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Lotta ai rifiuti: no al super-packaging!

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  • Lotta ai rifiuti: no al super-packaging!

    Buona sera ragazzi...

    Ieri ho fatto un giretto al centro commerciale... e mentre vagavo per le corsie senza una meta precisa, ho osservato come ci sia una vera MONTAGNA di prodotti abbastanza piccoli che per motivi commerciali sono proposti in confezioni rindondanti ed esagerate... Più piccoli sono e più grandi sono le confezioni.
    Capisco la necessità di rendere poco "imboscabile" il prodotto come prevenzione del taccheggio... ma spesso è un esagerazione assolutamente gratuita...

    Alla fine torni a casa con un sacchetto pieno, quando poi togli i prodotti dalle confezioni sul tavolo hai si e no una manciata di oggetti... mentre ti resta lo stesso sacchetto pieno di materiale o pregiato o energivoro come processo di produzione, a ben vedere seminuovo (penso alle confezioni di carta, che di fatto vengono buttate da nuove...) che diventa rifiuto cinque minuti dopo l'acquisto.

    Se ci pensate tutto questo è un eresia...

    Ferma restando la politica della raccolta differenziata... io mi chiedo se non si possa fare nulla per evitare tutto questo alla fonte.

    Spiegatemi perchè il dentifricio, che è una confezione sigillata, deve avere una scatola di carta, tanto per fare un esempio...

    Considerando che la confezione è il prodotto di una ricerca di marketing finalizzata a catturare il cliente... allora il cliente a sua volta può fare qualcosa per far invertire la tendenza...

    Se iniziassimo a boicottare i prodotti con i packaging più ingombranti, facendo presente il motivo per cui li evitiamo (ci rompono un giorno sì e uno no con indagini di mercato, o diciamolo semplicemente al negoziante, che riferirà sicuro a chi è sopra di lui che il tal prodotto "non tira"...) alla fine il canale promozionale rileva la questione e si adegua.

    Essere consumatori consapevoli non significa solo riciclare il rifiuto ma possibilmente evitare che venga prodotto. A parità di preferenze e di performance del prodotto, scegliamo quello senza fronzoli...

    E sarà già un inizio!

    Ciao a tutti!

  • #2
    più è grosso e meglio si vede.

    e meglio si vede, più è probabile che venga comprato.

    purtroppo credo che in questo settore l'unica speranza è che (cosa che tra l'altro in alcuni casi sta avvenendo) il costo dell'imballo incide troppo sul costofinale dell'acquisto e non compensa l'effetto della maggiore visibilità. Allora in quei casi il produttore ristruttura la gestione della propria immagine esaltando la scelta ecofriendly nalle riduzione degli imballaggi.

    Quello che in qualche modo sta succedendo con le banche qui in America: puntano a diventare paper less. Da una parte riducono i costi delle comunicazioni e dall'altra incentivano l'uso di strumenti online (molto più economici).
    Ovviamente a livello di comunicazione, paperless = ecofriendly

    forse più che il boiottaggio dei prodotti, può essere più utile scrivere alle aziende sottolinenado che per noi l'impegno ambientale è importante. E chiedere che programma di riduzione dell'impatto ambientale stanno adottando per compensare l'uso di imballaggi sproporzionatamente grandi e inquinanti.

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    • #3
      Ok per tutto il discorso "fare pressione", ma tenete conto che nel prezzo finale al consumatore l'imballo è compreso e se il posizionamento nel mercato lo permette il produttore se ne infischia altamente dei vari discorsi ecocosi.
      In altre parole, la pubblicità gliela paghiamo noi.

      Uno dei sistemi potrebbe essere quello di tassare, per esempio a livello di IVA, gli imballaggi secondo una formuletta del tipo volume imballo / volume contenuto * nr. imballi per pezzo venduto.
      State sicuri che sparirebbero quegli obrobri, tipo le mega scatole di kornflakes piene sì e no al 60% o i dentifrici in scatola ed anche altri prodotti si "darebbero una calmata".

      Anche il discorso trasporti potrebbe fare la sua parte. Se da noi i trasportatori e le ferrovie applicassero la tariffazione delle ferrovie tedesche basata sul rapporto tra volume e peso, anche qui i produttori si regolerebbero di conseguenza.

      Quindi secondo me la battaglia deve essere su doppio fronte: da un lato verso il produttori, con il boicottaggio e dall'altro verso le autorità, per fargli adottare strumenti di dissuasione.

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      • #4
        no, mi sono spiegato male.

        Io non credo all'efficacia della "pressione". Penso però che le aziende credano nel "customer satisfaction".

        Se si boicotta, per definizione, si esce dalla categoria dei clienti (che hanno sempre ragione). Se invece, da cliente, si evidenzia che il proprio grado di foddisfazione non è il 100% per una serie di punti, allora secondo me è diverso.

        Ma è un punto di vista che mi sto creando qui in USA. Molto personale.

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        • #5
          Marco,
          il discorso che fai è ottimo in paesi, come gli USA o il nord Europa, dove le organizzazioni dei consumatori sono delle potenze anche a livello di lobbing parlamentare e dove esistono strumenti, come la class action, che fanno venire la cagarella anche alle multinazionali, se escono dai binari della correttezza.

          Allora sì che funziona la pressione basata sulla "no customer satisfaction". E' logico, le aziende vedono questa come una specie di "cartellino giallo" oltre il quale scatterebbe il "rosso" delle pressioni sui governanti e si allungherebbe l'ombra di qualche bella causa del tipo "vecchietta messa in carrozzina dall'artrosi dopo aver trasportato per anni q.li di bottiglie di acqua minerale dallo store a casa sua chiede 1 mil. di $ al fabbricante delle confezioni"
          In un paese come gli USA basta trovarne un'altro migliaio e ti fanno causa anche alla Perrier.
          Ovvio che prima di arrivare a questo, l'azienda dirà "ok, se c'è un problema, sediamoci e trattiamo".

          Qui da noi, invece, la situazione non è così. Basta vedere come si comportano le case automobilistiche quando trovano un difetto in qualche modello. Nel resto del mondo comprano anche le pagine dei quotidiani per dirti di passare dal meccanico a far controllare la vettura, trasformando un problema in un'occasione di pubblicità (mi prendo cura del cliente); qui da noi, successo anche a me con Ford, ti arriva una telefonata a casa in un orario tipo le 10 di mattina (e se uno lavora ?) del tono "quando ha tempo, passi da noi che le dobbiamo compilare la scheda della customer satisfaction dopo 6 mesi. in cambio, mentre facciamo questo e prendiamo un caffè, le mettiamo la macchina sul ponte e diamo un controllino al tutto"
          Qualche giorno dopo, per puro caso, apro Quattroruote e scopro che su circa 8500 auto come la mia c'è un tirante dello sterzo con un bullone montato al rovescio. Niente di drammatico, ma va sistemato. Nel resto d'Europa lo hanno detto anche nei TG, da noi ti invitano a bere un caffè, tanto per fare 4 chiacchere. Barboni...

          Tornando allo specifico, ripeto che da noi se la cosa quadra a livello di prezzo, il mercato tira, il "brand" gira negli occhi e nelle orecchie della gente, le aziende da sole non faranno mai niente.

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          • #6
            Sono d'accordo con Marco...

            Per boicottaggio intendo un boicottaggio "informato".

            Se ogni volta che cerchiamo un prodotto e ci viene dato in una confezione-catafalco diciamo "Eh no, scusi, io così non lo acquisto... per darmi un aggeggino così mi ha un quintale di carta e plastica? Mi faccia vedere qualcosa di equivalente ma con meno fronzoli".

            Cosa succede?

            Che al commerciante, cliente dopo cliente che lo rifiuta, la partira resta in casa, chiama il distributore e gli dice "Non ci siamo, alla gente non piace. Si lamentano tutti della confezione... ma non si può fare una cosa più sobria? Altrimenti non lo tengo più...".

            Se tutti adottassimo questo criterio... in sei mesi vedresti cambiare un bel po' di cosette...

            Nessuno che abbia investito miliardi nella produzione di un prodotto è disposto a vedere saltare tutto per una confezione sbagliata... lo dimotra il fatto che lo studio della confezione è ormai una scienza quasi esatta.

            Basta far entrare nei criteri di progettazione il "less is more" del caro vecchio Mies...

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            • #7
              CITAZIONE (denew @ 29/5/2007, 18:39)
              Nessuno che abbia investito miliardi nella produzione di un prodotto è disposto a vedere saltare tutto per una confezione sbagliata... lo dimotra il fatto che lo studio della confezione è ormai una scienza quasi esatta.

              Purtroppo, dato che il packaging come veicolo pubblicitario è, appunto, una scienza quasi esatta, hanno già calcolato che la percentuale di quelli che rifiutano il prodotto a causa della confezione è più bassa di quelli che lo acquistano proprio per la confezione.

              O si fanno azioni "dure" con inserzioni sui giornali, manifesti, siti internet con nome e cognome dei prodotti da scartare, oppure se si lascia tutto in mano allo spontaneismo, scattano tutta una serie di fattori condizionanti "occulti" ed inconsci, che fanno sì che la cosa non vada avanti.

              Ripeto, occorre che dall'alto ci mettano "il carico", in modo che , mettiamo, la confezione di riso nella scatola tutta bella colorata costi, chessò, 1 Euro in più di quella solo nel blister sottovuoto.
              Allora qualcuno va a casa, guarda la spesa, si fa 4 conti e la prossima volta lascia lì l'una e tira su l'altra.

              E' inutile, anche se sconsolante, siamo un popolo che sente solo la voce del portafoglio; allora a quello dobbiamo parlare.
              Del resto 30 e più anni fa uno dei primi "guru" dell'ambientalismo moderno, Barry Commoner, diceva già che il risparmio energetico e la tutela dell'ambiente spesso non devono passare per il risparmio della moneta.

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              • #8
                Allora vedi...

                Non sarebbe inefficace la protesta in sè... saremmo troppo pochi a protestare...

                Anche qui ci areniamo su una questione di sensibilità personale e di informazione di massa... <_< ...

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                • #9
                  CITAZIONE (marco piana @ 28/5/2007, 00:39)
                  più è grosso e meglio si vede

                  Questa è una frase da ErotismoPop :P
                  Lo stesso vale anche per le spedizioni. Quante volte piccoli oggetti vengono spediti in mega confezioni per resistere alla pressione degli altri pacchi?
                  Io nel mio piccolo cerco di utilizzare la spedizione via lettera quando possibile. Le stesse altre lettere con cui viaggia la mia faranno da imballaggio per l'oggetto.
                  Fare una campagna per rifiutare prodotti con eccessivo packaging avrebbe secondo me una presa bassissima, e solo in coloro che hanno grano salis.
                  Ma costoro, ahinoi, scelgono già il prodotto migliore, non quello meglio pubblicizzato..

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                  • #10
                    Buonasera.
                    fermo restando che anche io sarei d'accordo nella riduzione degli imballi, vorrei sottolineare il fatto che per molti dei prodotti che troviamo nei supermercati, purtroppo l'imballaggio è indispensabile affinchè non si danneggi durante il trasporto e lo scarico.

                    Sia l'imballo sullo scaffale, sia quello utilizzato per il trasporto (vedi scatole di cartone ondulato, foglio di plastica attorno...) anche se sono un surplus, servono a salvaguardare l'integrità del prodotto durante i numerosi sballottamenti che subisce durante le fasi di carico/trasporto/scarico.
                    Che poi i produttori approfittino del notevole volume dell'imballaggio per fare pubblicità è una cosa che viene da sè.

                    Due esempi per tutti:
                    1) avete presente il super attak? Confezione 10x15 cm, con protezione in plastica rigida trasparente.
                    Cosa succederebbe, se quella confezione sparisse? Se si rompesse anche un solo tubetto tra gli altri (molte volte basta anche una piega) chi lo ripaga il macello che si viene a creare? Ricordo a tutti che il super attak costa 1.050 €/Kg (millecinquanta! contro una confezione di gelato artigianale di 12 €/kg :P)

                    1) Cosa succederebbe, se invece sparisse la confezione del dentifricio? Se si rompesse anche un solo tubetto tra gli altri chi lo ripaga il macello che si viene a creare? (copia e incolla della frase sopra... =) Ricordo a tutti quanto l'essere umano è schizzinoso: se anche riuscissero a lavare i restanti tubetti e li rimettessero in commercio, credo che profumerebbero MOLTO di menta, e anche se la menta è buona, diventa fastidiosa a livelli eccessivi. (manovra comunque antieconomica...)

                    Morale: per ogni articolo "nudo" che noi eventualmente troveremmo sugli scaffali, si moltiplicherebbe il quantitativo di imballaggi invisibile al consumatore finale, necessario affinchè sia perfetto proprio come appena uscito dallo stabilimento.

                    Quindi non si possono eliminare dal percorso gli imballaggi, ma si potrebbe ottimizzare la raccolta imballaggi usati a livello di scarico merci, per avere una raccolta più centralizzata e meno a carico del cliente finale, che così potrebbe effettivamente portarsi a casa meno rumenta.

                    ...ma chi lo pagherebbe lo smaltimento rifiuti? Ovviamente l'ipermercato.
                    Ergo il prezzo degli articoli rimarrebbe sostanzialmente invariato: volete mica che li mettano di tasca loro, i soldi? =)



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                    • #11
                      Rax,
                      "no al super-packaging" non vuol dire "no al packaging". Cerchiamo di usare il buon senso!
                      Qui si sta parlando del packaging superfluo, non quello per garantirne l'integrità durante il trasporto.

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                      • #12
                        anche perche' il packaging a me piace un casino <img src=">

                        molti prodotti li scelgo perche' mi piace la scatola. A volte addirittura tengo solo quella <img src=">

                        se fossero superflui i prodotti e non le confezioni? <img src=">

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                        • #13
                          CITAZIONE
                          Buonasera.
                          fermo restando che anche io sarei d'accordo nella riduzione degli imballi, vorrei sottolineare il fatto che per molti dei prodotti che troviamo nei supermercati, purtroppo l'imballaggio è indispensabile affinchè non si danneggi durante il trasporto e lo scarico.

                          Ovvio, ma qui non parliamo dell'imballaggio funzionale minimo...

                          Sia l'imballo sullo scaffale, sia quello utilizzato per il trasporto (vedi scatole di cartone ondulato, foglio di plastica attorno...) anche se sono un surplus, servono a salvaguardare l'integrità del prodotto durante i numerosi sballottamenti che subisce durante le fasi di carico/trasporto/scarico.
                          Che poi i produttori approfittino del notevole volume dell'imballaggio per fare pubblicità è una cosa che viene da sè.

                          CITAZIONE
                          Due esempi per tutti:
                          1) avete presente il super attak? Confezione 10x15 cm, con protezione in plastica rigida trasparente.
                          Cosa succederebbe, se quella confezione sparisse? Se si rompesse anche un solo tubetto tra gli altri (molte volte basta anche una piega) chi lo ripaga il macello che si viene a creare? Ricordo a tutti che il super attak costa 1.050 €/Kg (millecinquanta! contro una confezione di gelato artigianale di 12 €/kg )

                          Visto che il tubetto dell'attack è nano... onestamente se anzichè 10x15 fosse 5x10... dal punto di vista della protezione del blisterino strminzito che protegge non cambierebbe nulla, ma con il materiale per una confezione ne faresti due... Sospetto, ma sarà malfida io, che la confezione grande serva a metterci quella dettagliata descrizione atta a spiegarti perchè quel prodotto così leggero ha quel prezzo così pesante... :shifty: ...

                          CITAZIONE
                          1) Cosa succederebbe, se invece sparisse la confezione del dentifricio? Se si rompesse anche un solo tubetto tra gli altri chi lo ripaga il macello che si viene a creare? (copia e incolla della frase sopra... =) Ricordo a tutti quanto l'essere umano è schizzinoso: se anche riuscissero a lavare i restanti tubetti e li rimettessero in commercio, credo che profumerebbero MOLTO di menta, e anche se la menta è buona, diventa fastidiosa a livelli eccessivi. (manovra comunque antieconomica...)

                          L'acquafresch fa le confezioni in plastica rigida senza involucro in carta... e non mi sembra di trovarlo spiccicato in ogni dove... I designer hanno grande fantasia quando vogliono, per trovare tutte le soluzioni del mondo... SE vogliono...

                          CITAZIONE
                          Morale: per ogni articolo "nudo" che noi eventualmente troveremmo sugli scaffali, si moltiplicherebbe il quantitativo di imballaggi invisibile al consumatore finale, necessario affinchè sia perfetto proprio come appena uscito dallo stabilimento.

                          Quindi non si possono eliminare dal percorso gli imballaggi, ma si potrebbe ottimizzare la raccolta imballaggi usati a livello di scarico merci, per avere una raccolta più centralizzata e meno a carico del cliente finale, che così potrebbe effettivamente portarsi a casa meno rumenta.

                          Però avremmo dei rifiuti, come dire... centralizzati... quindi facilmente raccoglibili (tutti concentrati presso i punti di distribuzione), separabili, riciclabili...

                          Vuoi mettere invece inseguire e sensibilizzare tutte le sciure marie d'italia a separare n mila confezioni in carta del dentifricio?

                          Basterebbe chiedere agli ipermercati di dedicare uno spazio apposito ai rifiuti e organizzare un servizio di raccolta presso di loro... le economie di scala sarebbero tali da giustificare lo sforzo da parte di chi ritira ( che può ridurre i passaggi per n mila campane sparse per la città e concentrare pochi viaggi ai vari supermercati...), sia per l'ipermercato a ben vedere (si trova un servizio di smaltimento a domicilio che male non farebbe). Al limite il maggior costo potrebbe essere ricompensato con qualche sgravio di sorta...

                          CITAZIONE
                          ...ma chi lo pagherebbe lo smaltimento rifiuti? Ovviamente l'ipermercato.
                          Ergo il prezzo degli articoli rimarrebbe sostanzialmente invariato: volete mica che li mettano di tasca loro, i soldi? =)

                          Ma noi non stiamo ora facendo un discorso di carattere economico, ma ambientale...

                          A parità di costo, il risparmio di materie prime pregiate o il loro riciclo è già un bel guadagno, e meno rumenta finisce dispersa nell'ambiente...

                          Marco... ^_^ ... sei irrecuperabile!
                          E' anche vero che se tieni le scatole e le riusi, sottrai rifiuti al processo...

                          Tra un packaging inutile in carta, che lascia il tempo che trova, allora meglio una bella scatola in alluminio anche se costa di più, che riutilizzi sempre...

                          Mi vengono in mente le confezioni dei biscotti di una volta... ^_^ ...

                          Commenta


                          • #14
                            Mi risulta che HP stia facendo una campagna di "ridimensionamento" del packaging dei suoi prodotti, in modo da renderli meno ingombranti.

                            Il principio è questo:
                            --> metto le stesse cose in una scatola più piccola a parità di "sicurezza" --> occupo meno spazio --> carico un camion con più scatoloni --> faccio meno viaggi con i camion--> risparmio sul trasporto -->lo dico a tutti che faccio packaging intelligente e la gente mi sceglie perchè sono "verde"

                            Il de-packaging dunque, se fatto bene e "cum grano salis" fa bene all'ambiente e acnche all'azienda...

                            Commenta


                            • #15
                              CITAZIONE
                              Il de-packaging dunque, se fatto bene e "cum grano salis" fa bene all'ambiente e acnche all'azienda...

                              Mica scemi... si vendono come verde una politica di risparmio sulla propria logistica... ^_^ !

                              Commenta


                              • #16
                                A mio parere bisogna fare un pò come i containers, se devi spedire via mare ti devi adeguare alle dimensione standard.

                                Cosi bisogna fare per i trasporti, ogni produttore deve scegliere tra le diverse misure e tipologia di containers quale utilizzare, potrà costruire tutto il necessario per separare e proteggere il contenuto, una volta consegnata, la stuttura di separazione e protezione deve essere restituito al produttore, sui scafali rimani il prodotto sfuso.
                                Ogni produttore dovra creare una pubblicità a misura standard con tanto di istruizioni d'uso, nel caso neccessario si può provedere ad un contenitore di foglietti d'istruzioni, queste cartelle possono essere esposte sui scaffali, il Supermercato può esporre il prezzo nella posizione previsto.
                                Quindi ogni singolo articolo può essere realizzato in colori neutro, ecologico, con sempliciamente nome del prodotto e codice di identificazione.

                                Se usiamo un prodotto da 20 anni, non abbiamo bisogno continuamente dello stesso foglio d'istruzione, non c'è ne frega niente la solita coloratissima esaltante stampa sul prodotto.
                                La battaglia della concorrenza si fa lo stesso a livello di scaffale.

                                Il supermercato può fornire insieme ai sacchetti, dei divisori o contenitori per proteggere i beni delicati fino a casa, questi devono ritornare all'supermercato per recuperare la caparrà.

                                Moltissimi prodotti liquidi possono essere venduto sfuso, porti la bottiglia lo riempi, fissa il fogliettino del prezzo, che viene stampato completo di nome prodotto e altre informazioni importante, cosi come si fa ormai dappertutto con la frutta e verdura, una macchina a disposizione può lavare e disinfettare la vostra bottiglia, se non hai la bottiglia, la compri.

                                Commenta


                                • #17
                                  CITAZIONE
                                  Moltissimi prodotti liquidi possono essere venduto sfuso, porti la bottiglia lo riempi, fissa il fogliettino del prezzo, che viene stampato completo di nome prodotto e altre informazioni importante, cosi come si fa ormai dappertutto con la frutta e verdura, una macchina a disposizione può lavare e disinfettare la vostra bottiglia, se non hai la bottiglia, la compri.

                                  E' quello che accade già ora in molti ipermercati della Coop per i detersivi, presso alcune aree del cuneese per il latte fresco e in alcuni comuni del nord Italia per l'acqua (anche frizzante!) e pare anche altri esercizi commerciali si stiano avviando su questa strada. E' chiaro che molto dipenderà da come la clientela coglierà l'opportunità che le viene offerta.

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