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Riciclare non basta

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  • Riciclare non basta

    Il riciclaggio è utile, ma non così tanto come viene dato da pensare. Il problema infatti nasce dal fatto che i prodotti e sopratutto i loro imballaggi non sono pensati e progettati per essere riciclati. Cosa significa questo? Significa che i materiali usati non possono essere riciclati più di una o due volte e comunque hanno bisogno di essere reintegrati con sostanza pura affichè ritrovino le caratterisitiche del prodotto originale (per esempio: la carta riciclata è giallognola e filacciosa e quindi per produrre carta bianca viene addizionata a carta nuova con il conseguente inquinamento di sostanze sbiancanti). Ma un'altra via è possibile. Leggendo qua e la ho scoperto che non solo è possibile utilizzare prodotti (quasi) al 100% riciclabili, ma di conseguenza è anche possibile diminuire la richiesta eneregetica per il loro riciclaggio. Spero di non aver sparato castronerie. Appena avrò altri esempi o pensieri li riporterò. A presto!!

  • #2
    Si, bongiafritta, non e' detto che il materiale riciclato debba servire proprio per lo stesso impiego precedente. Se si perdono parte delle prestazioni, basta usarlo per impieghi meno esigenti.

    Ciao
    Mario
    Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
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    Mala tempora currunt, non contattatemi piu' per questioni riguardanti il forum, grazie, il mio tempo e' finito.
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    L'energia non si crea ne' si distrugge, ma ne sprechiamo troppa in modo irresponsabile. Sito personale: http://evlist.it
    Se fate domande tecniche e volete risposte dal forum precise e veloci, "date i dati" specificando anche l'ambiente operativo e fornendo il maggior numero possibile di informazioni.
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    • #3
      E' il caso anche dei copertoni d'auto, che sono reimpiegati come fonoassorbente nelle asfaltature stradali, oppure nella costruzione del sottofondo dei campi in erba sintetica, o delle piste d'atletica.

      Anche la carta può essere reimpiegata e senza necessità di sbiancarla, per esempio per produrre imballaggi. Ma anche per produrre nuova carta per le linee di prodotti, appunto, da riciclo e posso garantire che, sarà forse per un fattore "moda", in molti casi il prezzo di vendita al consumo è addirittura superiore a quello della carta vergine!

      Certamente è utile sviluppare una coscenza orientata al riciclo e alla riduzione dei volumi degli imballaggi, speriamo che gli imprenditori, in primis, decidano di adottare misure in questo senso, senza attendere d'essere costretti da una Legge dello Stato.

      Ho due amici, coniugi, che sono titolari di una ditta d'imballaggi e sono sensibili all'argomento. Progettano anche gli imballaggi che realizzano ed hanno deciso di spendere un po' di tempo allo studio di soluzioni che impieghino meno materiale, garantendo le caratteristiche d'igiene, robustezza e praticità di sempre, limitando al massimo l'uso di accoppiati. Lo sforzo economico che stanno facendo, ripensando anche i progetti già consolidati, è ripagato dalle scelte dei loro clienti.
      Esorto anche gli altri imprenditori del settore a fare altrettanto e i loro clienti a preferire i prodotti realizzati con questi criteri, anche se la Legge non li obbliga, né li incentiva in qualche modo.

      ••••••••••••

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      • #4
        Ma il problema del riciclo non riguarda solo i prodotti composti prevalentemente da un tipo di materiale (es pneumatici, bottiglie, ecc) ma anche rifiuti più ingombranti come una vecchia macchina dismessa o una poltrona. Il caso delle automobili poi è sconcertante. Si pensi all'enorme quantità di materiali di prima qualità (acciaio, rame per esempio) che sono rifusi insieme anzichè separati al momento del disassemblaggio, perdendo la maggior parte delle loro caratteristiche uniche. Ho trovato un vecchio rapporto in cui da un po' di cifre al riguardo (è un po' lunghetto) al sito:

        http://lists.peacelink.it/consumatori/msg00436.html

        Un'auto una volta inutilizzabile è ancora una fonte di materiali che possono essere utilizzati come fossero nuovi. Lo aveva capito anche il fondatore della Ford (Henry Ford), il quale tra le altre idee ecologiche da lui attuate, fece erigere presso la fabbrica principale di assemblaggio, un vera e propria
        cateta di smontaggio in cui veniva portate le macchine destinate allo sfasciacarrozze e da cui si racuperavano separatamente i vari pezzi. Ovviamente si parla di altri tempi (quando venica costruita la primissima Ford T la prima automobile per il grande pubblico) ma oggigiorno questa idea non è affatto da buttare anzi!

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        • #5
          Per l'automotive, i grandi elettrodomestici e i rifiuti tecnologici (PC, stampanti, fotocopiatrici, ecc...) vi sono apposite ditte che si occupano della rigenerazione di quanto ancora utilizzabile, del recupero dei materiali riciclabili e dello smaltimento del restante materiale. Non si tratta di molte ditte e forse non sono neppure in numero sufficiente, ma so che in quelle che sono nei dintorni di Torino confluiscono oggetti da rottamare provenienti da molte regioni d'Italia. Non v'è necessità di scomodare l'imprenditore americano.

          ••••••••••••

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          • #6
            L'imprenditore americano è due righe morto, comunque mi fa piacere sapere che queste aziende sono presenti anche sul territorio nazionale. Ammetto la mia ignoranza, cercherò qualche informazione in giro. Grazie!!

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            • #7
              CITAZIONE
              Ma il problema del riciclo non riguarda solo i prodotti composti prevalentemente da un tipo di materiale (es pneumatici, bottiglie, ecc) ma anche rifiuti più ingombranti come una vecchia macchina dismessa o una poltrona. Il caso delle automobili poi è sconcertante.

              Ciao bongiafritta
              hai mai sentito parlare del F.A.RE. (fiat auto recyling)
              consorzia vari rottamatori d'auto in una virtuale catena di smontaggio
              Si può discutere sui risultati o sul fluff sparpagliato nelle campagne piemontesi da certe di persone disoneste
              ma bisogna sapere che qualcosa esiste ...
              Sul modello del F.A.RE. dovrebbero nascere consorzi di riciclatori per tutti i tipi di beni di consumo.
              Negli ultimi anni si è arrivati a un risultato importante con il RAEE per il recupero degli elettrodomestici fuori uso.

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              • #8
                Quando scrivo di non scomodare l'imprenditore americano, non intendo "quell'imprenditore", nella fattispecie FORD, ma qualunque imprenditore, anche se non proprio americano, ovvero: abbiamo in casa soluzioni già felicemente sperimentate, come quella della Fiat citata da rbarba, che altro non ha fatto (la Fiat, non rbarba) che copiare quanto già si stava facendo in questa zona per i rifiuti tecnologici.

                Certamente una grande mano la danno i progettisti dei beni, che curano la progettazione dei particolari anche in funzione del disassemblaggio e del recupero dei vari componenti, una volta che l'apparecchio ha cessato la sua vita operativa e in questo consiste l'idea rivoluzionaria del progetto F.A.RE.

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