Ho notato che l'argomento è uno dei più dibattuti nella sezione e vorrei fornire alcuni spunti di riflessione personali su cui aprire una discussione.<br><br>Per biomassa ho preso in considerazione soltanto la legna ed il pellet.<br>Per accumuli solo quelli per riscaldamento detti inerziali o serbatoi tampone, per gli esterofili a tutti i costi puffer da pufferspeicher, escluso l'ACS.<br>Per generatori idrostufe, termocamini e caldaie.<br>Per sistemi di distribuzione impianti radianti incassati a Bassa Temperatura BT (Tmandata < 40°C) e non incassati nell'opera muraria ad Alta Temperatura AT (Tmandata > 40°C), ventilconvettori e termosifoni.<br><br>Premessa fondamentale è la conoscenza di questa disposizione della legge 412/93:<br><i>Articolo 9 - Limiti di esercizio degli impianti termici<br>2. L'esercizio degli impianti termici è consentito con i seguenti limiti massimi relativi al periodo annuale di esercizio dell'impianto termico ed alla durata giornaliera di attivazione:<br><br>Zona A: ore 6 giornaliere dal 1º dicembre al 15 marzo;<br>Zona B: ore 8 giornaliere dal 1º dicembre al 31 marzo;<br>Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo;<br>Zona D: ore 12 giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile;<br>Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;<br>Zona F: nessuna limitazione.<br><br>6. Le disposizioni di cui ai commi 2 e 4 non si applicano, limitatamente alla sola durata giornaliera di attivazione degli impianti termici per il riscaldamento degli edifici, nei seguenti casi: </i><br><br><i>a) omissis;<br>b) omissis;<br>c) impianti termici che utilizzano sistemi di riscaldamento di tipo a pannelli radianti incassati nell'opera muraria.</i><br><br>Un impianto termico è un sistema che deve fornire energia sotto forma di calore distribuito in ambiente per mantenere una temperatura interna di progetto fissata generalmente in 20°C.<br>Questa energia serve per bilanciare altrettanta energia che viene dispersa dal nostro involucro edilizio immerso in una data zona climatica ad una certa temperatura esterna.<br>Ora se io posso tenere attivo il mio sistema di distribuzione H24 e la mia sorgente è in grado di generare una quantità di energia termica pari a quella dispersa non ho bisogno di alcun accumulo in quanto tutta l'energia prodotta viene consumata istantaneamente.<br>Nell'arco della giornata, in funzione della temperatura esterna, il mio involucro edilizio tuttavia disperderà in maniera non uniforme, per cui la potenza della mia sorgente si deve adeguare a queste variazioni nella richiesta di energia termica.<br>Le cose cambiano decisamente a seconda del tipo di sorgente e di biomassa utilizzata.<br>Fondamentalmente abbiamo due tipi di sorgenti:<br>- una a caricamento semiautomatico o a lunga autonomia, idrostufe e caldaie a pellets e caldaie a legna con ampia capacità di carico, sopratutto le prime hanno una certa capacità di modulazione della potenza ed una discreta autonomia grazie ad un serbatoio pellets che assicura una giornata di funzionamento ininterrotto, mentre sono decisamente meno diffuse, anche perchè decisamente più costose, caldaie a legna che assicurino un'autonomia di una giornata.<br>- quelle a caricamento manuale e ridotta autonomia, principalmente termocamini, stufe e caldaie tradizionali tutte a legna, che oltretutto hanno una scarsa capacità di modulazione.<br><br>Tutte queste sorgenti dispongono di una caldaia con una termocamera che ha un contenuto d'acqua variabile fra i 35 litri delle termostufe a legna/pellets, un centinaio nei termocamini e svariate centinaia di litri per le caldaie a legna.<br>Ed è sulla temperatura di questa quantità d'acqua che viene effettuata normalmente la modulazione in queste sorgenti di calore che possono essere del tutto indipendenti.<br><br>Queste sorgenti però quando accoppiate ad un impianto di riscaldamento in BT devono avere uno scambiatore di calore in quanto la temperatura ottimale di produzione e mantenimento di acqua calda si attesta sui 60-65°C con una temperatura di ritorno non inferiore ai 55°C per il pericolo della condensa sulla termocamera.<br>Se la sorgente di calore è unica ed è primaria, si può installare semplicemente uno scambiatore a piastre, che avrà a valle gli organi di regolazione dell'impianto di distribuzione a pannelli radianti (valvola miscelatrice, sonde, centralina).<br>Se invece la sorgente di calore è affiancata da altre unità, caldaie a gas/gasolio, solare termico, sarà opportuno collegare la sorgente a biomassa ad un serbatoio di scambio termico ed accumulo attraverso una serpentina inserita al suo interno.<br>Il solare termico potrà dare un contributo efficace, ma incostante ed il suo apporto potrà consentire una diminuzione nei consumi della biomassa in presenza di possibilità di modulazione.<br>La caldaia a gas potrà consentire l'erogazione di calore in caso di indisponibilità della biomassa o del caricatore (omino).<br>Un'ultima considerazione riguardo ai sistemi di distribuzione a pannelli radianti specie quelli a pavimento, va riportata ed è quella relativa all'inerzia termica di questi sistemi.<br>Si dice sempre che questi sistemi stentano ad andare a regime, però pochi fanno notare che hanno un'elevata inerzia termica, quindi tendono a controbilanciare "naturalmente" forti sbalzi termici esterni in diminuzione.<br>Posso citare casi di impianti in cui per tutto l'inverno si ha uno scostamento della temperatura interna di due-tre gradi, fra 18 e 21, nel non inverno dell'anno scorso il mio sensore di temperatura ha avuto un'escursione di un grado da 19,5°C a 20,5°C.<br><br>Per sistemi di distribuzione AT alla prossima puntata.
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