Autocostruzione di un rivelatore di neutroni - EnergeticAmbiente.it

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Autocostruzione di un rivelatore di neutroni

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  • Ho provato ad andare sul sito della digikey, ma, almeno i moduli che ho visto io, sono tutti col blocchetto che sembra contenere praticamente tutto il circuito. Per favore, mi daresti un link preciso di quelli che hai usato tu, e magari anche del trasformatore, del quale non sono riuscito a cavare niente? In alternativa, potrei anche usare quelli della RS, che avevo gia` visto, (avevo in animo di prendere tanto l'inverter CCFL che il suo pre-alimentatore che fa da dimmer) ma ci terrei a restare standard con te.
    Sono contento che le prove fatte ti abbiano dato risultati positivi, ma mi pare di capire che non hai ancora provato la strada con lo zener in alta tensione, sbaglio?
    I fenomeni che descrivi circa il condensatore sul pin 3 sono normali, e dipendono dal fatto che la rete di reazione, variando la capacita` del condensatore, anticipa o ritarda rispetto alla velocita` del circuito di reazione stesso, dando quindi risultati superiori o inferiori all'ottimo. Mi sembra invece incredibile che, con la configurazione comparatore senza isteresi che usi, non succedano le cose piu` strane a causa del rumore inevitabilmente riportato dall'uscita, piu` quello captato nel ramo di riferimento dalle variazioni della "batteria". Se vuoi continuare ad usare un comparatore, suggerirei di aggiungere almeno un pelino d'isteresi reazionando dall'uscita al pin 2 con, diciamo 470 K. Si vede che, in qualche modo, l'on-off del pilotaggio sincronizza la frequenza di oscillazione del blocco CCFL. Nota anche che il Darlington cosi` lavora abbastanza male, nel senso che, quando satura, la bassa reattanza del condensatore lo fa lavorare praticamente in cortocircuito, anche se per tempi brevi. questo pilotaggio, a mio avviso richiederebbe un'induttanza fra l'emettitore del BC547 e il C, ed un diodo Schottky di recupero fra l'emettitore del BC e massa, creando un vero e proprio alimentatore switching, che comunque, come anche nel tuo caso, commutando fra batteria ed interdizione, spara in giro una quantita` di disturbi.
    Era per quello che suggerivo di operare invece in modo lineare, per evitare di aggiungere disturbi a disturbi. Ma questo bisogna verificarlo sul nodo di uscita del tubo GM, perche` e` li' che alla fine i nodi, se ci sono, vengono al pettine.
    Buona Domenica

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    • Trasformatorespeciali | Digi-Keyer quel che riguarda i disturbi non ho trovato niente di catastrofico, l'HV e pulita con un ripple praticamente nullo , anche l'alimentazione al inverter è abbastanza liscia, per scrupolo proverò con l'oscilloscopio a vedere che succede nella base del darlington. Si ma che me ne frega di quel che fanno i componenti per stabilizzarmi la tensione? l'importante è che lo facciano bene e senza disturbare.

      il circuito col zener da 100V lo ho provato, la base del transistor assorbe troppo, ne o messo due in cascata per poter mettere una resistenza da almeno 10M in serie allo zener, niente da fare troppa caduta di tensione, troppa amplificazione, in compenso i l transistor di ingresso riceveva radio uno in modulazione di ampiezza, e anche tutti i motori a spazzole dei frullatori del quartiere.

      Dammi retta prova quello con l'Lm 311, per quel che dobbiamo fare noi e è anche troppo stabile.
      Ciao
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      Stirling

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      • Grazie per il link del trasformatore, ma non mi hai dato quello del circuitino...
        Dato che quello che conta, alla fine sono le misure, se non hai trovato disturbi, niente di meglio. Io intendevo disturbi all'uscita del comparatore, che secondo me dovrebbe saltellare come un grillo...ma questo in teoria, magari in pratica nasce qualche altro fenomeno che compensa.
        Non capisco invece, e mi incuriosisce moltissimo, il discorso dello zener. Immagino tu ti riferisca al circuito del tuo intervento n.237.
        Se non ti disturba, per favore potresti descrivermi meglio il partitore utilizzato, e cioe` il valore della resistenza verso HV, quello verso massa ed eventualmente quello in serie allo zener? Non capisco nel contesto "La base del transistor assorbe troppo...troppa caduta di tensione, troppa amplificazione, in compenso i l transistor di ingresso riceveva radio uno in modulazione di ampiezza". Intendi il transistor che ha lo zener in base? E tu, la modulazione, o meglio i disturbi vari, dove li vedevi? Mi devi scusare, ma quando la previsione si discosta molto dal risultato reale, significa che chi ha fatto la previsione ha sbagliato tutto per aver tralasciato qualcosa. Be' vorrei capire dove ho sbagliato.
        Ri- buona Domenica!
        Ultima modifica di bwana; 30-07-2011, 21:50.

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        • Ciao Bwana, di circuitini pronti non ne ho comprato, li ho recuperati da vecchi scanner, ma uno vale l'altro, devi solo scegliere quello con la tensione di ingresso e quella di uscita che pi ti garbano, tempo fa ne trovai a 5Eu pero non trovo più il link. Comunque io lo ho costruito e non e per niente critico e poi usare i transitor che vuoi, ho montato il trasformatore e i componenti sulla scheda dove ce tutto il resto, senza usare circuitini separati.

          Per quel che riguarda il circuito con lo zener da 100v, e un circuito studiato malissimo, innanzitutto se hai il circuito acceso con lo zener scollegato dall'HV, al momento che colleghi lo zener il sovra più di carica dei condensatori va scaricarsi sulla base del transistor e, come mi e successo, si danneggia, e questo può succedere anche, e non è raro, con potenziometri difettosi. poi hai il problema di dover usare potenziometri con molti Mohm altrimenti si pianta l'inverter o si brucia il potenziometro( e volendo usare un multi giri di quei valori non li trovi), poi con molti Megahom non ce corrente sufficiente a pilotare la base del transistor e la regolazione diventa logaritmica, cioè l'efficacia di regolazione la ottieni solo con il cursore in prossimità del positivo dell'HV, se metti un altro transistor a mo di darlngton per amplificare il segnale dello zener migliora un po, ma non è sufficiente, ci vuole comunque un amplificatore ad alta impedenza, tanto vale metterci un operazionale.
          L'unico pregio e che con lo zener collegato direttamente all'alta tensione va alla grande, ma puoi usarlo solo a tensione fissa e per cambiarla non puoi neanche utilizzare vari zener con selettore perché il selettore al passaggio tra uno zener e l'altro ti scollega la regolazione, come ho detto prima, se per un attimo ti viene a mancare il collegamento allo zener appena lo ripristini i condensatori dell'HV ti sparano la base del transistor.
          Ciao
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          Stirling

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          • Dopo pranzo vado in officina, e faccio un po di misure nei rami della controreazione(cosi si chiamava tempo fa) con l'oscilloscopio, cosi ci leviamo il dubbio, faccio anche una misura sui disturbi irradiati con uno strumento professionale che non pecca mai (vecchia radiolina AM che riceve più disturbi che stazioni radio).

            Dovremmo cominciare a spremerci sul circuito di acquisizione e condizionamento del degnale.

            A dopo
            Ciao
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            Stirling

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            • Ciao SGF,
              Come ho gia` detto, sono qui a vostra disposizione, e non per fare il primo della classe.
              Sono contento se una mia proposta e` ritenuta valida, perche` risparmia agli altri lavoro e
              tempo prezioso, il piccolo contributo che ora come ora sono in grado di dare.
              E per questo, se propongo qualcosa, sviste a parte, si tratta sempre di qualcosa che,
              almeno in parte, ho testato personalmente. Nel caso, il limitatore a Zener con il relativo
              partitore d'alta tensione l'ho utilizzato nel Geiger che ho fatto ai tempi di Chernobyl, e
              del quale mi dispiace, ma, per quanto abbia cercato, non ritrovo lo schema. Ti garantisco
              che funziona bene. Io regolavo 1050 V con estrema precisione e non mi si e` mai fumato un
              transistor, se non perche`durante le prove non avevo montato un dissipatore sull'accrocco.
              Era per questo che ho chiesto i dati esatti dello zener e del partitore, per capire dove
              poteva essere il problema. Comprendo del resto la tua resistenza a cambiare un tuo schema
              che ti funziona, anzi, farei lo stesso anch'io. Se avanzo qualche dubbio, non e` per sminui-
              re il tuo lavoro, che, come tutti apprezzo molto, casomai per evidenziare problemi che, na-
              scosti in un primo tempo anche dalla foga di passare alle fasi successive, emergono piu`
              tardi e complicano la vita.
              Quindi e` solo per completezza d'informazione che ho provato a simulare il comportamento
              dello stadio alimentatore al variare di una reazione dall'alta tensione. Non posso simulare
              anche l'inverter, almeno fino a quando non imparo a modificare il modello Spice del trasfor-
              matore e gli inserisco l'avvolgimento di reazione fra le basi, per cui ho tenuto (anche se
              non serve a niente) il duplicatore e il filtro HV, alimentandoli con un generatore da 1500V
              che simula l'HV. Ho collegato li` il partitore di reazione e lo zener, mentre ho spostato
              il punto dove la reazione interviene, perche` mi sono reso conto che la precedente posizione
              era particolarmente infelice, obbligando l'operazionale a produrre corrente che poi la rea-
              zione stessa cortocircuitava a massa. Ho cosi` optato per togliere tensione di riferimento
              dall'ingresso dell'op-amp.
              Nelle immagini che propongo, la tensione di riferimento e` sparata al massimo (Key =A), dando
              circa 12 V all'uscita dell'op-amp, e circa 10.4 sulla resistenza R2 che simula il circuito
              dell'inverter.
              Confrontando le varie immagini, puoi vedere come, al variare della regolazione del partitore
              di reazione HV (Key=B si vede la percentuale inserita del potenziometro), nella prima non si
              ha alterazione della tensione d'uscita, mentre dalla seconda, non appena la tensione sulla
              base del BC109 tenta di superare la soglia, la tensione d'uscita cala immediatamente.
              Questo mi conferma che la reazione si comporta come desiderato, e che il circuito rappresenta
              un'opzione valida. Che poi lo si voglia impiegare o no, e` un altro problema, che dipende da
              altre variabili.
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              • Ciao Bwana, Vai tranquillo il tuo contributo e sempre bene accetto, ...ecc ecc.

                Non ho capito a fondo il tuo schema, e cioè a che serve Q5, perché non va bene andare direttamente all'operazionale?

                dunque, intanto o fatto un po di prove, ho collegato un canale dell' oscilloscoppio alla base del primo transistor dopo l'operazionale e il secondo tramite una resistenza da 10M all'HV
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ID: 1926433 qui la tensione d'uscita HV èregolata a 100Vsi nota il ripple(traccia rossa) e la traccia verde l'uscita dell' operazionale a mo di onda quadra dal duty cicle si vede che la maggior parte del tempo e impiegata per interdire il finale di regolazione.
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ID: 1926434 qui idem ma regolato a 1000V (il tempo lo ho messo in logaritmo per allargare la prima onda in cui si vede una leggera interferenza della frequenza dell'inverter
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ID: 1926435 Anche qui idem ma sulla soglia di saturazione della regolazione, circa 2600V
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ID: 1926436 Qui si vede la frequenza dell'onda regolante e le sue armoniche alla tensione di 2500V, a 100V scende a circa 200Hz, questa frequenza e regolata dal condensatore da 2000 Pf sul ingresso 3 dell' lm311, cambiando il valore a 500 pf la frequenza sale a 3000Hz,
                Poi ho fatto una prova senza il condensatore quindi senza ritardo nella linea di regolazione, mi aspettavo più che altro disturbi e line spettrali a casaccio, e invece si sono appiattite tute le linee sia dell oscilloscopio che del analizzatore di spettro, ha sparato lo zoom al massimo e niente sempre linee piatte, ho giocato un po con il potenziometro variando la tensione e le linee andavano su e giu indicandomi la variazione di tensione ma sempre con linee assolutamente piatte, in pratica l'operazionale non lavora più da comparatore ma in maniera lineare ad inseguimento.

                segue...
                Ciao
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                Stirling

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                • Ciao SGF,

                  Nel mio schema ho voluto tenere separata la reazione di HV dalla regolazione della tensione di alimentazione.
                  Ho usato Q5 invece che portare direttamente la reazione all'operazionale per evitare eventuali ritardi e casini
                  dovuti al guadagno e alla banda dell' op-amp, e, soprattutto, per utilizzare il famoso circuito con lo zener che
                  secondo me ammazza i disturbi. Il sistema ha inoltre il vantaggio di poter tarare un valore massimo di HV a
                  retroazione HV sconnessa, cosa che diventa importante se nella reazione di HV si guasta qualcosa.
                  Nei grafici che hai postato, non riesco a leggere il valore dei V/div e del t/div, per cui mi e' difficile rendermi
                  conto dei valori di tensione rappresentati, in particolare della tensione HV, che vedo sempre in prossimita' di
                  uno zero. Toglimi una curiosita', il segnale sul transistor e' proprio in base o sul pin 1 del 311? Cosi' ampio sem-
                  bra l'uscita del comparatore, anche se come ho detto non ne leggo il valore.
                  Come forma d'onda da un comparatore, il primo grafico e' indubbiamente quello piu' vicino a quanto uno si a-
                  spetta. Il secondo, invece, non sembra certo il segnale squadrato che uno si aspetta all'uscita di un compa-
                  ratore, piuttosto di un amplificatore a basso slew rate, non mi meraviglio che poi funzioni in modo lineare. Se
                  vuoi mantenere il modo comparatore, consiglierei una reazione positiva dall'uscita, per creare un minimo di
                  isteresi e aumentare lo slew rate. Nel terzo si vede chiaramente l'oscillazione, probabilmente dovuta alle com-
                  ponenti di frequenza elevata dell'inverter, che andrebbe curata come ho detto, anche perche' con quel segnale
                  il finale commuta e scalda per niente.
                  Dovrebbe sparire aggiungendo sul comparatore una resistenza di valore medio-basso (sparo 1 k) fra il C della
                  tensione di riferimento ed il 2, ed una parecchio piu' alta (470 k?) tra il 2 e l'1. Le tensioni rilevate nei grafici
                  dovrebbero risultare con fronti piu' ripidi e le oscillazioni sparire, ma questa e' teoria. Che comunque un compa-
                  ratore si comporti da amplificatore non e' per niente normale, potrebbe essere sotto carico o vedere una gros-
                  sa capacita'.
                  Domani voglio provare a simulare il tuo circuito, e vedere cosa mi da' il simulatore.
                  'Notte!

                  PS: Riguardando il tuo schema un'ultima volta, noto che la resistenza di polarizzazione del finale e' 10k,
                  mentre quella sulla base del 547 e' solo di 1k, che mi pare bassino per l'uscita di un comparatore. Inoltre, se il BC 547 guadagna almeno 10, con 10k di carico che ha, puo' benissimo venir pilotato con 100k in base, e cosi' il comparatore non viene sicuramente caricato. ma forse, data l'ora, ho le traveggole.
                  Ultima modifica di bwana; 02-08-2011, 02:47.

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                  • Ciao bwana.
                    le tue osservazioni trovano riscontro, Il primo grafico mi viene il dubbio, e probabile che sia come dici, sull uscita del comparatore.

                    le tensione sul grafico non ci sono o rimosso la DC perché mi interessavano solo le forma d'0nda per vedere eventuali disturbi, l'unica tensione che mi interessava ma che non ho potuto prendere e del ripple.

                    La r da 10 k è sbagliata quando cè un carico elevato non satura il darlington, la r 1K all'uscita del comp lo esagerata intento di avere un interruttore drastico poco incline hai disturbi.

                    il 7812 e da sostituire con un 7815 se voglio mantenere la massima tensione ottenibile dal ccfl senza saturare il circuito di regolazione,( e magari con picchi di 15V saltano transistor dell' inverter.)

                    Devo ancora misurare bene il ripple nell HV dovuto alla regolazione, che cosi a spanne non mi sfagiola tanto causa slew ratre lento.

                    In somma, per metterlo a punto come dico io mi ci vuole ancora un po di tempo.

                    Domanda, il tuo circuito non è stabilizzato lato bassa tensione, ma il potenziometro da 5M che fa, è una protezione tipo soglia di massima tensione o regola e stabilizzala tensione di uscita?

                    Dimenticavo, leggendo in rete, sembra che il quencing elettronico venga adoperato per avere conteggi non raggiungibili con quencing chimico, ma di dettagli circuitali non ho trovato niente.

                    Mi e venuta L'idea del secolo! :-) , se usiamo in uscita dell' alta tensione 4 contraves decimali( o 4 selettori a 10 vie), unita, decine, centinaia, migliaia, con ciascuno 10 zener, rispettivamente da 1V 10V 100V 1000V. all'ingresso del inverter uno stabilizzatore a corrente costante (emula la resistenza di caduta a monte dello zener) lo fa lavorare alla potenza voluta su tutto il rage di tensione ma senza sovracaricarlo. Più stabile di cosi... e senza neanche l'ombra di disturbi. I contraves però costichiano.
                    Ultima modifica di SGF; 02-08-2011, 12:09.
                    Ciao
                    __________________________________________________ ___________________________________________
                    Stirling

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                    • Mi e' venuta un'altra idea sul quenching elettronico. In serie all'HV, lato tubo Geiger, c'e' il secondario di un trasformatore, ed un condensatore di piccolo valore in parallelo al GM. Non appena c'e' una ionizzazione, il tubo innnesca con una corrente istantanea elevata, data dalla scarica del condensatore, che pero', essendo di piccolo valore, si svuota molto rapidamente. In serie al tubo, verso massa, dove preleveremmo il segnale di scarica, c'e' il primario dello stesso trasformatore, sistemato in modo da dare al secondario un segnale impulsivo negativo rispetto all'HV, e di ampiezza paragonabile. A condensatore svuotato, la corrente nel tubo dovrebbe avere un andamento a rampa, dipendente dall'HV e dall'indut-
                      tanza del secondario. Ma siccome, nell'istante stesso della scarica il trasformatore accoppia un'elevata tensione rovescia, il tubo si interdice immmediatamente. Una variante, nel caso non si ritenga sufficiente a spegnere la scarica l'energia accoppiata all'indietro, sara' di prevedere un opportuno driver d'impulso al
                      primario. Ma secondo me, dimensionando bene il condensatore, dovrebbe andare anche cosi'.
                      Che ne dite?

                      Commenta


                      • in pratica, tipo l'induttore usato per lo spegnimento degli SCR nei convertitori dc/ac.

                        un circuito LC che ritardi La corrente al induttore in modo da permettere al condensatore di caricarsi a dovere.(a scapito della velocità)


                        Ci vuole un tubo senza quenching chimico e provare
                        Ultima modifica di SGF; 04-08-2011, 00:09.
                        Ciao
                        __________________________________________________ ___________________________________________
                        Stirling

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                        • Ciao SGF e bwana.
                          Scusate se non partecipo attivamente a quello che state facendo, che mi interessa molto peraltro, ma mi sono piovuti addosso due impegni improvvisi (eh si, il mio lavoro è fatto anche di questo...) e devo risolverli a tempo pieno per i prossimi giorni.
                          Inverter e partitori sono ancora sul banco del laboratorio, ma spostati di lato per far posto all'emergenza.
                          Però vi sto leggendo, e vedo che la cosa sta diventando molto interessante.
                          Appena posso rientro in gioco con le mie considerazioni.
                          Ciao
                          lostdog

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                          • Ci potrebbe essere in parallelo al secondario un "qualcosa" che carichi il condensatore al volo, potrebbe bastare un diodo, che si interdice
                            durante il picco negativo, ma conduce per il resto del tempo. Anzi, inserendo un diodo in parallelo al secondario, si puo' abbassare a piacere la tensione del secondario, basta che interdica il diodo ed automaticamente si interdice tutto il resto. Grazie dell'input!
                            E un Urra' per Lostdog!

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                            • Valvola...!
                              Nei primi anni 1925-1950, questo è stato realizzato da circuiti elettronici a vuoto tubo spegnere. Il metodo normale era di utilizzare l'impulso di uscita per provocare un tubo a vuoto in chiudere con il tubo geiger a breve il tubo, eliminando immediatamente tutta l'energia dal dispositivo. L'impulso risultante era molto breve e ha permesso il contatore a superare i 100.000 conteggi per secondo in sistemi ben progettati. Durante questo lasso di tempo non c'era nessun altro dispositivo in grado di contare le particelle nucleari individualmente a tassi rapidi. Poco prima della seconda guerra mondiale si è scoperto che tempra chimica è stata possibile all'interno del dispositivo che consente facilmente 10.000 conteggi al secondo ed evitare i circuiti elettronici.
                              Ciao
                              __________________________________________________ ___________________________________________
                              Stirling

                              Commenta


                              • Buon Ferragosto a tutti!
                                Io sono ancora in alto mare nella definizione di un modello SPICE per il trasformatore, ma ho trovato cose molto
                                interessanti, che sto leggendo e che, quando ne avro' contezza, non manchero` di riferirvi.
                                Per ora, confermo il modello di circuito che ho postato, ne ho fatto un'ulteriore simulazione inserendo un gene-
                                ratore dipendente dalla tensione di alimentazione regolata, che simula il blocco alta tensione, e dal quale, con un
                                partitore, regolo e stabilizzo l'HV variando l'alimentazione.
                                Ma non e` la notizia piu` importante che voglio condividere: in questo link:
                                Kvarts DRSB-01 Geiger counter USB mod - Bidouille.org
                                ho trovato non solo come interfacciare un geigeraccio russo con una porta USB e quindi con la possibilita` di log-
                                gare i dati su un PC (a dire il vero questa parte non l'ho neanche guardata), ma, guardando lo schema del geiger,
                                direi che usa proprio il quenching elettronico, fatto a mio avviso in maniera molto ingegnosa: usa una specie di ze-
                                namic accoppiato capacitivamente che cortocircuita il tubo GM per un breve istante, se ho capito il funzionamento.
                                Provate a vedere anche voi.
                                Dato poi il simbolo adottato per lo zenamic, che somiglia ad un quarzo, mi e` poi venuta in mente un'altra possibi-
                                lita`, e cioe` utilizzare proprio un quarzo o un filtro ceramico che, eccitato dal picco d'innesco del GM, usi la suc-
                                cessiva semionda per spegnerlo.
                                Ri- buon Ferragosto!!

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                                • Ciao a tutti.

                                  Sono stato via per alcuni giorni, campeggio in montagna.
                                  Oggi, appena mi riprendo dallo shock del rientro, devo pulire e rimettere a posto tutti i materiali utilizzati, da domani spero di essere nuovamente operativo...

                                  @bwana:
                                  ho dato una rapida occhiata al circuito del tuo link, il componente PZ1 da quel che ho capito è il buzzer. Ciò non toglie che questo componente non possa fare anche un quenching. Al volo non saprei, ci penso un po' su... (sono ancora mezzo selvatico dopo tre giorni senza una doccia).

                                  Appena ho tempo leggo per bene gli ultimi messaggi.

                                  A presto
                                  lostdog

                                  P.S. riguardo al trasformatore in spice, anche io ho provato tempo fa a crearlo in multisim, ma non conosco molto bene il simulatore e mi è parsa un'impresa davvero enorme. Qualcuno ha qualche suggerimento? Il modello spice di bwana può essere poi importato in multisim? (sono pigro, lo so)

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                                  • Cazzarola! Un buzzer! Non pensavo proprio che un buzzerino tenesse delle sventole come quelle
                                    che gli arrivano li'. Comunque e` una ceramica, un "quarzo", guarda caso, a pensarci, i trasdut-
                                    tori ultrasonici, molto simili, funzionano proprio in risonanza, con sventole di 5-600V !
                                    E nota bene, se effettivamente questo si comporta come dico io, poiche` la sua risonanza e` al-
                                    meno a 20-40 kHz, vuol dire che il tempo di quench, una semionda, non supera i 12 micro sec!
                                    E, in teoria, il tubo poi e` pronto immediatamente per un altro evento! Hai capito, i Russi!
                                    Il modello del trasformatore:
                                    E` proprio perche` anch'io lo voglio usare in multisim che mi sto rompendo le corna. E non solo lui.
                                    Multisim non e` malaccio, ma spesso non ha in libreria il componente che vuoi utilizzare, e di con-
                                    seguenza, se non vuoi continuare ad usare componenti da archeologia industriale, o impari a ge-
                                    stire la libreria, o cambi simulatore... ma non so quanto convenga la seconda ipotesi...
                                    Nel frattempo ho cominciato a capire perche` certe volte mi dava degli errori per me inspiegabili:
                                    per esempio utilizzando il mio amatissimo 40106 in tutte le salse (una volta i miei colleghi soste-
                                    nevano che avrei potuto fare col 40106 un libretto tipo "1000 circuiti con il 555"). Nelle librerie,
                                    il multisim differenzia gli integrati in base alla tensione di alimentazione. Io non me n'ero accorto
                                    ed usavo a 15 V la versione per 5. Evidente che s'incazzava come una biscia!
                                    Ah, fra l'altro, prima di Ferragosto mi sono arrivati i modulini HV come i tuoi, che avevo ordinato
                                    per cercare di standardizzare i materiali. Ho appena smontato il trasformatore da uno di essi, e
                                    mi riprometto di ricavarne i parametri col ponte RCL, in modo da avere qualche dato certo in piu`.
                                    Mi sono anche accorto che, smontando le prese d'uscita HV ed i condensatori da 27 pF 3kV, il
                                    circuito consente di montare al loro posto un ponte raddrizzatore. L'ho fatto, ho poi rimontato
                                    i 2 x 27 pF in parallelo all'uscita HV, ci ho messo in serie una resistenza da 10 MOhm ed il mio
                                    tester, del quale mi ero prima misurato la resistenza interna col ponte (1 MOhm), verso massa
                                    in portata 600V. Risultato: alimentando con una piletta 9V leggevo circa 110 V, se invece col-
                                    legavo un alimentatore da 12 V arrivavo a 120. Poiche` il fattore del partitore e` 11/1=11,
                                    l'HV era rispettivamente 1210 e 1320 V. Troppo poco! mi sono detto. Come mai?
                                    Scopro che i diodi del ponte, simili a quelli usati da SGF ( BYM26E 2A 1000V, avevo questi a tiro)
                                    scaldano parecchio, come era successo anche a lui. E immediatamente dopo, mi do del cretino.
                                    Infatti, supponendo che l'alternata abbia un valore efficace di almeno 1500V, significa che il
                                    picco arriva almeno a 1500 * rad(2) =2120V, applicati TUTTI al diodo polarizzato inversamente.
                                    Il tapino va in breakdown e non si rompe solo perche` la corrente e` molto bassa, e in so-
                                    stanza funziona da zener a 1000V. Dovevo metterne almeno 3 in serie! Ma questo significa non
                                    utilizzare piu` le piste esistenti. Vedro` come fare, oltretutto al momento non ho neppure ab-
                                    bastanza diodi! A questo punto pero`, ho compreso anche quel che succedeva a SGF: e` vero
                                    che lui ha inserito due diodi per ogni braccio, per un totale di 2 kV a braccio, pero` il suo e`
                                    un circuito duplicatore, e si ritrova con lo stesso problema.
                                    Spiegandolo estesamente: supponiamo di tenere per riferimento il nodo del trasformatore con-
                                    nesso ai condensatori.
                                    Immaginiamo ora che l'altro lato del trasformatore sia in semionda negativa, siano pure 1500V
                                    di picco. Conducono i due diodi connessi verso massa, e l'armatura di massa del condensatore
                                    finisce a -1500 V.
                                    Quando la tensione al trasformatore passa per zero, i diodi che hanno appena finito di con-
                                    durre si trovano ora polarizzati inversamente di 1500V.
                                    E quando lo stesso nodo passa a 1500 V positivi, caricando il condensatore alto, gli stessi
                                    diodi si trovano sottoposti a 3000V, breakdown assicurato. Non l'ho visto prima perche` evi-
                                    dentemente non c'ero ancora cascato, ma ora mi pare sia chiaro.
                                    Che ne dici, SGF, ti convince?
                                    Ciao a tutti
                                    Ultima modifica di bwana; 15-08-2011, 22:03.

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                                    • bwana, sei vulcanico!

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                                      - multisim: non sono per nulla pratico dell'uso dei simulatori, quindi rispetto a te parto in forte svantaggio. Ho il multisim da poco, non ho mai tempo per fare nulla quindi per ora ci ho giocato solo per qualche ora, facendo un circuitino di prova e testando lo sbroglio nella parte c.s. (lì sono un po' più bravo). Sono molto interessato a capire come inserire componenti nuovi, e disposto a collaborare (con i miei tempi). per la parte cs l'ho già fatto, avevo aggiunto il trasformatore per poter sbrogliare. Ovviamente, visto il mio poco tempo disponibile, la prova l'ho subito fatta sul circuitino dell'inverter HT del quale parliamo...

                                      - diodi a valle dell'inverter HT: ai tempi (parliamo ormai di un mesetto fa) dei primi esperimenti, mi ero posto delle domande sul tipo di diodo da utilizzare. L'idea originale (per quanto mi riguarda) dell'impiego di questo inverter arriva da qui ALIMENTATORE VARIABILE, dove l'autore utilizza quattro 1N4007. Che a me non parevano, in prima battuta, la scelta più corretta, ma tant'è, se lui dice che li ha usati...
                                      Io (mi vergogno un po' a dirlo, è come dire che il calzolaio non ha la colla) non avevo in laboratorio questi quattro diodi, ne avevo solo tre, quindi mi son messo a raspare nei cassettini alla ricerca di qualcosa di buono da utilizzare.
                                      Per questo ho iniziato a ragionare su tensione di breakdown e su recovery time.
                                      Da vecchie esperienze di riparazione del circuito di riga di monitor per computer, ricordo che il recovery time era molto importante, e il diodo sbagliato poteva scaldare parecchio fino a bruciarsi, trascinandosi dietro il transistor che avrebbe dovuto proteggere. Ovviamente, la durata del diodo era proporzionale alla frequenza, ovvero alla risoluzione utilizzata dal monitor.
                                      Nel caso del nostro piccolo inverter, suppongo che la frequenza sia variabile con la tensione di alimentazione, e in effetti ripensandoci, mi spiego alcune anomalie delle letture che ho fatto, usando dei diodi probabilmente sbagliati sia per recovery time che per tensione di breakdown.

                                      - Misura della resistenza interna del tester con ponte: Ecco, mi ero chiesto come misurare la resistenza interna, ed ecco la semplice risposta... Mi ero chiesto in effetti perchè continuavo a tenere da parte il ponte RCL, inutilizzato da anni... Appena possibile lo vado a recuperare in magazzino.

                                      ciao
                                      lostdog

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                                      • Io rimpiango sempre di non avere piu` a disposizione il Marconi Instruments che avevo in laboratorio...
                                        Comunque, anche il povero piccolo Monacor che ho ora, se utilizzato con criterio sembra dare qualche
                                        soddisfazione.
                                        Ho rilevato le caratteristiche del trasformatore, eccetto le capacita` parassite di ciascun avvolgimen-
                                        to, per le quali dovrei portare in risonanza, ed al momento non ho modo di farlo quick and dirty.
                                        Nel rilevare i valori, poiche` si trattava spesso di valori estremamente bassi, ho cercato di correggere
                                        gli errori sistematici dovuti all'induttanza ed alla capacita` parassita dei collegamenti col ponte, com-
                                        portandomi nel seguente modo: per le misure d'induttanza, i collegamenti venivano strettamente in-
                                        trecciati per ridurre al minimo la loro induttanza. Veniva poi fatta una lettura in cortocircuito, ed il
                                        valore letto assunto come zero strumentale e sottratto alle successive letture. Il valore di questo
                                        zero strumentale e` di 2.5 micro H. non e` stato sottratto solo nel caso dell'induttanza dei primari,
                                        poiche` il valore letto sembrava coincidere perfettamente con un sottomultiplo esatto dell'induttan-
                                        za del secondario. Sta a voi decidere se correggere le letture o no. Nel caso delle misure di capaci-
                                        ta` ho invece mantenuti i reofori quanto piu` separati possibile per ridurre il valore della capacita`
                                        parassita, e, nelle condizioni quanto piu` simili alle successive misure, ho letto lo zero strumentale,
                                        che nel caso vale 10 pF, sempre sottratto nelle letture.
                                        Il trasformatore in questione, molto simile a quello citato nel link del post di lostdog qui sopra, dif-
                                        ferisce principalmente per l'avvolgimento di reazione posizionato agli estremi.
                                        Ho numerato i terminali degli avvolgimenti in modo continuo, saltando quelli non connessi lato se-
                                        condario, secondo il seguente schema:
                                        Lato primari
                                        Reazione alle basi...primario 1...primario 2
                                        1 - 6 ....................2 - 3 ........4 - 5
                                        Lato secondario
                                        7 - 8
                                        I valori rilevati sono i seguenti:
                                        Resistenza avvolgimento R
                                        Induttanza avvolgimento Lm, rilevata ai capi di ciascun avvolgimento con gli altri avvolgimenti aperti.
                                        Induttanza di dispersione Ld, rilevata ai capi di ciascun avvolgimento con gli altri avvolgimenti in corto.
                                        Capacita` inter-avvolgimento, rilevata fra tutti gli avvolgimenti, con tutti i terminali omologhi in corto.
                                        Fra parentesi indico i terminali interessati dalla misura.
                                        ............R....................Lm............... .......Ld...............Cp
                                        1-6 0.02 Ohm........... 1 microH.............. 1 microH
                                        2-3 0.1 Ohm........... 31.6 microH........... 2.6 microH
                                        4-5 0.1 Ohm........... 31.6 microH........... 2.6 microH
                                        7-8 162 Ohm......... 316 ...milliH.............. 48 milliH
                                        (7,8)-(1,6)............................................. ............. 2.7 pF
                                        (2,3)-(1,6)............................................. ........... 16.3 pF
                                        (4,5)-(1,6)............................................. ........... 10.6 pF
                                        (2,3)-(7,8)............................................. ............. 3.2 pF
                                        (4,5)-(7,8)............................................. ............. 3.1 pF
                                        (2,3)-(4,5)............................................. ........... 28.2 pF
                                        Allego un schemino al volo, tanto per chiarire meglio la posizione dei vari pins.
                                        La fotografia, purtroppo e` venuta male, il telefonino non focalizza a distan-
                                        za sufficientemente ravvicinata.
                                        Da quanto rilevato, essendo il rapporto fra le induttanze del secondario e dei
                                        singoli primari pari a 10k, la sua radice quadrata, 100, e` il rapporto spire.
                                        Mentre il rapporto spire con l'avvolgimento di reazione e`radq(31.6) = 5.621
                                        Per oggi, mi dispiace, ma non son riuscito a fare altro.
                                        'Notte!
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                                        Ultima modifica di bwana; 17-08-2011, 02:13.

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                                        • Ciao volevo segnalare solo questo simpatico filmatino finito è meglio dare una controllatina a tutta la casa e ai pavimenti se qualcuno ha il granito in casa.

                                          http://www.youtube.com/watch?v=6VdIfZZ8qls&feature=player_embedded
                                          Ultima modifica di GabriChan; 17-08-2011, 20:24.
                                          "Non date da mangiare ai troll"
                                          http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                                          • 'Azz.. se clicco il link mi compare il sito ma non il video...

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                                            • A me il link funziona...
                                              E' un filmato che mostra la radioattività naturale del granito, è cosa nota a chi si occupa di radioattività...
                                              E' di entità diversa a seconda della zona di provenienza del granito.
                                              Uno dei materiali da costruzione più naturalmente radioattivi è il tufo.
                                              Ma esistono anche un sacco di materiali artificialmente radioattivi, come le smaltature di alcune piastrelle, o delle porcellane ornamentali, che contengono uranio, inserito per far risaltare meglio i colori.
                                              Anche alcuni oggetti in vetro del secolo scorso contenevano uranio... Soprattutto quelle belle boccettine destinate a contenere medicinali... Chissà mai che l'uranio non contribuisse a mantenere basso il livello di batteri al'interno della boccetta...
                                              E poi ci sono i quadranti luminescenti dei vecchi orologi, fatti con vernice all'uranio...
                                              Comunque, a parte i manufatti artificialmente addizionati, il livello di radioattività delle pietre naturali utilizzate per costruzione è solitamente piuttosto basso, appena sopra il fondo naturale. E poi c'è il discorso della distanza e del tempo di esposizione... Solitamente non andiamo a dormire sul piano di granito della cucina..
                                              Tuttavia, potendo scegliere, meglio evitare alcuni materiali da costruzione...

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                                              • Aha, ho capito! Voi avete usato Internet Explorer, io invece Mozilla!
                                                Usando IE, ora lo vedo anch'io, si vede che non e` del tutto standard.
                                                Riguardo alla radioattivita` naturale, ho appena scoperto che vicino a
                                                casa mia c'e` un borghetto dove, se non arieggi la casa in continuazione
                                                diventi fosforescente da tanto Radon che c'e`... Una buona occasione per
                                                provare qualcuno dei nostri sensori, se mi riesce di farmi amico qualcuno
                                                laggiu`...Strano, perche` e` zona carsica e con tutti i corsi d'acqua sot-
                                                terranei, a mio avviso si sarebbe dovuta ripulire. Evidentemente sbaglio
                                                qualcosa.
                                                Ho delle novita` sul riscaldamento dei diodi nel ponte HV.
                                                Posso confermare che e` dovuto al breakdown per insufficiente tensione
                                                inversa. Ho realizzato uno stampato per un ponte che impiega 4 diodi per
                                                braccio, quindi con una tensione massima teorica applicabile di 4000V.
                                                Per scarsita` attuale di materiale ho potuto montare solo tre diodi per
                                                braccio, ed in un braccio addirittura un diodo da 600V, il che porta la
                                                massima tensione sopportabile a 2600V. Questa volta, alimentando a 9
                                                V, e misurando l'uscita sul partitore costituito da un resistore da 10 MOhm
                                                e da un tester con resistenza interna 1 MOhm ottengo 120 V, mentre
                                                se alimento a 12 V ottengo 180 V al partitore.
                                                Cio` significa che all' alta tensione sono presenti rispettivamente
                                                120 x 11 e 180 x 11 V, cioe` 1320 e 1980 V.
                                                Ed ora i diodi non scaldano.
                                                Il circuito e` banale e fatto quick & dirty con l'antico metodo del tira-
                                                linee e vernice chinese, posto due foto per pura curiosita`.
                                                Ciao
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                                                • Scusate per l'assenza prolungata. Ma vi sembra possibile, al rientro da una piccola vacanza prima si è fulminato il pc che ho in officina, a casa è partito prima il collegamento Wi FI e aruota l'alimentatore del portattile. ora sti scrivendo con un po di schede raccatate qua e la e assemblate al volo sul banco da lavoro, che cavolo si puo essere piu' sfi gati?

                                                  Bwana:Che ne dici, SGF, ti convince?
                                                  Si, sicuramente è cosi', infatti il mio dovrebbe andare oltre intorno a 3600 V, ma non sa le piu' di 3000 e mediamente si inchioda a 2800V.
                                                  Per caso la max tensine inversa scende con l'aumentarer della temperatura?

                                                  Quel che non mi convince e il quenching quarzo o buzzer in parallelo al tubo...

                                                  cia a tutti.
                                                  Ciao
                                                  __________________________________________________ ___________________________________________
                                                  Stirling

                                                  Commenta


                                                  • [QUOTE]si puo essere piu' sfi gati?[\QUOTE]
                                                    "La fortuna e` cieca, ma la s.f.i.g.a ci vede benissimo!" (Lupo Alberto)

                                                    Ciao SGF e ben tornato!
                                                    Tranquillo, ho appena riparato l'oscilloscopio che avevo scassato per una disattenzione!
                                                    Comunque credo che qualche "moccolo" non scandalizzi nessuno!
                                                    Allora, le ultime novita` sono che alcune misure fatte con i normali testers da battaglia
                                                    evidenziano fortissime componenti di alternata anche a valle del ponte, parliamo dello
                                                    stesso ordine di grandezza della continua. Utilizzando per caso i miei "tester da labora-
                                                    torio" invece non noto niente di questo. Ne stiamo gia` discutendo con Lostdog, e nel
                                                    pomeriggio penso postero`i risultati definitivi, dopo aver scoperto che questi testers
                                                    non solo hanno 10 MOhm di resistenza interna, ma, quel che e` ancora piu` utile, han-
                                                    no 3 cifre e mezza, e permettono quindi di leggere fino a 2 kV. Se qualcun altro vorra`
                                                    confermare i miei dati, potremmo passare alla fase successiva, e iniziare a montare, me-
                                                    glio, ad accroccare, il circuito di alimentazione all'inverter, per il momento solo con rego-
                                                    lazione "in avanti", ma tenendo presente un successivo miglioramento con retroazione
                                                    dall'alta tensione.
                                                    Spero di ri-postare presto. Ciao a tutti

                                                    Commenta


                                                    • Rieccomi, un po' piu` tardi di quanto avrei voluto.
                                                      Causa dei ricontrolli sui dati che ora posto: avevo le letture di frequenza
                                                      fatte con la base tempi dell'oscilloscopio che non mi convincevano, molto
                                                      diverse da quelle del frequenzimetro. Successivi tests mi hanno convinto
                                                      che la base tempi e` completamente starata, e provvedero` in seguito a
                                                      farlo.
                                                      Posto ora i dati relativi al trasformatore dell'inverter ed al comportamento
                                                      dell'inverter stesso connesso ad un ponte di Graetz con tre diodi da 1 kV
                                                      per braccio. come potrete osservare, la sua uscita e` abbastanza lineare.
                                                      Non sono invece stato in grado di spiegare come mai la frequenza in uscita
                                                      non rispetti la formula data su wikipedia. Non dipende dai valori diversi del
                                                      trasformatore (dopo averne misurato uno, per scrupolo ho smontato anche
                                                      quello dell'inverter impiegato per assicurarmi che avesse gli stessi valori), lo
                                                      stesso per il condensatore associato. Non mi sembra si tratti di un valore
                                                      diverso preso dalle induttanze dei primari a causa di mutua induzione, spero
                                                      che qualche altro sia piu` bravo di me. Da quanto ho rilevato, la tensione HV
                                                      sembra abbastanza ben livellata, il voltmetro di uscita, in AC rileva solo
                                                      2-3 V con una DC di circa 1800V. Non e` servito usare nessun partitore, i
                                                      voltmetri in questione sono 3 cifre e mezza,e quindi arrivano fino a 1999 V.
                                                      (vi garantisco pero` che sentire il crowbar che interviene appena si supera-
                                                      no i 2 kV ed il voltmetro rischia di sfasciarsi, fa venire i brividi!).
                                                      Mi sono poi preso una piccola "liberta`": ho tirato fuori il mio vecchio tubetto
                                                      GM, l'ho collegato al volo, e dopo aver gia` visto qualche impulso dovuto al
                                                      fondo, ho cominciato a solleticarlo col pezzetto di pechblenda che ho.
                                                      Andava a manetta, tanto e` vero che ho potuto fotografare piu`di un impul-
                                                      so sulla stessa traccia.
                                                      Penso che comincero` a pensare al blocco di regolazione "in avanti".
                                                      Buon pomeriggio a tutti!
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                                                        Anche io ho notato l'incongruenza tra formula teorica e misure pratiche.
                                                        Misteri..
                                                        Comunque, fortunatamente la frequenza è un parametro che resterà all'interno dell'inverter, e con un po' di fortuna non influenzerà il resto del progetto.

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                                                        • ciao a tutti,
                                                          come al solito non ho avuto modo di seguire tutti i vostri progressi, che vedo copiosi...
                                                          un solo appunto sul quenching...
                                                          non ho mai visto quenching passivi che possano funzionare...bene....
                                                          soprattutto non ho visto circuiti di quenching(diciamo "temporale") su tubi geigher...(non servirebbe!!)
                                                          la funzione di "quenching conservativo" (cioè quello che serve per non distruggere il tubo) in questo caso la fa solo la resistenza in serie col generatore HV...(e basta e avanza, qualche volta si vedono degli zener dopo il raddrizzamento, ma solo per stabilizzare l' HV senza usare la controreazione)
                                                          proprio perchè il quenching aggiunto (in questo caso) dovrebbe servire solo per ridurre i tempi di ripristino del tubo (o di altro dispositivo simile , io per esempio ho fatto dei sitemi ATTIVI di "reset" su diodi Avalanche a 200V perchè serviva avere tempi di ripristino di alcuni ns!, ma il tubo geigher per sua costruzione va molto più piano e ,come dicevo, si fitta bene con i circuitini semplici (la valanga non controllata non é un "sistema di misura" ,ma qualcosa che "ti da il range di riferimento" , se per ipotesi avessi bisogno di un rate più elevato, allora userei altri sistemi e comunque cercherei di...scappare !!!!...ehmm...)
                                                          Vabbè quindi niente quenching nè crow-bar et similia e soprattutto niente SCR e circuiti semi-passivi (se proprio lo si vuole fare serve un'elettronica veloce di comando e magari una seconda (più bassa) tensione HV di reset stabilizzata e/o sotto controllo della temperatura del tubo!!!
                                                          Per il discorso del quenching "chimico" non vi sono tubi che non lo hanno , proprio per allungarne la vita e fare di conteggi più o meno corretti e non dipendenti dalla "storia" della scarica precedente !!!
                                                          Non so se si é capito,ma vi sconsiglio di perderci del tempo sui quenching ...."temporali".....
                                                          Ciao
                                                          Mef
                                                          Ultima modifica di mefistofele; 25-08-2011, 15:36.

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                                                          • ehmmm....
                                                            un' ultima cosa
                                                            il buzzer ha solo funzione di ...buzzer...!!
                                                            cioè quando cade la tensione sul tubo (o detto più terra terra ...quando il tubo va in corto) il condensatore C2 si scarica sul buzzerino
                                                            che dev'essere perciò un (comune) piezo!
                                                            Non ha alcuna funzione di quenching ! é solo un modo intelligente di risparmiare !
                                                            in più dovrebbe dare , in qualche modo, il "sound" della scarica, cosa che non succede nei circuitini in cui vi é un altoparlantino comandato dal circuito di conteggio con quindi un "suono" fisso.
                                                            L 'unico aggravio é che così si raddoppiano i tempi di ripristino dovendo poi ricaricare il C2.
                                                            ciao
                                                            Mef
                                                            Ultima modifica di mefistofele; 25-08-2011, 15:37.

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                                                            • Ragazzi ... spero non parliate sul serio ...
                                                              Quel che non mi convince e il quenching quarzo o buzzer in parallelo al tubo...
                                                              Non c'e' nessun quenching infatti in parallelo al tubo e tantomeno buzzer. Guardate lo stampato, e' uno zmov e con il buzzer ha poco a che fare.
                                                              Laciate stare wikipedia, e' detto a chiare lettere che fo << fs e con il circuito non c'entra nulla.
                                                              Punto importantissimo NON si possono mettere i diodi in serie da soli, occorre sempre SEMPRE una resistenza di equalizzazione in parallelo a ciascun diodo e poi si possono mettere in serie. I diodi commerciali ad alta tensione sono costruiti con componenti integrati che hanno tutti la medesima corrente inversa.
                                                              Detto cio' resto a guardare i risultati, MA lasciate perdere wiki che lo schema NON e' certo suo, sara' Sharp o Toshiba ed e' fatto per una CCFL non certo per un inverter. Quando ho fatto le mie prove ho utilizzato una racchetta cinese da 5 euro per gli insetti. (2500 Vcc che non si possono misurare con il tester ....)

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