Buongiorno, scrivo per sottoporre questo dilemma e per vedere se riuscite in qualche maniera a dipanare i miei dubbi o se magari esiste qualche soluzione già provata e magari sconsigliabile.
Ps. ho già cercato se eiste qualcosa di simile sul forum ma non sono riuscito a trovare nulla.
Premessa:
Abito in un'abitazione di 3 piani fuoriterra da circa 100mq cadauno, di cui sono propietario del secondo piano (piu sottotetto non abitabile) e ristrutturato completamente 8 anni fa e da poco propietario del piano terra. Zona "D" con 1929 GG.
la casa in questione confina su un lato con un'altra casa (in aderenza) mentre è aperta su 3 lati.
Non ci sono cavedi o vani tecnici che riescano a mettere in comunicazione il piano terra con il tetto o con il secondo piano.
L'attuale riscaldamento del secondo piano avviene mediate impianto a termosifoni con caldaia a metano (non condensazione) ed è posizionata esattamente nel mezzo del lato in aderenza.
Sono entrato da poco in possesso anche del piano terra dell'abitazione (costruita con muri in pietra da 50 cm) e mi trovo con il dilemma di decidere il tipo di impianto da montare.
Il piano terra verrà adibito per metà a laboratorio e per metà a dispensa-lavanderia (con cabina armadio) e un piccolo bagno di servizio munito anche di doccia (quindi utilizzato non saltuariamente ma diciamo per circa 5-6 ore alla settimana). Il locale verrà coibentato internamente con pannellatura in cartongesso ed isolameno in lana minerale sia sulle pareti che sul soffitto, rifatti i serramenti con taglio termico.Il cappotto esterno non è possibile eseguirlo... almeno per ora.
Ora i miei dubbi e opzioni possibili:
1) Riscaldamento pavimento con idrostufa pellet (de verificare però se si riesce a far passare il camino della stufa fino al tetto);
2) Riscaldamento pavimento con pdc;
3) Riscaldamento e raffrescamento con pdc e sistema aria/aria;
La prima e la seconda opzione però con riscaldamento a pavimento, da quello che ho letto in giro, potrebbe non andar bene per il mio utilizzo in quanto il locale non verrà utilizzato in modo continuativo per molte ore (apparte pochi giorni all'anno) e con l'inerzia termica del sistema mi ritroverei a scaldare tutto il locale per nulla.
nel terzo caso non so se il sistema potrebbe essere funzionale o meno (magari prevedendo un'unità canalizzabile con delle bocchette a soffitto in ogni stanza e magari un paio nel locale laboratorio) e comunque dovrei risolvere la questione dell'acs (infatti per il piccolo bagno di servizio non mi sembra il caso di utilizzare un puffer o simili)...fosse solo per lavarsi le mani si potrebbe usare un piccolo boiler elettrico ma per la doccia non saprei cosa fare (considerando che la doccia se verrà utilizzata, lo sarà per 2/3 volte l'anno).
ps. ragionevolmente vicino alla casa, non in aderenza purtroppo, tra un paio di anni dovrei avere la possibilità costruire un garage e quindi potrei anche installarci sopra un paio di pannelli fotovoltaici ed alimentare l'utenza del piano terra.
insomma ho un bel po di confusione in testa e tanti dubbi se riuscita a darmi qualche dritta ve ne sarei grato
Ps. ho già cercato se eiste qualcosa di simile sul forum ma non sono riuscito a trovare nulla.
Premessa:
Abito in un'abitazione di 3 piani fuoriterra da circa 100mq cadauno, di cui sono propietario del secondo piano (piu sottotetto non abitabile) e ristrutturato completamente 8 anni fa e da poco propietario del piano terra. Zona "D" con 1929 GG.
la casa in questione confina su un lato con un'altra casa (in aderenza) mentre è aperta su 3 lati.
Non ci sono cavedi o vani tecnici che riescano a mettere in comunicazione il piano terra con il tetto o con il secondo piano.
L'attuale riscaldamento del secondo piano avviene mediate impianto a termosifoni con caldaia a metano (non condensazione) ed è posizionata esattamente nel mezzo del lato in aderenza.
Sono entrato da poco in possesso anche del piano terra dell'abitazione (costruita con muri in pietra da 50 cm) e mi trovo con il dilemma di decidere il tipo di impianto da montare.
Il piano terra verrà adibito per metà a laboratorio e per metà a dispensa-lavanderia (con cabina armadio) e un piccolo bagno di servizio munito anche di doccia (quindi utilizzato non saltuariamente ma diciamo per circa 5-6 ore alla settimana). Il locale verrà coibentato internamente con pannellatura in cartongesso ed isolameno in lana minerale sia sulle pareti che sul soffitto, rifatti i serramenti con taglio termico.Il cappotto esterno non è possibile eseguirlo... almeno per ora.
Ora i miei dubbi e opzioni possibili:
1) Riscaldamento pavimento con idrostufa pellet (de verificare però se si riesce a far passare il camino della stufa fino al tetto);
2) Riscaldamento pavimento con pdc;
3) Riscaldamento e raffrescamento con pdc e sistema aria/aria;
La prima e la seconda opzione però con riscaldamento a pavimento, da quello che ho letto in giro, potrebbe non andar bene per il mio utilizzo in quanto il locale non verrà utilizzato in modo continuativo per molte ore (apparte pochi giorni all'anno) e con l'inerzia termica del sistema mi ritroverei a scaldare tutto il locale per nulla.
nel terzo caso non so se il sistema potrebbe essere funzionale o meno (magari prevedendo un'unità canalizzabile con delle bocchette a soffitto in ogni stanza e magari un paio nel locale laboratorio) e comunque dovrei risolvere la questione dell'acs (infatti per il piccolo bagno di servizio non mi sembra il caso di utilizzare un puffer o simili)...fosse solo per lavarsi le mani si potrebbe usare un piccolo boiler elettrico ma per la doccia non saprei cosa fare (considerando che la doccia se verrà utilizzata, lo sarà per 2/3 volte l'anno).
ps. ragionevolmente vicino alla casa, non in aderenza purtroppo, tra un paio di anni dovrei avere la possibilità costruire un garage e quindi potrei anche installarci sopra un paio di pannelli fotovoltaici ed alimentare l'utenza del piano terra.
insomma ho un bel po di confusione in testa e tanti dubbi se riuscita a darmi qualche dritta ve ne sarei grato
Commenta