svantaggi aerotermia
la prima cosa non scritta è che più fuori è freddo, più dentro devi fare caldo.
E che più fuori è freddo e umido, e meno potenza la pdc aerotermica riesce a produrre.
Qundi, al pari del solare, l'aerotermia deve colmare sforzi con crescita esponenziale,
mentre la geotermia può estrarre calore in maniera certa e costante
le schede tecniche delle aerotermiche riportano sempre il romantico cop A7 W35, ma nel caso specifico dell'accoppiamento aerotermica-termosifoni, pur rimanendo meterologicamente ottimisti, è necessario impostare almeno il parametro W55.
Anche quando lo si trova, le schede tecniche cercano di intorbidire le acque, mescolando i dati "limiti d'impiego", "temperatura massima raggungibile" (con e senza resistenze elettriche, altro tabù), "cop secondo la norma ENxyzå?", non riportano che da t ext 7° a -7° la aerotermica ha un calo di potenza di oltre il 20%, non riportano che l'umidità è un grosso freno allo scambio termico, vari * e ** e ***, altro che al momento mi sfugge.
Daikin e anche Rotex (3 identiche fascie di potenza, suppongo quindi stessa macchina), di cui allego scheda tecnica scaricata dal sito, se da un lato pubblicano i dati di resa relativi a A7 W55, dall'altro omettono di contemplare la potenza assorbita di un circuito.
Morale:
l'unica maniera di monitorare quindi conoscere il COP di una pdc aerotermica è quello di installare, dalla prima messa in servizio, un contakilowattora elettrico in ingresso alimentazione ed un contacalorie all'uscita del circuito idraulico (tutti i costruttori se ne vedono bene da proporre simili strumenti di controllo, ma a breve, per chi interessato al controllo, ci saranno novità per chi lo volesse a bordo macchina, io a casa mia l'ho già fatto, ma esterno)
quindi, dopo un anno di esercizio e di monitoraggio, sarà possibile essere certi del COP di quella specificia pdc, in quello specifico posto.
Se aggiungiamo che poi non c'è una casa uguale all'altra, aumentiamo ancora l'incertezza del risultato.
Sulla base di queste motivazioni, rigetto quindi calcoli eccesivamente semplificativi che, oltre ad essere lesivi della dignità di qualunque studio di progettazione, creano false aspettative sul cliente, quindi potenziale fonte di controversia.
La tecnologia pdc và sostenuta non solo per presunti risparmi economici, ma anche per altre qualità più importanti, quali la sicurezza di esercizio e l'assenza di manutenzioni (geo)
ciao
massimo
Originariamente inviato da Bancor
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E che più fuori è freddo e umido, e meno potenza la pdc aerotermica riesce a produrre.
Qundi, al pari del solare, l'aerotermia deve colmare sforzi con crescita esponenziale,
mentre la geotermia può estrarre calore in maniera certa e costante
le schede tecniche delle aerotermiche riportano sempre il romantico cop A7 W35, ma nel caso specifico dell'accoppiamento aerotermica-termosifoni, pur rimanendo meterologicamente ottimisti, è necessario impostare almeno il parametro W55.
Anche quando lo si trova, le schede tecniche cercano di intorbidire le acque, mescolando i dati "limiti d'impiego", "temperatura massima raggungibile" (con e senza resistenze elettriche, altro tabù), "cop secondo la norma ENxyzå?", non riportano che da t ext 7° a -7° la aerotermica ha un calo di potenza di oltre il 20%, non riportano che l'umidità è un grosso freno allo scambio termico, vari * e ** e ***, altro che al momento mi sfugge.
Daikin e anche Rotex (3 identiche fascie di potenza, suppongo quindi stessa macchina), di cui allego scheda tecnica scaricata dal sito, se da un lato pubblicano i dati di resa relativi a A7 W55, dall'altro omettono di contemplare la potenza assorbita di un circuito.
Morale:
l'unica maniera di monitorare quindi conoscere il COP di una pdc aerotermica è quello di installare, dalla prima messa in servizio, un contakilowattora elettrico in ingresso alimentazione ed un contacalorie all'uscita del circuito idraulico (tutti i costruttori se ne vedono bene da proporre simili strumenti di controllo, ma a breve, per chi interessato al controllo, ci saranno novità per chi lo volesse a bordo macchina, io a casa mia l'ho già fatto, ma esterno)
quindi, dopo un anno di esercizio e di monitoraggio, sarà possibile essere certi del COP di quella specificia pdc, in quello specifico posto.
Se aggiungiamo che poi non c'è una casa uguale all'altra, aumentiamo ancora l'incertezza del risultato.
Sulla base di queste motivazioni, rigetto quindi calcoli eccesivamente semplificativi che, oltre ad essere lesivi della dignità di qualunque studio di progettazione, creano false aspettative sul cliente, quindi potenziale fonte di controversia.
La tecnologia pdc và sostenuta non solo per presunti risparmi economici, ma anche per altre qualità più importanti, quali la sicurezza di esercizio e l'assenza di manutenzioni (geo)
ciao
massimo
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