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Un picco di potenza per un solo istante

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  • #61
    salve a tutti

    secondo me la prova doveva essere eseguita partendo dalla stessa temperatura iniziale ovvero i 16 gradi;
    cito wiki "La caloria (o piccola caloria, simbolo cal) è un'unità di misura dell'energia. Viene definita come la quantità di calore necessaria ad elevare da 14,5 a 15,5 °C la temperatura della massa di un grammo di acqua distillata a livello del mare (pressione di 1 atm)." nel sistema in analisi siamo in acqua non distillata e a temperature iniziali diverse;
    una seconda osservazione deriva dalla misura della temperatura, se consideriamo l'errore di +/- 1 dei termometri digitali sull'ultimo digit probabilmente la differenza di temperatura potrebbe essere anche 0.
    per la prima osservazione basterebbe ripetere il test partendo dalle stesse temperature iniziali
    per l'imprecisione del termometro basterebbe ripetere una prova più lunga per far uscire eventuali differenze dal range di imprecisione del termometro stesso.

    bye libero (prossimo sperimentatore su sistemi a ff ora in fase di studio <img src="> )

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    • #62
      Pienamente daccordo con quel che dici, ma soltanto a patto che intendiamo fare misure precise su un sistema con cop pari o leggermente superiore a 1, se il cop fosse stato 40 non sarebbe stato necessario essere precisi, perchè l'acqua si sarebbe scaldata molto ma molto più rapidamente. Questa prova a dato esito negativo a livello di temperatura, ma questa tipologia, a differenza dell'impulso a grande potenza, genera anche idrogeno e ossigeno, per cui il cop è sicuramente superiore a 1, ma non di molto....

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      • #63
        La qualità della misura della temperatura deve essere proporzionale alla qualità di altri fattori, che possono incidere in modo positivo o negativo sulla misura stessa.
        La questione posta su tale aspetto è interessante e credo spesso trascurata, generando risultati sperimentali piuttosto confusi e qualche volta contraddittori.
        Ad esempio la misura del calore prodotto da una reazione è ricca di elementi difficili da determinare, tanto che molti autori preferiscono fare il conteggio solo con alcuni elementi e tralasciarne altri considerati trascurabili o influenti solo in modo positivo alla ricerca di un COP maggiore.
        Un esempio sulla determinazione del COP nell'esperimento del plasma discusso in questo ambito:

        Sistema di alimentazione al dispositivo:
        1 - Corrente ingresso
        2 - Tensione ingresso

        Sistema a valle del generatore di impulsi:
        Misure da effettuare per mezzo di un oscilloscopio possibilmente con sistema di memorizzazione digitale del segnale su file per un successivo calcolo.

        3 - Massa del liquido ed il suo effettivo calore specifico (C) in quanto soluzione di più composti
        4 - Corrente
        5 - Tensione

        6 - Temperatura inizio esperimento
        7 - Tempo esecuzione esperimento, questo parametri, se il tempo è breve, poniamo 300 sec, da già una chiara idea dell'errore possibile, ad esempio se l'inizio e termine dell'esperimento è fatto in modo manuale, il tempo di ritardo/anticipo tra l'inizio/fine del tempo e l'accensione/spegnimento del dispositivo e tutto errore che si aggiunge nella misura...
        8 - Temperatura termine esperimento

        9 - Quantità di liquido evaporata, in effetti non deve essere piccolissima se all'interno del liquido si svolge un plasma..., ma a questo punto quanto liquido invece di evaporare, semplicemente schizza via ?
        10 - Quantità di idrogeno/ossigeno liberati durante l'esecuzione del test. Queste quantità, teoricamente non dovrebbero essere banali in quanto dipendenti dallo stesso fenomeno elettrolitico, ma quale sperimentatore è in grado di misurare ? Un sistema è di costruire una cella di reazione chiusa, seguita da una sorta di alambicco che faccia da condensatore per determinare la quantità di acqua evaporata (e quindi la determinazione del relativo calore latente) e un sistema per misurare la quantità di idrogeno prodotta.
        11 - Determinare il calore, durante il ciclo di test, disperso sotto forma di radiazione IR e luminosa ed elettromagnetica. Se il plasma è bello luminoso, tanto da non poterlo guardare, questa quantità di radiazione (fotoni sul visibile) non deve essere trascurabile, come la quantità di radiazione IR dispersa dalle pareti, come la quantità di radiazione elettromagnetica dispersa nell'ambiente.
        12 - Determinare la quantità di elettroni che si sono liberati e vagano all'interno della cella, questi compiano un lavoro, che fine fa ?

        E non ho voluto inserire altro come eventuali trasmutazioni nucleari etc...

        A questo punto quale è l'energia che la cella è riuscita a produrre ?

        È corretto, come molti sperimentatori fanno, utilizzare come riferimento solo pochi parametri facilmente (... si fa per dire ...) determinabili, come le correnti/tensioni e la temperatura, massa del liquido e, con una erta tolleranza, il suo calore specifico. In quanto tali misure possono dare una idea del fenomeno, ma ad esempio se il fenomeno avviene in gran parte nel campo della produzione dell'idrogeno, chi se ne accorge ? O se il fenomeno avviene con una fortissima emissione elettromagnetica in un certo range di frequenze ? e tanti altri se e ma...

        A questo punto credo che sia sempre corretto iniziare a testare con l'acqua posta ed una certa temperatura e non fare la correzione del C della soluzione a differenti temperature di svolgimento.

        Comunque kanarev, nelle sue apparecchiature, ha effettivamente fatto alcune cose corrette:

        - Utilizzo di una camera di test piccolissima, basta vedere i suoi disegni e ve ne renderete conto, dentro sta una quantità minima di soluzione, in questo modo minimizza le dispersioni termiche.
        - Utilizzo di un flusso di acqua, in ingresso, a temperatura costante.
        - Determinazione della temperatura del fluido in uscita.
        - Stabilizzazione del fenomeno ed esecuzione delle misure una volta stabilizzato, ovvero quando il contenitore ha raggiunto una certa stabilità termica.
        - Determinazione della corrente e tensione in ingresso con un oscilloscopio digitale e relativo calcolo della quantità di J spesi per produrre una certa quantità di J.
        Comunque così facendo si è negato la possibilità di valutare la quantità di radiazione elettromagnetica dispersa e la quantità di H2/O2 e vapore prodotta dal dispositivo...

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        • #64
          Allora, come già detto in precedenza,tutti questi particolari sono necessari al fine di rilevare piccole differenze, nel caso in cui invece ci si aspetti un cop 40 in stile kanarev, significa che se la mia soluzione aumenta di 1 grado in un minuto, con il 40 aumenta di 40 gradi in un minuto, capisci che tutti quei particolari potrebbero influenzare in modo minimo una condizione simile? magari non vedrei 40, ma vedrei certo un 20 nell'ipotesi di essere in un errore del 50% !!!!!!!

          allora..... dai, non scendiamo in cose che servono soltanto ai precisini, qui si tratta di mettere in evidenza l'esistenza di cop considerevoli, e non sono certo quelle variabili che mi confondono i risultati, anche perchè tutti i test sono indirizzati a rilevare l'aumento di temperatura dell'acqua, non l'emissione di idrogeno o altro, io è li che devo vedere il cop, nell'aumento di temperatura! non ho bisogno di capire se il mio rendimento in percentuale è 131 piuttosto che 139, ho bisogno di capire che mi arrivi almeno a cop 5-10 per poterlo sfruttare decentemente!

          ricordo che i dispositivi attuali sono in grado di convertire il calore in elettricità con rendimenti massimi del 32%, quindi se ho un cop 1,5 non me ne faccio nulla, devo avere minimo un cop4, cosi ho 100 watt che mi tengono in moto il sistema e 20 per giocare al nintendo.

          Edited by tecnonick - 25/12/2007, 22:07

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          • #65
            come avevamo discusso in altri post una maniera per misurare il cop in maniera abbastanza precisa era di evitare per quanto possibile l' evaporazione del liquido.. in questo modo non abbiamo il dilemma dell 'acqua evaporata e di quella scissa in h e o.
            E' chiaro che non si tiene conto dell' energia elettromagnetica emessa quindi il cop viene misurato per difetto
            A noi non ci cambia la vita sapere se il cop è di 1,32 o di 1,329 sono misure che possono fare laboratori attrezzati
            per quanto riguarda la misura dell energia in ingresso conviene misurarla , a mio modesto parere, a monte dell' alimentatore , del variac o del trasformatore di isolamento.Cosi si smorzano anche i disturbi em.magari sottraendo la corrente che assorbe un variac o un trasformatore a vuoto
            Tecno secondo me 100uf sono pochini..e la soluzione deve essere satura almeno per queste prove a scarica capacitativa, io sto assemblando un alimentatore ad impulsi comandato da un scr con un banco di condensatori di 11688 uf, certo che mi ci vorrà del tempo..
            ciao

            Edited by randagio73 - 25/12/2007, 22:43

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            • #66
              Ovviamente ho fatto le misure a monte! ma fai attenzione, in questo momento non stiamo parlando del mio esperimento, ma di quello di kanarev, il mio è e resta quel che ho postato in precedenza.... la tipologia kanarev è una fusione fredda con cella strutturata in modo particolare e alimentata con impulsi da 140uS alla frequenza di 137,9hz senza alcun condensatore di livellamento, soltanto ponte diodi.....

              E' questo l'ultimo test che ho fatto.... riguardo il mio ora sono diciamo quasi aposto, manca anche a me il banco da 10.000uf per livellare, dopo i 10.000uf seguirà una resistenza di valore ohmico in grado di permettere al condensatore che darà i picchi di ricaricarsi completamente nei periodi OFF, qui si potra avere una misura precisa dell'assorbimento e si potrà variarne l'intensità aumentando la capacità del condensatore seguente ai 10.000uf, aumentando l'assorbimento ne deriverà che la resistenza in serie dovrà essere minore per permettere la carica del condensatore, e però i 10.000uf di livellamento aumenteranno il ripple, tuttavia il ripple si manterrà su di un valore che permetterà una misura piuttosto precisa, da 100uf si potrà salire fino a 1000, e va che con 1000uF in una soluzione concentrata si danno impulsi di migliaia di ampere con una tensione utile media di 300 volt per un breve istante. Ad ogni modo ricorda questo: per fare una misura in corrente assorbita che sia reale e abbastanza precisa, è necessario che i condensatori a monte, quelli che si occupano di livellare il tutto, siano di valore 100 volte superore a quello che da i picchi, più sale quello dei picchi e più è maggiore il ripple sul livellamento e più è minore la precisione della misura.

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              • #67
                io pensavo di utilizzare questo schema:
                http://www.coilgun.eclipse.co.uk/thyristor...xperiments.html
                è un bel sito

                con le opportune modifiche, deve essere alimentato in continua , manca la resistenza limitatrice(loro usano un boost converter charger che non ho capito cosa sia), i sensori che usano a noi non servono, l' scr pensavo di eccitarlo con un generatore di segnali invece di attivarlo con degli switch, al posto della bobina noi mettiamo la cella , sempre che non venga fuori un funghetto atomico <img src=">
                se alimento il tutto con un variac e uso un contatore di energia elettronico (che misura i kwh)a monte del variac pensi che avrò delle misure inattendibili?
                Considerato poi che il banco di condensatori non si scarica totalmente gli elettrolitici di livellamento possono essere anche minori del banco vero e proprio anche perchè ne servirebbero proprio tanti (ma tanti condensatori <img src="> )!
                certo che quando lo avrò provato in pratica allora se ne può parlare
                nel complesso cosa ne pensi?

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                • #68
                  salve,randagio e tecno...
                  seguo gli esperimenti...

                  per i nostri dubbi,,,
                  io e remond abbiamo ideato la prova calorimetrica per comparazione tra resistenza joule e effetto plasma...
                  propio per evitare le problematiche complesse di misurazione che state affrontando...

                  la prova era anche per adpeare soluzioni sature, per non avere fenomeni di plasma "debole", e per non incorrere nei problemi di misure
                  calorimetriche ,tipo quelle SPAWAR americane,(e riprese da iorio-cirillo)...
                  dove diventa difficile trovare l'entalpia esatta ed il puntodi ebollizione di soluzioni...

                  da wiki,e da altre fonti, ad es,
                  non si evincono chiaramente questi dati...
                  per soluzioni sature di bicarbonato di potassio, si va da valutazioni sul punto di ebolllizione di 110° fino a 130°...
                  io penso sia sui 112°...
                  ma queste incertezze pesano sulla misura...

                  bene,evitando di portare ad ebollizione la soluzione...
                  con l'accortezza di avere una prova temporalmente simile, per avere dispersioni termiche equivalenti nell'ambiente,
                  abbiamo misurato eccessi di calore del plasma del 120% circa...

                  edabbiamo trascuratro volutamente il problema dell'evaporazione, che è presente in misura maggiore nel plasma,della dissociazione, delle radizioni, ecc...
                  adesso a voi

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                  • #69
                    Quel 120% è bene o male quel che si ottiene di consueto, ma con la calassica tipologia di alimentazione, qui invece ho fatto una prova in cui l'aumento della temperatura dell'acqua è avvenuto 4 vole più velocemente rispetto ad una resistenza immersa in soluzione alimentata con pari potenza della cella, però non è escluso che io possa aver fatto errori, anche se il metodo di misura che ho utilizzato non credo possa permettere molto errore.... Ad ogni modo ripeto ancora cos'ho fatto e come deve essere fatto:

                    switching frequenza max 10hz con impulso da 50uS
                    un solo condensatore da 100uF dopo il ponte, tensione alimentazione 220ac
                    soluzione concentratissima, il più possibile

                    la misura dell'assorbimento viene fatta considerando il tempo che impiega una resistenza in serie al circuito di alimentazione per scaldarsi, se al posto della cella attacco una resistenza e vedo che l'altra si scalda nello stesso tempo presumo che la potenza assorbita sia la stessa, ora trovando quanta corrente mi serve per portare a temperatura quella resistenza tramite un alimentatore a tensione variabile ho trovato i watt che stavo assorbendo con la cella o cola la resistenza al posto della cella, e se la matematica non è un opinione, una resistenza scalda per quanta corrente che vi circola, e proporzionalemente al tempo in cui riceve questa corrente manterrà una certa temperatura, per cui i dati non possono subire un grosso margine di errore....

                    il condensatore da 100uf offre un buon picco di diverse centinaia di ampere, con il restante tempo morto si ricarica perfettamente.

                    per fare simulazioni di quel che accade utilizzo prima un software di simulazione elettronica (di cui per ovvie ragioni non posso fare il nome, ma ve lo scaricate da emule, le iniziali del software: circuit m.)

                    per randagio73:
                    quello schema non va bene, scarica completamnte il condensatore, ed è quel che serve per fare il gun, non per fare quel che ho pensato, in quel modo si sfrutta tutta la carica del condensatore, per tanto scaldi l'acqua maggiormante per effettu joule perdendo efficienza.

                    Ti ricordo perchè ho proposto di fare questo esperimento:
                    immaginando che per fer fondere due nuclei ho bisogno di una potenza enorme ma data per un istante brevissimo, e cosiderando che questo teoria è quel che accade in una tipologia di reattore al plasma attualmente in gestione da 4 università nel mondo(reattore ch non ha nulla a che vedere con la fusione fredda), ho ritenuto opportuno provare a buttare un picco di potenza enorme in acqua nella speranza di ottenere una fusione, se non una fusione una qualche reazione che desse origine ad una maggior resa. Per cui l'essenziale per fare questa prova è appunto sfruttare la parte più alta del picco di scarica di un condensatore, perchè questa è quella che per un brevissimo istante sarà in grado di introdurre nella cella una quantità enorme di corrente. Tutto ciò che segue all'esponenziale di scarica del condensatore potrebbe essere energia persa, per tanto più stretto è il picco e meglio dovrebbe essere, proprio perchè la potenza enorme che offre il condensatore è disponibile forse soltanto per 1uS o meno, certo, aumentando la capacità del condensatore quel microsecondo si allunga.

                    Edited by tecnonick - 26/12/2007, 16:43

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                    • #70
                      CITAZIONE (tecnonick @ 26/12/2007, 16:23)
                      per randagio73:
                      quello schema non va bene, scarica completamnte il condensatore, ed è quel che serve per fare il gun, non per fare quel che ho pensato, in quel modo si sfrutta tutta la carica del condensatore, per tanto scaldi l'acqua maggiormante per effettu joule perdendo efficienza.

                      Ti ricordo perchè ho proposto di fare questo esperimento:
                      immaginando che per fer fondere due nuclei ho bisogno di una potenza enorme ma data per un istante brevissimo, e cosiderando che questo teoria è quel che accade in una tipologia di reattore al plasma attualmente in gestione da 4 università nel mondo(reattore ch non ha nulla a che vedere con la fusione fredda), ho ritenuto opportuno provare a buttare un picco di potenza enorme in acqua nella speranza di ottenere una fusione, se non una fusione una qualche reazione che desse origine ad una maggior resa. Per cui l'essenziale per fare questa prova è appunto sfruttare la parte più alta del picco di scarica di un condensatore, perchè questa è quella che per un brevissimo istante sarà in grado di introdurre nella cella una quantità enorme di corrente. Tutto ciò che segue all'esponenziale di scarica del condensatore potrebbe essere energia persa, per tanto più stretto è il picco e meglio dovrebbe essere, proprio perchè la potenza enorme che offre il condensatore è disponibile forse soltanto per 1uS o meno, certo, aumentando la capacità del condensatore quel microsecondo si allunga.

                      è quello che intendo anche io

                      se piloto l' scr con un generatore di onde quadre dove posso regolore frequenza e duticycle ottengo un alimentatore impulsivo versatile che posso utilizzare sia per gli esperimenti di fusione fredda, per farmi il gun, o per quello che mi viene in mente...
                      l 'scr che ho io supporta 170 ampere continui e 1700 di picco a 1200 volt credo che siano sufficienti..
                      ti ho già detto la mia opinione i tuoi esperimenti sono interessanti e se perseveri probabilmente verrà fuori qualcosa di buono
                      il rendimento oltre al confronto con la resistenza si può fare con il rapporto tra energia in e out
                      copio e incollo un vecchio postl' ho salvato come file di testo e non ricordo di chi sia)


                      Caro Fernando,
                      per la misura, seppur grossolana, dell'energia in ingresso hai bisogno di un contatore. Oppure di una scheda di acquisizione interfacciata a un pc che integri, istante per istante, l'energia in ingresso. Ti consiglio la prima soluzione. Puoi trovare contatori a basso costo nei mercatini, su ebay o su dmail. Solo che non sono il massimo in quanto a precisione.
                      Per la misura dell'energia in uscita devi operare tre rilievi: 1) l'esatta temperatura della soluzione a inizio prova. 2)la massima temperatura raggiunta durante la prova. 3) la quantità di acqua evaporata. Poi prendi questi tre dati e li inserisci nella formula

                      E=m*(Tmax-Tin)+ 539,45*mev

                      in questa formula al posto della lettera "m" sostituisci la quantità di acqua presente all'inizio della prova. Al posto di "Tmax" metti la temperatura massima, al posto di "Tin" metti la temperatura iniziale, al posto di "mev" metti la quantità d'acqua evaporata (fai la differenza fra l'acqua che c'era e l'acqua che resta stando attento a considerare solo l'acqua evaporata e non quella che è uscita a causa degli schizzi). La formula fornisce la misura dell'energia in calorie (per ottenere la stessa quantità in Joule basta moltiplicare il dato per 4,187)

                      Attenzione. Non è facile ottenere overunity. Dovrai giostrare sui vari parametri e, soprattutto, prendere confidenza col plasma.

                      Caro Fernando,
                      Rispondo io alla tua richiesta con estremo piacere. Nella formula devi usare i ml di litro in modo che la quantità di acqua viene espressa in grammi. Ovviamente stiamo considerando la densità della soluzione uguale a 1. Questo non e’ tanto vero ma, ti assicuro che questa approssimazione non modifica molto il risultato. Ripeti meglio i calcoli poiche’ a me risulta un altro valore di caloria:

                      E=m*(tmax-tmin)+539,45*mv

                      (non mi piaceva quel Mev, rassomigliava molto a MeV che risulta essere un’altra cosa)

                      quindi: cal=290*(86-66)+539,45*15

                      Che come risultato finale da .. 13893 calorie

                      Queste corrispondo infine a:

                      13893 * 4,187 = 58170 joule (watt / secondi)

                      Sono poche…ti chiedo,... per quanti secondi di plasma ?

                      Comunque bisogna assolutamente misurare l’energia di ingresso per avere dei confronti e quindi verificare l’eventuale overunit.
                      Nell’augurio che Quantum Leap possa aggiungere qualcosa a quanto sto dicendo saluto tutti voi con estrema cordialita’.

                      P.S. se qualcuno possiede uno strumento per il conteggio dell’energia elettrica, si metta in contatto con Fernando (Area51)

                      Caro Fernardo, tento di fare qualcosa per te. E’ ovviamente un semplice tentativo. Qui su da noi diciamo, “il conto della serva”.
                      Cominciamo a dire che all’uscita del rettificatore c’e’ certamente un fattore di ondulazione. I condensatori non sono sufficienti per avere un livello stabile di tensione di uscita. Comunque l’errore di misura voltmetrico , prima conseguenza di questa ondulazione, e’ contenuto. Il problema potrebbe essere un errore di incertezza amperometrica se lo strumento non integra bene (attento se si tratta di un digitale).
                      Non ho capito bene se i 1,5 minuti (90 secondi) necessari all’innesco, sono scorporati dai tre minuti (180 secondi) di sequenza plasma.
                      Comunque prendendo per reali le grandezze che hai elencato (soprattutto il valore dell’acqua evaporata) e trascurando eventuali variazioni repentine di corrente, inoltre, considerando di aggiungere ai 180 secondi anche il tempo di innesco di 90 secondi in cui la corrente e’ stata 2,5 ampere e considerando per quei 90 secondi iniziali una tensione media di 100 V (valore che dovresti confermarmi). Abbiamo:

                      Energia plasma:
                      223 volt X 1,8 A =401 W X 180 s = 72252 W s (watt per secondo oppure joule)

                      Energia innesco:
                      100 X 2,5 = 250 W X 90 s = 22500 W s (J)

                      Energia totale spesa all’ingresso :

                      72252+22500 = 94752 J

                      A questo punto poiche’ le 19189 calorie che hai ottenuto (ho controllato e' esatto)corrispondono a 80344,3 J possiamo determinare un rapporto che chiameremo per comodita’ rendimento:

                      80344/94752= 0,84

                      A parte l’intero calcolo qui eseguito, che riterrei estremamente grossolano, c’e’ da dire che Il valore di 0,84 e’ molto critico. Non ci permette di stabilire se c’e’ stata overunit. Infatti, il sistema calorimetrico e’ dotato di perdite che hanno fatto fuoriuscire una certa quantita’ di calore. Queste perdite non sono esattamente conosciute.

                      Comunque il valore potrebbe essere considerato un buon risultato, ma, attenzione, nel calcolo ci sono troppe approssimazioni. Una di queste e’ il transitorio di ingresso.

                      Gli amici di Caserta sostengono di aver misurato (nelle stesse condizioni operative) rapporti di 1,3 quindi molto piu' elevati di 0,84.

                      Comunque, appena le prove diventeranno piu’ numerose fammi sapere se osservi i cristalli rossi all’estremita’ del catodo e’ una cosa molto importante.

                      Ti saluto con estrema gioia e confido che riporterai certamente ottimi risultati

                      Un saluto a tutti


                      Per quasi tutte le prove abbiamo utilizzato la medesima energia:
                      22,2222222222..... W/h pari a 10 giri esatti del disco salvo dove
                      differentemente indicato.

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                      • #71
                        L'scr può anda bene, ma non è semplice impostare un circuito per regolare con precisione la durata dell'impulso, e per fare queste prove comunque serve oscilloscopio e multimetri adeguati, non si può andar a occhio....

                        Si fa prima con dei mosfet, l'ultimo che ho acquistato supporta un carico continuo di 150 ampere e picco intorno ai 400, nel momento in cui ne metto 4 in parallelo ho un potentissimo gestore di potenza in grado di lavorare sui uS.

                        Poi fai come meglio credi, tanto se c'è una forte resa la si vede...........

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                        • #72
                          CITAZIONE (tecnonick @ 26/12/2007, 17:31)
                          L'scr può anda bene, ma non è semplice impostare un circuito per regolare con precisione la durata dell'impulso, e per fare queste prove comunque serve oscilloscopio e multimetri adeguati, non si può andar a occhio....

                          Si fa prima con dei mosfet, l'ultimo che ho acquistato supporta un carico continuo di 150 ampere e picco intorno ai 400, nel momento in cui ne metto 4 in parallelo ho un potentissimo gestore di potenza in grado di lavorare sui uS.

                          Poi fai come meglio credi, tanto se c'è una forte resa la si vede...........

                          che ti devo dire
                          io ho pilotato un 555 con la scheda audio del pc, con quei generatori di funzioni software .
                          il 555 ha un piedino che accetta trigger esterni e se l' uscita amplificata di una cassa la colleghi al trigger del 555 puoi generare onde quadre fino al limite dell' amplificatore e della scheda audio(certo bisogna andare piano con il volume se nò bruci l' integrato.
                          comunque ho acquistato un generatore di funzioni anche se è un po vecchio dovrebbe andar bene.
                          di mosfet adeguati purtroppo non ne ho mi accontento dell scr
                          ciao

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                          • #73
                            Ho forti dubbi nel fatto che un contatore di corrente dia risultati attendibili sull'effettiva potenza consumata, questo per tantissimi motivi, il primo dei quali è il fatto che operiamo sotto un regime di tipo impulsivo, con impulsi pure piuttosto stretti, in queste condizioni non è detto che il contatore, che è praticamente un voltimetro digitale con amperometro (mi sa oltretutto ad anello di ferrite) ed un microprocessore per il calcolo della potenza, sia la soluzione migliore, sono strumenti nati e tarati per conteggiare il consumo in condizioni di utilizzo domestico/industriale standard.
                            Credo che la cosa migliore è utilizzare uno oscilloscopio digitale, dal quale estrarre le informazioni e fare successivamente l'integrazione, ovvio che è più complicato, ma certamente molto più certo il risultato.
                            Si trovano ottimi oscilloscopi digitali a meno di 500-1000 Eur ad esempio
                            CODICE
                            www.velleman.be
                            può essere una buona scelta, ma ci sono parecchi produttori e kit che dovrebbero avere modelli ancora più convenienti.
                            Un buon manuale in inglese che spiega gli oscilloscopi digitali:
                            CODICE
                            www.tek.com/Measurement/App_Notes/XYZs/03W_8605_2.pdf

                            Gli oscilloscopi digitali spesso danno la misura dei Volt efficaci, Volt calcolati per via digitale e quindi estremamente utili per i nostri test.

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                            • #74
                              Niente da fare, oggi ho fatto un'altro test misurando l'assorbimento mediante un tester abbastanza preciso, sostituendo la cella ad una resistenza che mi da lo stesso assorbimento misurato sulla cella non ho incrementi di rendimento, il tempo che impiego per scaldare la soluzione è sempre quello.

                              Probabilmente la vecchia misura che facevo non era attendibile, infatti stando alla temperatura che raggiungeva la resistenza in serie in un determinato tempo ero con un cop4, ma probabilmente la resistenza se alimentata in modo impulsivo non impiega lo stesso tempo che impiega alimentandola in modo continuo, pur essendo la stessa potenza applicata.

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                              • #75
                                @tecnonick

                                Come hai alimentato la resistenza ?
                                In regime impulsivo o in regime continuo, puoi fare una tabella con le caratteristiche degli esperimenti con la resistenza e con la cella, inserendo i dati relativi al tipo di alimentazione e i risultati sperimentali.
                                Attenzione la cella resistiva non può modificare, nei termini di un tempo sufficientemente lungo (centinaia di secondi), le proprie caratteristiche fisiche, la cella dovrebbe emettere in forma di calore l'energia che effettivamente vede passare.
                                Passare da COP 4 a COP 2 e poi a COP 1 ... significa che qualcosa nei calcoli non funziona e comunque dimostra quanto siano difficili le misure calorimetriche...

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                                • #76
                                  Forse c'è anche un altro problema, mi si è sciolta la guaina che isola il catodo, quindi questo non era più immerso solo sulla punta, ma con una superficie di 2cm x diametro 1mm, me ne sono accorto perchè le scintille erano gialle e non bianche, servirebbe un tubetto in ceramica per isolarlo...

                                  Vado avanti.....

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                                  • #77
                                    Non riesco a tirare su il cop, credo proprio di aver cannato qualcosa nelle misure, il punto è questo: la temepratura dell'acqua nei due test aumenta nello stesso tempo, tuttavia nel test con scariche ad alto amperaggio oltre il calore c'è luce, suono e pressione, dati appunto dalle esplosioni. Quindi anche qui è evidente che il cop è superiore a 1, e probabilmente non arriva a quel 1,5 in calore per il fatto che non avvngono reazioni inquanto il catodo non arriva al calor bianco. Ma a qusto punto mi chiedo: vedendo che c'è comunqu un cop>1, possibile che nessuno riesca a capire da cosa è dovuto e quindi isolare questa reazione? credo che finchè non si capisce da cosa sia dovuto non si può aumentare, perchè non conoscendo la causa non si sa dove intervenire.

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                                    • #78
                                      @tecnonik
                                      Mi piacerebbe capire come stai eseguendo il protocollo delle misure, in primis come misuri l'energia impulsiva inviata alla cella. Vari autori utilizzano a tale scopo un oscilloscopio che misura contemporaneamente la corrente (tramite una resistenza da 0,1-1 ohm) e la tensione e da questi dati ricavano la potenza effettivamente inviata alla cella. Ciò vale anche per la resistenza elettrica naturalmente...

                                      Intanto Buon 2008!

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                                      • #79
                                        ciao aba, il sistema di misura è sempre lo stesso, quello che rileva la temperatura della resistenza in serie al sistema, in settimana mi arrivano 100 condensatori da 47uf 350v, e potrò fare un banco da 47.000uf, con questo sicuramente avrò un livello di tensione stabile anche con picchi di molti ampere, per cui farò altre misure, però, secondo me, quello della temperatura è attendibile, perchè una resistenza scalda in modo e tempo proporzionale alla corrente che circola..... e comunque il cop superiore esiste, anche dando impulsi, ma finchè non si capisce da cosa è dovuto su quale base puoi lavorare per incrementarlo?

                                        Infondo se ci pensi, altro non è che mettere corrente in una soluzione conduttiva, quel che accade è grazie alla corrente che vi circola, ma se fino ad oggi non c'è nessuno che è stato in grado di capire cosa accade la vedo dura..... da parte mia mi diverto a fare questi esperimenti, però sarebbe bello capire qualcosina di più.

                                        L'oscilloscopio secondo me non è una buona idea, perchè il picco che ti si presenta sulla resistenza non è mai uguale, per cui vedi una linea mobile con parecchio rumore......

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                                        • #80
                                          Ho fatto la baginata di prendere 100 condensatori da 47uf pur essendo convinto di aver preso i 470, ed il bello è che l'errore me lo sono detto pure nel post qui sopra..... cose che capitano, quindi mi trovo con 4700uf, vedrò di aggiungere qualche altro condensatore....

                                          Però: tornando al discorso, io in questo tempo non ho potuto fare altre prove, e resto sempre nel dubbio della correttezza delle misure, ma se non erro ci sono 2 di voi che erano intenzionati a fare la prova dando appunto picchi di potenza, vorrei sapere se avete fatto qualcosa!

                                          Dando per scontato che in ogni caso il cop era superiore a 1, in quanto anche volendo considerare un forte errore nella misura, con le ultime prove ottenevo che per scaldare l'acqua impiegavo lo stesso tempo, ma senza considerare l'emissione di idrogeno, la luce, e l'audio <img src="> , sarebbe interessante vedere una cosa: ipotizzando che in quell'istante in cui do il picco di potenza ottengo lo stesso risultato che accade quando nella classica fusione fredda mi trovo con il tungsteno a 3000°, l'unica differenza che mi viene da pensare è che l'eccesso di idrogeno prodotto esplode e da origine a quei forti colpi, ora oltre all'urto ho calore, nel caso in cui l'eccesso di idrogeno è alto potrebbe essere alta anche l'emissione di calore, ma trattandosi di un solo istante non la si può misurare, per cui è necessario innescare appunto una serie di picchi, e magari anche superiore a 10hz, allora sarà più facile effettuare misure di assorbimento e di rendimento.

                                          Però voi non è che vi dovete scoraggiare se io canno una misura è! perchè la prima volta pareva un cop 4, e questo dato era ricavato misurando il tempo che impiegava una resistenza in serie al circuito di alimentazione a variare la sua temperatura di tot gradi, ipotizzando che il multimetro tenga conto dei momenti di assorbimento più alti e non della media, è probabile che il cop sia ancora interessante....

                                          Certo, ben quando si scopre che c'è un cop4 risultante dalla combustione dell'idrogeno in eccesso non sarebbe molto bello, preferirei sfruttare quell'eccesso di idrogeno in altri modi, e senza dimenticare che se cosi fosse questo accade utilizzando del comune filo di acciaio, non il costoso tungsteno, per cui chiedo a voi di approfondire questo esperimento perchè sicuramente siete meglio attrezzati di me......

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                                          • #81
                                            CITAZIONE (tecnonick @ 15/1/2008, 21:34)
                                            Ho fatto la baginata di prendere 100 condensatori da 47uf pur essendo convinto di aver preso i 470, ed il bello è che l'errore me lo sono detto pure nel post qui sopra..... cose che capitano, quindi mi trovo con 4700uf, vedrò di aggiungere qualche altro condensatore....

                                            Però: tornando al discorso, io in questo tempo non ho potuto fare altre prove, e resto sempre nel dubbio della correttezza delle misure, ma se non erro ci sono 2 di voi che erano intenzionati a fare la prova dando appunto picchi di potenza, vorrei sapere se avete fatto qualcosa!

                                            Dando per scontato che in ogni caso il cop era superiore a 1, in quanto anche volendo considerare un forte errore nella misura, con le ultime prove ottenevo che per scaldare l'acqua impiegavo lo stesso tempo, ma senza considerare l'emissione di idrogeno, la luce, e l'audio <img src="> , sarebbe interessante vedere una cosa: ipotizzando che in quell'istante in cui do il picco di potenza ottengo lo stesso risultato che accade quando nella classica fusione fredda mi trovo con il tungsteno a 3000°, l'unica differenza che mi viene da pensare è che l'eccesso di idrogeno prodotto esplode e da origine a quei forti colpi, ora oltre all'urto ho calore, nel caso in cui l'eccesso di idrogeno è alto potrebbe essere alta anche l'emissione di calore, ma trattandosi di un solo istante non la si può misurare, per cui è necessario innescare appunto una serie di picchi, e magari anche superiore a 10hz, allora sarà più facile effettuare misure di assorbimento e di rendimento.

                                            ciao tecno
                                            io ho terminato di montare il banco dei condensatori , manca tutto il resto del circuito , un cablaggio adeguato (non è bello lavorare con picchi dii centinaio di ampere che vanno a spasso) quello che manca è il tempo , che bisogna dedicare alle incombenze quotidiane (soprattutto lavoro)
                                            Per quanto riguarda le esplosioni non sono date dall' idrogeno ma dal corto circuito che si crea tra la soluzione elettrolitica (positiva) e l' elettrodo di tungsteno (negativo) è la miscela di idrogeno e ossigeno che esplode. Per convincerti di questo prova a scaricare una banco di condensatori su un piccolo frammento di stagnola immerso in acqua <img src="> vedrai che esplosione!
                                            Ad ogni modo da prove fatte frettolosamente mi sono accorto che alimentando la cella impulsivamnte si evita il consumo del catodo ( anche se è di ferro che fonde molto prima del tungsteno) e la cosa è molto interessante....soprattutto se si becca la frequenza delle scariche adeguata...
                                            A proposito hai notato misure interessanti con i contatori geiger?
                                            ciao

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                                            • #82
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                                              Ciao!

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                                              • #83
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                                                uno, forse il più importante, è la posssibilità di isolare un istante (quasi congelandolo) in cui le condizioni ambientali della cella e intorno al catodo, cambiano poco.
                                                si potrebbe dire che suddividendo il caos in minuscoli istanti, questi potrebbere apparire tutt'altro che caotici.

                                                in merito alla resistenza della cella, è ovviamente variabile e questo non solo per i fenomeni di affollamento ionico e di elettrolisi già citati ma anche (io credo) soprattutto per il fenomeno stetto che vogliamo studiare.
                                                la scarica dei condensatori e il lampo che si genera, sono manifestazioni legate alla formazione di plasma, quindi in quell'istante, l'elettrodo è immerso nel plasma e, attraverso il plasma tocca la soluzione elettrolitica. la micro esplosione (secondo me sempre) stacca la soluzione dall'elettrodo, modificando di svariati ordini di grandezza la resistenza della cella.

                                                a questo punto mi chiedo:
                                                due impulsi, molto brevi ma ravvicinati, soritrebbero gli stessi effetti?
                                                o il secondo impulso, se troppo vicino al primo, sarebbe da questo in qualche modo modificato?
                                                e se si in che senso ne verrebbe modificato?

                                                perdonate le mie elucubrazioni probabilmente imperfette
                                                grazie a tutti per i numerosi e stimolanti spunti di riflessione.

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                                                • #84
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                                                  Tanti esperimenti sono stati eseguiti, poi è calato il silenzio. Io sono più di due anni che stò preparando i miei esperimenti,
                                                  quando verrà il bel tempo inizierò. Io non hò fretta, perchè la fretta è quella cosa che ti distoglie dai problemi principali,
                                                  ogni esperimento deve essere pianificato,come si fà in ogni progetto serio, ci sono persone che hanno avuto fretta,
                                                  però devo dire che ci sono anche persone in questo Forum che hanno perseveranza,cioè voglio dire che non hanno
                                                  abbandonato la ricerca sulle FF( come a mè piace chiamarle), non cè bisogno di farne i nomi, ma loro sanno.
                                                  I primi tempi, di questo Forum,gli espreimenti erano molto attivi,ora si è passati più a polemiche che ad esperimenti,
                                                  spero in un prossimo futuro che tutto torni come prima,perchè alla fine siamo tutti sulla stessa barca,e se affonda
                                                  ci siamo proprio tutti.Spero che ciò non avvenga,ma spero in una collaborazione piena con tutti quelli che partecipano a
                                                  questo Forum.Io farò la mia parte divulgando tutti gli esiti dei miei esperimenti,non si deve correre all'ufficio Brevetti,
                                                  ma si deve divulgare tutto.Noi dillettanti siamo la vera ricerca, immuni da ogni controllo.
                                                  Ciao.

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                                                  • #85
                                                    concordo in pieno giopi e confido nelle tue stesse speranze.
                                                    un giorno forse l'energia sarà una merce senza valore e senza prezzo un po come l'aria e tutti potranno averne quanta ne vogliono.


                                                    in merito all'esperimento, pensavo poco fa che sarebbe interessante osservare da vicino cosa accade sul catodo con una ripresa ad altissima velocità. nello specifico mi piacerebbe sapere se, la durata del lampo di plasma descritto, coincide con la durata dell'impulso.
                                                    purtroppo non ho la possibilità di cimentarmi in questi esperimenti che però mi affascinano tantissimo.
                                                    se a voi non dispiace mi piacerebbe condividere con voi i miei pensieri e le mie (spesso fantasiose) visioni.
                                                    se in cio' che scrivo ci sono delle colossali stupidagini vi prego di perdonarle e vi ringrazio se vorrete insegnarmi a capire meglio.

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