trasformazione bici normale in bici a pedalata assistita - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

trasformazione bici normale in bici a pedalata assistita

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • trasformazione bici normale in bici a pedalata assistita

    Buongiorno,
    volevo porVi un quesito sperando di trovare risposta.
    Mi sto interessando alla possibilità di realizzare una bici elettrica, e sto realizzando un primo prototipo modificando una bici già in mio possesso.
    La mia idea è di creare una bicicletta da poter commercializzare (sono infatti un artigiano che produco prodotti di vario genere, ho studiato e utilizzo la direttiva macchine) e di entrare sul mercato con due possibilità:
    a) A) trasformazioni di bici usate

    b) B) vendita di nuovo realizzato interamente da me.

    Vedo in giro di persone che si improvvisano “trasformatori di bici”. Basta avere un garage e molti si improvvisano meccanici. Io non credo che il tutto sia così semplice. Ci sono normative da seguire e come ogni prodotto, prima di essere immesso sul mercato, deve seguire un iter certificativo.
    Per esempio, parlando di direttiva macchine, se ti prendi la briga di modificare un prodotto, diventi responsabile della conformità del prodotto stesso e devi seguire un iter certificativo (rispettare i RES della direttiva macchine, creare il fascicolo tecnico, fornire un libretto d’uso e manutenzione, redigere una dichiarazione di conformità), sia esso un prodotto che intendi commercializzare, sia esso un prodotto che intendi usare personalmente.
    Dopo questa premessa arrivo al punto. La normativa sulle bici a pedalata assistita è di basa il Codice della Strada e nello specifico:
    Art.50 del Codice della Strada (modifica dell’art. 24/1 della legge 3.02.03 n.14)
    “I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW (250W) la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare.”
    Fondamentalmente quindi, rispettando quesito requisito si è a norma.

    CONTINUO IL MESS PRECEDENTE:

    Girovagando su internet ho letto che le bici a pedalata assistita rientrano nella direttiva macchine. Pertanto esse devono essere certificate secondo i RES della succitata direttiva e portare il marchio CE. Pertanto essa deve essere accompagnata anche dalla dichiarazione di conformità.
    Nessun problema quando si tratta di costruire una bici di sana pianta (si utilizzerà materiale certificato, come telaio e altri componenti). Il problema sussiste quando invece si “trasforma” una bici normale già circolante. Non è rischioso assumersi la responsabilità di apporre il marchio CE su una bici che fondamentalmente non si conoscono i particolari costruttivi? Tutti questi improvvisati meccanici da garage non si rendono conto del rischio?
    Altro punto la norma UNI EN 15194 (Biciclette EPAC). Come tutte le norme, essa assume carattere cogente solo quando è richiamata dalla legge. In Italia, da quanto mi risulta, essa non è cogente (se mi sbaglio, datemi i riferimenti normativi che la rendono obbligatoria). Comunque se si vuole essere competitivi sul mercato, sarebbe buona cosa che il prodotto finale rispetti i requisiti di tale norma. Anche qua quindi si pone un problema simile al punto precedente. Se inizio una produzione in serie di una bici, la spesa di certificazione (ho letto tale norma e sicuramente per alcune prove che contiene bisogna ricorrere a laboratori specifici) può essere ammortizzata in più esemplari. Assolutamente da scartare l’idea invece di certificare ogni singola bici nel caso si vogliano trasformare bici già circolanti !!! I costi sarebbero assurdi !!!
    In conclusione vorrei dire se tutti questi improvvisati meccanici si pongono il problema del rischio di non certificare un prodotto secondo la direttiva macchine (essa è obbligatoria a differenza delle norme) può comportare sanzioni ??? Ad una precisa domando uno di loro mi ha risposto “ma io l’ho modificata per uso personale”. Ma la direttiva macchine è chiara, anche per uso personale un prodotto va certificato.
    Grazie per l’attenzione e spero di aver aperto una discussione costruttiva.
    Ultima modifica di nll; 22-09-2014, 17:08. Motivo: Unione messaggi consecutivi dello stesso utente

  • #2
    Interessanti note, sebbene non abbia una bici a pedalata assistita, non mi ero posto il problema.
    Fare chiarezza sulla possibilità di fronteggiare problemi è utile, ma mi chiedo a che tipo di problemi si espone in fianco? (es.: una multa?)

    Commenta


    • #3
      Ciao ccriss

      Io credo che i problemi maggiori possano incorrere in caso di controlli o peggio ancora un sinistro dove magari viene verificato che il mezzo corrisponda esattamente alla normativa.
      Per gli utilizzatori credo si incorra in sanzioni del codice della strada. Ma se si risale a chi l'ha costruita le sanzioni diventano molto serie e pesanti. Leggersi l'art 15 del D.Lgs 17/2010 per farsi un'idea.

      Commenta

      Attendi un attimo...
      X