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Elettricità da strisce di plastica

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  • Elettricità da strisce di plastica

    Le grandi centrali idroelettriche? Tra qualche decennio potrebbero essere solamente un ricordo. Niente più dighe, valli allagate, paesi sommersi, ecosistemi stravolti per produrre energia. Un gruppo di ricercatori dell'università di Pittsburgh sta lavorando a un progetto rivoluzionario: sostituire i colossali sbarramenti e le enormi turbine con una serie di sottili strisce di plastica che, adagiate sul letto dei fiumi e mosse dalla corrente, genereranno elettricità a basso costo senza modificare l'ambiente. Un primo esperimento sarà condotto nella cittadina statunitense di Vandergrift. Secondo le prime stime, con questo sistema sarà prodotto più del 20% dell'energia consumata dai circa 5mila abitanti.

    A rendere possibile questa magia è il polivinildenfluoruro (PVDF), un polimero che genera una leggera corrente elettrica quando viene deformato. Gli studiosi hanno pensato di realizzare delle "alghe artificiali", e cioè delle strisce di questo materiale che possano essere mosse in continuazione dall'acqua. Il passo successivo è semplice: l'elettricità verrà accumulata in alcune batterie e potrà poi essere distribuita.

    La scelta di Vandergrift, che sorge sulle rive del fiume Kiskiminetas e che si trova ad una quarantina di chilometri da Pittsburgh, è legata a motivi pratici, ma anche simbolici. Il paese un secolo fa era un importante centro di produzione dell'acciaio, ma ora sta cercando di distinguersi per l'impegno in difesa dell'ambiente, promuovendo l'installazione di pannelli solari e programmi educativi sul risparmio energetico. Un luogo perfetto, quindi, per un progetto che potrebbe consentire di sfruttare al meglio un'enorme fonte di energia pulita.

    Nei prossimi cinque anni i ricercatori posizioneranno una struttura larga 27 metri e lunga 1600 metri sul letto del "Kiski" (i locali lo chiamano così). La densità e l'esatta lunghezza delle strisce di PVDF verranno definite più avanti, forse persino poco prima dell'installazione. In ogni caso, il team dell'università di Pittsburgh assicura che l'impatto sul fiume, che in quella zona è largo 35 metri, sarà minimo.

    La fauna e la flora, insomma, non subiranno danni e si potrà continuare a pescare e a girare in barca. Anche dal punto di vista estetico non dovrebbero esserci particolari conseguenze. "Guardando tutto dall'alto - dice la professoressa Lisa Weiland a Discovery News - non sarà molto diverso da un insieme di alghe".

    Secondo le prime stime, l'impianto potrà coprire tra il 20% e il 40% del fabbisogno energetico di Vandergrift. La tecnologia disponibile, in realtà, consentirebbe di fare ancora meglio, ad esempio utilizzando sostanze diverse dal PVDF, ma in questo modo l'impatto sull'ambiente sarebbe maggiore. "Ci sono materiali - spiega Lisa Weiland - che danno migliori risultati o hanno una più alta densità energetica, ma abbiamo deciso di sacrificare un po' di energia per mantenere in salute l'ecosistema".

    La quantità di elettricità non sarà certo paragonabile a quella generata dai grandi impianti idroelettrici. La mastodontica "Diga delle tre gole", in Cina, a pieno regime permetterà ad esempio di produrre circa il 3% dell'energia consumata dall'intero gigante asiatico. Per costruirla, però, sono stati sommersi oltre mille villaggi ed è stato evacuato più di un milione di persone, mentre il nuovo gigantesco bacino d'acqua ha cambiato il microclima della zona.

    I ricercatori statunitensi, invece, immaginano un futuro molto diverso. Gli impianti saranno più piccoli e potranno essere realizzati praticamente ovunque: non solo in montagna, ma persino sul fondo del mare. Come accade anche oggi, gran parte del lavoro sarà fatta gratuitamente dall'acqua. Ma la natura probabilmente non se ne accorgerà nemmeno.

    Elettricit?a strisce di plastica "Le dighe non serviranno pi?t; - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it
    (1 settembre 2008)

  • #2
    Il PVDF è una particolare plastica dotata di proprietà piezoelettriche. Dovrebbe essere questa proprietà a venire sfruttata. Ma il difficile è trovare il modo; se ci riescono, bravi davvero.
    Se penso a quante idee come questa esistono e non riescono a farsi largo e ad arrivare ai possibili finanziatori...

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