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La (mia) verità sulla cella GDPE

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  • La (mia) verità sulla cella GDPE

    Ciao a tutti, dopo anni di silenzio torno per rendere pubbliche le conclusioni tratte dagli anni di esperienza passata ai tempi della cella che abbiamo chiamato GDPE (Glow Discharge Plasma Electrolisys) ma che è nota anche come Iorio-Cirillo, Mizuno-Omhori, Renzo Mondaini, eccetera...

    Lo faccio perchè sono convinto che la mancanza di trasparenza su quelli che sono risultati alla fine dei "buchi nell'acqua" siano andati e vadano tuttora a fare grave danno a quei rami di sperimentazione ancora seria, genuina e professionale.

    Chi mi conosce, sa che anni fa ho postato migliaia di messaggi su questo forum (e forse ci sono ancora) descrivendo gli esperimenti che eseguivo. Avevo anche un sito dedicato all'argomento, che ho ormai chiuso da tempo (overunity.it). Parlo quindi per esperienza personale.

    Alla fine ho capito che, almeno nella configurazione della cella al plasma elettrolitico, si verificavano una serie di fenomeni.

    L'assimmetria elettrica e fisica (in un verso il bagliore è molto superiore rispetto a polarità opposta) è un fattore assolutamente normale, legato alla diversa affinità di ciascun elettrodo presente sull'interfaccia (ioni in sospensione lato elettrolita, Tungsteno o altro metallo emettitore di elettroni dall'altro) nel emettere o attirare elettroni.

    La cella al plasma è un potentissimo generatore di rumore elettrico, con un comportamento simile ad uno spinterometro in cui la corrente è periodicamente interrotta dalla formazione una barriera elettrochimica che, raggiunta una certa differenza di potenziale, viene perforata annullando tale ddp che riavvia la formazione della barriera, riterando il ciclo all'infinito. Passando a ragionare dal dominio del tempo al dominio della frequenza, bisogna dire che la differenza rispetto ad uno spinterometro però è che qui le interruzioni non hanno periodo fisso come in un trasmettitore a scintilla, ma hanno cadenza totalmente casuale in funzione dei moti vorticosi che si creano nella nuvola di vapore intorno al catodo, e spaziano da pochi Hertz fino alle decine di Ghz (almeno).

    Occorre rilevare che la distribuzione in un tale spettro di frequenze così ampio, rende praticamente inutilizzabile qualunque strumento elettronico di misura dell'energia immessa, sia per la sua sensibilità agli enormi disturbi elettromagnetici emessi dalla cella, sia per l'inadeguata ampiezza di banda che lo strumento possiede, dato che nessuno strumento al mondo è in grado di eseguire misure accurate in una tale gamma di frequenze. Questo porta (e ha portato anche fior di laboratori) a commettere un grave errore di sottovalutazione dell'energia immessa nel sistema, facendo quindi emergere un apparente eccesso di energia in uscita.

    Le anomalìe riguardo le presunte "trasmutazioni" invece sono spiegabili attraverso il fenomeno dell'elettromigrazione, ben noto ad esempio nella produzione di semiconduttori al silicio, dove si sfrutta per ripulire dalle impurità (ioni di altri atomi inquinanti) il Silicio fuso per renderlo superpuro. E' un fenomeno noto e molto diffuso in moltissimi campi. Nel catodo della cella, mantenuto a lungo a temperature prossime alla fusione, le impurezze degli elettrodi di tungsteno (tipicamente altri metalli pesanti di numero atomico vicino al W) finiscono per migrare spontaneamente sulla superficie, dove si concentrano. Ciò avrebbe portato gli esami spettrometrici eseguiti sulla superficie a rilevare concentrazioni anomale superficiali di tali impurezze, provenienti dalla profondità del materiale stesso, facendole apparire per trasmutazioni.

    Un'altra considerazione riguarda i "conti": gli apparenti eccessi di energia rilevati, che abbiamo detto essere frutto di carenze nei sistemi di misurazione, avrebbero dovuto generare, qualora si attribuisse loro una fonte di origine nucleare, radiazioni a livelli non solo rilevabili, ma addirittura mortali ! Invece, nessuna emissione di particelle alfa, beta, gamma o neutroni è mai stata rilevata.

    Penso inoltre che la cella GDPE non rientri nemmeno nel campo della CMNS Condensed Matter Nuclear Science, in quanto lo schermo di vapore che circonda il catodo NON è una situazione di 'materia condensata' come l'interno di un reticolo metallico.

    Alla fine, quando ho capito che questo tipo di esperimenti non portava da nessuna parte, ho provato altre strade, in ambiente 'secco' usando filo di Palladio e Idrogeno, ma mi sono ben presto arreso per mancanza di mezzi. Per un hobbista è praticamente impossibile lavorare a una configurazione del genere. Servono pompe a vuoto, materiali puri, vetrerie, attrezzature e tanto, tanto tempo. Troppo.

    Mi sono quindi ritirato, continuando però ad interessarmi dei lavori di chi operava nell'ambiente in maniera seria e scientifica, ed è proprio qui che ho capito quanto danno abbiamo fatto, con la nostra ignoranza e i nostri azzardi, i nostri esperimenti 'raffazzonati', a chi invece ha sempre lavorato seriamente in questi ambiti, con il corretto rigore scientifico e i mezzi adeguati.

    La conferma di questo mio sospetto l'ho avuta leggendo recentemente la pagina di Wikipedia che parla di Fusione Nucleare Fredda dove è tutt'ora presente la descrizione della cella Mizuno-Ohmori come un "sistema che produce fino al 500% di energia in eccesso".

    Rimango convinto che esistano condizioni particolari in cui le LENR si verifichino realmente, come nei sistemi Deuterio-Palladio e loro derivati (grande onore ai sistemi Idrogeno-Costantana di Celani), ma sono altrettanto certo che altri esperimenti (come quelli descritti) siano stati solo cantonate atte a fornire combustibile a coloro che hanno interesse ad alimentare la fiamma fumogena che fa risultare tutto l'ambiente una scemenza.
    Chiedo scusa a tutti coloro che ne hanno in qualche modo risentito, non è mai stata mia intenzione 'alzare il polverone' che ha confuso le cose.



    Riccardo
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

  • #2
    Ciao Riccardo!
    Che bello rileggerti!
    In questo momento non ti rispondo andando strettamente nel metodo e nei risultati, ma ti dico in 2 parole che sono abbastanza d'accordo con te sull'aspetto energetico della cella, difficile da definire accuratamente e che probabilmente non va davvero in overunity.
    Diverso è il discorso trasmutazioni in quanto, soprattutto Cirillo, ha raggiunto risultati che sembrano confermare con una certezza significativa, gli eventi di trasmutazione non spiegabili neppure dalle impurezze del tungsteno.

    Segnalo a Iorio e Cirillo e altri interessati questa tua discussione poichè anche loro sono andati avanti e hanno certamente risultati o opinioni da condividere frutto di esperienza diretta.

    Intanto un carissimo saluto e spero di rileggerti presto.
    P.S. Ovviamente TUTTE le vostre discussioni sono sempre qui sul forum tutte disponibili.

    Roy
    Essere realisti e fare l'impossibile

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    • #3
      Caro Riccardo, è un grande piacere rileggerti ed è un peccato che non siamo riusciti più a sentirci. Desidero apportare qualche nuova informazione sulla cella poiché vi è stato un periodo all'incirca tra il 2010 e la fine del 2012 che sia io che Domenico abbiamo continuato a sperimentare sulla cella in maniera separata. Abbiamo poi confrontato i nostri dati e quindi ora abbiamo più dubbi che certezze :-) . Ci sono dei risultati importanti ottenuti sia da me (per un conto) che da Domenico (per un altro conto) che tu dovresti conoscere. Io ho smesso di misurare energia e pare che anche Domenico ha tenuto in seconda priorità quest'aspetto. Le mie sperimentazioni ottenute con l'aiuto di Leo Carlucci ed Eugenio Amitrano e utilizzando soluzioni rigorosamente preparate con acqua ultrapura e con elettrolita idrossido di litio hanno rilevato la presenza di Nuclidi in quantità molto più elevate di quanto i test del 2004 fatti con i raggi x rilevarono. Ovviamente è stato misurato anche oro fino a 50 ppm ma quello che è più affascinante sono elevate quantità di Calcio (anche 4000 ppm) e bromo (a dire il vero ci sono anche curiose anomalie di Sodio e Potassio ma scientificamente non ne possiamo tener conto). Queste anomalie sono state misurate analizzando il liquido e non l'elettrodo. Inoltre Domenico ha effettuato una verifica molto seria di cui ha pubblicato anche un articolo e sembrerebbe che questi neutroni ci siano. Si tratta di neutroni ultrafreddi in ragione di circa 720 neutroni al secondo per 1 mm quadro. Ma preferirei che fosse proprio Domenico a parlartene, quindi aspetterei il suo resoconto. Caro Riccardo io ho più dubbi di prima e molto meno certezze, questo non significa nulla chiaramente, ma non liquiderei la cosa così su due piedi. Colgo questa meravigliosa occasione di Salutare te, Roy e anche l'amico Domenico impegnatissimo come non mai su tanti altri fronti ma sarà lui a spiegarti. Un abbraccio forte e un saluto a tutti coloro che ci leggono.

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      • #4
        Carissimi tutti, (sembra una rimpatriata... che bello), caro Riccardo,
        interessante la Tua analisi. Interessante dal punto di vista storico del fenomeno e testimonianza del fatto che, in parallelo a mille analisi fatte in laboratorio, c'è stato e c'è uno stuolo di ricercatori (come dici tu) 'raffazzonati' che ha pensato che la rivoluzione fosse dietro l'angolo e che un variac con due elettrodi da ferramenta potessero consentire di fare la rivoluzione energetica in cantina.
        In fondo tutti siamo partiti così, con poco, ma la differenza, nelle conclusioni, l'ha fatta la tenacia e la costanza nell'ottimizzare via via gli assetti sperimentali, via via la 'messa a fuoco' del problema da sviscerare. Via via la perizia, la pazienza, la passione.
        Il tuo post è un ottimo spunto per raccontare quanto non è mai stato raccontato dal 2008 circa, anno della 'scissione' con Iorio, fino ad oggi. La scissione ormai è ricucita e l'amicizia ha prevalso sul tempo e sulle stupidaggini, ma dal 2008 ad oggi ci sono state tante cose che sono avvenute e che sono state misurate, che mi danno un riscontro differente da tuo.
        Nel 2008, ormai da solo, ho ricostruito da zero tutto il laboratorio, il layout sperimentale e il sistema di acquisizione. Ho riprogettato i sistemi di misura elettrica e calorimetrica, lavorando molto su due strade:
        - filtraggio del 'caos elettromagnetico' generato dalla cella
        - revisione del calorimetro a flusso
        La riprogettazione ha portato ad una configurazione così complessa che, oggi, non è ancora completata (e sono passati dieci anni).
        Con il vecchio layout sperimentale, con tutte le sue pecche dal punto di vista delle misure energetiche, ho però proseguito nelle attività di caratterizzazione di anomalie differenti da quelle energetiche.
        In quegli anni ho incontrato vari maestri lungo il mio percorso che, in varie maniere, mi hanno supportato nel prosieguo della sperimentazione, della modellazione e della ottimizzazione delle misure ‘nucleari’.
        Grazie al gruppo di misuristi del prof.Cardone, ho allestito dei sistemi dosimetrici per la misura della presenza di neutroni, ‘lenti’ o ‘ultralenti’, basati su Boro e CR39.
        La presenza di tali neutroni, oltre che dai primi timidi studi di Iorio e miei (nonché di Dattilo), è stata suggerita dai modelli del prof.Allan Widom e dal prof.Yogendra Srivastava, sulla possibilità che in quel plasma e in quelle condizioni caotiche si potevano creare le condizioni per la generazione di tali neutroni. Widom è venuto più volte dagli Stati Uniti per poter ragionare sulle migliori condizioni di plasma per poter far emergere il fenomeno, così come con Srivastava tanto si è ragionato in merito. Ben presto al gruppo si è unito l’indimenticabile e insostituibile Emilio Del Giudice che, col suo contributo, mi ha dato un aiuto sostanziale nel procedere, sia dal punto di vista del modello teorico che dal punto di vista puramente sperimentale.
        Sulle spalle di tali maestri, ho cominciato ad eseguire prove.
        Come da protocolli ordinari, prima di fare misure sul plasma, ho eseguito la ‘taratura’ dei dosimetri, inviandone circa 25 all’ENEA (Casaccia) – prima 5, per le prime esposizioni, poi 20 per le successive – per far si che, prima di ogni misura su plasma, fossero esposti ad una sorgente di neutroni termici dal flusso noto, per poter appunto ‘tarare’ i dosimetri, la loro sensibilità, il loro funzionamento globale. La taratura è stata eseguita in singolo cieco. La persona della Casaccia, dott.Stefano Loreti, era l’unico a conoscenza dei tempi di esposizione dei campioni. Una volta esposti, me li ha spediti e, a seguito della procedura di analisi, dovevo essere io a dirgli quale fosse stato più o meno esposto al flusso di neutroni, realizzando in questo modo un protocollo detto ‘a singolo cieco’.
        Da tale taratura è emerso un ‘calibro’ di confronto da cui poter fare valutazioni con dosimetri analoghi, utilizzati in differenti ambienti (nella cella per esempio).
        Il passaggio a misure sul plasma è stato immediato, accompagnato da controprove eseguite in cella ‘senza plasma’, a misure in posizioni lontane dalla cella, esterne alla cella, proprio per essere certi che quanto misurato fosse legato con certezza alla presenza del plasma nella cella.
        I risultati emersi sono stati estremamente interessanti e hanno smosso un bel po’ di acque. Con grandissima soddisfazione di Del Giudice.
        In pratica, in 500 secondi di plasma si poteva generare una densità di produzione di questi neutroni lenti, rilevata dai dosimetri, pari a circa mezz’ora di sposizione al flusso noto. Confermata dai contro test che, senza plasma, non consentivano di rilevare niente.
        In parallelo a tali prove, per essere più convinto della natura, in qualche modo nucleare, del fenomeno, ho fatto eseguire delle analisi delle soluzioni con metodologia ICP-MS.
        Anche in questo caso la preparazione rigorosa delle soluzioni è stata assolutamente necessaria. Onde evitare le note critiche di ‘migrazione’ e contaminazione dall’elettrodo, ho dovuto ogni volta preparare il ‘bianco’ ovvero la controprova ‘senza plasma’. In questo caso procedevo così: preparavo una soluzione col doppio del volume necessario ad un test, usandone una metà per il test al plasma e una metà per il test ‘bianco’. Essendo impossibile evitare contaminazioni esterne usavo in entrambi i test lo stesso layout sperimentale (stessa cella, stesse termocoppie, stessi supporti… tutto). Per evitare equivoci sull’elettrodo, utilizzavo lo stesso elettrodo spezzandolo in due: una parte per il plasma, una parte per il ‘bianco’. Dopo il test al plasma monitoravo temperatura della soluzione e quantità di elettrodo disciolto dal plasma. Per il test ‘bianco’ calibravo la stessa rampa termica della soluzione al plasma, usando una corrente tale da dissolvere la stessa quantità di elettrodo in soluzione (sembra più difficile di quanto sembra, ma bastano due conti di elettrochimica convenzionale e il controllo della corrente di alimentazione). Terminato il tutto ho inviato i due campioni al laboratorio.
        Ho eseguito tale test ICP MS due volte con due laboratori differenti.
        Il primo laboratorio (universitario) ha fornito dati solo su Re, Os, Au, Pt.
        Il secondo laboratorio (privato) ha spazzato tutta la tavola periodica praticamente.
        In entrambi i casi i risultati sono stati estremamente interessanti, ma soprattutto il secondo test ha superato tutte le aspettative: comparsa di nuclidi, scomparsa di altri, incrementi di concentrazione anche di più di 100 volte.

        Che dire.

        Certamente in quella cella avviene qualcosa di sfuggente che, certamente a causa dello specifico modo in cui si innesca il fenomeno, è molto complicato da afferrare e far emergere. Certamente occorrono uno studio e un approccio molto molto lontani dall’improvvisazione dell’hobbista. Ma altrettanto certamente, quanto ho visto e misurato, NON mi consente di girarmi dall’altra parte e di porre la parola FINE.

        Ora, come accennato all’inizio di questo lungo post (scusate) sto lavorando su misure energetiche più filtrate, più certe e meno aleatorie. Procedo con una lentezza estenuante, data anche l’età che mi ha pian piano trasformato. Ma procedo. Non riesco a fare altro. Nonostante il lavoro quotidiano sempre più invadente, nonostante la stanchezza che si divora a morsi la forza di volontà.

        Ed è comunque bellissimo.
        ?"Se pensi che una cosa sia impossibile, la renderai impossibile" (Bruce Lee)

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        • #5
          Carissimi Domenico, Enzo e Roy,
          vi chiedo umilmente scusa per il vergognoso ritardo con cui vi rispondo.

          Difficoltà professionali mi hanno fatto 'dimenticare' di questo post e leggo solo adesso le vostre risposte.

          In particolare, caro Domenico, sono contento che tu non ti stia dando per vinto, anche perchè a quanto pare hai avuto qualche riscontro, qualcosa per cui 'indagare' più a fondo. Trovare le mutazioni e nuovi elementi nell'elettrolita è, effettivamente, stimolante.

          Purtroppo a me non è successo, e alla fine ho gettato la spugna. I miei mezzi erano troppo 'amatoriali'.

          Ti lascio con una domanda... Esiste letteratura in cui si siano testati dosimetri plastici a CR39 in presenza di altissime concentrazioni di campi EM qual'è la regione vicina al plasma?
          In altre parole, si può escludere che le tracce indicatrici di neutroni, possano formarsi per ragioni elettromagnetiche?
          Se non ricordo male qualcosa di simile successe anche con Pamela Mosier-Boss allo Spawar, ma non ho più seguito la vicenda.

          P.S. Spero abbiate capito che quando ho accennato ad esperimenti 'raffazzonati' alludevo ai 'fuochi d'artificio' (tuttora presenti in rete) di Remond & co..

          A presto.
          Rik
          "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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