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Differenze tra pompe di calore e condizionatori split

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  • Differenze tra pompe di calore e condizionatori split

    Salve, sto ristrutturando il mio appartamento di 130 mq sito a Palermo e devo valutare le possibili soluzioni per gli impianti di riscaldamento, ACS e raffreddamento.
    Attualmente vi è una caldaia a metano per ACS e riscaldamento con radiatori tradizionali nonché condizionatori mono split di oltre dieci anni.
    Premesso che sto installando un impianto fotovoltaico di 4,23 Kwp, sono indeciso tra queste soluzioni:
    1) sostituire la caldaia con una pompa di calore a bassa temperatura per ACS, riscaldamento e raffreddamento tramite fan coil o parete radiante (non posso smantellare il pavimento);
    2) sostituire la caldaia con un boiler a pompa di calore soltanto per ACS e installare condizionatori multi split per riscaldamento e raffreddamento.
    Tenuto conto che il COP dei condizionatori è simile a quello della pompa di calore, che differenze avrei in termini di risparmio energetico e di comfort termico tra la prima soluzione (pompa di calore + fan coil) e la seconda (condizionatori multi split)?
    Voi quale soluzione scegliereste anche in relazione alla possibilità di usufruire la detrazione del 55%?

  • #2
    Ci sono delle PDC aria-acqua.. che ti permettono l'uso dell'attuale sistema a termosifoni, cambiando magari gli elementi e riducendo la T dell'acqua.
    Ma ci sono anche delle PDC ad alta temperatura (HTI qualche "grafico" lo trovi anche sul forum in "vetrina commerciale") che permettono l'uso di sistemi/termosifoni a temperatura elevate.
    Considerando dove vivi quest'ultime dovrebbero mantenere un bel COP.. dal punto di vista energia.. ed anche "bollette" (eventualmente AEEG ti permette il contratto privilegiato BTAx [dove x è un numero])
    Anche la PDC per la ACS, se non integrabile in quella "riscaldamento", è una cosa buona secondo me.

    Tuttavia io cercherei di sostituire minimalmente i radiatori: ne guadagni in COP, in minori perdite dei tubi "verso l'esterno".. ed anche in una maggiore possibilità di sfruttamento dell'abbondante sole locale per integrazione anche del riscaldamento/ACS (oltre che per il fotovoltaico: ricorda che il rendimento delle celle solari è poco oltre il 16%, mentre lo sfruttamento termico non è lontano dal 100!)
    Fare si può! Volerlo dipende da te.

    Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

    Piano cottura induzione: consumo energia 65...70% in meno rispetto uno a gas! Pure a costi doppi dell'elettricità fa risparmiare, almeno 30%! Contrariamente a quanto si dice si può usare con contratti 3 kW, perfino se sprovvisto di limitazione.
    Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

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    • #3
      A Palermo 751 Gradi Giorno zona climatica B devi mettere ventilconvettori e una pdc aria/acqua riscaldamento/raffrescamento alimentata dal FV.
      Ero da quelle parti un paio di settimane fa per due ristrutturazioni simili una a Marsala ed una a Trapani.
      Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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      • #4
        Intanto grazie per i consigli.
        Però a me resta il dubbio della differenza tra riscaldamento-raffreddamento con ventilconvettori e l'uso dei semplici condizionatori con split soprattutto in termini di confort termico perché dal punto di vista economico della spesa iniziale e della gestione le due soluzioni si equivalgono (circa 11.000 euro installati meno la detrazione 55%).
        Insomma, vi sono differenze di confort tra split e ventilconvettori o sono sempre meglio i radiatori tradizionali?

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        • #5
          Semplificando moooooolto il discorso:
          split = estrema rapidità di adeguamento ai carichi ma maggiore volatilità della temperatura ambiente a causa della mancanza di massa radiante. Presenza di masse d'aria in movimento.
          termosifoni = maggiore lentezza di riscaldamento degli ambienti ma temperatura molto più stabile a causa della presenza di una massa radiante.

          Fai poi attenzione al SSP perchè potrebbe rivelarsi ricco di sorprese, stiamo facendo diversi interventi simili al tuo e normalmente si va con:
          PdC (magari geotermica ma anche aria-acqua) che lavori a temperatura più bassa possibile;
          Puffer di abbondanti dimensioni;
          Sistema radiante a pavimento;

          Si gioca poi sulla T diurna/notturna del puffer per ridurre lo SSP.

          Purtroppo ti so dare poche informazioni sul lato "acqua" perchè non ce ne occupiamo noi ma ci limitiamo alla parte elettrica e a dare supporto tecnico ai vari termotecnici per ottimizzare lo SSP.

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          • #6
            Con 751 GG e un'irradianza di 322 il calcolo termotecnico in regime estivo impone al sistema di condizionamento una potenza normalmente doppia rispetto a quella richiesta al sistema in pompa di calore in regime invernale.
            I dati si invertono se si effettua lo stesso calcolo in zone climatiche decisamente più fredde tipo Parma con 2502 Gradi Giorno.
            Un sistema radiante a pavimento utilizzato in zona climatica B necessita, appurato in pratica, di un deumidificatore adiabatico in ogni locale.

            Nella tua zona climatica B io faccio installare ventilconvettori che funzionano anche da termosifoni.
            Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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