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la soluzione finale

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    il modo che mi è più congeniale, mi appassiona, l’unico che io riesco appena ad intuire come possibile soluzione è di acquisire e condividere le arti le conoscenze necessarie a creare tante piccole comunità che traggano il sostentamento dalla terra, dall’acqua, dal fuoco, in modo simbiotico con l’ambiente e attraverso schemi di vita associativa funzionali alla sopravvivenza e all’ascensione ,
    questo per me si può fare partendo dallo studio antropologico di alcuni gruppi più o meno isolati che in determinati periodi storici e determinati ambienti siano vissuti in pace ed armonia, una pace che non trova particolare interesse nei libri di storia, tutti;
    attraverso uno sforzo di immedesimazione, nella condivisione di quelle sole risorse, calando le proprie conoscenze teoriche e pratiche in quelle particolari realtà allo scopo di migliorare sia l’aspetto simbiotico che quello funzionale alla sopravvivenza.
    Il gruppo di lavoro dovrebbe scegliere una piccola comunità, il luogo ed il tempo più congeniale e porsi come consulente esterno nei confronti di essa , studiando nel dettaglio le piantine degli insediamenti partendo dalla singola cascina , l’esposizione i pozzi i sistemi passivi di isolamento la locazione delle varie parti dalla cantina alle mansarde, gli essiccatoi la collocazione rispetto alle fonti di approvvigionamento di pietrame, legna, acqua, la composizione consistenza e sapore della terra, poi sviluppare collegamenti e condivisioni di parti comuni, i sistemi di riscaldamento, tutta l’attrezzatura, dal vestiario alle asce da taglio, ecc, tutto privilegiando la semplicità ,poi una volta acquisito alla perfezione tutte le vecchie conoscenze dovremo scegliere le migliori in assoluto raccogliendo spunti da situazioni leggermente più sfavorevoli rispetto a quelle attuate in ambienti medi, ad esempio, l’essiccatoio di un locazione con ambiente più umido, sarà mediamente più efficiente di quello nativo in un ambiente meno umido, un sistema di riscaldamento nato in ambienti mediamente freddi sarà più efficiente di quello nato in ambienti mediamente più caldi ecc in ultimo con estrema delicatezza dovremo sovrapporre tutte le tecnologie “buone” allo scopo di migliorare ancora di più le condizioni di vita ad esempio i sistemi di pompe a mano, il solare termico, i concentratori solari, i motori a combustione esterna st, pirli, prediligendo la semplicità costruttiva all’efficienza e optando per lo sfruttamento dell’energia la dove serve per l’uso finale e solo se abbastanza necessario;
    tutto questo implica una quantità di conoscenze e arti molto ampia a cui sovrapporre altrettanta cultura scientifica che va dalla chimica dei sistemi di conservazione delle scorte alimentari alla termodinamica della velocità di flusso dell’aria in un camino con o senza l’affumicatoio ed altri innumerevoli esempi, ma nonostante ciò occorre evitare scissioni e particolarismi eccessivi rimanendo ad un livello di studio il cui perfezionamento derivi sempre dalla verifica sperimentale funzionale e dalla osservazione meticolosa dei processi già in atto allo stadio sperimentale e non a quello progettuale , anche perché è il progetto che si deve adattare alle risorse e non viceversa, inoltre la dove la disomogeneità del gruppo portasse ad un eccesso settorialismo dei compiti occorrerebbe un continuo scambio sia di informazioni che di attribuzioni di settori;
    tutto questo può si partire da una discussione, ma poi deve diventare lavoro vero dapprima sperimenti singoli condivisi in rete, ma poi occorre formare dei gruppi locali che per vicinanza geografica e condizioni decidano un progetto che avrà un certo indice di autosufficienza percentuale che sia funzione del tempo dedicabile al progetto,
    ad esempio tenuto conto che l’obiettivo finale prevede l’autosufficienza totale energetica, idrica, alimentare, termica, anche in funzione dello spirito di adattamento avrà indice 100% e gli si dovrà dedicare 16 ore su 24 , in conseguenza a ciò vi sarà un indice 100/16 per ogni ora dedicabile ad esempio 25 % sarà l’obiettivo se si potranno dedicare 4 ore al giorno al progetto
    alcuni vantaggi deriverebbero dall’acquisto multiplo di gruppi di case in paesi isolati il cui stato di semiabbandono derivante da un progressivo spopolamento a catena tipico in alcuni paesi dell’entroterra ligure/piemontese negli anni dello sviluppo industriale , renderebbe particolarmente vantaggioso l’acquisto in gruppi organizzati, la successiva condivisione delle spese nei lavori di miglioramento della accessibilità e di altre parti comune potenzierebbe l’efficacia degli interventi ed avrebbe un effetto leva enorme sulla rivalutazione immediata del bene reale,
    alcune iniziative già in atto come l’autocostruzione si intreccerebbero alla perfezione ammesso di sapersi districare agevolmente nella complicata ma non complessa materia autorizzativi,
    forza e coraggio è ora di passare dalla cristallizzazione del problema alla scioglimento della soluzione, dalla denuncia particolareggiata attenta in un bel video di vetro piatto alla tavola rotonda di legno scuro imbandita di soluzioni, da un blog che non ha mai voluto essere bello ad un bellissimo badile.
    Il badile è uno stile di vita

    un neo passato futuribile
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