Da 2 giorni sono diventato "conduttore" di una caldaia a legna a fiamma rovesciata da 29 kw.

La caldaia è "dell'est europa", molto solida ma poco raffinata. La gestione della combustione è molto elementare :

1- una ventola che soffia attraverso la portella superiore di carico l' aria primaria, e attraverso 2 tubi da 1 " 1/4 circa innestati nel refrattario e collegati alla fessura centrale con dei piccoli fori di 1 cm di diametro, l' aria secondaria.

2- un termostato acqua della caldaia, regolabile, che stacca quando la caldaia raggiunge la temperatura impostata.

in realtà, con il tiraggio della canna fumaria, ed una piccola fessura che rimane aperta anche dopo lo stop della ventola, la caldaia continua a funzionare per convenzione.

La carburazione è stata fatta con una flex !!! ritagliando 2 fori rettangolari nella zona che collega il "soffio" della ventola con la legna del magazzino.

Ora volevo modificare il tutto, inserendo dei piccoli tappi cilindrici collegati a delle viti, in maniera che ruotandoli si possa "carburare" sta locomotiva di caldaia.

L'intenzione è quella di diminuirne la potenza, regolando sia l' aria primaria che secondaria.

Le due "arie" provengono dalla stessa ventola, hanno medesima pressione e velocità, solo la diversa area dei fori di immissione ne regolano la quantità.

C'è qualcuno che mi sa dire in che proporzioni, normalmente, si utilizzano le due arie comburenti?

Esistono delle regole "stechiometriche " generali da seguire?
Sulle caldaie senza la sonda lambda come vengono regolare le due arie?
Si potrebbero utilizzare due ventole di immissione ed una centralina per carburare il tutto, senza la sonda lambda, ma solo attraverso, ad esempio, le temperature (fumi, focolare, o altro)??

Grazie, per chi mi illumina sull' argomento!