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Switching per la cella

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  • #31
    QUOTE (OggettoVolanteIdentificato @ 19/12/2005, 21:59)
    Si,ho visto,sono speculari,solo che la resistenza R2 chiude l'emettitore del transistor 111,mentre l'altro transistor non ha alcuna resistenza nè alimentazione,dato che conduce quando 111 è interdetto.Mi chiedevo se  se servisse solo a scaricare i due condensatori.Ma non è che il 115 si brucia,visto che riceve un picco dai condensatori?.....  sick.gif

    Sì, la capacità di gate tende a mantenere il suo stato, quindi è sempre R2 che lavora per scaricarla. Per cui il totem-pole che è una particolare versione del concetto di push-pull serve per 'tirare sù' e 'tirare giù' tale capacità con la forza. C1 e C2 vedili come un corto, sono dimensionati in modo da essere 'trasparenti' in funzionamento normale, ma da circuito 'aperto' ad un'eventuale continua a 300v insinuata per un mos saltato.
    La capacità di gate Cg comunque raramente supera i 10nF, quindi siamo lontani da possibili danni ai transistor.

    Edited by ElettroRik - 19/12/2005, 22:19
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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    • #32
      Yes,yes,yes tongue.gif Il fatto è che non guardavo i gate,ma guardavo lo zener 2: ha una capacità altina,e fa scaricare impulsivamente i due condensatori in parallelo sull'emettitore del 115.Il gate ha pochi picofarad,non influisce nulla.Non voglio farti perdere tempo,solo sviscerare alcune tempistiche della conduzione del 115! Hey,poi magari funziona perfettamente,so' io che indago per passione personale!

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      • #33
        QUOTE (OggettoVolanteIdentificato @ 19/12/2005, 22:31)
        Yes,yes,yes  tongue.gif Il fatto è che non guardavo i gate,ma guardavo lo zener 2: ha una capacità altina,e fa scaricare impulsivamente i due condensatori in parallelo sull'emettitore del 115.Il gate ha pochi picofarad,non influisce nulla.Non voglio farti perdere tempo,solo sviscerare alcune tempistiche della conduzione del 115! Hey,poi magari funziona perfettamente,so' io che indago per passione personale!

        Se parli della capacità parassita di Dz2 siamo molto sotto la Cg che non è di pochi pF, ma almeno 1500pF ( x 3)! E' quella che 'rompe' le scatole per il miller oltre che l'effetto induttivo disseminato un po' ovunque come autoinduzione di piste, reofori ecc... che captano l'impulso em di commutazione dei mos.
        Dz1 e Dz2 servono per evitare un fenomeno di charge-pump che potrebbe innescarsi con Cg e tendere ad innalzare Vg oltre i limiti, o viceversa a sconfinare a tensioni negative sotto la massa.

        Edited by ElettroRik - 19/12/2005, 23:24
        "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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        • #34
          Come funziona il totem-pole?
          ...Vediamo...
          La fig seguente rappresenta un transistor NPN ed uno PNP.
          Nel primo caso una tensione ...più positiva dell'emettitore, nella fig. collegato a massa,..dicevo una tensione più positiva della massa è applicata alla base tramite una resistenza. Se tale tensione supera la soglia del transistor la resistenza la limiterà al valore deciso dal transistor stesso..tipicamente intorno a 0,6V circa (25 gradi). Contemporaneamente fara passare la corrente Ib, calcolabile come la caduta ai capi di RNB diviso il suo valore ohmico e cioè Ib=(Vbat-Vbeon) / RNB. Questa corrente è entrante in base e la tensione di base è positiva rispetto all'emittore. Se il collettore, tramite resistenza RNC è collegato ad una tensione di un certo valore, positiva rispetto alla massa, si ha un passaggio di corrente, fintanto che esiste "Ib", entrante in collettore e il cui valore viene limitato da RNC...oppure dall'HFE del transistor se "Ib" è insufficiente/troppo piccola...(ricordo che il transistor è un dispositivo comandato in corrente). Nel primo caso il transistor si chiude quanto può (qualche centinaia di millivolt tra collettore ed emittore/massa) e la corrente di collettore è (circa...) data da Ic= ( "V+" - "VCEsat" ) / RNC. Nel secondo caso la corrente dipende dalle "curve" del transistor...c'è insomma un "punto di lavoro" dove, data una certa VCEon, si avra un certo HFE (che lega circa Ib-Ic ...tipo Ic=Ib x HFE) e quindi, noto "Ib", una certa "Ic"...

          Nel secondo caso....idem...solo che la tensione fornita in base è più negativa della massa e la corrente in base è uscente. La tensione applicata in collettore dovrà essere anch'essa più negativa della massa ...e quindi anche la corrente di collettore sara in uscita da quest'ultimo..
          [continua]

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          • #35
            ..lasciatemi ora..."ruotare" la parte PNP in modo da avere le tensioni positive in alto, la massa al centro e le negative sotto. Di conseguenza le correnti vanno sempre da sopra a sotto....
            ...convenite con me che il circuito è lo stesso no? Non ho cambiato nessuna connessione valore...ho solo cambiato la grafica...o no? Bene...
            [continua]

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            • #36
              ..lasciatemi ora collegare le masse, visto che è lo stesso segnale potenziale..... quindi collego assieme i due emittori. Per il momento lascio scollegata "graficamente" quest'iltima dalla connessione di massa delle batterie..
              ...nuovamente non ho cambiato nulla a livello elettrico...è solo una variante grafica...i 3 circuiti sono sempre la stessa cosa..solo che sono punti di vista differenti...o no?

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              • #37
                bene nel circuito di prima passera la corrente nel NPN solo se è fornita la sua polarizzazione di base, cioè se è presente la batteria G1..e questo indipendentemente da cosa succede sullo PNP...e viceversa..
                Supponiam di voler spegnere tutti e due i transistor...basta togliere tutte e due le batterie, ovvero portarle a zero volt/cortocircuitarle..collegare cioè le basi a massa..
                In tal caso si può dire che le due basi, a meno delle resistenze RNB/RPB, sono collegate assieme...sicuramente sono allo stesso potenziale (le due "Ib" sono 0), ovvero non c'è caduta sulle due resistenze di base...
                In ogni caso è lecita la trasformazione della fig seguente nel circuito A, a sinistra.

                Se ora io prendo il punto comune delle resistenze di base e lo collego ad un unico generatore ottengo il circuito di figura B. Lasciando questo generatore a 0V nulla cambia rispetto il circuito di "A".

                Vediamo cosa succede se il generatore assume valori di tensione positivi (maggiori di VBEon..). Questo è raffigurato nella parte C della figura. Per lo NPN si ottiene il pilotaggio come per il circuito originale (quello del primo post)..si avrà quindi una "Ib" entrante in base e una relativa "Ic" in collettore (con tutta la solfa dello HFE, VCEon o VCEsat, ecc.)
                Il PNP vedrà invece un pilotaggio negativo, quindi non assorbirà corrente in base fintanto chè questa tensione "VEB" (notare che ho critto VEB e NON VBE...) non eccede circa 5V, tensione per la quale inizia il breakdown (e come se ci fosse uno zener). Del resto questa tensione è possibile, se il generatore è di valore opportuno, anche se sullo NPN rimangono circa 0,6V di VBE e questo per la presenza della resistenza limitatrice di base...
                In ogni caso il PNP non condurrà corrente di collettore, rimarrà cioè interdetto, sia che la base-emitter si trovi in Bdown o meno, perchè polarizzato al contrario.

                Vediamo cosa succede se il generatore assume valori di negativi. Questo è raffigurato nella parte D della figura. Succede che è il transistor PNP ad essere pilotato (come per il circuito originale del primo post) lo NPN rimane interdetto perche polarizzato al contrario..insomma si invertono i ruoli precedenti.

                Possiamo notare subito una cosa...per valori di tensione del generatore compresi tra VbeonNPN, cioè circa +0,6V, e VbeonPNP, ovvero -0,6V nessuno dei due transistor è pilotato, quindi non si ha passaggio di corrente in nessuno dei 2 collettori. Quindi c'è una zona "morta" di "0,6V" + "-0,6V" = 1,2V picco-picco... In pratica è quello che accade in un classico amplificatore classe B e che determina la cosidetta distorsione d'incrocio (di solito si usa infatti AB, cioè si prepolarizzano in parte i due...finali).

                Possiamo notare anche subito una seconda cosa. Quando RNB svolge il suo compito (Generatore "positivo"- riferirsi a "C" della figura), RPB non è...per così dire...sollecitata..potrebbe anche non esserci (infinito) o esserci un corto (0 ohm) al suo posto e il funzionamento non cambia (beh.. eccetto se il generatore sulle basi supera i 5V..) . Quando invece è RPB a svolgere il suo compito (Generatore "negativo"- riferirsi a "D" della figura) è RNB ad essere superflua.
                Visto allora che le due resistenze non possono lavorare contemporaneamente ma solo una alla volta, possiamo usarne UNA! Così il circuito stavolta lo possiamo modificare come in E, facendo la connessione in comune a valle della resistenza anzichè a monte..in pratica collegando assieme le due basi.
                Si noti che una differenza stavolta c'è. Sebbene per la polarizzazione sia equivalente come appena sopra scritto, tuttavia stavolta la tensione di base del transistor polarizzato al contrario è vincolata dalla tensione di base dell'altro e non dalla tensione del generatore. Cioè quando si pilota lo NPN ,quindi si applica +0,6V circa, lo PNP vede appunto...questa tensione (essendo sia le basi connesse insieme, sia gli emittori), viceversa pilotando il PNP, cioè fornendo circa -0,6V. lo NPN è polarizzato al contrario al massimo con questi -0,6V...La giunzione di base (in pratica è come un diodo) di un transistor limita/protegge , mentre si polarizza, automaticamente l'altra. Si evita quindi di arrivare al breakdown e si risparmia un componente (una resistenza).

                Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:20

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                • #38
                  CITAZIONE (gattmes @ 20/12/2005, 12:07)
                  ..lasciatemi ora collegare le masse, visto che è lo stesso segnale potenziale..... quindi collego assieme i due emittori. Per il momento lascio scollegata "graficamente" quest'iltima dalla connessione di massa delle batterie..
                  ...nuovamente non ho cambiato nulla a livello elettrico...è solo una variante grafica...i 3 circuiti sono sempre la stessa cosa..solo che sono punti di vista differenti...o no?

                  Grande Gattmes...
                  fin qui vai alla grande.

                  Ora ti voglio vedere a spiegare, continuando il ragionamento in cui ti sei infilato, perchè il tutto funziona anche con un segnale in base che è 0 / +12 invece che -6 / +6... e con 0...Vcc e non V+ / Gnd / V- He, he... wink.gif

                  OOPS... scusa.... ho postato troppo presto.... comunque mi sei piaciuto... parecchi passaggi, ma... chiarissimi, fin'ora.

                  Edited by ElettroRik - 20/12/2005, 13:00
                  "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                  • #39
                    continuamo (x ElettroRik ho modificato/finito/terminato il post precedente con il circuito "E")...

                    Per ora ho fatto una sola modifica reale, quella dell'eliminazione di una resistenza e della connessione assieme delle basi..e ho "unificato" i generatori....che non si può parlare di modifica se dico "è come sel nel circuito originale (quello con le due batterie in base) facessi assumere alle due batterie sempre uguale tensione e uguale polarità"...quindi posso "unificarle" come avevo fatto all'origine con le 4 masse (unificate in 2, ma avrei potuto usarne solo 1a..)....
                    ...dicevo una sola modifica reale..le altre sono tutte grafiche...

                    ...ne faccio ancora una (grafica)...che ci permette di vedere il circuito di figura "E" in un modo più ...consono...
                    ...lo modifico cioè come in F... è sempre lo stesso circuito no? Vi pare più famigliare ora...eh? Vi ricorda qualcosa....
                    ...Pensate che rispetto al punto di partenza cambia solo una resistenza/connessione!
                    [continua]

                    Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:23

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                    • #40
                      bene. Allora io sono con i piedi per terra...la terra, cioè la massa!
                      Da qui vedo "sopra di me"/"sopra la massa nello schema" le tensioni positive, "molto sotto i miei piedi-sottoterra"/"sotto la massa nello schema" le tensioni negative... (ecco un buon motivo x disegnare bene/con logica le cose...).

                      Come diceva un certo Einstein..tutto è relativo e......opla...prendo l'ascensore è vado al piano di sotto....
                      Vado quindi giù e mi ritrovo con i piedi su ...."-V"...questo è il mio nuovo pavimento...sopra di me vedo la massa, cioè il mio soffitto...e da una "botola" vedo ancora più su "+V"..
                      ...diamo un po di numeri (casomai non ne avessi già dato a sufficienza biggrin.gif ). Questo palazzo è un po vecchio e i vani sono molto grandi e alti...ogni piano è 6 metri...
                      Quindi dove ero prima (massa) il "+V" si trovava ad una differenza di altezza (differenza di potenziale) rispetto il pavimento (massa) di 6 metri (volt) .....sopra di me, il "-V" era invece 6 metri/volt sotto di me.....dove sono ora vedo il "+V" 12 metri/volt sopra di me, gli "emittori" 6 metri/volt sopra di me e il "-V" per terra....terra cioè massa...la mia "nuova" massa.

                      Quindi il circuito "G" è del tutto nelle stesse condizioni di "F"..solo che lo vediamo da un punto di vista differente, per cui non ci sono più tensioni più basse della massa...negative cioè...ma solo tensioni positive..il nosto punto di vista...di riferimento è ora quello che prima era "-V"...e tutto si è traslato più su....o no?

                      Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:25

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                      • #41
                        (comincio a sudare.... wacko.gif )..dunque..tornando al punto.... G smile.gif ...
                        ..possiamo fare un'altra modifica al generatore/batteria di base....e cioè tenere conto dei sei volt iniziali (dove è ora connesso)..

                        Infatti nella fig. G per non far condurre nessun trasistor occorre imporre 0V sul generatore in base, ma essendo questo connesso ad un punto a 6V di potenziale, cioò significa che bisogna "tenere" le due basi a 6V rispetto a massa (quindi esattamente a meta della tensione in alto di12V).

                        Per far condurre lo NPN occorre invece imporre una tensione sempre di 0,6V sul generatore che, essendo questo sempre connesso ad un punto a 6V, significa portare le due basi a "6" +" +0,6" =6,6V circa. Per far condurre lo PNP bisognerà imporre
                        "-0,6V" sul generatore, che essendo connesso al famoso 6V, signica portare le basi a 5,4V circa (6-0,6)

                        ...quindi possiamo passare allo schema H....non cambia niente ho solo aggiunto/meglio visualizzato la batteria da 6V.

                        Se ci ricordiamo di "settare" opportunamente il generatore in base...possiamo inglobare questa nuova batteria e passare allo schema K...ricordando di fornire tensioni inferiori a 5,4V per far condurre il PNP (si, anche inferiori, tanto c'è la resistenza di base che limita), maggiori di 5,4 e minori di 6,6V per non far condurre nessun transistor (es 5,6...5,8...6,4, ecc.) ed infine maggiori di 6,6V per far condurre lo NPN

                        Bene il circuito in ingresso è ora identico al classico totem-pole..possiamo applicare un generatore onda quadra 0-12V....quando è 0 è pilotato il PNP, quando 12 lo NPN..
                        L'uscita e i modi di conduzione sono invece ancora differenti...
                        Notare infatti che è sempre presente la "battteria "6V" in uscita sugli emittori...che ora andremo a togliere...
                        [continua]

                        Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:28

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                        • #42
                          ...supponiamo di introdurre una resistenza tra i due emittori e la batteria 6V in uscita. Questo è evidenziato nello schema J. Non pilotando il transistors (6.6V>generatore>5,4V) non cambia nulla...

                          Pilotando i transistor invece gli emittori si ..."muoveranno" rispetto il 6V esterno di riferimento. Ciò a causa della corrente, uscente dal nodo comune verso la resistenza se conduce lo NPN..entrante se conduce il PNP. Tale corrente provoca una caduta sulla resistenza che si va a sommare (o sottrarsi) al 6V di uscita. Ovviamente più è alta questa resistenza maggiore è la caduta. Tuttavia anche sulla resistenza relativa di collettore avviene una caduta, va da se che se su questa non può cadere una tensione maggiore di quella sulla nuova resistenza...perchè il transistor non è un generatore: ad esempio se le resistenze sono uguali, cioè sono uguali le cadute, non si può avere più di 3V di caduta su ognuna.
                          Infatti supponendo in conduzione lo NPN, partendo da 12 nel "limite" citato si hanno 9V sul collettore (3V di caduta) e altrettanti sull'emittore, essendo 6V la batteria in uscita e 3V la caduta sulla resistenza...che va a sommarsi a questa portando gli emittori a 9V...ovvero la VCE è uguale a 0V. In pratica questo è impossibile/teorico (VCE non scende mai a 0V..con corrente transitante) e quindi si potranno avere un po meno di 3V di caduta (NB x i precisini ..ho trascurato le Ib e le ICB0 IEC0 et simila...moooolto piccole).
                          Se invece la resistenza di collettore diminuisce (e/o quella comune in uscita aumenta), sono possibili più "cadute" su quella comune in uscita..tornando all'esempio teorico di prima se RNC = 1/10 di Rout...si avra VRNC= 1/10 di VRout, cioè il caso limite è circa 0,5V su RNC, 5V su Rout e circa 0,5 su VCEsat..totale 6V appunto, che è la differenza di potenziale tra +V=12V e 6V in uscita (12-6=6)
                          L'esempio è meglio spiegato in fig L

                          Ovviamente lo stesso accade con il PNP solo che le cose si invertono...tornando all'ultimo esempio si avrebbe 0,5V su RPC (quindi il collettore si trova 0,5V sopra la massa)..sempre 0,5Vcesat (quindi l'emittore si trova a 1V)

                          C'è da notare un particolare: se la tensione di emittore si muove dai 6V della "batteria" in uscita, si muove di conseguenza anche quella di base che, quando il transistor conduce, si trova sempre 0,6V sopra (conduce NPN) o sotto (conduce PNP) gli emittori. Da notare anche che tanto più sale (o scende) la tensione sull'emittore, tanto minore sarà la caduta sulla resistenza di base (a parità di tensione del generatore qui connesso) e di conseguenza la corrente "Ib" e quindi la "Ic" d'uscita.

                          [continua]

                          Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:33

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                          • #43
                            Continuando nel ragionamento di prima eliminiamo completamente le resistenze di collettore, lasciando quella comune in uscita. Si ottiene il circuito di fig M.
                            Non c'è nessuna variazione, eccezion fatta che ,se "Ic" (quindi Ib) lo permette, possiamo avere la massima escursione sulla resistenza in uscita..recuperando totalmente quello che cadeva sulla resistenza di collettore (in pratica, come avvenuto in base, abbiamo spostato qui e unificato quelle di collettore...). Bene.

                            Passsiamo ora alla successiva fig N, dove è evidenziata la batteria in uscita. Supponiamo che questa sia "variabile". Supponiamo di impostarla a 0 (rispetto a massa)...in pratica di cortocircuitarla. Cosa succede?
                            Stavolta i transistor non condurranno se il generatore di pilotaggio è circa 0V (invece di 5,4...6,6V) Questo perche il "riferimento in uscita non è più 6V (da cui 5,4...6,6V aggiungendo +-0,6V) ma 0V. Per far condurre PNP bisognerebbe portare le basi in negativo a -0,6V...e non si può perchè abbiamo supposto un generatore di pilotaggio da 0 a 12V. Per far condurre lo NPN è invece sufficiente a salire sopra 0,6V.
                            Portandosi ad esempio a 12V si avrà il massimo pilotaggio e la massima tensione di uscita. Questa dipende, oltre a quanto detto nei post di prima, a quanto si riesce a portare la base...infatti su RNB cade qualcosa..che dipende da IB..quindi maggiore è il guadagno/HFE/Beta del transistor minore sara la IB necessaria, minore la caduta su quest'ultima e maggiore la tensione sulle basi e quindi sugli emittori/uscita. (0,6V di differenza).

                            Vediamo ora il caso P. Adesso il riferimento in uscita è 12V (in pratica un corto con +V). Stavolta i transistor non condurranno se il generatore di pilotaggio è 12V..per la precisione sopra 11,4V. Infatti il "riferimento in uscita è ora 12V. Per far condurre NPN bisognerebbe portare le basi a 12,6V.....e non si può perchè abbiamo supposto un generatore di pilotaggio da 0 a 12V. Per far condurre il PNP è invece sufficiente scendere sotto di 0,6V, ovvero sotto gli 11,4V

                            Abbiamo visto una cosa importante: variando l'entità del generatore in uscita varia il livello per cui i transistor NPN o PNP entrano in conduzione.
                            Gli emittori tenderanno comunque a portarsi sempre (se c'è la resistenza di uscita ovviamente) al valore delle basi a meno di 0,6V..valore sotto il quale il transistor che stava conducendo si "spegne".

                            Se invece di un generatore fisso colleghiamo un condensatore scarico, avremo "inizialmente" la situazione della figura N. Con 0V di pilotaggio i transistor non conducono, con 12V di pilotaggio conduce lo NPN che inizia a caricare il condensatore. Si arriverà quindi vicini alla situazione P quando il condensatore è carico...e tra l'altro, avendo 12V di pilotaggio...ci si fermera intorno agli 11,4V..cioè quando non si potrà più garantire al transistor NPN il pilotaggio in base.

                            Imponendo ora 0V di pilotaggio si partirà da una situazione simile alla P per portarsi verso la N...il PNP entra in conduzione e scarica il condensatore.....e questo fino ad un residuo di 0,6V sotto il quale non può esserci il pilotaggio del PNP

                            La resistenza Rout, insieme a RB (e all'impedenza d'uscita del generatore di pilotaggio, limitano la corrente in uscita...

                            Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:38

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                            • #44
                              caro gattmes
                              COMPLIMENTONI!
                              x ora posso solo leggerti, sono superimpegnato !
                              a presto
                              Nel nuovo millennio l'uomo tornando alla natura distruggerà quei mostri e l'energia dell'atomo pulito costruirà ancora infinite meraviglie e le ferite dell'umanità, come le guerre non saranno che purtroppo molto tristi incidenti dì percorso. (Omero Speri -VR- Pioniere della FF )

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                              • #45
                                Wè,gattmes,mittikoo! Avrai fatto una faticaccia nelle descrizioni di polarizzazione,ottimo lavoro,e ottime spiegazioni! Tra le tante cose,ritieni che i mosfet abbiano in uscita un'onda perfettamente quadra(o rettangolare),o tendono a 'tondeggiare' l'onda,visto e considerato che il condensatore che piloterà i gate tende a arrotondare le onde quadre? P.S. Hai presente gli ampli di BF? applichi segnali a onda quadra,e fuoriesce un segnale quasi sinusoidale....

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                                • #46
                                  QUOTE (OggettoVolanteIdentificato @ 20/12/2005, 20:36)
                                  ....ritieni che i mosfet abbiano in uscita un'onda perfettamente quadra(o rettangolare),o tendono a 'tondeggiare' l'onda,visto e considerato che il condensatore che piloterà i gate tende a arrotondare le onde quadre? P.S. Hai presente gli ampli di BF? applichi segnali a onda quadra,e fuoriesce un segnale quasi sinusoidale....

                                  Se ho appreso la 'filosofia' di Gattmes, la risposta sarà qualcosa tipo: "perchè la banda passante è limitata".
                                  Quello che fa di una sinusoidale una quadra sono le armoniche. Più passano armoniche e più sarà squadrata. C1 e C2 sono in serie, quindi formano un passaalto e non ci preoccupano in questa parte del ragionamento). Cgate invece è quella che forma un filtro passabasso. Inoltre, per effetto Miller le induttanze parassita Id e Is sono amplificate se viste dal gate. Quindi ulteriore 'taglio' del filtro.
                                  In pratica più è bassa la R interna del generatore di pilotaggio (totempole) e più il filtro RCL, dato dalla Ri del totempole e dal resto sul mos, taglierà in alto. Per assurdo, se R=0 Ft=infinito.

                                  Detta a mio modo, invece: La Cg tende a stondare la quadra di pilotaggio, perciò dobbiamo adottare dei transistor che 'forzino' la Cg a caricarsi e scaricarsi più velocemente possibile.

                                  La cosa affascinante è che in pratica ho detto la stessa cosa di prima... wacko.gif



                                  A proposito di dire la stessa cosa, COMPLIMENTISSIMI a Gattmes per questa lezioncina sul totempole, che io non avrei mai saputo fare:
                                  io l'avrei affontata così:
                                  Quando la quadra di pilotaggio è On conduce l'NPN di sopra, e abbiamo un classico collettore comune che forza il Cg a caricarsi attraverso l'emettitore. il PNP è ininfluente, perchè la base è antipolarizzata o al peggio allo stesso potenziale dell'emettitore.
                                  Vicevera, quando la quadra va Off, conduce invece il PNP di sotto, sempre un collettore comune, che usa il Cg come generatore e lo chiude a massa.

                                  Anche qui, lo stesso concetto dei post del grande Gattmes, espresso in modi terra-terra. blink.gif

                                  P.S. C1 e C2 li avevo dimensionati abbondanti 3uF totale, ma non ho messo poi la R di chiusura. Togliendo R2 che nonnserve e spostandola tra gate e massa, e ipotizzandola da 47k, abbiamo una Tau di 141ms, quindi la durata minima d'impulso sarebbe di 25-30ms e la freq. minima di 35Hz.

                                  Il PCB è già modificato, lo schema lo sistemo adesso nel vecchio post (che poi punta al mio sito).



                                  QUOTE (gattmes @ 20/12/2005, 15:27)
                                  (comincio a sudare.... wacko.gif )..dunque..tornando al punto....  G

                                  WOW!!!! Se fossi una donna mi faresti impazzire!!! tongue.gif

                                  Edited by ElettroRik - 20/12/2005, 23:04
                                  "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                  • #47
                                    CITAZIONE

                                    Quello che fa di una sinusoidale una quadra sono le armoniche. Più passano armoniche e più sarà squadrata. C1 e C2 sono in serie, quindi formano un passaalto e non ci preoccupano in questa parte del ragionamento). Cgate invece è quella che forma un filtro passabasso.... [cut ecc,ecc.]

                                    Concordo.

                                    Consiglio x pcb:
                                    ehm ... circa il pcb è sempre preferibile avere i sources simmetrici (qua si riferisce infatti il pilotaggio x ogni mos) ..più che i drain ..
                                    ...comunque se ruoti di 180 gradi il mos in basso (come quello in alto) ti ritrovi il source a sx e..direi che sono tutti abbastanza vicino... e tutto abbastanza simmetrico.
                                    Okkio a non "segare" troppo il lago di massa con i componenti.

                                    Lasciatemi aggiungere qualcosa circa bande passanti/velocità di pilotaggio et simila...
                                    ...ritorno a ribadire che bisogna ragionare con il grafico della carica di gate, piuttosto che con le capacità Ciss..Coss..Crsss (ri...svelo un altro segretino ora)...lasciatele perdere.
                                    Il grafico di QG (fig6 del pdf http://www.irf.com/product-info/datasheets...data/irf840.pdf ) lo possiamo così leggere:
                                    Partendo da 0...ovvero 0Vgs (in verticale) e 0 nanoCoulomb..iniziamo a caricare il gate. Il grafico si riferisce ad una carica a corrente costante, cosa che non è proprio vera nella maggioranza dei casi (ma per ora non importa) ... si vede che c'è una rampa di tensione ..quindi è come caricare un condensatore,,,ora fate 2 calcoli sapendo che C = Q/V...prendiamo 2 punti es Vgs=4V...la Qg vale circa poco più metà del primo quadretto..mhhh direi circa 4 nC...allora viene C=4nC/4V...alllora 4 con 4 diventa uno ...nanoCoulomb con Volt...rimane nanoFarad....dovrebbe essere 1nF.

                                    Prima sorpresa! non torna con i dati Ciss e compagnia bella...beh certo sono dati (laggete a destra nella tabella) per Vgs=0 VDS=25V...poco probabili per un mos da 500V e che stiamo cercando di pilotare (Vgs>0..)..poi c'è dell'altro...ma sorvogliamo....

                                    Supponiamo di aver caricato questo condensatore (che è veramente 1000pF da 0 a 4V..lo si vede dal fatto che è una rampa....provate a calcolarlo il un altro punto...sempre relativo al primo tratto) fino a 4V...Cosa succede in uscita? abbiamo un principio di commutazione un po..."svaccata"/distorta? NO
                                    Il mos è sempre interdetto/aperto...e questo lo vediamo dal grafico e cioè dal fatto che il Miller non si è ancora fatto sentire......quindi tutto quello che si ottiene qui è un ritardo...il pilotaggio è gia partito e il mos no. Il valore del ritardo dipende dal pilotaggio...cioè da quanto tempo impieghiamo ad arrivare alla zona Miller. Ripeto non c'è niente in uscita..nessuna distorsione/nessun segno di vita...

                                    Ma cosa è sto Miller...
                                    con le mie parole:
                                    Il Mos è un dispositivo a semiconduttore...come tutti i semiconduttori/giunzioni...presenta una capacità...in pratica tra due terminali (es drain source) se non c'è conduzione (che cortocircuita la capacit&agrave abbiamo due.....diciamo terminali ...ad una certa distanza...che "portano" una certa tensione...e questo è del tutto simile ad un condensatore...inoltre possono essere presenti effetti Varicap (che vi risparmio...).
                                    Possiamo immaginare che ci sono 3 condensatori...uno tra gate e source...uno tra gate e drain...ed uno tra drain e source...vedere la fig allegata "A"

                                    Ora supponiamo di avere il circuito di fig B..il mos è collegato (drain source) ad una fonte di 50V e in gate abbiamo un pilotaggio variabile.
                                    Quando il pilotaggio è 0V (inizio del famoso grafico) abbiamo la capacità gate souce scarica, il mos è quindi aperto e allora abbiamo ai suoi capi 50V...quindi la capacita drain source è carica a 50V.....ma lo è anche la capacità drain-gate!.....

                                    Ora supponiamo di iniziare a pilotare il mos...Vgs sale...quindi si carica la capacità di gate-source...la famosa capacità di gate qualcuno penserà NO!!!...se il gate non è più a zero Volt...allora non lo sarà neanche un capo del condensatore drain-gate...vuol dire che lo stiamo scaricando!. Quindi salendo con la tensione di gate..carichiamo il condensatore gate-source + scarichiamo il consensatore drain-gate
                                    [continua]

                                    Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:46

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                                    • #48
                                      Ora poco importa che il secondo sia collegato a 50V invece che a 0V (massa) ..quel che importa è che è collegato ad una tensione fissa! (Behh trascuriamo un momento gli effetti della carica-scarica sulla R...). Come in alta frequenza (teorema di Giacoletto credo o giù di li) cortocircuitiamo tutti i generatori costanti e li consideriamo un solo filo....quindi Cdrain-gate si trova in parallelo con Cgate-source...Quindi quello che "vediamo" caricarsi in gate è la somma dei due condensatori (per ora Cdrain-source è ininfluente...anzi aiuta a tenere più "ferma" la tensione sul drain...)..Se usiamo un generatore di corrente otteniamo una rampa...proprio come nel grafico di Qg..e vediamo un Ceq=1nF circa...
                                      vedere fig C

                                      Questo è vero fino a che il mos se ne sta buono....Quando raggiungiamo la tensione di soglia questo non è più vero...cosa succede?
                                      Succede che, continuando a salire con il pilotaggio, continuamo a caricare Cgate-source (pilotando in corrende "lui" farebbe vedere sempre una rampa)...ma per il Cdrain-gate le cose cambiano.
                                      Il Drain infatti non è più un punto fermo/fisso (quindi non possiamo più assumere che il condensatore -lato drain- è come se fosse a massa, cioè parallelo a Cgs)..ma sta venendo giù!!
                                      Quindi ricapitoliamo...da un lato (lato gate) cerchiamo di tirare su la tensione e quindi cerchiamo di scaricare il condensatore...dall'altro non sta più ferma la tensione ma viene giù ...e questo lo possiamo tradurre come una scarica più svelta ...ma anche come un "peso" maggiore per il gate che, oltre a dover scaricare il C si vede il drain venir giu (per capire meglio pensate per un attimo che il gate fosse fermo e il drain viene giu...il Cdg, se rimane fisso come carica, tenderebbe a far scendere anche il gate...e questo richiederegge "energia" sforzo da parte del pilotaggio peer riequilibrare le cose)

                                      ecco quindi che ogni sforzo del gate di salire di qualche millivolt si ripercuote in ulteriore discesa del drain..questo praticamente "sfiacca" la carica di gate...e come se voi state alzando un secchio di farina e quando siete a meta ve ne buttano dell'altra dentro...tanto più cercate di tirar su tanto più vi riempono il secchio ...,son sicuro che rimanete piegati a meta! Ok? Questo è evidenziato in fig "D"

                                      Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:49

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                                      • #49
                                        CITAZIONE (gattmes @ 21/12/2005, 12:33)
                                        ...e come se voi state alzando un secchio di farina e quando siete a meta vene buttano dell'altra dentro...tanto più cercate di tirar su tanto più vi riempono il secco ,,son sicuro che rimanete piegati a meta!

                                        Grande! Questa volta sei tu che usi il mio 'slang'... wink.gif
                                        Ora resta solo la parte in cui la riserva del cattivo che ti riempie il secchio si è esaurita e quindi torni a faticare nel sollevamento:
                                        CITAZIONE

                                        Arrivato.."al livello del source"...ritorniamo ad avere un livello fisso...e allora il gate rivedrà i due condensatori in parallelo e tornerà a salire con andamento di rampa..


                                        Ma lo sai che 'sta roba messa giù con questa chiarezza e precisione non si trova praticamente da nessuna parte?

                                        Edited by ElettroRik - 21/12/2005, 17:15
                                        "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                        • #50
                                          E poi cosa succede?
                                          Bene si intuisce che questo fenomeno termina quando il mos è tutto chiuso...ovvero il drain è arrivato al livello del source..sotto non può andare! (Behh trascuriamo altri strani fenomeni, ecc.)
                                          Arrivato.."al livello del source"...ritorniamo ad avere un livello fisso...e allora il gate rivedrà i due condensatori in parallelo e tornerà a salire con andamento di rampa..Tuttavia (come ciliegina) si può notare che la pendenza non è proprio la stessa.....e questo, se vogliamo, per un certo effetto "varicap"

                                          Quindi ricapitolando:
                                          il mos inizia a condurre al primo "angolo" e termina al secondo. Il modo come conduce è determinato solo da come si transita tra queste due (zona circa piatta della fig 6).
                                          La capacità VERA vista in gate la ricaviamo dalla Qg che si deve raggiungere, ovviamente dopo il secondo angolo.....cosi se ad esempio arriviamo a Vgs=12V...abbiamo circa 45nC (naturalmente l'andamento di Qg dipende da VDS, ID, ecc....) che, se non sbaglio, rappresenta una capacità equiv. di gate di C=45/12....circa 4nF!!..E questa non torna con nessuno dei dati forniti, nemmeno con il grafico di fig 5. In realtà qualcuno più esperto potrebbe "notare" dei..."pezzi" (tracce) di queste capacità nel grafico di fig 6...

                                          Concludo ribadendo che per calcolare il pilotaggio bisogna almeno partire dal grafico di fig.6 ovvero della carica di gate, altrimenti si rischia di fare calcoli su capacità che sono metà o addiorittura 1/4 di quella reale (inutile, "quei" nanoCoulumb bisogna darli al mos..di qui non si esce!).
                                          Ripeto: non valutate MAI i mos come capacità del valore ricavato da Ciss et simila

                                          Provate a prendere un'oscilloscopio (almeno 200Mhz!) due sonde e vedere gate e drain..cercando di sovrapporre le tracce (giocando sulle scale) ed usando un pilotaggio in corrente...o con una certa R (20-100ohm). Vedrete che il drain inizia a scendere al primo angolo e termina al secondo (occhio a dove collegate le masse delle sonde...parliamo in genere di decine di nanosecondi)

                                          PS è ovvio che spilotando ...si ripercuote la strada a rovescio....e quindi stavolta si avra un ritardo fino ad arrivare al secondo "angolo" (stiamo percorrendo "fig 6" a rovescio) poi il mos transiterà in "zona attiva" fino al primo "angolo", cioè per tutta la durata della parte piatta", il restante percorso fino a zero non comporta variazioni di sorta in uscita (e qui ora molti possono fare delle considerazioni e intuire migliaia di trucchetti x ottenere i vari scopi nelle varie configurazioni!... wink.gif...
                                          ..e qui la finisco...detto fin troppo..inet è moolto pubblica ...la leggo tutti...sconosciuti, amici, nemici, colleghi...cani..gatti...ecc.
                                          Ciao ciao

                                          Edited by gattmes - 21/12/2005, 14:56
                                          Fare si può! Volerlo dipende da te.

                                          Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

                                          Piano cottura induzione: consumo energia 65...70% in meno rispetto uno a gas! Pure a costi doppi dell'elettricità fa risparmiare, almeno 30%! Contrariamente a quanto si dice si può usare con contratti 3 kW, perfino se sprovvisto di limitazione.
                                          Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

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                                          • #51
                                            Carissimo ElettroRik

                                            Nello schema con NE555, hai commesso un piccolo errore; hai messo l'alimentazione sul piedino 4 (RESET), invece che sul piedino 8 (VCC).
                                            Si può risolvere cortocircuitando la resistenza R1, in quanto è superflua per il piedino (RESET), come si vede in questo manuale.

                                            user posted image

                                            Saluti e buoni esperimenti a tutti

                                            Renzo Mondaini (Ravenna)

                                            Edited by remond - 22/12/2005, 19:28

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                                            • #52
                                              QUOTE (remond @ 22/12/2005, 19:25)
                                              ...hai messo l'alimentazione sul piedino 4 (RESET), invece che sul piedino 8 (VCC).

                                              Sì, hai ragione, il 4 e l'8 erano invertiti. Ho provveduto a sistemarli nello schema.

                                              Edited by ElettroRik - 22/12/2005, 22:52
                                              "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                              • #53
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                                                Ho realizzato il prototipo di questo:
                                                user posted image
                                                user posted image

                                                pare che funzioni:
                                                http://www.bennati.it/rik/ff/ff_file/pwm2.avi

                                                Entro fine anno la parte in potenza (spero).

                                                Edited by ElettroRik - 24/12/2005, 16:34
                                                "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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