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esperimenti di marco

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  • esperimenti di marco

    Dal seguente esperimento:

    http://h2o.forumcommunity.net/?t=12599927&...stpost#lastpost

    si deduce che la cella a pirolisi, alimentata a 220 volts, 2 A (440watts), produce un plasma che si può utilizzare per scaldare acqua, poi produce un combustibile tipo gas di Brown che si può utilizzare in un bruciatore.
    E' anche possibile usare punte di vidia (carburo di tungsteno) per elettrodo che non sia troppo corruttibile.

  • #2
    Si fa prima ad usare una resistenza ottimizzata per riscaldare l'acqua, si fa prima e il rendimento è massimo.
    Ma non ho ben capito a che dovrebbe servire quell'esperimento

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    • #3
      Beh, è una cella a fusione fredda che produce anche idrogeno!

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      • #4
        CITAZIONE (Franco Malgarini @ 7/2/2008, 16:14)
        Beh, è una cella a fusione fredda che produce anche idrogeno!

        Dubito avvenga la fusione fredda lì dentro sinceramente <img src=">

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        • #5
          Ha poca importanza!
          A me interessa l'idrogeno e l'acqua calda che si può estrarre con una serpentina di vetro.

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          • #6
            Quanta energia serve per fare idrogeno ed acqua calda? Quanta se ne ricava?

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            • #7
              Servono 440 watts.
              Tieni presente che con l'igrogeno si può alimentare un gruppo elettronico [MODERAZIONE]
              elettronico o elettrogeno??[/MODERAZIONE] e con l'acqua calda si può alimentare un calorifero.

              Edited by ag_smith - 9/2/2008, 20:54

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              • #8
                ok, 440 watt in entrata... e in uscita?

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                • #9
                  Non lo so, ma il solo gruppo elettrogeno potrebbe produrre 500 watts.

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                  • #10
                    "potrebbe produrre" oppure "produce"? Insomma, avete fatto dei test?

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                    • #11
                      Marco ha testato solo la cella.
                      Io penso che possa avere quegli sviluppi.
                      Ma il problema è un altro: l'elettrodo si consuma presto.
                      Occorre trovare un elettrodo incorruttibile ed io avevo pensato al carburo di tungsteno (vidia).
                      Conoscete elettrodi al carburo di tungsteno che non siano le punte per trapano, che hanno solo un triangolino di vidia (quello che nell'esperimento di Marco non si corrode)?

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                      • #12
                        Io si, ,ma è da tanto tempo che ciò pensato, ma non solo quello ma anche altri sistemi
                        di elettrodi.Non demordere,anche se trovi molti pieni di dubbi che seguono le regole della scienza ufficiale.giopiimage

                        Edited by giopi - 10/2/2008, 15:05

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                        • #13
                          A casa mia c'è solo la scienza, e non è nè ufficiale nè occulta. Servono i dati in uscita, altrimenti come si fa a sapere cosa ne esce e quanto?

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                          • #14
                            Beh, allora chi ha fatto l'esperimento ed ha proposto la discussione non ce lo dirà? Giopi,se questa discussione è per rendere pubblici i risultati, mi va bene... ma qui mi dicono "è una cella a fusione fredda che produce anche idrogeno!", e che "si può alimentare un gruppo elettronico e con l'acqua calda si può alimentare un calorifero".....

                            Il più piccolo gruppo elettrogeno che ho visto è da 600 watt resi (e la resa di quei motori è il 20%, quindi in entrata deve avere almeno 3 kw potenziali, sotto forma di idrogeno), e i caloriferi ad olio o radianti sono almeno mille watt.
                            Non parlo ovviamente di gruppi da diversi kW e di termosifoni ad acqua (quello del mio salotto è da 5,5 kW)
                            Però, non si sa cosa esce in termini di energia da questa cella... e allora io voglio saperlo! Voglio sapere se è una sparata o ci sono dei dati, delle prove, delle evidenze di un overunity del 1000 per cento.

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                            • #15
                              A me non interessa misurare col calorimetro quanta energia viene prodotta.
                              Bensì sapere come poi utilizzare la cella.
                              Sono anni che si fanno esperimenti inconcludenti quando basterebbe mettere una spirale di vetro nella cella con acqua di raffreddamento e un beccuccio di Bunsen per bruciare il gas.
                              Quà non vogliamo illudere la gente ma ripetere gli esperimenti, sperimentare e concludere.
                              Ripeto, il problema di questa cella è la corrosione dell'elettrodo. allora,
                              dateci una mano a trovare quello giusto.

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                              • #16
                                CITAZIONE
                                Non lo so, ma il solo gruppo elettrogeno potrebbe produrre 500 watts.

                                Se hai usato 440 W per produrre idrogeno, mi spieghi come fai a ricavarne 500 da un gruppo elettrogeno alimentato dallo stesso idrogeno?
                                Il principio di conservazione dell'energia ti è così estraneo?
                                Allora, dato che ci sei, visto che la cella consuma 440 W e il tuo gruppo elettrogeno ne produce 500, perchè con il gruppo non alimenti la cella (e dato che ci sei anche una lampadina da 60 W) e fai il moto perpetuo?
                                Ah, già, dimenticavo il calore. Con questo ti scaldi pure gratis....

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                                • #17
                                  Jean Louis Naudin ha azionato un gruppo elettrogeno con il Bingofuel, che non è molto diverso dal gas di Brown o altri combustibili prodotti dalle nostre celle

                                  http://bingofuel.online.fr/bingofuel/html/bfr5hpgen.htm

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                                  • #18
                                    Franco, che un gruppo possa funzionare col gas prodotto da una cella elettrolitica è pacifico.
                                    Il problema è vedere se rende: una normale cella elettrolitica come quella vista in foto rende in energia/idrogeno meno del 60% dell'energia che si usa per farla funzionare. Se poi la si manda in un motore a scoppio che notoriamente supera di poco il 20% di rendimento, il rendimento totale scende al 10-12 %.
                                    Insomma, si spende 100 per avere 10, a meno che tu abbia delle novità. (e non parlo nemmeno del degrado exergetico nel passaggio da energia nobile come quella elettrica a quella meno nobile che è l'energia termica a bassa temperatura)

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                                    • #19
                                      Ho voluto ritirare fuori questa discussione perchè mi sembra molto interessante per coloro che sperimentano sulla fusione fredda e sull'elettrolisi.
                                      Il link originario è scaduto per cui riporto il succo dell'esperimento di Marco con le sue parole:

                                      Ho fatto una veloce prova per vedere se con il generatore pwm autocostruito si realizza l'arco della pirolisi. Ho dato 270 vdc all'ingresso del generatore pwm e questo l'ho connesso ad una piastra di acciaio inox, per l'elettrodo ho invece usato una barra di tungsteno da 3 mm. Il plasma si sviluppa con tutte le frequenze ma in particolare occorre tenere il duty cicle quasi al massimo, cioè una tensione pulsata con un picco di pausa molto stretto (quasi continua).Regolando invece il duty cicle verso destra, cioè con un impulso di pausa più lungo di quello di lavoro l'arco perde energia e si attenua. Nella foto si vede l'alimentatore a scr (in basso), sopra c'è il pwm. Questa è pirolisi, cioè scissione dell'acqua in idrogeno e ossigeno per alte temperature (sui 6.000°C) che miscelati danno fuori il gas di brown, molto detonante, poichè ci sono 2 parti di idrogeno.
                                      Dalla cella e dal suo ugello esce una bella e forte fiamma arancio/gialla facilmente infiammabile e usabile in modo immediato. L'assorbimento stimato per la cella è di 2 ampèere a 220 vdc, cioè 440 watts (la produzione di gas è nettamente superiore: quando inizia la reazione la pressione sale a 2 Kg immediatamente. Quì il gas si può infiammare senza che scoppietti a parer mio perchè c'è anche del vapore acqueo derivante dal riscaldamento a 6000 gradi dell'acqua; questo vapore per me è il ritardante.
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                                      • #20
                                        In effetti, integrando in una cella sia produzione di calore, asportato con una serpentina di vetro, e gas combustibile prontamente utilizzabile, si coglierebbero due piccioni con una fava...
                                        Questa secondo me dovrebbe essere la direttiva per i due filoni di ricerca!

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                                        • #21
                                          Ottimo lavoro Franco.
                                          Sicuramente ti scontrerai con i titani matematici di questo forum, ma non ti nascondo che stiamo realizzando qualcosa di molto simile.

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                                          • #22
                                            Originariamente inviato da archimede1972 Visualizza il messaggio
                                            ti scontrerai con i titani matematici di questo forum
                                            I titani matematici (sic!!) parlano di fisica a livello di scuola superiore. Se vuoi affrontare argomenti matematici titanici, posso sempre consigliarti un po' di testi, che so, di analisi funzionale, analisi complessa, equazioni integrali, ecc. a livello di laurea specialistica... Senza contare la matematica pura, nella quale però io sono completamente ignorante.

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                                            • #23
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                                              ho fatto delle prove Con materiali di fortuna un trasformatore da 1KW a 50hz un drimmrer da 1,5kw, non avendo la tua strumentazione mi sono dovuto arrangiare.
                                              Allora mi trovo con i tuoi esperimenti unica nota dolente a la quantità di acqua, ho notato che per generare una bolla di plasma in 25litri devo usare il massimo della potenza con riscaldamento dell'autotrasformatore, con cinque litri il plasma è più' stabile l'acqua bolle dopo circa 5 sec creandosi una reazione fantastica, ma purtroppo a lungo andare l'impianto si surriscalda.
                                              Allora ti chiedo l'affidabilità del tuo PWM quando tempo risechi a tenerlo acceso?
                                              Una piccola cicca ho notato che si generata la bolla in piccole quantità di acqua il consumo diventa ridicolo di pochi watt, naturalmente dopo bisogna creare una caloria tale da scaldare decine di litri, e li viene il difficile, ci vogliono elettrodi e contenitori con materiali che sopportarono temperature oltre 1000° per rendere l'impianto sfruttabile.
                                              Comunque secondo me la cosa può avere risvolti interessanti, ma con attrezzature e materiali inadeguati difficilmente si può sviluppare un vero proprio progetto a meno che, qualcuno potrebbe interessarsi del progetto per svilupparlo.

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