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Uno sguardo curioso all'esperimento COA

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  • Uno sguardo curioso all'esperimento COA

    Analisi del primo esperimento COA lincato da Vettore.


    Premetto che voglio solo dare uno sguardo al lavoro altrui, per ricavare informazioni. Va da sè che qui non c'è niente di scientifico, si tratta di una pubblicazione in un Blog, e va presa come curiosità, curiosità che però potrebbe essere utile.
    Ho tentato di contattare gli autori ma non ho avuto risposta. Quindi mi accingo ad analizzare ciò che hanno fatto. Siccome la descrizione è un po' arrangiata, cerco di chiarirmi le idee con il contributo di tutti. Riporto qui il link originale da controllare per vedere se si può ricavare informazioni utili.
    Tratto dal sito:
    COA
    Ecco il nostro esperimento:
    Per prima abbiamo fatto un po' d'idrogeno usando l'elettrolisi ...
    Preparato l'esperimento si e' usato un cucchiao di Nickel come catodo in un contenitore che e' stato prima svuotato quindi riempito con l'idrogeno della bottiglia .
    Il catodo e' stato riscaldato a 150° gradi con una resistenza da 200W ( ricambio di un saldatore a mazzetta).
    L'alimentazione in C.C. e' stata di 230v e il riscaldamento mantenuto a 150 gradi per 1 ora controllato con regolatore a Variac e sonda K con strumento digitale.
    Visto che non succedeva niente si mettevano nel cucchiaio 5 grammi di Nickel in polvere +15% di limatura di ferro.
    Veniva mescolato un 10% di Zinco e riscaldato il tutto di nuovo a 150 gradi. Dopo 30 minuti la temperatura del catodo cominciava a salire sino a raggiungere i 267 gradi !
    Qualcosa stava succedendo e per verificarne il rendimento si inseriva un raffreddatore ( di quelli per le CPU ) sulla parte terminale del cucchiaio gia' predisposto ( non dove c'era il rivelatore K ) e si stabilizzava la temperatura a 180 gradi agendo con il Variac sulla tensione della resistenza riscaldante.


    Analisi personale per chiarirci le idee.
    Entro un non ben precisato contenitore, viene messo un cucchiaio (fatto di nichel?) con dentro 5 grammi di polvere di nichel (di granulometria ignota) con il 15% di limatura di ferro e il 10% di zinco ( limatura?).
    Il riscaldatore è costituto da una resistenza usata per i saldatori, da 200 W pilotato in corrente continua regolabile. La sonda di temperatura è la K classica abbinata ad un voltmetro digitale, sembra posta sulla conca del cucchiaio.
    Quello che confonde un po' le idee è che parla del cucchiaio come di un catodo, il che fa pensare che dovrebbe essere polarizzato negativamente. Ma non si capisce dove sia l'anodo e che tensione avrebbe applicato. La mia interpretazione è che la parola "catodo" sia usata solo come termine di riferimento dell'oggetto riscaldato (cucchiaio con polveri).
    L'idrogeno usato è stato ricavato per elettrolisi e la pressione appare essere quella atmosferica.

    Procedura così come la capisco io:
    1°) In partenza hanno 5 grammi di nichel + 15% di limatura di ferro nel cucchiaio riscaldato.

    2°) Riscaldano il tutto a 150° mantenendo la temperatura stabile a 150° agendo sulla resistenza di riscaldamento. Deduco che ad un certo punto si trova un equilibrio tra calore fornito e calore disperso e la temperatura rimane costante.

    3°) Dato che dopo un'ora non succede, provano ad aggiungere il 10% di Zinco in polvere. Viene ripristinata la condizione di temperatura di 150°

    4°) A questo punto la temperatura comincia a risalire e si porta a 267°

    5°) Nello stesso tempo il contatore geiger da vaghi segni di aumento leggero di radiazione. (Questo dato è sicuramente il più aleatorio, in effetti occorrerebbe procedere ad un conteggio per un lungo lasso di tempo) ma lo dicono anche loro. Infatti dicono "Le radiazioni misurate sono al limite di quelle di fondo , forse da non prendere conto come da reazione nucleare."


    A questo punto per verificare che la temperatura salita a 267° sia reale, inseriscono una ventola per raffreddamento (che probabilmente avevano predisposta in partenza), raffredddano il manico del cucchiaio (non è chiaro come sia il meccanismo) e la temperatura cala a 180° dopo 30 minuti la temperatura comincia però a scendere.
    La spiegazione che danno del fenomeno che cessa dopo 30 minuti è che la reazione avviene per degassamento, quando cioè il gas accumulato nella polvere esce spinto fuori a causa della temperatura.
    Decidono quindi di procedere con un secondo esperimento.
    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   1° esperimento.jpg 
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    Ultima modifica di Camillo; 18-04-2012, 11:38.
    Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
    Forse ti potrebbe interessare il mio sito. Già oltre 20.000 scaricamenti. Assolutamente gratuito.
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  • #2
    secondo gruppo di esperimenti.

    Nella seconda prova, occorre destreggiarsi per capire bene cosa hanno fatto. A dire proprio la verità non credo di aver capito bene come sono stati prodotti i dati. Anche perché pare che la descrizione riguardi più prove.

    Partiamo dagli esperimenti con la “Camera di prova in acciaio inox”.
    Questa camera di prova serve per trovare le dosi delle componenti la miscela di polveri e vedere la reazione sotto vuoto e controllare cosa succede all'ingresso dell'idrogeno.
    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   2 esperimento.jpg 
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ID: 1930289

    Si precisa che: “Il contenitore in acciaio inox delle dimensioni di 6*10*6 potra' andare bene per le prove di degassificazione, ma come camera di reazione e' troppo grande ( per lo meno in altezza )”

    Questa camera inox NON appare raffreddata ad acqua ma lasciata libera di scambiare il calore con l'ambiente. Il riscaldamento è fatto accostando la piastra di uno stagnatore da 300 W. Questa disposizione in cui il calore si propaga per conduzione, crea un differenziale di temperatura notevole tra parete a contatto con il riscaldatore e parete opposta. Per evidenziare il dislivello termico si sono introdotte altre due sonde termiche poste come in figura.

    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   tre sonde termiche.jpg 
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    Come si vede la sonda T1 (affiancata da una seconda sonda per il controllo di sicurezza) misura la Temperatura nella parete vicina al riscaldatore, la sonda T2 invece misura la temperatura nel punto più lontano rispetto al riscaldatore.

    Ma vediamo di capire almeno l’esperimento in cui è riportato il resoconto in una tabella.

    1) Riscaldatore a 150W ( si tratta di uno strumento con potenza di 300 W regolato per erogare una potenza parziale di soli 150 W )
    2) Pressione Idrogeno 1 Atmosfera
    3) Diamo per scontato che abbiano utilizzato lo stesso tipo di polveri dell’esperimento precedente.
    Si nota alle 14:25 calo repentino della reazione !
    Ma come è stata fatta questa prova? Questo è decisamente poco chiaro!
    Vediamo cosa dice poco prima, sperando che si riferisca allo stesso esperimento:
    “La temperatura e' stabilizzata a 284 gradi ( non è un valore calcolato ma solo di sicurezza ) . Tramite una pompa a vuoto la camera viene mantenuta a -0,95 per alcune ore.
    Quest'ultima pompa ogni tanto viene riattivata per ripristinare il vuoto, quando, a causa della degassificazione, il vuoto viene..
    Interessante constatare che, quando questa camera viene usata per la reazione e viene fatto il vuoto, la temperatura scende di una decina di gradi ( perchè viene tolta l'aria che evidentemente si era riscaldata ) ma poi quando viene immesso Idrogeno la temperatura si rialza e supera abbondantemente il valore precedente!”
    “Stabilizzato il valore di temperatura si prova ad aumentare la pressione dell'Idrogeno e la temperatura sale ancora !
    Certamente il tutto non è minimamente all'altezza di un laboratorio...ma tante volte la fortuna aiuta gli audaci...”

    Accludiamo brogliaccio di prova del 6/8/2011 dove la reazione è rimasta costante per 3 ore

    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   tabella.png 
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    Ora come va interpretata la prova?
    Ho provato a contattare gli autori ma non ho ricevuto risposta, speriamo che leggano questo post ed intervengano.
    1° Ipotesi dopo aver degassato portato la temperatura T1 a 172° e T2 a 90° hanno spento il riscaldatore e i dati sono relativi all’andamento di raffreddamento, il che sarebbe veramente interessante.

    2° Ipotesi dopo aver degassato portato la temperatura T1 a 172° e T2 a 90° non hanno spento completamente ma hanno mantenuto il riscaldatore ad un livello opportuno che avevano visto in precedenza avrebbe portato la temperatura ad un valore stabile di supponiamo 100° (ma non dicono niente in proposito)
    L’unica cosa che si vede che la temperatura T1 scende lentamente impiegando un bel po’ di tempo. Poi precipita rapidamente. La T2 sale invece e si mantiene sopra il valore iniziale per un tutta la durata del presunto fenomeno, ma l'effetto potrebbe essere solo dovuto alla propagazione del riscaldamento per conduzione.

    Se qualcuno comprende meglio chiarisca, prego.
    http://digilander.libero.it/COA/Esperimento1.htm
    Ultima modifica di Camillo; 18-04-2012, 16:12.
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    • #3
      Ciao Camillo,
      in effetti le loro descrizioni sono piuttosto confuse... le ho dovute rileggere più volte per tentare di capire come avessero proceduto. La descrizione del primo esperimento è quella più interessante, perchè semba descrivere in modo piuttosto evidente la generazione di calore in eccesso e le condizioni in cui si è verificato. Per come l'ho capito io il cucchiaio che hanno usato non è di nichel pieno (non ne ho mai visti!), ma un normale cucchiaio che è stato sottoposto a deposizione elettrolitica di nichel, e quindi usato come catodo in quel frangente (per questo lo chiamano così). A quanto pare però il nichel galvanico non dava nessun risultato apprezzabile (cosa peraltro confermata da altri) e allora hanno usato il miscuglio di polveri, che sembra avere dato l'eccesso di calore sottoposto a media temperatura e ad una pressione di idrogeno dell'ordine di quella atmosferica.
      I restanti esperimenti non si capiscono proprio, ne come motivazioni, ne come logica, ne come realizzazione...
      Sarebbe interessante provare il loro miscuglio nel tuo apparato, che si presta abbastanza bene per un esperimento simile.

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      • #4
        Ciao Vettore
        Per come l'ho capito io il cucchiaio che hanno usato non è di nichel pieno (non ne ho mai visti!),
        Credo che sia la spiegazione giusta.
        OK per la prova, provo con la mia polvere di Ni + Fe + Zn tieni presente che è macinata in modo casalingo.
        ciao
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