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Diritto di Superficie o cosa?

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  • Diritto di Superficie o cosa?


    La mia impresa (EPC) vuole realizzare un impianto da 200 KW sul tetto di un’attività artigianale energivora (cliente).

    sto valutando alcune strade... aiutatemi a capire quale la più conveniente

    1) diritto di superficie:
    Il cliente che mi cede la superficie per almeno 20 anni avrà un tot a KWp ipotesi 20-40€ /anno
    Il Conto Energia e il RID rimane all’EPC

    2) scambio sul posto:
    EPC si intesta il POD e paga le bollette. EPC si tiene il Conto Energia e avrà come corrispettivo una quota €/KWh (5- 8 cent) in base ai KWh effettivamente risparmiati dal cliente in regime di Scambio sul posto

    3) impianto realizzato a spese dell’EPC ma di proprietà del cliente.
    Atto notarile in cui il cliente gira il C.E. all’EPC e altra scrittura priv. per stabilire un corrispettivo per l’energia di cui usufruisce il cliente, magari manutenzione ( Contratto O&M salato per recuperare parte dell’energia utilizzata dal cliente).

    Considerazioni:
    1) con il “diritto di superficie” in caso di fallimento un Commissario mantiene la proprietà dell’impianto all'EPC che continua a percepire il CE e anche il RID (anche se meno conveniente dello scambio sul posto)

    2) regime vantaggioso per EPC e anche per cliente... ma è consentito dalla normativa?

    3) Più vantaggioso per l’EPC rispetto al diritto di superficie, ma che succede in caso di fallimento del cliente? il curatore fallimentare potrebbe bloccare il contratto O&M o la fattura per servizi….

    qual è la strada che mi consigliate?

  • #2
    1) classico e solido
    2) non a norma; se non titolare di contratto di affitto/comodato/proprietà immobile o se non sei ESCO con mandato non puoi intestarti il POD e anche se ci riesci, la sub-cessione di e.e. ad altro soggetto è illecita (salvo ESCO).
    3) se fallisce lo hai già considerato.

    Mi viene in mente questo.

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    • #3
      quoto per 1 e 2

      per 3 aggiungo..l'"atto" a cu ti riferisci si chiama cessione del credito..in teoria se il cedente fallisce il curatore puo revocare la cessione, ma dovrebbe restituire il "prezzo" pagato per il credito ceduto.
      Questa cosa mi pare complicata da attuare in quanto i crediti sono molteplici (bimestrali) e futuri..un curatore che si trova un impianto valore 100 e dato pagato mediante cessone di un credito futuro valorizzato 100..potrebbe magari tentare di dimostrare che è gia stato pagato dal cessionario GSE (mettiamo dopo 10 anni) un valore pari a 100 e che ancora restano 100 da incassare..e alora potrebbe essere tentato di recedere dal contratto di cessione, restituire (se li ha) 50 (metà del "prezzo" della cessione) e incasasre gli ultimi 100 dal gse.
      Ma è una forzatura..secondo me il rischio è minimo..e poi di solito il curatore non ha molta liquidita e quindi magari non riesce a fare questa cosa.. comunque senti un avvocato..marco
      CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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      • #4
        scusate se mi intrometto, ma ho ancora dei dubbi sul punto 2.
        E' possibile fare SSP con contatore intestato a EPC che realizza impianto con diritto di superficie e riceve incentivi e eccedenze e proprietario del capannone che gode dell'autoconsumo?
        Sto valutando la stessa situazione e il notaio incaricato dell'atto mi ha sollevato il problema di come quantificare la corrente che consumerà il proprietario allacciato all'impianto per pagarci imposta di registro al momento dell'atto di diritto di superficie. Ho interpellato anche il mio commercialista senza ricevere migliori risposte: se al notaio sta bene puoi quantificarlo forfettariamente...............
        Alla fine mi hanno consigliato di non nominare sull'atto l'autoconsumo del cedente, quindi in teoria lo SSP risulterebbe effettuato dalla ditta che monta l'impianto; poi con scrittura privata tra le parti permettere al proprietario dell'immobile di allacciare il suo impianto sul contatore per beneficiare dello SSP.

        Mi risulta poco chiaro, ma la fiscalità degli impianti non è il mio forte e non vorrei trovarmi male in seguito nè far trovar male il proprietario.

        C'è anche da considerare che non è possibile fare RID in cessione totale : si tratta di impianto multisezione misto in parte su edificio e in parte su tettoia, quindi andrebbe iscritto a registro ecc.

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        • #5
          Buongiorno a tutti,
          "tutto cio' che nn c'e' nn si rompe".
          Questa massima puo' essere applicata tranquillamente anche al FV. Le operazioni che nascono semplici e lineari hanno altissime probabilita' di arrivare alla fine senza grossi problemi.
          La soluzione 1 e', per me, l'unica da seguire. Unico appunto il prezzo che s'intende pagare : con le tariffe attuali (intendo comunque quelle del I sem 2012) i 20 €/kWp all'anno, se la copertura nn e' piu' che perfetta, sfruttabile e ben esposta, sono troppi.
          ciao car.boni
          Acqua, sole e vento. La natura per l'energia pulita.

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          • #6
            Lavorando in banca e vedendo progetti con organizzazioni complicatissime vi prego....scegliete la strada più semplice e facile...la 1!
            FV: 3,00 kWp - 12 pannelli Schuco + inverter Power One Aurora - totalmente integrato - azimut: 20°Ovest, tilt: 30° // Riscaldamento: caldaia a condensazione Viessmann Vitodens 200-W da 24,7 kW // ACS: 2 pannelli solari Viessmann Vitosol + bollitore Vitocell 100 da 300 litri // VMC: Zehnder ComfoAir 550 ERV con scambiatore entalpico

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            • #7
              Originariamente inviato da sdrum Visualizza il messaggio
              E' possibile fare SSP con contatore intestato a EPC che realizza impianto con diritto di superficie e riceve incentivi e eccedenze e proprietario del capannone che gode dell'autoconsumo?
              .
              No..Sr e intestatario del POD devono coincidere.
              CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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              • #8
                Originariamente inviato da marcober Visualizza il messaggio
                Sr e intestatario del POD devono coincidere.
                Sr e intestatario del POD coincidono. il POD è intestato alla ditta che monta l'impianto e che acquisisce il diritto di superficie, e che quindi è SR. Chi beneficia dell'autoconsumo è però il proprietario dell'immobile, è questo che non è chiaro: il beneficio che ne riceve dovrebbe avere rilevanza fiscale per lui o sbaglio? e come la quantifico?

                Concordo che la soluzione 1 sia la più semplice e lineare, ma essendo impianto multisezione in parte su edificio (con +5 cent per smaltimento eternit) e in parte su tettoia (altri impianti) risulterebbe indispensabile fare SSP ed evitare registro GSE.

                Unico modo per semplificare credo che sia quello di non cedere corrente al proprietario dell'immobile e fare SSP con autoconsumo pari a zero o quasi....

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                • #9
                  Sdrum..l'autoconsumo lo effettua chi consuma, ovio..ma siccome il contatore è intestato al costruttore, il contributo SSP lo riceve lui..quindi se viene girato a chi "ospita" l'impianto quest per lui è un reddito. Normale che il notaio debba avere il valore della cessione del diritto, per applicare tassa registro.

                  Poi si apre il porblema di come regolare i rapporti fra i due soggetti:
                  1) o EPC diventa anche ES.CO e si fa dare mandato per gestire il contatore di chi consuma..ed è tenuto a comprare il 100% del fabbisogno del consumatore (cioè cio che manca rispetto al solare) e a vendergli solare + quello che acquista da altro distributore.
                  2) fa SEU Sistema Efficiente di Utenza..dove impianto è di EPC e realizzato su area del cliente e a mezzo di connessione privata si alimenta un UNICO cliente..l'energia viene fatturata..se ti intesti anche il contatore del cliente e rivendi energia, penso si posa anche fare SSP..una chiaccherata col gestore di rete potrebbe chiarirti le idee.. so che AEEG doveva ancora emanare qualche norma..inizia a vedere DLGS n.56/2010 e legge 115/08
                  marco
                  CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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                  • #10
                    Certo con la soluzione 2 diventano molto più rapidi i tempi di allaccio e molto inferiori le relative spese di connessione! Inoltre c'é il maggior vantaggio che anziché andare in Rid si va con SSP e se il cliente consuma energia per una quantità paragonabile alla produzione dell'impianto parliamo di circa 18-20cents/kWh e non dei miseri 8 del rid... e quei 10 cents di differenza potrebbero essere ripartiti tra EPC e cliente. Non esiste una soluzione buona per poterla praticare? Cosa succede se semplicemente EPC voltura il contatore a suo nome e poi si trova un qualche accordo privato con il cliente.. che non risulterebbe più titolare di un contratto in consumo di energia elettrica?

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                    • #11
                      la soluzione è quella indicata dalla legge per la SEU..cioè il "consumatore" fa un mandato all'EPC per gestire il suo POD..con questo documento il GSE dovrebbe concedere all EPC (che è anche SR) lo SSP su quel POD..in tal modo si valorizza l'energia esattamente come l'avrebe valorizzata il clinete consumatore in SSP.
                      EPC fattura al consumatore TUTTA l'energia di cui lui ha bisogno..una parte sarà autoprodotta, una parte comprata dala rete.
                      Poi lui (EPC) godrà del contributo SSP (oltre che degli incentivi).

                      Ovviamente il prezzo di vendita fra i due è una libera contrattazione..e ovviamente il cliente lo farà se avrà un vantaggio rispetto restare allacciato direttamente lui ala rete e senza EPC intermediario.
                      Comuqnue non credo si possa "regalare" l'area all'EPC e "beneficiare" nel prezzo energia di tutto il vantaggio..andrà suddiviso in modo che la cessione del'area sia a valori di mercato, in quanto quel valore va a tassa registro (mi pare iva esclusa), il "risparmio" sull'energia va a creare utile IRES e IRAP (ovvio s ela societa ha degli utili, se ha perdite fiscali no).
                      La cos ainteressante è che mi pare che la cessione di energia fra produttore EPC e consumatore non debba essere ricaricata di oneri di sistema (trasporto e dispacciamento), in quanto la linea elettrica privata interna che li collega non è considerata RETE PUBBLICA ...in pratica esattamente come se il soggetto fosse unico, senz auna fatturazione interna che invece avviene fra i 2 soggetti (e che se fosse attraverso Rete Pubbica sarebbe una cesisone identica a quela che avviene fra un Distributore di energia e un cliente)
                      marco
                      CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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                      • #12
                        Visti i tempi ristretti abbiamo preferito non approfondire il discorso SEU: il proprietario si tiene il suo contatore e la ditta che ha acquisito DDS fa scambio sul posto quasi a zero............ giusto due lampade per illuminare la servitù di passaggio e il locale inverter.

                        Fatto atto dal notaio e si parte con l'impianto, d'altronde le cose più semplici sono le più veloci ed efficaci anche se non sempre le più redditizie.

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                        • #13
                          Grazie dei vostri contributi... molto interessanti.

                          volendo concedere un diritto di riscatto al proprietario dell'immobile,
                          come si quantifica? e quali sono le condizioni?

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                          • #14
                            Originariamente inviato da viracocha1 Visualizza il messaggio
                            ..........volendo concedere un diritto di riscatto al proprietario dell'immobile,
                            come si quantifica? e quali sono le condizioni?

                            Buongiorno Viracocha,
                            secondo me questa condizione, che nn chiamerei diritto di riscatto, va prevista almeno dopo la scadenza del CE (dal 1° giorno del 21 anno) e la metterei come una facolta' per il proprietario del tetto di accettare a costo 0 l'impianto.
                            Dal mio punto di vista lascerei passare almeno 25 anni prima di arrivare a questo ma, giunti li, spingerei affinche' questa facolta' si concretizzi. Naturalmente bisogna mettere delle condizioni minime di prestazioni per far si che il proprietario, dati alla mano, possa trarre le sue conclusioni. Diciamo che l'impianto dovra' produrre almeno il 50% di quella iniziale. In caso contrario il superficiario dovra' smantellare il tutto e ripristinare la copertura originaria.
                            ciao car.boni
                            Acqua, sole e vento. La natura per l'energia pulita.

                            Commenta


                            • #15
                              Marcober: riprendendo il tuo post n.9

                              la mia azienda non è una E.S.CO ma dalla definizione non credo che la E.S.CO. possa rivendere energia

                              Energy Service Company - Wikipedia

                              "per semplificare una ESCO è “un’impresa che finanzia, sviluppa e installa progetti rivolti al miglioramento
                              dell’efficienza energetica ed al mantenimento dei costi relativi alle attrezzature installate a tal scopo”....

                              Le ESCO non vanno confuse con un'altra categoria di società fornitrice di servizi energetici, l’Energy Service Provider Company (ESPC), che offre servizi energetici agli utenti finali, compresa la fornitura e l’installazione di apparecchiature efficienti e/o la messa a nuovo dell’edificio, la gestione e la manutenzione, la gestione degli impianti, la fornitura di energia. Le ESPC possono essere consulenti specializzati nel miglioramento energetico, produzione di attrezzature o servizi ausiliari. Possono ottenere alcuni incentivi legati alla diminuzione dei consumi, ma questi non sono così netti come nell’approccio “ESCO”: una ESPC è pagata in percentuale in base all’entità dello studio o dell’installazione, non sulla base delle prestazioni del sistema proposto, quindi una ESPC non si assume rischi nel caso di funzionamento con prestazioni inferiori al previsto."

                              Quindi credo che non si addica alla proposta che voglio fare al cliente.

                              Riguardo la SEU Sistema Efficiente di Utenza
                              Autorità per l'energia elettrica e il gas - Orientamenti dell'Autorità per lenergia elettrica e il gas per la regolazione dei sistemi efficienti di utenza ai sensi dellarticolo 10 del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115/08
                              è questo la normativa a cui ti riferivi?

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                              • #16
                                premesso che non ho capito quale delle 3 idee del post 1 vuoi proporre al cliente..ti rispondo alle domande specifiche.

                                Le Esco sono società private come tutte le altre.
                                Il commercio del'energia è attività libera (in questo non concordo con Mozzarella al post 2)
                                I limiti di operatività risiendo quindi esclusivamente nello Statuto della Società. Ho visto Statuti di Esco che prevedono l'acquisto e la vendita di vettori energetici..mi stupirei di non trovarlo.
                                A memoria direi che unico obbligo per ESCO è iscrizione a elenco presso AEEG, ma non occorre nessun attributo specifico.

                                Detto questo, mi pare che chiunque riceva un mandato da un titolare di POD, possa usarlo per comprare, scambiare, rivendere energia.
                                Il POD rimane intestato al cliente finale, ma l'energia che ci transita viene acqusitata da chi ci opera (mandatario senza rappresentanza, che vuol dire che ci opera in suo nome nell'interesse del cliente finale..se fosse con rappresentanza allora lui ci opera ma gli effetti sono immediatamente trasferiti al mandante, che riceverebbe la fattura diretta).
                                Se il mandatario è una Soc. che compra, ottimizza e rivende, fa un lavoro di esco (diretto se mandato senza rapp., cioè compra e vende; indiertto con rapp. negozia e compra il mandante)
                                Se poi il mandatario ha anche integrato FV o Cogen AR, ci fa lo scambio..il resto è come prima.
                                Unica cosa è che GSE chiede che se c'è SSP, il mandatario compre TUTTA l'energia di cui il madante necessita..non solo una parte..questo penso per non incasinare lo scambio con 2 fornitori di energia.

                                Il doc AEEG lo concosco, serve per chiedere parerei agli operatori, poi seguono i regolamenti, che mi pare ancora manchi...comunque a pag 7 si legge:
                                La titolarità della connessione di un SEU alle reti con obbligo di connessione di terzi, deve essere intestata al cliente finale ricompreso nel SEU, ovvero, ad un soggetto terzo su mandato del cliente finale. Tale mandato ha la forma del mandato senza rappresentanza .

                                E' la proposta che fa AEEG come Norma da metetre nel regolamento..penso sia ciò che ti serve no?

                                EPC si fa dare mandato, si intesta POD, compra energia, aggiunge ll sua produzione FV, vende a mandante, scambia eccesso con GSE..il tutto senza pagare costi trasporto e dispacciamento sulla autoproduzione (e riprendendoli da GSE per quelli scambiati).


                                CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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                                • #17
                                  Originariamente inviato da marcober Visualizza il messaggio
                                  premesso che non ho capito quale delle 3 idee del post 1 vuoi proporre al cliente..ti rispondo alle domande specifiche.

                                  Le Esco sono società private come tutte le altre.
                                  Il commercio del'energia è attività libera (in questo non concordo con Mozzarella al post 2)
                                  I limiti di operatività risiendo quindi esclusivamente nello Statuto della Società. Ho visto Statuti di Esco che prevedono l'acquisto e la vendita di vettori energetici..mi stupirei di non trovarlo.
                                  A memoria direi che unico obbligo per ESCO è iscrizione a elenco presso AEEG, ma non occorre nessun attributo specifico.
                                  E' vero che il commercio dell'energia elettrica è libero (la vendita, per la precisione), ma se sei un venditore di energia elettrica devi sottostare a tutte le regole del gioco: quello che vendi deve essere gravato dei costi di sistema quali oneri di distribuzuione, componenti A e UC, dispacciamento, etc. L'unica cosa che decidi tu economicamente è il solo costo dell'energia che vendi.
                                  Qui il caso mi pare diverso.

                                  Commenta


                                  • #18
                                    Concordo Mozzarella..per cui (mi pare, ma qui non sono ferrato):
                                    un Distributore compra energia, fa i contratti con TErna per tutte quelle cose che elenchi, vende al cliente finale e incassa i corrispettivi per quele cose che poi gira a Terna.
                                    un INTEMEDIARIO invece che gestisce con mandato un POS, compra da un ditributore che gli fattura gia tutte quelle componenti, e lui fattura al cliente finale il "servizio energia"..ad esempio potrebbe essere una ESCO che si prende carico di certi consumi modulati, seleziona fornitori, chiude contratti a suo rischio, fattura un servizio come ogni ESCO, perche su energia che fattura tutti quelle "componenti" sono già pagate.
                                    Se poi è una SEU, sull'auotopordotto mi pare che non si paghino..perchè non è Rete Pubblica..

                                    Che dici? marco
                                    CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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                                    • #19
                                      Mi spiegate normalmente a chi sono attribuite le spese di manutenzione del tetto in caso di diritto di superficie? (beneficiario o proprietario del lastrico)

                                      Immagino che in caso di manutenzione ordinaria siano a carico del beneficiario dell'impianto (EPC)
                                      mentre in caso di manutenzione straordianria della copertura chi paga? si suddividono al 50%?
                                      oppure è un perito a valutare chi cagiona i danni?

                                      Nel caso specifico il lastrico è coperto da una guaina bituminosa... noi realizzeremo l'impianto
                                      senza forare ma utilizzando delle zavorre anche per evitare infiltrazioni...
                                      ma se capitassero infiltrazioni post operam chi paga?
                                      O se il proprietario del lastrico volesse intervenire per rifare la guaina... oltre alle spese
                                      ci sarebbero danni per il fermo impianto e la mancata produzione... come ci si comporta?

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                                      • #20
                                        Buonasera Viracocha,
                                        essendo il DDS un diritto reale di proprieta', normalmente, tutte le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria del tetto sono a carico del superficiario.
                                        Per questa ragione uno degli elementi che bisogna maggiormente valutare quando si decide di acquistare un DDS e' proprio la condizione della copertura.
                                        ciao car.boni
                                        Acqua, sole e vento. La natura per l'energia pulita.

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                                        • #21
                                          Originariamente inviato da marcober Visualizza il messaggio

                                          Il doc AEEG lo concosco, serve per chiedere parerei agli operatori, poi seguono i regolamenti, che mi pare ancora manchi...comunque a pag 7 si legge:
                                          La titolarità della connessione di un SEU alle reti con obbligo di connessione di terzi, deve essere intestata al cliente finale ricompreso nel SEU, ovvero, ad un soggetto terzo su mandato del cliente finale. Tale mandato ha la forma del mandato senza rappresentanza .

                                          E' la proposta che fa AEEG come Norma da metetre nel regolamento..penso sia ciò che ti serve no?

                                          EPC si fa dare mandato, si intesta POD, compra energia, aggiunge ll sua produzione FV, vende a mandante, scambia eccesso con GSE..il tutto senza pagare costi trasporto e dispacciamento sulla autoproduzione (e riprendendoli da GSE per quelli scambiati).


                                          un chiarimento:
                                          oltre ai costi di trasporto e dispacciamento si risparmierebbero le accise per i KWh autoconsumati.
                                          Corretto?

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                                          • #22
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                                            Ultima modifica di marcober; 09-11-2011, 18:49.
                                            CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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                                            • #23
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                                              ho una situazione abbastanza anomala.
                                              la mia azienda ha acquisito il diritto di superficie per realizzare un impianto FV sul tetto di un terzo; o meglio ha stipulato un contratto preliminare soggetto ad alcune clausole sospensive (ottenimento autorizzazioni; tica; accatastamento lastrico).

                                              In fase di trattativa col proprietario del lastrico, un concorrente ha portato avanti la domanda di connessione enel e ha addirittura accettato il preventivo di enel (pagando il 30%) senza avere firmato uno straccio di contratto o impegno da parte del proprietario del lastrico solare.
                                              Abbiamo contattato ENEL per capire come procedere, magari richiedere un'altra connessione...
                                              Enel di zona risponde:
                                              "non è possibile perché comunque la domanda esistente ha già bloccato sia il tetto sia la
                                              potenza in immissione, perciò le strade percorribili sono:


                                              - La decadenza del preventivo con le tempistiche 90 gg. lavorativi

                                              - la rinuncia al preventivo da parte dell'altro EPC con la richiesta di restituzione della caparra tempistiche incerte

                                              - la voltura del preventivo esistente

                                              I tempi sono molto importanti perchè se l'impianto non viene allacciato entro giugno il danno economico è notevole.
                                              La voltura del preventivo ci è stata proposta a fronte del versamento di una grossa buonuscita...

                                              Ma io mi chiedo, è possibile che ENEL conceda un nuovo POD a un soggetto (epc) che non gode di un diritto reale su un tetto di un terzo, senza nemmeno avere uno straccio di autorizzazione scritta da parte del proprietario del lastrico?
                                              Non dovrebbe essere nulla questa TICA per mancanza dei presupposti per realizzare l'impianto fotovoltaico?
                                              Ultima modifica di viracocha1; 09-12-2011, 09:02.

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                                              • #24
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                                                In questo caso, quindi, tu potresti fare causa a chi possiede il lastrico o meglio al soggetto terzo che ha richiesto il preventivo ad Enel. Di mezzo c'è una dichiazione mendace.

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                                                • #25
                                                  Enel si è presa i suoi soldini..il 30%..e a loro và bene cosi. Penso proprio che con ENEL non puoi rivalerti, mentre con il proprietario dell'immobile che ha voluto stare con il piede in due scarpe, potersti far valere il tuo DDS firmato..ma come saprai bene anche tu i tempi legali in Italia non ti permetterebbero di aver soddisfazione in tempi brevi. Quantomeno non avete subito uscite economiche e tuttora anche se avete in mano il preliminare DDS firmato, purtroppo non vale granchè..
                                                  Consiglio mio salutate, ringraziate e cercate altri immobili..ci sono molte altre occasioni di tetti, rapide e veloci..
                                                  Leo

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