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Tutto sul riciclaggio dei pneumatici usati

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  • Tutto sul riciclaggio dei pneumatici usati

    Probabilmente questo argomento è stato già afforntato su altre discussioni , alcune le ho lette , ma non ho trovato quello che mi può servire . Vi spiego la mia situazione.
    Vivo in Calabria e amo la mia terra , ma questa è spesso deturpata da vere e proprie discariche a cielo aperto ! Ho rilevato che spesso si trovano un sacco di pneumatici usati buttati nei terreni e ai margini dei fiumi , e quindi ho pensato , che al contrario dei vari rifiuti solidi urbani , i pneumatici siano più facilmente individuabili e probabilmente meglio gestibili , e prospettandosi delle congiunture favorevoli , volevo valutare la possibilità di creare un impianto di riciclaggio per pneumatici . Mi servirebbe qualsiasi informazione possibile . Dai costi al funzionamento di un tale impianto , se è un settore conveniente e le quantità di pneumatici da lavorare per non risultare in perdita , aziende a cui chiedere i preventivi , commercializzazione del prodotto finito.. Insomma , di tutto!
    Ringrazio anticipatamente chi risponderà

  • #2
    complimenti per l'idea di trasformare un problema in soluzione come possibile opportunità di lavoro.
    io valuterei del riuso creativo con i pneumatici
    «Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo». Mahatma Gandhi

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    • #3
      Il riciclaggio dei pneumatici parte da una serie di autorizzazioni che devono essere rilasciate dalle autorità locali, provinciali e regionali in funzione della quantità di PFU ( pneumatici a fine utilizzo) che si prevede di trattare. Attualmente il campo di azione per chi non è legato ai produttori di pneumatici sta diventando sempre più ridotto a causa di una legge che ha attribuito ad essi la competenza del ritiro dei PFU attraverso varie organizzazioni e consorzi. Non saprei dirti sotto quale forma potresti avviare una attività che si occupi di raccogliere nelle discariche abusive solo i PFU. Prova a chiedere all'assessorato alla ecologia della tua provincia.
      Per le lavorazioni possono limitarsi alla sola tranciatura e frantumazione con successiva vagliatura e suddivisione nelle diverse pezzature del materiale di risulta sino alla separazione della gomma dalle tele e dall'acciaio.
      A seconda della lavorazione e delle pezzature i materiali di risulta potranno avere svariati usi come materie prime secondarie o come componente ad alto potere calorifico di combustibili per cementerie, termovalorizzatori e centrali termoelettriche alimentate a carbone che abbiano una autorizzazione specifica. Le mescole degli ultimi anni non superano mai l'1% di zolfo risultando meno inquinanti del carbone.
      I volumi economicamente convenienti sono funzione degli investimenti, dei costi di raccolta, dei quantitativi annuali autorizzati. Non è un ragionamento codificabile in maniera univoca ma varia da situazione a situazione.
      Il mercato italiano dei derivati da PFU è oggi molto inflazionato e subisce il rallentamento di tutte le altre industrie, purtroppo come tutti i rifiuti è diventato pressoché impossibile esportarli verso paesi che li utilizzerebbero. In Africa per esempio non esistono PFU, un pneumatico che per noi è usato in Mozambico è in grado di percorrere ancora parecchi chilometri........

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      • #4
        Grazie siete stati gentilissimi... So che i pneumatici sono raccolti da consorzi costituiti per legge ma non credo si occupino anche di riciclarli , e comunque io pensavo che dato che riciclarli dovrebbe essere l'obiettivo , e non raccoglierli e basta , con le dovute autorizzazioni si potevano prendere questi pneumatici direttamente dai gommisti! Ma questa è la mia idea di come dovrebbe funzionare la cosa.. A voi risulta altro? Una volta raccolti dal consorzio che fine fanno?? e poi per quanto riguarda il mercato inflazionato , io avevo letto su questo forum (ma forse era una discussione vecchia) che il prodotto veniva interamente venduto in Italia senza bisogno di andare all'estero.

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        • #5
          Io avevo sentito che vengono usati come materia prima per l'asfalto drenante...una soluzione fantastica!

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          • #6
            Non l'ho citato perchè all'atto pratico, dopo svariati esperimenti , si tende a modificare i bitumi con polimeri vergini a composizione costante. Anche se allettante l'utilizzo del polverino nella fase di polimerizzazione a caldo e miscelazione con il bitume pone una serie di incognite imprevedibili come: rigonfiamento e agglomerazione della massa, difficoltà di miscelazione e segregazione con blocco delle pompe ecc.
            Una cisterna di bitume costa circa 13.000 - 14.000 €, sono esperimenti costosi.......
            Una applicazione più sicura è nelle pavimentazione fonoassorbenti in pezzatura più grande come inerte a integrazione della curva granulometrica e nella pavimentazione di impianti sportivi per le piste di atletica e certi campi con pavimentazione sintetica. Sono tutte applicazioni a media temperatura in cui non avvengono modificazioni della struttura molecolare della gomma.
            Era molto proficuo ma mi pare non sia più consentito l'utilizzo sopra e sotto i teli impermeabili delle discariche di uno strato di parecchie decine di centimetri di polverino come antipunzonamento in alternativa alla sabbia

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            • #7
              Ho letto anche io che è utilizzabile per l'asfalto drenante , in più anche per dei pannelli solanti da utilizzare nell'edilizia , pavimentazioni sportive sintetiche , e anche trasformandolo in gommini utilizzati nell'erba sintetica per ammortizzare e dare più grip come sostitutivo della sabbia .!
              Ma qualcuno di voi sa dirmi , dato che i pneumatici ormai vengono raccolti come detto sopra da un consorzio istituito per legge (ecopneus dovrebbe essere) , se vi è la possibilità ai fini del riciclaggio , di andare a prendere i pneumatici direttamente dai gommisti della zona?

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              • #8
                Solo se fai parte del consorzio....

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                • #9
                  ah ok.. allora bisogna consorziarsi ..! Grazie mille Cercherò allora altre informazioni tramite il consorzio ..
                  PS. Auguri di Buon Natale anche se posticipati !

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                  • #10
                    altro metodo di riutilizzo dell'SBR è la pirolisi termica in ambiente inerte

                    Francy
                    Ultima modifica di Mr.Hyde; 27-12-2013, 12:09.

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                    • #11
                      In realtà al Consorzio aderiscono i Produttori dei pneumatici. Gli impianti che vogliono trattare i PFU gestiti dai Consorzi risultano essere dei fornitori di servizi dei Consorzi stessi.
                      I principali Consorzi sono 2, Ecopneus e Ecotyre.
                      Per vedere se la tua zona è già coperta da uno o più impianti potresti andare sul sito di Ecopneus, nella sezione dedicata agli impianti e verificare se nella tua zona ci sono già degli impianti che hanno stipulato accordi con il Consorzio.

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                      • #12
                        Piedag, mi spiace dirtelo ma per mettere in piedi un impianto di recupero PFU a parte le autorizzazioni e i permessi ambientali che sono gia loro un ostacolo quasi insormontabile per un privato ci vogliono come minimo 300/500.000 € di investimenti in impianti e attrezzature oltre alla necessita di un'area di raccolta chiusa e confinata essendo i pneumatici usati classificati come rifiuti speciali. Vedi tu .......
                        Viva la tecnologia che semplifica la vita.
                        Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza.

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