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La mia cella a pressione

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  • #91
    Salve amici

    Ho avuto impegni personali, che mi hanno tenuto un po' lontano dagli esperimenti; saluto Romano, al quale consegnerò a breve i suoi due pentolini a pressione, dopo che avrò fatto un ultimo esperimento.
    Per quanto riguarda lo sciogliere gli elettrodi per farli analizzare, non serve a nulla, perché ci pensa direttamente il laboratori a scioglierli.
    Io ho realizzato l'esperimento di Hall Fox, con elettrodi di alluminio puro e soluzione di cloruro di sodio; ho fatto analizzare il sale insolubile, ed ho già in mano l'analisi, che non pubblico in attesa che mi diano le analisi dell'alluminio, che consegnai in mano al chimico, il quale mi disse che lo sciolglieva lui con acidi.
    Appena ho questo secondo referto, pubblicherò il tutto.

    Renzo Mondaini (Ravenna)

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    • #92
      ok,
      beh, se il laboratorio riesce a sciogliere il W,
      dovrebbe farlo comunque con lla stessa soluzione per l'elettrolisi e per il plasma,
      quindi prima ti devi far consegnare la soluzione dove il lab scioglierà il W,
      e se conduce, scioglierci W simile, con le altre due prove...
      questo perchè le condizioni iniziali delle tre prove devono essere molto simili...
      cioè, W dello stesso stok, soluzione uguale provemniente dagli stessi stok,
      acqua mischiata sempre in una stessa lattina,
      beker uguale, polvere del laboratorio uguale, ecc..
      quindi eventuali differenze degli elementi inferiore al microgrammo/litro in percentuale all'inizio delle tre prove...

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      • #93
        Salute a tutti!
        Sono Skeptic, da poco nel gruppo, sono un chimico con qualche conoscenza di fisica, eletronica ed informatica.
        Sono molto curioso di conoscere ogni analisi fatta per differenziare la composizione dei materiali prima e dopo l'esperimento.
        Per quanto capisca la grande sensibilità di metodi strumentali come la fluorescenza ai raggi X, che sembra essere stata utilizzata dai sperimentatori di Caserta, se ho capito bene il loro lavoro, mi resta il dubbio che gli elementi trovati in traccia provengano dall'interno dell'elettrodo e si concentrino (trasudino) sulla superficie sotto effetto delle alte temperature. Una prova a mio parere più valida sarebbe data dai risultati ottenuti su una soluzione completa di un quantitativo uguale di elettrodo prima e dopo l'elettrolisi, tenendo conto dell'adsorbimento dell'idrogeno. Basterebbe riferire tutte le quantità al tungsteno.
        Tuttavia non penso siano prove realizzabili in modo amatoriale, specialmente per le bassissime quantità dei neo elementi "trasmutati".
        Saluti, Salvatore

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        • #94
          CITAZIONE (skeptic @ 19/11/2006, 17:17)
          Salute a tutti!
          Sono Skeptic, da poco nel gruppo, sono un chimico con qualche conoscenza di fisica, eletronica ed informatica.
          Sono molto curioso di conoscere ogni analisi fatta per differenziare la composizione dei materiali prima e dopo l'esperimento.
          Per quanto capisca la grande sensibilità di metodi strumentali come la fluorescenza ai raggi X, che sembra essere stata utilizzata dai sperimentatori di Caserta, se ho capito bene il loro lavoro, mi resta il dubbio che gli elementi trovati in traccia provengano dall'interno dell'elettrodo e si concentrino (trasudino) sulla superficie sotto effetto delle alte temperature. Una prova a mio parere più valida sarebbe data dai risultati ottenuti su una soluzione completa di un quantitativo uguale di elettrodo prima e dopo l'elettrolisi, tenendo conto dell'adsorbimento dell'idrogeno. Basterebbe riferire tutte le quantità al tungsteno.
          Tuttavia non penso siano prove realizzabili in modo amatoriale, specialmente per le bassissime quantità dei neo elementi "trasmutati".
          Saluti, Salvatore

          Ciao Salvatore, benvenuto.

          Ci voleva un esperto in chimica. Qui su tale materia latitiamo un po' tutti.
          Io sono un elettronico con qualche conoscenza del resto, ma la chimica è l'area in cui ne so di meno.

          L'ipotesi che fai è più che plausibile. Anzi, è già stata avanzata esattamente così come la esponi. Per questo siamo giunti alla conclusione che l'ideale è analizzare il precipitato di 3 distinte condizioni:
          1) W sciolto in una base forte
          2) W sciolto elettroliticamente
          3) W sciolto in plasma

          Io mi sto organizzando per operare in KOH in tutti e 3 i test, in modo da avere le stessissime condizioni, anche se penso che usando K2CO3 nella 2) e 3) non cambierebbe molto.

          P.S. Da chimico, che mi dici di questo?: http://energierinnovabili.forumcommunity.n...8#entry51492 993
          "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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          • #95
            Caro Riccardo,
            finora non mi sono mai occupato direttamente di analisi del tungsteno, ma dai miei libri leggo che "Miscele convenientemente preparate di acidi minerali comuni (cloridrico, nitrico, solforico), attaccano facilmente le leghe a basso tenore in tungsteno (fino al 15-16%) e con relativa facilità il tungsteno metallico allo stato puro...
            Per attacco acido ed evaporazione il tungsteno si ossida ad acido tungstico che per calcinazione viene trasformato in anidride...
            Si può anche operare una rapida soluzione con una miscela di carbonato e nitrato potassico..."
            Come si vede non dovrebbe essere difficile portare in soluzione il tungsteno, ma poi?
            Come isolare i metalli in tracce? Io ho l'opportunità di eseguire un'analisi, anche di tracce, fino ad un certo punto (valutazione semiquantitativa) in quanto mi occupo di microchimica, ma se non avete nè la strumentazione nè l'esperienza, come potete affrontare questo problema che presenta anche qualche pericolo?
            Io vi darò comunque molto volentieri consigli e suggerimenti perchè sono molto, molto curioso di verificare quanto sarebbe meraviglioso se fosse vero!
            Cordialmente,
            Salvatore

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            • #96
              salve, salvatore...
              beh, una volta ottenute le tre soluzioni,
              noi le portiamo ad un laboratorio attrezzato per questo tipo di analisi quantitative...
              il lab è certificato, lavora per l'industria e l'agricoltura,

              paghiamo le analisi,
              e cerchiamo di indicare gli elementi che ci sembrano più interessanti..
              non potendo compiere analisi su tutta la tabella...

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              • #97
                CITAZIONE (skeptic @ 19/11/2006, 20:29)
                Si può anche operare una rapida soluzione con una miscela di carbonato e nitrato potassico..."
                Come si vede non dovrebbe essere difficile portare in soluzione il tungsteno, ma poi?
                Come isolare i metalli in tracce? Io ho l'opportunità di eseguire un'analisi, anche di tracce, fino ad un certo punto (valutazione semiquantitativa) in quanto mi occupo di microchimica, ma se non avete nè la strumentazione nè l'esperienza, come potete affrontare questo problema che presenta anche qualche pericolo?

                Ecco. Questa è un'ottima informazione.
                Noi eravamo rimasti al fatto che invece il W viene attaccato più facilmente dalle basi forti.

                Comunque, una volta disciolto una certa quantità di catodo in soluzione costituita da acqua bidistillata e sale/base/acido ad alta purezza, non sarà difficile calcinare il precipitato fino ad ottenere una polvere da far analizzare all'XPS.
                Così si evita il problema del sospetto sulle impurezze intrinseche dell'elettrodo che affiorano in superfice. Disciogliendo 1 cm di elettrodo per 'tipologia' di trattamento, tagliamo la testa al toro. In soluzione ci va dentro tutto, e le impurezze si rimescolano in percentuale originaria.

                Qui entra in gioco qualcuno che i mezzi li ha.... Se fosse poi più di uno, ancora meglio! <img src=">

                Abbiamo pochi mezzi, ma spesso sopperiamo con l'ingegno e la buona volontà. :P

                Grazie comunque per le 'dritte', quelle sono il bene più prezioso.
                "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                • #98
                  Il mio benvenuto a skeptic,

                  devi essere una persona molto qualificata, e si vede.
                  La questione della GDPE è molto complessa come sicuramente avrai visto, e di certo il tuo aiuto sarà preziosissimo.

                  Per l'analisi, ricordo dalle lezioni di chimica all'uni che alcuni metalli vanno in amalgama con il mercurio, e poi sono separabili. Non è che magari per alcuni elementi...

                  Ovviamente per chi legge ricordo che il mercurio è pericolosissimo e bisogna saperlo maneggiare.

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                  • #99
                    salve..

                    beh, se troviamo qualcuno che fa le analisi,..

                    propongo questo esperimento,
                    si preparano tre litri di soluzione di carbonato e nitrato di potassio, si mescola bene,
                    poi si separa...
                    in un litro ci sciogliamo direttamente mezzo grammo diW,..
                    nel secondo litro un altro mezzo g di W, preso sempre dallo stesso elettrodo...con elettrolisi normale anodica...
                    nel terzo ci sciogliamo mezzo g con plasma catodico...
                    nello stesso ambiente e con beker uguali...

                    possiamo far evaporare con cura le tre soluzioni finali ed ottenere dei sali precipitati..
                    li facciamo analizzare al sem...(se lo troviamo)
                    se no, facciamo analizzare direttamente la soluzione con reagenti chimici...

                    allora , se tutto è normale.. certo , troviamo composizioni chimiche di sali diverse,
                    ma la quantità totale degli elementi non dovrebbe cambiare...

                    se ci sono stati degli effetti strani...
                    le quantità degli elementi cambiano...
                    e ci sono state trasmutazioni e non ci piove...

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                    • Cari amici,
                      con piacere noto la tempestività dei vostri interventi, segno di grande vitalità di questo Forum.
                      Per quanto riguarda l'analisi del tungsteno, il trattamento di dissoluzione alcalino deve essere compiuto a secco e a caldo, onde permettere al nitrato di potassio di espletare la sua funzione ossidante.
                      Dal momento che si cercano tracce, e non si sa di quale elemento, sia la campionatura che la successiva manipolazione richiede estrema cura, a meno di ottenere risultati criticabili.
                      Eseguire poi l'analisi su un solo campione per tipo non dà nessuna garanzia su eventuali contaminazioni durante le pur attente manipolazioni, per cui penso che si debbano utilizzare almeno tre campioni per tipo, tre non soggetti a elettrolisi "trasmutante", e tre soggetti ad essa.
                      Come ottenere il campione di, mettiamo, un centimetro? Tagliandolo? e con quale attrezzo, fatto di cosa, che non ceda qualcosa? Meglio rompere il filo con un colpo netto, sperando nella sua fragilità.
                      Occorre poi pesare i sei campioni con buona prescisione, diciamo al milligrammo, cosa facile, scioglierli nella minima quantità di reagente attaccante, acido o alcalino (della massima purezza disponibile), e adesso viene il difficile.
                      Se infatti è piuttosto facile trovare un laboratorio attrezzato per analisi di tracce, per esempio nelle acque, teniamo presente che in questo caso abbiamo una notevole quantità di un componente, il tungsteno appunto, che potrebbe mascherare molte delle sensibili reazioni usate per caratterizzare gli elementi ricercati più comunemente nei laboratori industriali. Inoltre questi generalmente sono specializzati per la ricerca di elementi comuni, ad esempio cromo esavalente, manganese, piombo, etc.
                      Qui ci potremmo trovare, come evidente dai risultati dei ricercatori giapponesi, e in modo minore da quelli del gruppo di Caserta, in presenza di elementi insoliti nei normali prodotti alimentari o industriali, come metalli nobili e altri.
                      Tecnicamente la nostra situazione è simile a quella incontrata da Maria Curie, quando è partita dalla pechblenda per identificare infine qualche milligrammo di radio. Già, ma la Curie era partita da una tonnellata di minerale! ed era almeno guidata dalla radioattività!
                      Insomma è il classico ago nel pagliaio.
                      Inoltre la ricerca ad ampio spettro temo che porti a una spesa difficilmente sostenibile a livello amatoriale (anche se spero che ci sia qualche nababbo tra noi)

                      C'è comunque, prima di disperarsi, un metodo che forse potrebbe offrire qualche risultato.
                      Dei vari elementi "nuovi" trovati nel tungsteno elettrolizzato, qualcuno sarà presente come isotopo instabile, e questo emetterà forse raggi gamma di energia comparabile a quelli emessi dai reattivi nucleari usati in radioimmunoessay (RIA).
                      Potrebbe valer la pena, per la rapidità e penso anche per il costo ridotto, inserire il nostro centimetro di tungsteno nel pozzetto di un contatore per analisi RIA, se ancora oggi ce ne sono nei laboratori clinici, e contare il numero di impulsi in una certa unità di tempo per i diversi campioni.
                      A proposito mi piacerebbe conoscere la vostra collocazione. Io abito a MIlano.
                      Cordialmente,
                      Salvatore


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                      • ria è una metodica analitica che si usa molto in campo medico. che tipo di chimica tratti?

                        io sono di catania.

                        Ps.

                        si in effetti l'abbondanza di W in soluzione produrrebbe solo problemi... ma non vedo altre vie per eseguire analisi di tipo quantitativo.
                        le problematiche che si presentano sono inoltre dovute al fatto che noi cerchiamo delle analisi che il mercato non richiede e quindi i laboratori non sono spesso attrezzati a eseguire... o peggio non ci sono i reagenti specifici per l'identificazione di quel'elemento così raro e insolito... magari perchè nessuno ha mai provato a cercarlo.

                        si tratta di inventarsi qualcosa quasi da zero.

                        ma le grandi scoperte sono iniziate sempre così <img src=">

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                        • buongiorno...
                          data tutta sta penuria (...non l'avrei detto) sappiate che anch'io tengo la Laura in chimica per cui se posso mettere a disposizione le mie umili conoscenze lo farò molto volentieramente.
                          Ho avuto a che fare col W quando lavoravo con gli utensili diamantati che hanno una base di metalli sinterizzati fra cui il W...ebbene fare l'analisi sciogliendo l'utensile non era un'operazioncina semplice, anzi... gli attacchi acidi erano molto spinti ed il W rimaneva più volentieri solido. Come ho già scritto tende a passivare ma mi sembr adi ricordare di aver ottenuto dei buoni risultati di solubilità con l'acido fluoborico (anche se non vorrei confondermi).
                          Ma vorrei dire un'eresia:
                          Mi sembra di aver capito che interessa sapere quali e quanti (se si può) atomini trasmutati possiamo trovare sull'elettrodo di W dopo una di quelle reazioncine elettrolitiche generatrici di FF (forse)... ebbene se sciogliamo tutto (che ribadisco è difficile e si rischiano errori di non completa solubilit&agrave come avete gia detto ci sarà un grosso eccesso di W che è possibile crei un fondo talmente alto da compromettermi la sensiblità della determinazione di altri elementi.
                          Ok, l'eresia è la seguente: perche non fare un'analisi EDAX (determina che elementi ci sono nella zona puntata dal cannone del SEM dando una quantitativa di massima). Certo occorre un buon microscopista perche bisogna fare analisi puntuali e sapersi muovere fra le varie opzioni, ma peggio dei peggio... occorre un SEM e tempo (quindi SOLDI), però dal punto di vista analitico credo (tranne serene smentite) che sia una soluzione che in prima approssimazione potrebbe rivelare in modo univoco, la presenza di trasmutazioni qualora ce ne fossero...

                          Saluti
                          L.

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                          • CITAZIONE (sawar @ 20/11/2006, 17:04)
                            Ok, l'eresia è la seguente: perche non fare un'analisi EDAX (determina che elementi ci sono nella zona puntata dal cannone del SEM dando una quantitativa di massima). Certo occorre un buon microscopista perche bisogna fare analisi puntuali e sapersi muovere fra le varie opzioni, ma peggio dei peggio... occorre un SEM e tempo (quindi SOLDI), però dal punto di vista analitico credo (tranne serene smentite) che sia una soluzione che in prima approssimazione potrebbe rivelare in modo univoco, la presenza di trasmutazioni qualora ce ne fossero...

                            Ciao Sawar, quella che tu credi un'eresia è null'altro che ciò che abbiamo fatto fino ad ora. <img src=">
                            Quelli delle analisi al SEM sono gli unici risultati che abbiamo (oltre alle analisi di Remond). Cerca indietro tra i post dei Quantum e troverai tutto.

                            Il problema è che abbiamo il sospetto che le trasmutazioni possano essere in realtà solo delle 'trasudazioni' di impurezza che affiorano sul catodo per l'alta temperatura, ma sia materiale già presente nel W stesso.
                            Ecco perchè 'sciogliere' tutto il pezzetto.
                            "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                            • az... in effetti avevo letto...ed avevo anche letto che si erano trovati degli elementi per tipo e quantità che ben difficilmente potevano esserci nell'elettrodo di tungsteno prima dell'esperimento...
                              Credevo che non aveste dato credito a queste versioni e che volevate altri metodi di verifica... ma la dissoluzione...mah, sono scettico.
                              Posso essere clamorosamente smentito (non mi spaventa) ma credo che l'analisi via umida degli elementi trasmutati (se c'è nè) o trasudati è oggettivamente molto più complessa che mettere a punto che un'analisi edax (ammesso di averlo) con degli standard o altri modi per scagionare la possibilità che gli elementi ci fossero prima dell'elettrolisi...

                              In pratica, ma mi informo meglio... credo che per det elementi non comunissimi l'analisi via umida è troppo a rischio di errori ovvero, già il W è un pò fetente da sciogliere... ma se ci fosse il Torio, per esempio esso passerà in soluzione con acqua regia o NaOH? boh ma sono scettico. Con edax penso si possano mettere a punto tecniche per eliminare il problema della preesistenza (per es "guadando" l'elettrodo prima e dopo la "FF" o usando 2 elettrodi con origini medesime, uno edaxarlo cosi com'è e l'altro edaxarlo dopo la "FF"). Tutto ciò che ho scrtto non è documentato per cui è passibile di errori... leggo qualcosina e poi confermo o smentisco... Intanto magari septik, il collega chimico, ha una sua opinione al riguardo.

                              Saluti
                              L.

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                              • Benvenuto anche a te!!!!

                                L'EDAX va benissimo secondo me se se il catodo da analizzare è di spessore molto sottile. Essendo sottile la quantità di tungsteno è in rapporto piu' bassa rispetto l'area che ha il catodo, se paragonato allo stesso rapporto di un tondino. Vuol dire che a parità di superficie io conteggio su un grammo di tungsteno ad esempio invece di 10. Ora se la purezza è al 99% io so che nel primo caso mi devo aspettare 0,01 g di impurezza, nel secondo 0,1 g. Complessivamente cambia la mia capacità di discriminare la possibilità appunto che siano impurezze trasudate.
                                Il problema qui però è quello di non far fondere subito il catodo. Forse lo si può raffreddare in una faccia ed esporre l'altra faccia.
                                Facendo cosi' si dovrebbe:

                                1) Usare un catodo di purezza certa e poi verificare a priori con EDAX la situazione superficiale.
                                2) Sottoporre il catodo al plasma
                                3) Esaminare con un secondo esame EDAX per verificare la presenza di elementi nuovi, conteggiarli, e assicurarsi se questi elementi in % risultino complessivamente troppo alti rispetto quelli che normalmente avrebbe avuto il tungsteno a causa delle impurezze.

                                Per fare questo serve in parallelo un analisi dell'elettrolita, meglio se prelevato sia prima che dopo l'esperimento e direttamente dal becker in cui si effettua la GDPE. Facendo cosi' si considerano anche eventuali inquinanti presenti nel becker stesso, che altrimenti sarebbero non conteggiati nelle prove post plasma.

                                Commenta


                                • si potrebbe (in teoria almeno credo) sciogliere tutto l'elettrodo e in seguito calcinare la soluzione e analizzare con edax la polvere risultante. se ben distribuita su una superfice si potrebbe avere una volutazione più globale e meno suscettibile di perplessita relative a presunte trasudazioni di impurezze dal centro del catodo.

                                  cmq bisogna anche sottolineare che le impurezze giusto giusto si trovano nell'intorno chimico del W sulla tavola periodica... questo è anomalo. le impurezze dovrebbero essere composte da elementi più comuni e distribuiti in modo casuale sulla tavola periodica.

                                  Commenta


                                  • salve..
                                    ottimo..

                                    sto cercando di capire bene i problemi posti...

                                    beh, per le analisi via umida, infatti,
                                    abbiamo fatto ricercare elementi "facili" da trovare, tipo piombo, mercurio, oro, ma anche renio,tantalio..
                                    e devo dire che il fatto che siano raggruppati attorno al W è anche una casualità...
                                    abbiamo scelto di fare le analisi solo per quegli elementi per problemi economici...
                                    quindi non sappiamo in realtà se si trovano anche altri elementi tipo ferro,ecc...
                                    trovare poi elementi come piombo o mercurio è molto più facile per il laboratorio dove remond ha portato le soluzioni...
                                    poi devo dire che il W si è sciolto completamente, e bene, con le elettrolisi...
                                    parliamo di interi elettrodi da 11 g...
                                    non sappiamo affatto come reagisce con una "normale " dissoluzione chimica...
                                    ma dobbiamo fare la comparazione, certo tre analisi sono meglio di una.. ma dobbiamo fare i conti che ogni analisi di ricerca di un singolo elemento costa,compresa di sconto 60 euri...
                                    e poi dobbiamo assolutamente capire che diavolo succede al renio...
                                    e se ci sono trasmutazioni anche con semplice elettrolisi...

                                    ribadisco comunque che è molto più facile comparare tra loro soluzioni "impure",
                                    che trovare elementi molto puri in sè...
                                    è sufficiente che le condizioni dei tre esperimenti siano molto simili...
                                    e che le differenze da casualità non incida al di sopra del microgrammo/litro
                                    (facile o difficile?domanda per i chimici)

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                                    • bene

                                      EDAX prima e dopo sul catodo di W

                                      per l'elettrolita ci vorrebbe (ma hainoi anche questa misura costa anche se molto precisa) un ICP-MS che è uno spettrometro di massa con un rivelatore in grado di discriminare piccole frazioni masse atomiche e quindi distinguere anche gli isotopi ed un ionizzatore al plasma (che usa Argon come gas ionizzante).

                                      Credo che facendo queste 4 analisi (edax su W prima e dopo + ICP-MS su elettrolita prima e dopo) si possa essere analiticamente convinti se sono o no comparsi elementi di trasmutazione...

                                      però...

                                      non è già stato fatto ciò?

                                      mi sembrava di aver capito che gli elementi di trasmutazione fossero già fra le varie conseguenze acclamate della ancora inspiegata ma riprodotta presunta FF.

                                      Ok, meglio ricontrollare ed esserne certi.

                                      p.s. solo una piccola cosa che mi sfugge... non riesco a focalizzare perchè se l'elettrodo è sottile la sensibilità del edax aumenta...se l'analizzatore inquadra una porzione di elettrodo e va a verificarne la composizione puntuale nell'area, che la superficie sia di 1 o 10 o mm di spessore, non dovrebbe modificare il risultato (anche perche la capacità penetrante del raggio è regolabile e cmq non elevata...).

                                      ma se si trovano i "trasmutati"... essi da dove arrivano e soprattutto perchè?????? (ok, prima li troviamo, poi ci pensiamo...)

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                                      • Non capisco bene cosa significhi comparare soluzioni "impure", ad ogni modo la dissoluzione elettrolitica è valida come quella chimica, purchè eseguita con attenzione alle contaminazioni.
                                        La presenza di alcuni elementi e non di altri non è una casualità ma è legata all'affinità di essi per il tungsteno o dei loro composti, per cui è più difficile liberarsene nella purificazione. Infine, per un'esame panoramico delle impurezze o dei nuovi elementi potrebbero essere usati due metodi "globali" da utilizzare sulla soluzione essiccata. Il primo consiste nell'effettuate un'esame spettrografico con uno strumento di buona risoluzione e valutare la relativa intensità delle righe emesse dai vari elementi nel campione originale e in quello sospetto di trasmutazione.
                                        Il secondo consiste nell'irradiazione con neutroni (attivazione neutronica) e successivo esame dello spettro delle energie dei fotoni emessi negli elementi divenuti così artificialmente radioattivi.
                                        Non avendo esperienza diretta dei due metodi (ho solo visto eseguire il primo), non ne conosco limiti e costi.
                                        Comunque l'esame del campione dopo dissoluzione integrale rimane a mio avviso l'unica possibilità per dirimere la questione.
                                        A proposito, come posso fare per vedere le analisi di Remond?
                                        Salvatore

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                                        • CITAZIONE
                                          nell'intorno chimico del W sulla tavola periodica... questo è anomalo

                                          Verissimo.
                                          C'e' un'altra questione, di cui discutevo con Elettrorik.
                                          Il tungsteno è si presenta in natura principalmente in circa 3 - 4 isotopi, dal 182 fino al 184 mi par di ricordare. Ora quando questo trasmuta passando agli elementi successivi, secondo la tabella degli isotopi forma atomi instabili con decadimento che va da 10 a 100 giorni.
                                          Riflettendoci ed avendo le quantità giuste di trasmutati (se ci sono) e la giusta strumentazione, si potrebbe tentare di rilevare se esiste una emissione da decadimento.
                                          Se la si trova allora sarebbe sostenuta l'ipotesi che è proprio il W che trasmuta.
                                          Però si deve vedere realmente quanto sia fattibile una misurazione di questo tipo, però potrebbe essere una via.

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                                          • beh,
                                            per impurezze,
                                            intendevo che potrebbe essere difficile avere una vera certezza sulla quantità di elementi presenti comunque, per es nell'acqua anche bidistillata,

                                            o ancora più difficile valutare il contenuto di un elettrodo di W,
                                            o sapere che altro c'è nei sali...o basi...

                                            quindi baypassiamo questi problemi , comparando diverse misure...
                                            se nell'acqua fosse presente ,che ne so, mercurio disciolto non certificato, per tanti motivi i più casuali,
                                            lo dovremmo trovare comunque uguale in quantità percentuale
                                            nelle tre prove... se in una cambia ,qualcosa di strano è successo...

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                                            • CITAZIONE (skeptic @ 21/11/2006, 09:58)
                                              Non capisco bene cosa significhi comparare soluzioni "impure", ad ogni modo la dissoluzione elettrolitica è valida come quella chimica, purchè eseguita con attenzione alle contaminazioni.
                                              La presenza di alcuni elementi e non di altri non è una casualità ma è legata all'affinità di essi per il tungsteno o dei loro composti, per cui è più difficile liberarsene nella purificazione. Infine, per un'esame panoramico delle impurezze o dei nuovi elementi potrebbero essere usati due metodi "globali" da utilizzare sulla soluzione essiccata. Il primo consiste nell'effettuate un'esame spettrografico con uno strumento di buona risoluzione e valutare la relativa intensità delle righe emesse dai vari elementi nel campione originale e in quello sospetto di trasmutazione.
                                              Il secondo consiste nell'irradiazione con neutroni (attivazione neutronica) e successivo esame dello spettro delle energie dei fotoni emessi negli elementi divenuti così artificialmente radioattivi.
                                              Non avendo esperienza diretta dei due metodi (ho solo visto eseguire il primo), non ne conosco limiti e costi.
                                              Comunque l'esame del campione dopo dissoluzione integrale rimane a mio avviso l'unica possibilità per dirimere la questione.
                                              A proposito, come posso fare per vedere le analisi di Remond?
                                              Salvatore

                                              il dilemma è legato al fatto che secondo alcuni le trasmutazioni avverrebbero anche con elettrolisi semplice. quindi bisogna prevedere un processo di dissoluzione puramente chimico.
                                              sono anch'io molto scettico sulla possibilità di analizzare una soluzione così anomala. troppo W e pochissimi altri elementi. rimango dell'opinione che bisognerebbe riessiccare la soluzione e stendere la polvere in uno strato sottile da analizzare in SEM o EDAX.

                                              un altra idea ma non so quanto sia perseguibile(è solo un ragionamento magari è una str...ata):

                                              per ottenere il rame purissimo si utilizza un processo elettrolitico con elettrodo sporco, elettrodo pulito, e soluzione di ioni Cu++. analizzando pio la soluzione si troverebbero proprio li tutti i contaminanti che erano presenti nell'ettrodo. credo si avrebbe un effetto sottrattivo. ma ribadisco è solo una elucubrazione a voce alta.


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                                              • beh, se si ha la fortuna di avere a disposizione un SEM o EDAX,
                                                l'essiccazione va benissimo...
                                                se no, occorre farla con reagenti chimici...

                                                la richiesta di un esame anche di una dissoluzione solo chimica,
                                                viene sopratutto dal comportamento anomalo del renio...
                                                che rimane molto strano...
                                                una possibile spiegazione è che anche semplice elettrolisi porti a trasmutazioni nel renio...
                                                ma dobbiamo verificare stà cosa...

                                                Commenta


                                                • Certo l'analisi sistematica chimica, come la facevo ai miei tempi, è la strada più lunga e più difficile, e forse non è la più sensibile, ma resta la più disponibile a sperimentatori indipendenti, e infine la più probante.
                                                  Per quanto riguarda la praticità delle analisi, e il costo, penso che un'analisi spettrografica di emissione (a scintilla o ad arco) non debba costare una follia, e certamente meno che la determinazione dei singoli elementi di impurezza.
                                                  Tra l'altro, non si potrebbe anche fare una "foto" dello spettro di emissione del plasma durante l'elettrolisi "trasmutante"?
                                                  Con esposizioni successsive si vedrebbe l'arricchimento in elementi insoliti.
                                                  Sul fatto poi che la semplice elettrolisi possa indurre trasmutazioni è una fantasia affascinante, che potremmo anche includere nella sperimentazione, ma non mi sento al momento di dargli molto credito.
                                                  Salvatore

                                                  Commenta


                                                  • beh,salvatore..
                                                    si fanno ipotesi..
                                                    poi si verificano..
                                                    se i fatti falsificano l'ipotesi... si cambia...
                                                    ma finchè non abbiam,o la falsificazione, i dubbi possono rimanere..

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                                                      un ultima cosa.
                                                      è vero che il renio è un materiale che si forma in abbondanza, ma è anche vero che in piccolissime parti si forma anche oro. io pensavo di sfruttare le peculiari proprietà di questo metallo per identificarlo. infatti sciogliendo l'elettrodo in ambiente alcalino l'oro non dovrebbe sciogliersi ma dovrebbe restare metallico sotto forma di piccolissimi aglomerati (io spero) che magari potremo filtrare. poi ri cerca l'oro nel filtro.

                                                      se sono str...pidagini portate pazienza.

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                                                        potrebbe essere..
                                                        ma abbiamo trovato tre microgrammi/litro ,
                                                        4 in quello al plasma...
                                                        non so bene come sia possibile trovare dei granuli in queste quantità...
                                                        zero esperienza in chimica...

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                                                        • Caro Rabazon,
                                                          Chiedo ancora di poter vedere i risultati delle analisi fatte. MI puoi aiutare?
                                                          Grazie!
                                                          Salvatore

                                                          Commenta


                                                          • CITAZIONE (skeptic @ 22/11/2006, 14:42)
                                                            Caro Rabazon,
                                                            Chiedo ancora di poter vedere i risultati delle analisi fatte. MI puoi aiutare?

                                                            Ciao Salvatore, forse posso farlo io.

                                                            Quelle fatte fare da Remond analizzando il precipitato le trovi qui:
                                                            http://energierinnovabili.forumcommunity.n...5#entry49566 773

                                                            Mi piacerebbe invece sapere cosa pensi di questo: http://energierinnovabili.forumcommunity.net/?t=4607758
                                                            "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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                                                            • Caro Eletrtrorik,
                                                              pensavo che fosse disponibile una tabella con i risultati, e possibilmente un'idea del metodo usato.
                                                              Esaminerò appena possibile il secondo link che mi hai indicato.
                                                              Salvatore

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