento si tratta di come sono stati effettuati gli studi http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pu...-42_facini.pdf .................................................. .................................................. .................................................. ........................................ ......ALTRO STUDIO dall’università di Sydney, in Australia, i cui ricercatori guidati dalla professoressa Deanna D’Alessandro hanno creato dei cristalli cavi che filtrano e catturano i gas di emissione come l’anidride carbonica. Gli scienziati assicurano che le centrali a carbone sono molto interessate a questa tecnologia perché con le procedure correnti usano dal 25 al 40% dell’energia generata solo per catturare l’anidride carbonica; i cristalli con tale sistema ridurrebbero in modo netto questo dispendio energetico.

    La professoressa D'Alessandro spega:"I cristalli sono composti da fasci di atomi metallici carichi legati tra loro da gruppi di base carbonica. Le strutture molecolari sono simili a quelle delle conchiglie e di microscopiche piante marine dette diatomee. Per questo il nuovo materiale può sostenere l’ambiente umido e caldissimo dei condotti di emissione di una centrale a carbone. Ciò significa che potrebbe essere usato per catturare in maniera reversibile, e poi liberare, la CO2. Il gas può essere successivamente rigenerato e riutilizzato”.
    Si apre una nuova prospettiva per il futuro del nostro pianeta. La Co2 è stata vista da sempre come una minaccia per il pianeta a causa del riscaldamento globale di cui è responsabile, ora invece c'è una via d'uscita per abbatterla. Ancora una volta la ricerca ha raggiunto risultati impensabili per aiutare l'ambiente e il nostro pianeta. il servizio è stato scritto da Marilisa Romagno nel 2010.................................. ........
    Ultima modifica di Mr.Hyde; 22-04-2013, 11:23.

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    • #3
      MICRORGANISMI PER TRASFORMARE LA CO2 Nuova scoperta...... potrebbe permettere agli scienziati di produrre carburante da CO2 in atmosfera Michael Adams è un membro della UGA Bioenergy Systems Research Institute, professore di biotecnologia e professore di ricerca di biochimica e biologia molecolare nel Franklin College of Arts and Sciences.

      L’eccesso di biossido di carbonio nell’atmosfera terrestre, generata dalla combustione di combustibili fossili diffusa è la forza trainante del cambiamento climatico globale, ricercatori di tutto il mondo sono alla ricerca di nuovi modi per produrre energia che lascia un minore impatto ambientale .
      Ora, i ricercatori dell’Università della Georgia hanno trovato un modo per trasformare l’ anidride carbonica intrappolata nell’atmosfera in utili prodotti industriali. La loro scoperta potrebbe presto portare alla creazione di biocarburanti prodotti direttamente dal biossido di carbonio nell’aria che è responsabile della crescita delle temperature globali .
      “Fondamentalmente, quello che abbiamo fatto è creare un microrganismo che fa con l’anidride carbonica esattamente ciò che fanno le piante assorbire e generare qualcosa di utile,” ha detto Michael Adams, membro del Bioenergy UGA Systems Research Institute, professore di ricerca di biochimica e biologia molecolare nel Franklin College of Arts and Sciences.
      Durante il processo di fotosintesi, le piante utilizzano la luce solare per trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri che poi utilizzano per l’energia, proprio come gli esseri umani bruciano calorie dal cibo.
      Questi zuccheri possono essere fermentati in combustibili come l’etanolo, ma si è dimostrato straordinariamente difficile estrarre efficacemente gli zuccheri, che sono bloccati all’interno delle pareti cellulari della pianta.
      “Cosa significa questa scoperta che siamo in grado di rimuovere le piante come l’intermediario,” ha detto Adams, che è co-autore dello studio . “Siamo in grado di prendere l’anidride carbonica direttamente dall’atmosfera e trasformarla in prodotti utili come combustibili e prodotti chimici, senza dover passare attraverso il processo inefficiente di coltivazione di piante e l’estrazione di zuccheri a partire dalla biomassa.”
      Il processo è reso possibile da un microrganismo unico chiamato Pyrococcus furiosus , che vive nutrendosi di carboidrati nelle acque surriscaldate dell’oceano vicino a sfiati geotermici. Manipolando il materiale genetico dell’organismo, Adams e i suoi colleghi hanno creato una sorta di P. furiosus che è in grado di alimentare a temperature molto più basse di anidride carbonica.
      Il team di ricerca ha poi utilizzato gas di idrogeno per creare una reazione chimica nel microrganismo che incorpora l’anidride carbonica in 3-hydroxypropionic acido, una sostanza chimica industriale comune usata per fare acrilici e molti altri prodotti.
      Con altre manipolazioni genetiche di questo nuovo ceppo di P. furiosus , Adams e i suoi colleghi potrebbero creare una versione che genera una serie di altri prodotti industriali utili, compreso il combustibile da anidride carbonica.
      Quando il carburante creato attraverso il processo del P. furiosus viene bruciato, rilascia la stessa quantità di biossido di carbonio utilizzata per crearlo, è un’alternativa molto più pulito alla benzina, carbone e petrolio.
      “Questo è un primo passo importante che ha una grande promessa come un metodo efficiente ed economico di produzione di combustibili”, ha detto Adams. “In futuro il processo sarà migliorato per poi iniziare a testarlo su scala più ampia.”
      Di James Hataway
      Fonte:New discovery may allow scientists to make fuel from CO2 in the atmosphere

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      • #4
        Nuovo metodo per catturare la CO2 delle centrali elettriche Mercoledì 03 Aprile 2013 09:56



        La Rice University ha testato lo sfruttamento del calore di scarto nella cattura di anidride carbonica

        Incaricati di di trovare nuovi modi per catturare l'anidride carbonica dalle centrali elettriche a carbone, gli scienziati della Rice University di Houston (Texas) hanno scoperto che la CO2 può essere rimossa in modo più economico utilizzando il calore di scarto, vapore a bassa temperaura che non può essere utilizzato per produrre elettricità.
        Si tratta di una scoperta importante, soprattutto perché l'attuale processo di sequestro di CO2 richiede un altissimo consumo energetico. Tutto ha inizio nel 2011, quando la squadra di scienziati della Rice University, guidata da George Hirasaki viene scelta dal Department of Energy (DOE) per sviluppare tecniche innovative per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra delle centrali elettriche.
        UTILIZZARE IL CALORE DI RIFIUTO. Le centrali elettriche alimentate a carbone e gas naturale rilasciano circa la metà delle emissioni di CO2 che gli esseri umani producono in un anno. Ciascuno di questi impianti produce elettricità da acqua bollente, creando vapore che attiva le turbine elettriche. Ma non tutto il vapore è uguale, spiegano gli scienziati della R.U. Alcuni vapori non hanno, infatti, energia sufficiente per far lavorare le turbine: è in questo caso che si parla di calore di "scarto". Pubblicato sull'International Journal of Greenhouse Gas Control, lo studio della Rice ha rilevato che nei casi in cui questo calore di rifiuto è disponibile, può essere utilizzato per catturare CO2.
        IL PROCESSO. Il processo avviene in due passaggi. Nella prima fase del processo il gas viene convogliato verso l'alto attraverso una canna fumaria verticale, mentre un liquido simile all'ammoniaca chiamato ammina fluisce giù attraverso la stessa colonna. L'ammina cattura la CO2 e scorre via, mentre il gas naturale depurato fuoriesce dalla parte superiore della colonna. Nella seconda fase del processo, invece, l'ammina carica di CO2 viene riciclata con il calore, che espelle l'anidride carbonica .
        PERDITA DI “POTENZA PARASSITA”. "La CO2 che fuoriesce dalla terra con il gas naturale è sotto alta pressione, mentre non è così per le emissioni di CO2 delle centrali”, spiega Hirasaki, il quale aggiunge: "c'è anche un maggiore volume di CO2 per massa unitaria in un impianto rispetto ad un pozzo di gas naturale. Per questi ed altri motivi, il processo di ammina deve essere re-ingegnerizzato e la cattura della CO2 delle centrali deve essere reso il più possibile efficiente". Una delle principali sfide che la squadra di Rice University sta affrontando consiste nel ridimensionare la quantità di calore necessaria per riciclare l'ammina nella seconda fase del processo; attualmente, infatti, il riciclaggio di ammina richiede ben un quarto del vapore ad alta pressione, che potrebbe invece essere utilizzato per azionare le turbine e produrre elettricità, sottolinea Hirasaki. Questo fenomeno è noto come “perdita di potenza parassita" e comporta un aumento del costo di energia elettrica.
        VARIABILI ANCORA DA TESTARE. Warudkar e la sua équipe hanno utilizzato un pacchetto software che viene comunemente usato per modellare i processi chimici industriali, testando la formulazione chimica della soluzione di ammina, il tipo di vapore utilizzato e la dimensione e la pressione del reattore."C'è un ampio margine di ottimizzazione che ancora deve avvenire", sottolinea Warudkar. "La domanda che ci stiamo ponendo è: qual'è la formula di ammina ottimale e la progettazione del reattore adatta per la rimozione di CO2 tramite vapore? Non c'è una sola risposta corretta, ma stiamo percorrendo diverse strade”. Fino ad ora la ricerca si è concentrata su due elementi fondamentali - formulazione di ammina ottimizzata e l'utilizzo il calore di scarto - , calcolando che, insieme, potrebbero contribuire a ridurre le perdite di potenza parassita di circa il 35%.

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        • #5
          Arrivano le foreste artificiali per assorbire la CO2.....................................L’anidride carbonica – uno dei gas che più contribuiscono all’effetto serra e quindi al riscaldamento climatico – è in continuo aumento dai tempi della rivoluzione industriale. Intorno al 1700 questa sostanza prodotta dai combustibili fossili era presente nell’atmosfera con una concentrazione di 280 parti per milione, che oggi stanno per sfondare quota 400.
          Le previsioni per il futuro sono rese più fosche dal fatto che il tasso di emissioni non accenna a frenare. Gli 8,7 miliardi di tonnellate di oggi, secondo le stime dell’Agenzia per l’energia statunitense, sono infatti destinati a diventare 12 nel 2030.
          La soluzione? Foreste artificiali per depurare l’aria, assorbendo la CO2 in eccesso. L’idea è dell’Associazione degli ingegneri britannici, secondo i quali gli alberi artificiali sono lo strumento più efficace per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Si tratta di dispositivi apparentemente simili a pannelli solari, in grado di assorbire l’anidride carbonica sfruttando una particolare reazione chimica.
          Più o meno come fanno i “veri” alberi, anche se le foreste artificiali sembrano essere molto più efficienti. Un castagno, ad esempio, impiega circa un anno, nonostante le sue foglie larghe, ad assorbire una tonnellata di CO2, mentre l’albero “finto” sembra in grado di raggiungere lo stesso risultato in appena un giorno.
          Attualmente, i principali studi su questi dispositivi sono stati condotti dalla Columbia University, (Geologists Map Rocks to Soak CO2 From Air - The Earth Institute - Columbia University) e hanno portato alla realizzazione, da parte della Global Research Technologies, (http://www.grestech.com/) di un prototipo che, secondo l’Associazione, sarebbe facile da produrre su larga scala nonché di semplice installazione. Gli alberi artificiali, infatti, potrebbero trovare posto ai margini delle strade, oppure all’interno di campi eolici o fotovoltaici.
          I governi e le aziende – scrive l’Associazione degli ingegneri britannici in un comunicato – dovrebbero concentrare i finanziamenti su questa tecnologia, affinché si diffonda rapidamente e raggiunga una scala sufficientemente ampia da dare risultati concreti.
          Ma i problemi maggiori sono legati ai costi di produzione su grande scala degli alberi sintetici, anche se l’associazione è convinta che il costo di realizzazione di un singolo albero possa scendere fino a “soli” 20mila dollari. Non proprio spiccioli, tanto più che, secondo uno studio dell’Università del Colorado (University of Colorado Boulder) pubblicato su Environmental Science and Policy, solo per assorbire l’anidride carbonica emessa dalle auto americane sarebbe necessario investire ben 48 miliardi di dollari in foreste artificiali.
          L’era dei boschi sintetici mangia CO2, a quanto pare, è ancora lontana, ma la ricerca continua! Fonte: La Repubblica; Green Style
          Ultima modifica di Mr.Hyde; 02-06-2013, 11:15.

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          • #6
            bella storia questa!...sai quante persone mi guardano storto?riguardo al mio mestiere..quando dico: signori non realizzate in cemento o calcinacci!ma piuttosto togliete un albero,e poi ripiantataene un'altro.lui ricrescerà e farà bene.a realizzazione finita vedrete che starete meglio,sia nel guardarlo che nel viverlo.non continuiamo col cemento chimico. mi guardano con molta perplessità!chissà che pensano?

            mentre il cemento e tutti i suoi amici lo togli e non lo rimetti dove era..oltre a fare dei buchi enormi stai anche contaminando le falde acquifere per estrarlo!togliendoci la potabilità per 1000 euro di multa al giorno..ma guadagnado 100.000 al giorno.ne conviene? lazzaroni!!

            ciao buon proseguimento.
            Sii acqua.

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            • #7
              ciao snake sei il primo che risponde a questo thread , purtroppo quelli che ti guardano storto sono i negazionisti dell'effetto serra provocato dall' utilizzo di combustibili fossili , vedi lotta che stiamo facendo su questo thread ... Il ruolo della CO2 e degli altri gas serra

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