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    Salve a tutti, sto muovendo i primi passi nel campo della fusione fredda e da notizie ragranellate a dertra e a manca nel web sono arrivato a montare una cella elettrolitica con bicarbonato di sodio in soluzione satura ed elettrodi in acciaio inox. Il mio problema riguarda l'alimentazione, ho utilizzato un trasformatore 220/220 800VA e regolando la tensione al primario con un dimmer riesco a dosare la tensione al secodario dove è collegato un ponte di diodi 800V 25A e un condensatore elettrolitico da 600uF 600V., in queste condizioni riesco ad ottenere il plasma ma la tensione in uscita da 350V circa si siede a 160V circa con correnti che vanno da 15A in fase elettrolitica per scendere poi a 2/3A. E' possibile ottenere plasma con correnti minori?
    Saluti a tutti i sperimentatori.
    Il Bintar

  • #2
    ciao,
    certo che è possibile! poi ottenere plasma anche con correnti di 200- 300 milliampere,prova a diminuire la superfice scoperta del catodo, oppure usa soluzioni saline meno concentrate (con una soluzione satura il catodo di acciaio ti durerà molto poco facendo la classica goccia di metallo fuso in una frazione di secondo!) oppure fai entrambe le cose...buona sperimentazione

    Edited by randagio73 - 17/3/2008, 19:23

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    • #3
      C'è qualche errore di misurazione. I 15 ampere non li puoi ottenere,trattandosi di un trasformatore da 800 VA,e uscita massima di 220 Volt. E' anche probabile che ti stia usando due 'tubi' inox, e non due sottili astine di acciaio. Mi sa che il tester sta leggendo una tensione/ampere totalmente difforme da quella solita,per via dei radiodisturbi da innesco.

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      • #4
        OK ora tutto è a posto.
        Ho sostituito il trasformstore (220/220) pilotato dal dimmer con un Variac (reostato) da 20A.
        Probabilmente la fusione và a disturbare il dimmer il quale crea un pò di ....casino al trafo.
        Ho in mente di fare delle prove sottoponenedo il plasma a di forti campi magnetici sono curioso di vedere il suo comportamento,
        Saluti dal Bintar

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        • #5
          CITAZIONE (ilbintar @ 19/3/2008, 10:15)
          OK ora tutto è a posto.
          Ho sostituito il trasformstore (220/220) pilotato dal dimmer con un Variac (reostato) da 20A.
          Probabilmente la fusione và a disturbare il dimmer il quale crea un pò di ....casino al trafo.
          Ho in mente di fare delle prove sottoponenedo il plasma a di forti campi magnetici sono curioso di vedere il suo comportamento,
          Saluti dal Bintar

          Fai pure le prove che devi fare, rispettando le messe in opera che sono tipiche del L.E.R.N.

          Dopo...
          Suggerirei di testare una variante che serve per NON distruggere il tungsteno e quindi fare in modo che sia sempre utilizzabile in futuro.

          La variante che io suggerisco è quella di mettere l'anodo fuori dall'acqua in alto (sopra) e il catodo in basso poggiato sul fondo della cella elettrolitica.

          Acqua conduttiva al massimo, quindi saturazione con abbondante bicarbonato di sodio o altro.

          Ovviamente: siccome l'aria è isolante occorre applicare una tensione di almeno 25 kvolt mediante il cosidetto "moltiplicatore di tensione".
          La distanza tra elettrodo e il pelo d'acqua non deve essere maggiore di 1 cm perchè altrimenti c'è il rischio che la corrente non passa, ma non va nenache bene che sia minore di 1 cm perchè altrimenti la quantità di aria interessata alla scarica è troppo poca.

          Interessa la reazione chimica dell'acqua, ma anche quella dell'aria: infatti è già risaputo che applicando alta tensione nell'aria succede che la molecola di bi-azoto viene spezzata in atomo di azoto.
          La differenza tra la molecola di bi-azoto e l'atomo di azoto è notevole, il primo è inerte e non si combina con niente, il secondo reagisce subito combinandosi con altri elementi.

          Inoltre la scarica in aria con alta tensione, produce anche OZONO (O3), infatti i produttori industriali di ozono funzionano proprio sul principio fisico di fare scariche elettriche di alta tensione nella comune aria.

          Quindi riassumendo: con la scarica elettrica di alta tensione otteniamo azoto atomico e ozono, che possono combinarsi assieme per formare NO3 cioè nitrato, che poi diventerà nitrato di idrogeno HNO3 perchè la scarica finisce sull'acqua la quale innesca elettrolisi e quindi idrogeno -----> H+NO3 = HNO3.

          Se poi, (ipotesi), vorresti abbattere i fumi di una macchina che produce inquinamento, allora dovresti fare passare i fumi inquinanti (contenenti carbonio C) attraverso quello spazio di aria che è interposto tra pelo d'acqua ed elettrodo sovrastante, in questo ultimo caso non so quale potrebbe essere la reazione chimica tra HNO3 e C, purtroppo non sono un chimico <img src="> ma si potrebbe provare.

          In ogni caso, (con questa variante che io suggerisco) NON distruggi il tungteno, di questo sono pronto a scommettere: io so che il tungsteno costa parecchio.

          Edited by stranger - 19/3/2008, 16:31

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