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Ma riciclare paga?

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  • Ma riciclare paga?

    Lasciando stare ogni discorso di tipo ambientale/ecologista, ma rimanendo puramente nel campo economico: riciclare è o no la scelta più conveniente?

    Tradotto in soldoni: se un'azienda deve riciclare una tonnellata di plastica, il prezzo di vendita finale riesce a ripagare tutte le spese di manodopera, energia, macchinari ecc. ecc.?

    E ipotizzando che per far quadrare i conti sia indispensabile il contributo pagato dal comune per lo smaltimento, questo contributo alla fine risulta maggiore o minore rispetto a quello pagato a chi smaltisce in discarica?

    Chiedo questo perchè finora ero convinto che il riciclo potesse rappresentare un enorme occasione economica: ho la materia prima a costo zero (o addirittura pagata), la lavoro e la rivendo. Teoricamente tutto guadagno. Ma girovagando su internet ho letto che i costi sono ancora troppo alti, tanto che la carta riciclata risulta ancora più cara (e di minor qualit&agrave rispetto a quella nuova.

    Ne sapete qualcosa in più?

  • #2
    Ciao janvaljan, bella domanda questa! Se la prendiamo in senso assoluto, quale l'abitudine di alcuni utenti di questo forum di cui non faccio nome, la risposta sarebbe: No, non è economico riciclare il materiale.

    Ma sono un tecnico, non un giornalista in cerca di scoop, e questa risposta è profondamente errata, andiamo ad analizzare perché.

    Partiamo da un dato oggettivo: recuperare cosa?

    Non tutti i materiali si recuperano allo stesso modo, non tutti sono recuperabili all'infinito, non tutti sono recuperabili con un vantaggio economico diretto (spiegherò poi perché "diretto").

    Il vetro è il materiale con la possibilità di recupero maggiore e maggiormente ripagante in termini diretti. Ripulito dagli inquinanti (essenzialmente tappi ed etichette, oltre ai residui del contenuto), il vetro si trova in condizioni migliori rispetto al materiale grezzo dal quale lo si sarebbe normalmente ricavato. Gli stessi inquinanti di cui scrivevo prima sono facilmente allontanabili in virtù del diverso punto di fusione, o del peso specifico, permettendo un'agevole separazione, molto meglio di quando si estrae il vetro dal minerale.
    Il vetro recuperato può tornare al suo utilizzo originario senza alcuna diminuzione delle sue caratteristiche, quindi non si sentirà mai parlare di vetro riciclato.

    In parte questa cosa è vera anche per molti metalli, ma il lavoro di recupero è complicato dalle varietà sia di metalli, sia di leghe nelle quali si trova questa materia.
    Dovendo produrre dal riciclato è necessario conoscere esattamente la composizione di quanto si sta immettendo nell'altoforno, per evitare di conferire alla colata delle caratteristiche non volute, intervenendo con varie tecniche metallurgiche. Anche gli inquinanti diventano un problema e vanno in massima parte eliminati prima di inserire il materiale in fusione, quel che rimane è perché facilmente riducibile, o eliminabile come scoria. Ciò detto, comunque, anche in questo caso il prodotto che ne deriva ha caratteristiche pari al prodotto vergine, quindi anche qui il recupero è pieno.

    La carta è ben recuperabile, ma a ogni passaggio di recupero se ne accorcia la vita (si scrive che non sia possibile recuperare la stessa carta più di 20 volte, ma a me sembra anche abbastanza, se lo si facesse sistematicamente e sempre). Molte carte richiedono espressamente cellulosa vergine e quindi non si possono utilizare materiali di recupero. Altre carte devono essere sbiancate per poterle utilizzare nuovamente e questo costringe a utilizzare materiali che sono di per sé inquinanti. L'uso ultimo della carta in mattoni per la bioedilizia lo consiglio fortemente in quanto si avrebbe un ottimo isolante acustico e termico e si darebbe una locazione pressoché definitiva al materiale alla fine del suo ciclo. Ma la politica dei prezzi gli assegna un costo decisamente elevato rispetto al mattone tradizionale, allora molti ne fanno un uso limitato.

    Il legno è recuperabile secondo il suo grado di purezza rispetto agli inquinanti tipo le resine, i rivestimenti sintetici, i parassiti. Il reimpiego normalmente è fatto dopo la riduzione del materiale in trucioli, o polvere, per altri pannelli, o per combustibile, o per pacciamatura, o per la preparazione di agglomerati per l'edilizia, principalmente isolanti.

    Gli oli esausti sono recuperabili quasi completamente, rimiscelandoli anche con oli vergini, ma non sempre il recupero è fattibile, dipende molto dalle caratteristiche residue dell'olio. Alla fine del suo coclo vitale, comunque, un suo impiego è fattibile come combustibile nei termovalorizzatori, con un efficace filtraggio e controllo dei fumi per l'abbattimento delle sostanze maggiormente inquinanti e tossiche.

    Le plastiche non sono tutte uguali e non hanno tutte la stessa origine, in quanto non tutte sono derivati del petrolio e il recupero è fatto in maniera diversa. Sono forse le più costose da recuperare, anche per il fatto detto prima e la necessaria prima cernita per suddividerle. Vengono triturate e il diverso peso specifico permette di separare gran parte delle plastiche, ma non basta.
    Anche qui il materiale di recupero difficilmente potrà essere reimpiegato nel suo uso originario, ma vi sono diversi usi dove non è richiesto il materiale vergine.
    Buona abitudine quella di raccogliere le plastiche già suddivise secondo la sigla che riportano (PP - PE - PET - PVC - PS, ecc...), come quella di raccogliere i tappi delle bottiglie di plastica che, triturati, possono essere direttamente impiegati dalle ditte di stampaggio materie plastiche in quanto essenzialmente tutti dello stesso materiale e privi di inquinanti (salvo il colore).

    Ci sono anche altri materiali che possono essere recuperati, quali il mercurio, il piombo, taluni acidi, ecc...

    Colgo l'occasione di questi ultimi per evidenziare un guadagno indiretto nel riciclaggio dei materiali.

    Primo guadagno è la riduzione dei volumi conferiti in discarica (con quello che è accaduto recentemente in Campania credo che basti già questo a giustificare il recupero)

    Poi, particolarmente per i materiali pericolosi, la possibilità di evitarsi i costosi smaltimenti negli inceneritori, o la riduzione tramite trattamento, o lo stoccaggio in aree controllate e sorvegliate sino al naturale esautimento della pericolosità della sostanza (o tutte queste cose insieme).

    La possibilità di limitare l'abbattimento di foreste, per legno e carta, o la produzione e l'immissione in circolo di ulteriori sostanze tossiche, oltre a quelle già presenti, la salvaguardia ambientale per una minore necessità di cave e miniere e, in genere, i luoghi di estrazione dei materiali grezzi. Minor impiego di mezzi di trasporto, in quanto il riciclabile è diffuso piuttosto uniformemente sul territorio e il suo trasferimento era comunque da considerare per il semplice smaltimento in discarica, quindi un delta-costi pari circa a zero.

    Ora la risposta alla domanda può senz'altro essere: Sì, riciclare il materiale è anche economico.

    Bisogna vedere se chi affronta la spesa per riciclare, è anche quello che ne gode gli introiti e i benefici ambientali, ma questo è un problema di distribuzione dei costi/benefici che non risolviamo in queste poche righe e che ci ha visti confrontare in un'altra discussione di questa stessa sezione.

    ••••••••••••

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    • #3
      per nll

      vedo che finalmente un tecnico può rispondere:
      mi ricordo che molto tempo fa se acquistavi un prodotto in bottiglia di vetro dovevi lasciare una cauzione. ora mi chiedo, guardando lo scempio della campania ma non solo, ma perchè il riciclo non viene pagato? quando acquisto una confezione di qualcosa mi fanno pagare anche il prezzo del confezionamento, poi mi chiedono di riciclare i miei soldi del cartone per una ditta che lo userà... ma a me non viene nulla in tasca. se pagassero il riciclo tot al chilo, p.e., credo che a napoli rimarrebbe solo la vera spazzatura, cioè l'umido, il resto diventerebbe molto raro.
      ovviamente la ditta dovrebbe scambiare una fetta del proprio introito in cambio di incremento del materiale.
      che ne pensi tu?

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      • #4
        Penso che non tieni conto che anche l'umido è riciclabile, io, per esempio, ci tiro fuori dell'ottimo compost per il giardino.

        Il sesto comune d'Italia per percentuale di riciclo è a non molta distanza da me e arrivano a separare e recuperare quasi l'80% dei rifiuti e il resto? Il resto non finisce in discarica, ma al termovalorizzatore, da cui si spreme dell'altra energia.

        Riciclare "paga" e i benefici sono di tutti, se tutti collaborano alla raccolta, altrimenti, senza il contributo di tutti, potrebbe diventare un affare poco economico. I vantaggi si vedono con la riduzione (da alcune parti anche l'annullamento!) del contributo per la raccolta rifiuti e la pulizia del territorio.

        Pagare direttamente per l'immondizia differenziata forse lo si potrebbe fare, ma in certi paesi c'è il forte rischio di abusi e io ci penserei due volte prima (per poi decidere che è meglio evitare).

        ••••••••••••

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        • #5
          CITAZIONE (kydor69 @ 16/7/2007, 19:44)
          per nll

          ora mi chiedo, guardando lo scempio della campania ma non solo, ma perchè il riciclo non viene pagato? quando acquisto una confezione di qualcosa mi fanno pagare anche il prezzo del confezionamento, poi mi chiedono di riciclare i miei soldi del cartone per una ditta che lo userà... ma a me non viene nulla in tasca. se pagassero il riciclo tot al chilo, p.e., credo che a napoli rimarrebbe solo la vera spazzatura, cioè l'umido, il resto diventerebbe molto raro.
          ovviamente la ditta dovrebbe scambiare una fetta del proprio introito in cambio di incremento del materiale.
          che ne pensi tu?

          Scusa se mi intrometto, ma secondo me prospetti un mercato solo di alcuni materiali. Quelli poveri non farebbero guadagnare nessun singolo. Forse il mercato del rame e altri mercati potrebbero avere dei redditi. Magari spingere con una riduzione sulle tasse a seconda della quantità di materiale conferito ma l'effetto "introito" sul cittadino sparirebbe.

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