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  • hmmm,interessante,

    ma una cosa .quantum...

    non ho difficoltà ad ammettere che l'equazione della sfrantumazione del gamma l'hai postata per primo, io ho poi aggiunto alcuni dati...
    e non l'ho postata solo perchè non ho avuto il fegato...dopo aver descritto con precisione come doveva avvenire l'effetto fisico
    quindi...per me va bene...

    sai,,,la meccanica quantistica è sorprendente...non può predire l'esatto comportamento di una particella,
    ma predice con sorprendente precisione le probabilità di comportamento...
    e fin qui non ha mai sbagliato....

    Edited by Quantum Leap - 1/10/2007, 07:55

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    • Sulla rivista "Nature"
      Un cavo risonante per l'informatica quantistica

      Il sistema è simile a una versione in miniatura di una linea di trasmissione via cavo della televisione, ma con alcune caratteristiche assolutamente peculiari, quali i circuiti di materiali superconduttori a resistenza nulla e bit di dati multi-tasking che seguono le regole della meccanica quantistica PAROLE CHIAVEqubit

      computer quantistico
      I fisici del National Institute of Standards and Technology (NIST) sono riusciti a trasferire informazione tra due “atomi artificiali” mediante le vibrazioni elettroniche di un cavo di alluminio microfabbricato, mettendo così a punto una tecnologia che potrebbe entrare a far parte dei componenti dei futuri computer quantistici.

      Il sistema è simile a una versione in miniatura di una linea di trasmissione via cavo della televisione, ma con alcune caratteristiche assolutamente peculiari, quali i circuiti di materiali superconduttori a resistenza nulla e bit di dati multi-tasking che seguono le regole della meccanica quantistica.

      Il cavo risonante ottenuto dal NIST, descritto sull’ultimo numero della rivista “Nature”, sembra essere molto più semplice da realizzare dei suoi concorrenti costruiti finora, come i singoli atomi, utilizzati nelle sperimentazioni di laboratorio per memorizzare e trasportare i dati nei prototipi di componenti per computer quantistici.

      In questo studio, in particolare, gli scienziati sono riusciti a codificare l’informazione in un qubit – analogo quantistico del bit – e a trasferirla in forma di radiazione nelle microonde nella parte risonante del cavo per un breve intervallo di tempo - 10 nanosecondi - e successivamente a trasferire tale informazione a un secondo qubit.

      “Abbiamo verificato il funzionamento di un nuovo elemento per i sistemi di informazione quantistica”, ha spiegato il fisico del NIST Ray Simmonds. “Si tratta di un progresso significativo poiché significa che è possibile accoppiare diversi qubit e trasferire informazioni tra di essi utilizzando un semplice componente.”
      -------
      sempre sullo stesso tema...

      Calcolo quantistico
      La singolare matematica dei fotoni

      In particolari situazioni la semplice sottrazione di un fotone ha come risultato un aumento, anziché una diminuzione nel numero di fotoni restanti PAROLE CHIAVEFotone
      Due più due fa quattro? E, soprattutto, quattro meno due fa due? Non sempre. Nella meccanica quantistica, quando si aggiungono e sottraggono fotoni, le normali regole dell'aritmetica non valgono più.
      Le bizzarre leggi delle microscopiche particelle di luce sono state verificate per la prima volta grazie a un esperimento eccezionale, condotto da un gruppo di ricercatori dell'Istituto nazionale di ottica applicata (Inoa) del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze, del Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare (Lens), dell'Università di Firenze e della Queen's University di Belfast. I risultati sono pubblicati sull'ultimo numero di "Science". La scoperta rende possibile la creazione di nuovi strumenti e computer dalla precisione e capacità finora irraggiungibili e del tutto impenetrabili alle intercettazioni.

      "Nel nostro laboratorio - spiega Marco Bellini dell'Inoa-Cnr - abbiamo dimostrato per la prima volta come aggiungere e sottrarre in modo assolutamente controllato singole particelle di luce, i fotoni, da un campo luminoso di tipo classico, simile cioè a quello emesso dal Sole o da una comune lampadina". Tali particelle luminose fondamentali e indivisibili obbediscono alle regole della meccanica quantistica, diverse rispetto agli oggetti di uso comune, seguendo comportamenti apparentemente bizzarri e illogici.

      "Il nostro gruppo, cui partecipano Valentina Parigi del Lens, Alessandro Zavatta dell'Università di Firenze e Myungshik Kim dell'Università di Belfast, aveva già mostrato come far percorrere a un solo fotone due cammini alternativi, in modo da farlo trovare contemporaneamente in due posizioni diverse. Nell'ultimo esperimento, abbiamo invece dimostrato come, se si aggiunge un fotone e subito dopo se ne estrae un altro da un particolare campo luminoso, il numero finale di fotoni può diventare completamente diverso da quello iniziale. Ancora più sorprendente è che la semplice sottrazione di un fotone da particolari campi luminosi ha come risultato un aumento, anziché una diminuzione nel numero di fotoni restanti. Come se si aumentasse il numero di palline contenute in una scatola tutte le volte che se ne estrae una!".

      Sebbene apparentemente controintuitivi, questi risultati sono in realtà esattamente quelli previsti per gli oggetti microscopici dalle bizzarre leggi della meccanica quantistica, che gli esperimenti di Bellini e degli altri ricercatori hanno permesso per la prima volta di verificare in modo diretto.

      Ma a quali risultati può portare questa eccezionale scoperta? "A parte l'estremo interesse per l'avanzamento delle nostre conoscenze fondamentali sul funzionamento dell'universo, potremo forse avere presto importanti e innovative ricadute applicative. L'aver realizzato sequenze perfettamente controllate di aggiunte e sottrazioni di singoli fotoni da un campo luminoso apre la strada alla generazione di luce dalle proprietà completamente nuove, ad esempio alla costruzione di nuovi strumenti per misure di forze e spostamenti infinitesimali, dalla precisione finora irraggiungibile. Un computer basato su queste proprietà quantistiche potrebbe risolvere in modo rapido ed efficiente problemi attualmente irrisolvibili anche per le macchine più potenti. Inoltre, si potrebbero realizzare particolari stati di luce per la comunicazione a distanza di dati riservati, assolutamente impenetrabile alle intercettazioni".

      La cosiddetta ‘crittografia quantistica' si basa su messaggi codificati con una chiave segreta, sistema che però oggi pone il problema dello scambio della chiave tra mittente e destinatario: per quanto sicura sia la procedura, infatti, una spia può sempre inserirsi nella trasmissione, leggere i dati e reindirizzarli al destinatario senza che la sua presenza venga rivelata. Con una ‘chiave quantistica' che segua le leggi degli stati di luce ora prodotti in laboratorio, vale invece il ‘principio di indeterminazione di Heisenberg', secondo cui è impossibile misurare le caratteristiche di un sistema senza modificarlo: l'eventuale spia, insomma, altererebbe in modo incontrollabile la chiave e verrebbe scoperta. La privacy sarà finalmente assicurata?

      ***

      Edited by Quantum Leap - 3/10/2007, 14:42

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      • articolo interessante sull'effetto tunnel in soluzioni chimiche

        http://www.iop.org/EJ/article/1003-7713/20...y3BGA4-2s2wi7Kg

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        • articolo interessante sulla diffusione fotoni
          Invisibilità, istruzioni per l'usoAlcuni ricercatori americani hanno realizzato il primo mantello dell'invisibilità in grado di funzionare nella luce visibile, basandosi sulla scoperta che risale a poco tempo fa dell'invisibilità nel campo delle microonde.


          Il mantello dell'inivisibilità, elemento fondamentale di ogni cartone animato o supereroe che si rispetti, potrebbe finalmente smettere si esistere solo nei libri o in televisione.

          Un gruppo di fisici, negli Stati Uniti, ne ha creato un piccolissimo esemplare di un mantello che rende invisibili gli oggetti che riopre, che certo non potrà competere con i migliori trucchi di magia, ma è sicuramente in grado di far sparire, ricorrendo solo ed esclusivamente a proprietà fisiche e scientifiche dei materiali che lo compongono, oggetti molto piccoli e bidimensionali.

          Le sue misure sono per ora decisamente ridotte, ha un diametro di soli 10 micrometri, impossibile vederlo ad occhio nudo, ed è in grado di deviare la luce attorno all'oggetto che ricopre.

          L'effetto che sarebbe percepibile dall'occhio umano è proprio quello di invisibilità, poichè quello che osserveremmo sarebbe la luce che si muove non più lungo linee rette, ma lungo traiettorie sviate dalla presenza del mantello, generando così l'invisibilità dell'oggetto posto al suo interno.

          Il nuovo mantello dell'invisibilità è stato construito da un gruppo di ricercatori diretti da Igor Smolyaninov dell'Università del Maryland, e fa ricorso ad alcune idee che erano già state proposte quando poco tempo fa venne realizzata da Vladimir Shalaev della Purdue University (in Indiana, Stati Uniti) la prima ipotesi a livello scientifico su come creare questo tipo di oggetto.

          Non solo, la nuova scoperta arriva esattamente un anno dopo che un gruppo di fisici inglesi e americani aveva cercato di creare un mantello dell'invisibilità che funzionava però solo nel campo delle microonde dello spettro elettromagnetico.

          Ai tempi di questa prima invenzione si riteneva che fosse molto complicato costruire un oggetto che fosse in grado di creare situazioni di invisibilità nel campo della luce visibile, a causa del fatto che in questa zona dello spettro le onde elettromagnetiche sono molto più corte.

          "Alle frequenze della luce visibile, le onde si fanno molto piccole, e per questo le possibili proprietà che si possono sfruttare nei materiali esistenti sono limitate", spiega John Pendry, fisico e ricercatore all'Imperial College di Londra, e membro del gruppo di studiosi che aveva realizzato il mantello dell'invisibilità a microonde.

          Per risolvere il problema, il gruppo di ricercatori capitanati da Igor Smolyaninov ha confinato la luce a due dimensioni. "Il nostro mantello non controlla la luce che vediamo direttamente", spiega Ulf Leonhardt, fisico della University of St Andrews, in Inghilterra. "In realtà non si tratta esattamente del tipo di invisibilità che fa parte del nostro immaginario comune", aggiunge.

          Il procedimento di realizzazione del mantello è piuttosto complicato (clicca qui per vederne un'immagine).

          Il gruppo di ricercatori del Maryland ha iniettato luce di ciano polarizzata dentro a una superficie d'oro attraverso delle piccole fibre ottiche. Le onde di propagazione della luce si sono convertite così in plasmoni di superficie, che oscillano attraverso gli elettroni che la compongono, in due dimensioni.

          Se si riuscisse a creare mantelli dell'invisibilità tridimensionali dovrebbero essere in grado di controllare le onde di luce sia a livello magnetico che elettronico, per riuscire a farli deviare attorno all'oggetto da nascondere. A livello bidimensionale, invece, i plasmoni sono molto più facili da governare.

          Il mantello realizzato da Igor Smolyaninov e colleghi consiste quindi in alcuni anelli d'oro concentrici e bidimensionali, rivestiti di un tipo di plastica chiamato polymethyl methacrylate.

          Sia l'oro che la plastica hanno differenti proprietà di rifrazione, e fanno in modo che il percorso dei plasmoni prenda curvature differenti.

          Cambiando la quantità di oro e plastica presente nelle diverse parti del "mantello", i ricercatori possono controllare con buona precisione la direzione che prenderanno i plasmoni, e quindi farli passare attorno al mantello, seguendo la sua struttura sferica data dalla forma degli anelli d'oro.

          L'effetto funziona più o meno come se si trattasse di una roccia che si trova dentro a una cascata d'acqua, e che ne cambia la direzione venendono però avvolta completamente.

          Il mantello è però ancora da perfezionare. Il problema potrebbe essere il riflesso, lo stesso che ci permette di individuare la presenza di una parete di vetro trasparente quando ci si riflette qualcosa sopra. I ricercatori non hanno spiegato se il loro nuovo mantello trasparente ha un effetto riflettente della luce.

          Secondo Ulf Leonhardt la scoperta potrebbe essere molto utile nei microchip dei computer. "Si potrebbero usare le stesse caratteristiche dei plasmoni per comunicare tra aree diverse dei microchip", spiega.


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          • Hai presente un monitor piatto LCD computer ?
            Non sarebbe più semplice un mantello LCD che emette come immagine quello che sta dietro ?
            Senza fare tutte quelle cose complicate ?

            Le videocamere che riprendono le immagini dove stanno ?
            Stanno al di fuori del mantello e sono invisibili perchè piccole come una zanzara e trasmettono il segnale televisivo al mantello.

            Quindi il mantello dell'invisibilità è legato alla capacità tecnologica di fare riprese video con apparecchi grandi come una zanzara, ed inoltre è legato alla capacita di ricoprire il mantello con elettronica LCD.

            e ci voleva tanto ?

            ecco fatto il mantello dell'invisibilità

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            • forte genco....

              beh,sì, alcuni stanno studiando questa possibilità...
              mi sembra in un laboratorio giapponese...

              ma non conosco i risultati....
              dal mio punto divista, le qualità di rifrazione negativa...
              sembrano confermare l'utilità di un modellocorpuscolare per la diffusione di fotoni...

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              • interessante...
                Rotatorie per atomi
                Dimostrata l’esistenza di vortici magnetici destrosi e sinistrorsi formati dalle particelle intorno a piccolissime calamite

                Una ricerca, realizzata da un gruppo di scienziati dell’Università di Bonn (Germania), svolta in collaborazione con i colleghi di Berlino e Ginevra, ha dimostrato l’esistenza (finora solo ipotizzata) di vortici destrorsi e sinistrorsi di atomi magnetizzati. Il fenomeno, spiegato su Nature, porta il nome inglese di 'ferrotoroidicity' e potrebbe essere alla base, tra le altre cose, di una nuova generazioni di hard disk.

                Un vortice magnetico può essere immaginato come una 'rotatoria' per atomi. Queste particelle si muovono infatti seguendo un immaginario anello intorno a piccolissime calamite. La direzione di questa rotatoria non è obbligata, ma può cambiare a seconda dell'orientamento dei poli magnetici: quando i poli puntano tutti in senso orario il vortice di atomi si muove verso destra, se puntano in senso antiorario, gira verso sinistra.

                “L’esistenza di un sistema atomico circolare di questo tipo era stato ipotizzato già da molti anni” spiega il fisico Manfred Fiebig a capo della ricerca. “In questo studio sul fosfato di litio e cobalto, siamo riusciti per la prima volta a osservarlo direttamente, e grazie a laser ottici ne abbiamo determinato la direzione”.

                La scoperta è estremamente interessante come punto di partenza per la ricerca di base e applicativa. I vortici magnetici potrebbero infatti essere sfruttati per immagazzinare informazioni: nel linguaggio binario, il traffico della rotatoria atomica verso destra potrebbe rappresentare il numero binario “0”, e quello verso sinistra l’“1”. I futuristici hard disk risolverebbero una serie di problematiche tipiche di quelli attualmente in uso, come il rischio di sovrascrittura delle informazioni. (m.r.)

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                • Ho delle domande importanti di farti...

                  In questo link c'è scritto quanto segue...

                  Li7 + neutrone = He4+Trizio+(neutrone lento) - 2.5 MeV (perdo energia ma guadagno un neutrone lento)
                  Li6+n=He4+T+4.86 MeV (guadagno energia ma non ci sono neutroni)

                  poi c'è scritto che Il litio naturale è composto da 92.5% Li7 e 7.5% da Li6.

                  In ambo i 2 casi io guadagno sempre energia perchè il neutrone lento da solo poi che fine fa ?
                  Decade in protone dopo 15 minuti ed emette energia, oppure viene assorbito da acqua esterna ed emette 2,22 Mev

                  Quindi io pensavo...
                  Invece di fare quelle cattredrali di tokamak iter demo, eccetera, non era più semplice accontentarsi e guadagnare energia semplicemente producendo trizio ?

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