Buongiorno a tutti, sono nuovo del forum e mi accingo a porvi una serie di domande in quanto, nuovo della materia rifiuti, dopo un incontro con alcuni amministratori, mi sono creato una tale confusione in testa che non riesco a venirne a capo.
Iniziamo....
PREMESSA
Una società privata vuole realizzare un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani. La tecnologia che vuole utilizzare è una tecnologia brevettata israeliana con la quale trattando direttamente l'indifferenziato urbano si tirano fuori con varie tecnologie e processi i vari prodotti della differenziazione (plastica, carta, vetro, alluminio, etc...).
Domanda 1. Può un privato realizzare un simile impianto, oppure nelle beghe della normativa il compito di realizzazione ovvero di previsione di realizzazione (degli impianti, delle discariche, etc.) è di competenza delle sole regioni ovvero provincie e pertanto si deve prima discutere con loro e redigere apposite convenzioni?
Domanda 2. Qualora al privato fosse concessa la facoltà di realizzarlo, al di la dell'iter autorizzativo che è l'unica cosa che mi è chiara, come si gestisce il rapporto con i Comuni? Intendo dire, una volta che un privato realizza un impianto di trattamento, un comune può direttamente conferire i rifiuti presso lo stesso (presupponendo che lo stesso possa avere un risparmio rispetto alla tarriffa attuale di smaltimento) oppure deve comunque preparare un gara ad evidenza pubblica?
Domanda 3. Qualora i comuni abbiamo la facoltà di decidere dove conferire i rifiuti (secondo il criterio della massima economicità e secondo il criterio che alla fine il comune stesso è come se stesse differenziando i propri rifiuti al 75% - utiizzando l'impianto privato in questione), può lo stesso stringere una convenzione con il privato in cui l'Ente si impegna a conferire i rifiuti per "x" anni mentre il privato si impegna a far risparmiare il comune sulla tariffa per "x" anni e si impegna e garantisce la differenziazione per almeno il 75%? - Diciamo che la convenzione servirebbe per garantire l'apporto di rifiuti all'impianto per un numero prefissato di anni per garantire il corretto recupero del capitale investito (interamente privato).
Domanda 4. Qualora al privato non fosse concessa la facoltà di realizzare tale tipologia di impianto (sempre per le questioni regionali e provinciali), può proporre ad una serie di comuni (in numero tale da garantire la quantità di rifiuti necessari al corretto funzionamento dell'impianto) una convenzione in cui gli stessi comuni aderiscono ad un consorzio (senza fargli investire capitali - quindi no soldi pubblici) e pertanto si obbligano a conferire i propri rifiuti presso l'impianto ....che in tal caso è come se fosse misto pubblico-privato?
So di averne altre cento di domande ma per il momento mi fermo a queste.
Grazie per l'aiuto e per le info che mi fornirete.
Raffaele
Iniziamo....
PREMESSA
Una società privata vuole realizzare un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani. La tecnologia che vuole utilizzare è una tecnologia brevettata israeliana con la quale trattando direttamente l'indifferenziato urbano si tirano fuori con varie tecnologie e processi i vari prodotti della differenziazione (plastica, carta, vetro, alluminio, etc...).
Domanda 1. Può un privato realizzare un simile impianto, oppure nelle beghe della normativa il compito di realizzazione ovvero di previsione di realizzazione (degli impianti, delle discariche, etc.) è di competenza delle sole regioni ovvero provincie e pertanto si deve prima discutere con loro e redigere apposite convenzioni?
Domanda 2. Qualora al privato fosse concessa la facoltà di realizzarlo, al di la dell'iter autorizzativo che è l'unica cosa che mi è chiara, come si gestisce il rapporto con i Comuni? Intendo dire, una volta che un privato realizza un impianto di trattamento, un comune può direttamente conferire i rifiuti presso lo stesso (presupponendo che lo stesso possa avere un risparmio rispetto alla tarriffa attuale di smaltimento) oppure deve comunque preparare un gara ad evidenza pubblica?
Domanda 3. Qualora i comuni abbiamo la facoltà di decidere dove conferire i rifiuti (secondo il criterio della massima economicità e secondo il criterio che alla fine il comune stesso è come se stesse differenziando i propri rifiuti al 75% - utiizzando l'impianto privato in questione), può lo stesso stringere una convenzione con il privato in cui l'Ente si impegna a conferire i rifiuti per "x" anni mentre il privato si impegna a far risparmiare il comune sulla tariffa per "x" anni e si impegna e garantisce la differenziazione per almeno il 75%? - Diciamo che la convenzione servirebbe per garantire l'apporto di rifiuti all'impianto per un numero prefissato di anni per garantire il corretto recupero del capitale investito (interamente privato).
Domanda 4. Qualora al privato non fosse concessa la facoltà di realizzare tale tipologia di impianto (sempre per le questioni regionali e provinciali), può proporre ad una serie di comuni (in numero tale da garantire la quantità di rifiuti necessari al corretto funzionamento dell'impianto) una convenzione in cui gli stessi comuni aderiscono ad un consorzio (senza fargli investire capitali - quindi no soldi pubblici) e pertanto si obbligano a conferire i propri rifiuti presso l'impianto ....che in tal caso è come se fosse misto pubblico-privato?
So di averne altre cento di domande ma per il momento mi fermo a queste.
Grazie per l'aiuto e per le info che mi fornirete.
Raffaele
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