credo che nessuno ad oggi disponga di questi dati, bisognerebbe fare un giro tra le maggiori case produttrici di sementi e farsi dare perlomeno i dati % di amido e olio. ciao i tuoi test mi intrigano e vorrei sapere se la caldaia esiste già così o se tu ci stai lavorando.

Quella a nocciolino (4500 KCal/kg) dovrebbe andare anche a mais (6000 KCal/kg).<br><a href="http://www.webgiorgio.it/ambiente/caldaia_biomassa/index.htm" target="_blank">http://www.webgiorgio.it/ambiente/caldaia_biomassa/index.htm</a><br>

<div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b> (giorgio demurtas @ 27/6/2006, 00:02)</div><div id="quote" align="left">Quella a nocciolino (4500 KCal/kg) dovrebbe andare anche a mais (6000 KCal/kg).<br>[URL=http://www.webgiorgio.it/ambiente/caldaia_biomassa/index.htm]</div></div><br>Si la tua la uso (e la vendo) gi&agrave; da 7 anni, però col mais si può arrivare max al 40&#37; mais e 60&#37; pellet (50/50 se accetto di pulire le incrostazione nel bruciatore molto spesso), però poi la pulizia la devo fare completamente manuale.(E ne sarei anche stufo....). Sto vedendo che con alcuni tipi di mais posso far andare la caldaia al 100&#37; senza problemi. Con altri il problema è la fase di accensione quando col 100&#37; la macchina es. su 5 accensioni me ne buca 1 o 2. Allora con il 15&#37; di pellet mi metto al sicuro nei contronti di tutti i tipi di mais per accensioni sicure. Inoltre la combustione è + pulita con meno residui. La cosa mi è agevolata dalla suddivisione del serbatoio in 2 parti per i 2 combustibili.(Diverso però da quello che avviene nell&#39; Alpi, Arca o simili).Ho notato inoltre che fondamentale è la percentuale di umidit&agrave; ed infatti se fosse a livello pellet (8-10&#37 avrei un&#39;accensione ottima anche col 100&#37; mais.

Cosa intendi con <div align="center"><div class="quote_top" align="left"><b>CITAZIONE</b></div><div id="quote" align="left">5 accensioni me ne buca 1 o 2</div></div><br>? La tua si accende da sola?

Si certo accensione elettronica automatica per mezzo di resistenza.Per le accensioni successive alla 1°, la resistenza parte solo se non cè la brace necessaria al riavvio (entro 10-15 min dallo spegnimento del bruciatore)

Ma che caldaia è? E&#39; una dotazione di serie? c&#39;è modo di vedere delle foto o un opuscolo?<br>

E&#39; una caldaia che importiamo noi dall&#39;estero, presto sar&agrave; operativo il mio nuovo sito ed allora la potrai vedere. Questo prodotto lo abbiamo cercato dopo aver fatto esperienze e prove con le caldaie italiane le quali non ci hanno mai soddisfatto completamente come rendimenti e praticit&agrave; d&#39;uso. Ora sembra che abbiamo trovato il prodotto definitivo per quel tipo di utente che cerca una caldaia per bruciare i vari tipi di pellet (di legna,di mais, di vinaccia, di romice ecc...) e/o vari tipi di cereali (mais, grano, soia,segale, avena ecc...) mantenendo praticit&agrave; d&#39;uso (bassi livelli di manutenzione) e rendimenti prossimi al 90&#37;.<br>Ciao&#33;<br><br>Ps. Vedo se riesco a mandartene una foto in pvt.<br><br>

Non ci sono veramente disponibili molte tipologie di mais, in quanto normalmente si usa la tipologia &quot;indentata&quot; per uso zootecnico.I mais zootecnici si distinguono poi in centinaia di variet&agrave; diverse, ma andare a sapere quelle che funzionano meglio è difficile e forse inutile, perché in commercio le partite sono mischiate e non si tiene conto delle variet&agrave;. Mais speciali, tipo quelli a frattura vitrea o semivitrea (&quot;indurata&quot, per polenta costano qualcosa di più e sono meno facilmente reperibili, così come il mais dolce che si consuma in insalata.<br>Le distinzioni riguardano soprattutto la presenza di due forme di amido, amilosio ed amilopectina.<br>Per me potrebbe invece essere interessante, dal punto di vista economico soprattutto, impiegare come combustibile quelle partite di mais che non possono essere impiegate come alimento zootecnico perché contaminate dalle aflatossine (micotossine) perché queste si rintracciano poi nel latte. Oggi molte partite vengono scartate e non acquistate dai mangimifici se la presenza di aflatossine supera una certa soglia. Nella annate calde (vedi il 2003) il problema si manifesta in modo diffuso, probabilmente il mais contaminato e che non ha altri sbocchi costerebbe assai meno.