Salve a tutti; arrivo qui per vedere di sciogliere i dubbi.
Nella mia villetta unifamiliare (Vicenza) ho un vecchio impianto (36 anni) con radiatori "lamella" in acciaio stampato, caldaia a gas da 33000 calorie (locale al piano terra) e tubazioni in ferro (non suddiviso a zone).
Al piano terra c'è garage e laboratorio (non riscaldati) + ingresso riscaldato (40 mc).; al piano I° l'appartamento (360 mc.) e al secondo piano mansarda e lavanderia riscaldati (120 mc).
In totale ci sono quindi 520 metri cubi da riscaldare.
La casa è particolare con tetto a terrazza e ben 70 mq. di finestre in alluminio+vetrocamera quindi con notevoli dispersioni; sui lati Nord ed Est è stato fatto 20 anni fa un "cappotto" di 3 cm. con intonaco a base di palline di polistirlo (col quale ho guadagnato un grado).
I consumi sono notevoli ed avrei deciso di cambiare caldaia.
Due installatori interpellati sconsigliano vivamente la caldaia a condensazione per due motivi:
1 - dopo 2-3 anni si bloccherebbe a causa della fanghiglia accumulata nell'impianto.
2 - il mio impianto non è adatto perchè le "condensazine" lavorano bene a basse temperature (a pavimento).
Per cui installerebbero una caldaia a tiraggio forzato di nuova generazione ottenendo, a loro dire, comunque un risparmio del 20% sui consumi.
Il termotecnico che aveva fatto i calcoli a suo tempo è del parere opposto perchè:
1 - rinuncio al 55% di detraibilità
2 - basta installare un defangatore e fare un lavaggio dell'impianto.
3 - riducendo la portata della pompa e applicando una sonda esterna la caldaia lavorerebbe in modo ottimale e fà sì che l'acqua rientri ad una temperatura tale da garantire la condensazione.
4 - solo per una 20ina di giorni all'anno, i più freddi, non funzionerebbe a condensazione, ma comunque il risparmio, da ottobre ad aprile sarebbe notevole.
5 - esclude che una nuova caldaia tradizionale, a tiraggio forzato, possa apportare vantaggi superiori all'8% rispetto alla attuale.
Credo di aver detto tutto; sarei tentato di seguire il termotecnico ma poi l'nstallatore non risponderebbe, giustamente, se accadesse che i fanghi mi fanno buttare la caldaia.
Non riesco comunque a capire come si possa ottenere quel raffreddamento dell'acqua necessario alla condensazione dato che, ora, i termosifoni sono sempre molto caldi (la caldaia però si accende e si spegne regolarmente) e presumo che alla fin fine la portata della pompa attuale sia tale da far uscire l'acqua a 65° e rientrare in caldaia a 55-60°.
Attendo fiducioso i vostri consigli e le vostre esperienze
Nella mia villetta unifamiliare (Vicenza) ho un vecchio impianto (36 anni) con radiatori "lamella" in acciaio stampato, caldaia a gas da 33000 calorie (locale al piano terra) e tubazioni in ferro (non suddiviso a zone).
Al piano terra c'è garage e laboratorio (non riscaldati) + ingresso riscaldato (40 mc).; al piano I° l'appartamento (360 mc.) e al secondo piano mansarda e lavanderia riscaldati (120 mc).
In totale ci sono quindi 520 metri cubi da riscaldare.
La casa è particolare con tetto a terrazza e ben 70 mq. di finestre in alluminio+vetrocamera quindi con notevoli dispersioni; sui lati Nord ed Est è stato fatto 20 anni fa un "cappotto" di 3 cm. con intonaco a base di palline di polistirlo (col quale ho guadagnato un grado).
I consumi sono notevoli ed avrei deciso di cambiare caldaia.
Due installatori interpellati sconsigliano vivamente la caldaia a condensazione per due motivi:
1 - dopo 2-3 anni si bloccherebbe a causa della fanghiglia accumulata nell'impianto.
2 - il mio impianto non è adatto perchè le "condensazine" lavorano bene a basse temperature (a pavimento).
Per cui installerebbero una caldaia a tiraggio forzato di nuova generazione ottenendo, a loro dire, comunque un risparmio del 20% sui consumi.
Il termotecnico che aveva fatto i calcoli a suo tempo è del parere opposto perchè:
1 - rinuncio al 55% di detraibilità
2 - basta installare un defangatore e fare un lavaggio dell'impianto.
3 - riducendo la portata della pompa e applicando una sonda esterna la caldaia lavorerebbe in modo ottimale e fà sì che l'acqua rientri ad una temperatura tale da garantire la condensazione.
4 - solo per una 20ina di giorni all'anno, i più freddi, non funzionerebbe a condensazione, ma comunque il risparmio, da ottobre ad aprile sarebbe notevole.
5 - esclude che una nuova caldaia tradizionale, a tiraggio forzato, possa apportare vantaggi superiori all'8% rispetto alla attuale.
Credo di aver detto tutto; sarei tentato di seguire il termotecnico ma poi l'nstallatore non risponderebbe, giustamente, se accadesse che i fanghi mi fanno buttare la caldaia.
Non riesco comunque a capire come si possa ottenere quel raffreddamento dell'acqua necessario alla condensazione dato che, ora, i termosifoni sono sempre molto caldi (la caldaia però si accende e si spegne regolarmente) e presumo che alla fin fine la portata della pompa attuale sia tale da far uscire l'acqua a 65° e rientrare in caldaia a 55-60°.
Attendo fiducioso i vostri consigli e le vostre esperienze
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