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Condominio con impianto fv intestato all'impresa costruttrice

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  • Condominio con impianto fv intestato all'impresa costruttrice

    Un'amica in Federconsumatori mi ha parlato di un bel caso intrigante,
    un condominio di appartamenti venduti pubblicizzando riscaldamento e condizionamento gratis si è scoperto che l'impianto fotovoltaico da 40kw è intestato all'impresa costruttrice, non è dato sapere se in SSP o RID.
    Gli impianti di riscaldamento/condizionamento sono degli split a pdc installati nei sinoli appartamenti e collegati con l'impianto fotovoltaico.
    Fin'ora è andato tutto bene perchè i condomini non pagavano effettivamente il riscaldamento e condizionamento, adesso l'impresa costruttrice ha chiesto ai condomini di pagare l'energia prelevata come conteggiata dal contatore Enel, quindi in pratica gli regala solo l'energia autoconsumata.
    A livello catastale l'impresa costruttrice si è riservata nel rogito il diritto di superficie del lastrico superficiale accatastato con sub dedicato.

    Le questioni sono 2:

    - quali sono le infrazioni che stanno commettendo impresa e condomini allo stato attuale? Mi risulta che l'impresa non possa regalare l'energia autoconsumata dalle pdc dei condomini, sarebbe una vendita in nero.

    - quale sarebbe il modo migliore per regolarizzare la situazione considerando che l'impresa sicuramente non sarà disposta a mollare l'incentivo?
    Forse si potrebbe intestare l'impianto al condominio, cedere l'incentivo all'impresa e usare l'energia per alimentare le pdc? Anche se le pdc installate negli appartamenti, di fatto, non sono un impianto centralizzato?

    Che casino!

  • #2
    la faccenda sarà partita con buone intenzioni,faccio un'impianto sul palazzo cedo l'energia
    e mi tengo l'incentivo,alla prova dei fatti gli inquilini utilizzano energia quando gli pare,fuori
    dai periodi di produzione,e l'impresa non riesce a ripagarsi i consumi col ritiro o SSP.
    per regolarizzare l'impresa stacca e fà solo rid,però ha speso delle parole e forse le ha messe
    per iscritto direi che si è messo in una situazione che qualsiasi avvocato se lo mangia
    poi c'è il problema della ripartizione dei consumi,tra le varie unità,visto che è in comune ci si
    dà dentro
    per non parlare dell'elusione fiscale,io non dormirei tranquillo,prima o poi i nodi vengono al pettine

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    • #3
      Sicuramente le intenzioni erano buone e l'argomento abbastanza difficile, quindi si può scivolare facilmente in violazioni.
      Comunque i condomini sono soddisfatti degli appartamenti e l'intenzione è solo quella di regolarizzare la situazione nel migliore dei modi senza incolpare nessuno.
      L'ideale sarebbe che l'impresa si tenesse l'incentivo e i condomini potessero gestirsi la produzione, magari in scambio sul posto, pagando le eccedenze.
      Ma esiste un modo per raggiungere tale configurazione?

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      • #4
        in maniera legale direi di no,
        l'impresa vende l'impianto al condominio con la cessione dell'incentivo con accordo tra le parti,i casini
        passano al condominio però l'impresa deve pagare le tasse,su i soldi percepiti,forse lo fa già

        altro problema la ripartizione delle spese,su ogni pdc và inserito nel quadretto che lo comanda un contatore
        di energia,ripartizione delle spese in base ai kwh consumati ed autoconsumati

        si sono ficcati in un bel casino e poi mica con un'impiantino
        sicuramente è marcober il più autorevole esperto di queste cose

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        • #5
          Non sono sicuro ma mi sembra che il condominio avesse una p.iva, e questo renderebbe più agevole la cosa.
          Per gestire a livello pratico le suddivisioni dei consumi ai vari condomini basterebbe metterei dei piccoli contatori e ridistribuire il tutto in base ai consumi; penso sarebbe impossibile discriminare se energia consumata o autoconsumata.
          Però a livello fiscale mi sà proprio che non ci siamo così.

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          • #6
            Che bella trovata...illudere delle famiglie che il riscaldamento/raffrescamento è gratis e poi chiedergli i soldi.
            Ovviamente si saranno guardati bene dal dichiarare tale cosa negli atti di vendita e nel regolamento condominiale allegato e sottoscritto insieme all'atto..
            TUTTAVIA se la cosa è stta pubblicizzata in quei termini..non vedo perchè chi ha comprato in buona fede debba rinunciare a quanto promesso.
            QUINDI di primo acchito..se io fossi uno dei condomini.. pratica ad un legale per dimostrare che pubblicizzavi che non avrei speso nulla di EE per riscaldarmi e raffrescarmi..e poi ti tieni (subdolamente) la proprietà del FV..dopo averci (tu costruttore) connesso la pdc che (poi) mi hai obbligato a comprare, GIA CONNESSSA al tuo impianto.
            Se esiste una pubblicità SCRITTA di ciò..vincita assicurata..il Giudice potrebbe:
            - lasciare impianto all'impresa MA obbligarli ad alimentare le PDC dei condomini, per quanto necessita loro di EE..AL LIMITE fissando un limite do consumo annuo in base ai calcoli termotecnici allegati alla richiesta di abitabilità.
            - indennizzare UNA TANTUM i condomini..interpretando che essi erano indotti a comprare PERCHE a conoscenza della dimensione e tipologia del FV connesso alle relative pdc..e quindi obbligare l'impresa a cedere a titolo di indennizzo l'impinato al condominio, che poi lo gestisce esattamente come si gestisce una caldaia centralizzata...si compra EE per tutti..si autoconsuma quel che si autocosnuma..si incassano incentivi e SSP..e il Saldo si divide fra tutti in base ai CONTATORI non fiscali da installare in ogni appartamento.

            Se invece tale pubblicita ingannevole NON c'è stata... è ovvio che il costruttore possa chiedere ai condomini un prezzo per i kwh consumati..a voler guardare su TUTTI, anche quelli in AUTOCONSUMO, perche sono suoi.

            Se la verita sta nel MEZZO..il costruttore a parole la raccontava così ma non ha scritto nulla..i condomini "speravano" nel buon cuore del costruttore..è ovvio che un accordo conviene ad entrambi.

            La cosa più semplice è che il costruttore si iscriva al registro ESCO della AEEG..e fatturi ai singoli l'EE consumata, istallando dei contatori per suddividere la spesa..che sarà EE elettrica comprata/kwh letti dal totale dei contatori..cioè regalando autoconsumo.
            Ovviamente il costruttore storcerà il naso..sia per l'impegno amministrativo..sia perche corre il rischio dei morosi...a se vuole restare SR e intascare incentivo e nel frattempo vendere EE non ha alternative...alvo quella di decidere di non alimentare piu le pdc..ma allora si torna al tribunale, e li conta la carta...non le parole dei venditori o dei compratori.

            Ovviamente il condominio potrebbe benissimo comprare l'impianto...ad un valore e con un pagamento dilazionato fissato pari all'Incentivo residuo annualizzato...diventare SR..incassare incentivo e girarlo al costruttore..e gestire impinato come fosse una caldaia centralizzata suddividendo costi e ricavi iin base ai consumi dei singoli...PECCATO che oltre i 20 kw l'impianto diventa IMPRESA e i condomini SOCI di Impresa..P IVA e compagnia cantata..quindi i condomini NON lo vorranno fare (giustamente)

            Per capirne di più sarebbe interessante sapere con che formula l'impresa chiede i soldi ai condomini...gli ha mandato una fattura? di cosa? di kwh? con che IVa 22 0 10% a che prezzo? e in base a che suddivisione? perche se ho ben capito non ci sono contatori e uno potrebbe dire che lui non l'ha mai accesa la pdc, giusto?
            Temo che se insistono i condomini potrebbero rifiutare di pagare..ma dall'altra parte potrebbero staccare le pdc dal loro contatore..salvo appunto che abbiano pubblicizzato la cosa
            Se ai condomini "basta" l'autoconsumo...e l'impresa gli vende i kwh consumati ad un prezzo inferiore al mercato BTA (grazie allo sconto autocosnumo), con fattura con Iva 22%..io dico che i condomini non rischiano NULLA fiscalmente...quindi non vedo problemi.
            Eviterei invece di dare soldi in nero ..senza fatture..con fatture 10%...
            Ultima modifica di marcober; 17-12-2013, 15:07.
            CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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            • #7
              Grazie molte Marcober per il tuo contributo.
              Anzitutto il riscaldamento/raffrescamento gratis è stato ben pubblicizzato, mi hanno fatto vedere la foto del cartellone affisso sugli appartamenti con scritto in grande GRATIS. E va beh.
              Ovviamente non compare nulla suglia atti di vendita e nel regolamento condominiale.
              Esistono quindi molti elementi per avanzare legalmente nei confronti dell'impresa edile, oltretutto perchè stà compiendo degli illeciti.
              Tuttavia i condomini non sono così arrabbiati e alla fine, se si trova un accordo in buone, è meglio non dover muovere avvocati e giudici.
              Quindi nascono delle ipotesi mediatorie interessanti:

              - lasciare impianto all'impresa MA obbligarli ad alimentare le PDC dei condomini, per quanto necessita loro di EE..LA LIMITE fissando un limite do consumo annuo in base ai calcoli termotecnici che allegati alla richiesta di abitabilità.
              Proposta interessante, semplice, si installa un piccolo contatore non fiscale così ogni condomino sà quanto ha consumato e quanto ha a disposizione.
              Bisognerebbe stabilire a priori quanto far pagare i consumi eccedenti le quote prefissate, altrimenti potrebbero sorgere problemi.
              Nel lungo periodo bisogna sperare che l'impresa edile non fallisca altrimenti si perde tutto.

              - indennizzare UNA TANTUM i condomini.. strappando l'impianto all'impresa,
              ovviamente non è una via amichevole ma un percorso legale se la situazione degenera.

              - iscrivere l'impresa edile come ESCO,
              come dici effettivamente è un impegno importante per l'impresa, che non sà neanche cos'è una ESCO.

              - far comprare l'impianto al condominio con un pagamento dilazionato pari al valore degli incentivi annualizzato,
              mi sembra proprio un ottima idea, se ho sentito giusto che il condominio ha già una p.iva non dovrebbe essere un grosso problema per i condomini, e, alla fine, nel lungo periodo, molto più sicuro anche se l'impresa edile dovesse fallire in futuro.

              Adesso chiedo un pò di informazioni in più ai condomini:
              - come è stato chiesto il pagamento dei consumi (devo anche verificare le letture dei contatori perchè l'impresa ha comunicato un autoconsumo del 99% e un prelievo su contatore di scambio pari quasi all'intera produzione, che è impossibile)
              - verifico che il condominio abbia p.iva

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              • #8
                Il condominio NON ha partita IVA..te lo dico gia io..ha il Cod Fisc che usa solo per fare da Sostituto di Imposta.

                Questo perchè NON svolge funzioni commerciali

                ATTENTO .
                PECCATO che oltre i 20 kw l'impianto diventa IMPRESA e i condomini SOCI di Impresa..P IVA e compagnia cantata..quindi i condomini NON lo vorranno fare (giustamente)
                hai capito bene cosa significa per i poveri condomini? Se lo proponi..o ti linciano subito..o s enon capiscono cosa stanno facendo, ti linciano dopo.
                E questo vale per la seconda e la quarta...

                La prima e la terza coincidono..salvo il tema della correttezza formale per il COSTRUTTORE.
                Cioè se il costruttore si tiene impianto, firma un accordo coi condomini e loro aventi causa per cui si impegna regalare autoconusmo e a comprare e rivendere la differenza al prezzo di costo..non vedo problemi per i condomini..solo che il costruttore deve essere ESCO, ma è un problema SUO..non dei condomini.

                Forse una soluzione potrebbe essere:
                - l'impresa vende impianto al condominio per 40.000 euro, compreso di lastrico.
                - il condominio però non lo esercisce, altrimenti i condomini diventano imprenditori..e quindi lo danno in comodato ventennale irrevocabile all'impresa dietro pagamento di un canone unico anticipato di 40.000 euro (e con questo ci cauteliamo dal fallimento impresa)
                - impresa si iscrive al registro ESCO e esercisce l'impianto in SEU (approvato mi pare Ieri da AEEG): in pratica il contatore se lo intesta il condominio ma è gestito su mandato dall'impresa, che ci compra l'energia che manca rispetto all'autocosnumo e la vende al condominio.
                - il condominio esercisce le varie PDC, pagando l'energia alla ESCO, in base ad un contratto che dice che la parte autoprodotta ha costo zero, la parte scambiata ha costo di acquisto meno contributo SSP e la parte comprata ha costo pari all'acquisto.
                - il condominio produce calorie con le varie pdc e addebita il controvalore ad ognuno usando dei contatori di kwh (o dei veri contacalorie, quello che costa meno)
                - l'impresa è "tutelata" perche non ha come controparte i singoli condomini ma il condominio, il che riduce il rischio e la complicazione amministrativa (1 fattura a bimestre), e si intasca incentivo come SR

                Cosi mi pare stia in piedi.. in tal caso mando la fattura..al condominio o all'impresa?
                CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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                • #9
                  Sono basito, aspetta che lo rileggo bene una ventina di volte per digerirlo.
                  Scherzi a parte complimenti veramente per la padronanza della materia

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                  • #10
                    iscriversi come esco comporterà dei costi fissi immagino
                    se prima di fare l'impianto e sopratutto di fare gli sboroni avessero consultato marco,sicuramente
                    non si sarebbero ficcati in questo casino
                    sicuramente non sono i soli che si sono arrampicati sugli specchi,prima o poi tutti i nodi vengono
                    al pettine

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