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l'impatto economico del fotovoltaico sul paese

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  • l'impatto economico del fotovoltaico sul paese

    propongo un piccolo lavoro di gruppo:

    da diverse dichiarazioni pubbliche del Ministro dell'Ambiente risulterebbe una valutazione secondo la quale i costi complessivi degli incentivi sono inferiori ai vantaggi che il sistema paese consegue. Questa visione è evidentemente non condivisa da suo collega allo Sviluppo Economico.

    Si tratta di una vecchia polemica non solo italiana. Chiaramente andrebbe fatto su tutte le FER, ma la cosa è veramente complessa, proporrei di partire dal FV e per ragionarci partirei da uno schema semplificato, nel quale mettere:
    a- costo di investimento
    b- costi principali di esercizio (O&M e assicurazioni)
    c- emissioni evitate (CO2)
    d- combustibili non consumati (in base al mix energetico italiano al netto delle FER, per semplificare possiamo fare tutto gas)
    e- il costo per gli incentivi

    A questo punto si può ricavare:
    1- l'impatto fiscale sulla costruzione (in base ad una stima del margine industriale tassato medio)
    2- le multe evitate dall'italia
    3- il beneficio per la bilancia commerciale (da qui bisognerebbe detrarre le accise non guadagnate, ma si tratta di una tassazione su un danno ambientale, lo discuterei ed evidenzierei)

    Per la somma:
    1+2+3= beneficio
    e= costo

    Per raffinare l'analisi bisognerebbe distinguere:
    1- costi di istallazione e per servizi alle diverse taglie in base alla ripartizione per taglie dell'istallato italiano;
    2- per le diverse date (almeno 2009-10-11);
    3- l'incidenza media dei materiali esteri e dei capitali esteri (questa potrebbe essere ricavata dalla polemica post 28/11);

    a quel punto:
    1- si può stimare meglio il carico fiscale (voce attiva);
    2- i risparmi sulle multe (a partire da un'analisi del valore della CO2 nei diversi anni e previsioni per il futuro direi dalle valutazioni McKinsey o altri)
    3- il risparmio energetico rispetto al mix energetico italiano per la parte non FER
    4- il valore del gas (questo è difficile per i prossimi anni)
    5- somma

    quali altre variabili o fonti proporreste?

  • #2
    Alvi..temo che non abbiamo i dati per fare i conti in modo preciso e condiviso.
    Inoltre per "sistema Paese" cosa intendi? Bilanci della PA? o anche Disponibilità dei COnsumatori? ma forse anche disponibilità degli operatori economici privati..
    Allora ti propongo un apporccio semplificato:
    - considerare il sistema Paese nell'eccezione più ampia
    - e di conseguenza occuparsi sollo di quantificare e valorizzare i fattori produttivi usati nei 2 scenari alternativi (con e senza), senza preoccuparsi di verificare se i due sistemi provocano una diversa ripartizione fra i vari soggetti di sistema del risultato economico che deriva dall'impiego di tali fattori produttivi.
    - aggiungendo eventuali "disvalori" a carico del sistema nei due casi (a tal fine mi pare che la tassazione della CO2 sia un gettito che rimane all'interno del Sistema, quindi neutro rispetto a quanto vogliamo calcolare... non sono invece certo della destinazione delle eventuali multe per mancato raggiungimento obiettivi, se sono introitate dalal CEE andrebbero messe nel calcolo come costo di funzionamento del sistema..se restano nella disponibilità degli Stati, potrebbero essere reinvestite e quindi non rappresentare un costo di sistema).

    Che dici?

    Marco
    CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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    • #3
      Dico che sicuramente non abbiamo i dati, ma tutti si mettono a dare numeri anche più rozzi (passera parla solo della disponibilità dei consumatori, clini solo delle tasse incamerate), quindi avrei la curiosità di rifletterci.

      La precisione, poi, è un obiettivo problematico per definizione. Un'analisi è precisa in relazione agli obiettivi e le assunzioni che fa. Quindi possiamo essere precisi se impostiamo il problema in modo corretto, lucido e condiviso.

      Dunque, la prima decisione è il perimetro del sistema, spaziale e temporale.

      Sarei d'accordo con te, non solo i bilanci della PA a breve (in linea di massima così vince facile Clini), non solo la disponibilità dei consumatori a lungo termine (non sarei sicurissimo che vince facile Passera, perchè il calcolo è moooolto più articolato di come lo fa lui, perchè devo ragionare sugli altri attori del sistema energetico e i meccanismi di formazione dei prezzi), la terza che indichi, disponibilità degli operatori economici privati è un gioco vinco/perdo, nel breve vincono i cinesi (e questo è sicuro) ma nel lungo termine non sarei sicurissimo (ma immettiamo troppe variabili), dentro il nostro sistema economico (già questo è problematico) per ora vincono alcuni settori e certamente perdono altri (infatti si incazzano), dunque questo livello è complicatissimo.
      Più in dettaglio il perimetro "vinco io/perdi tu" sarebbe neutro se non importassimo dall'estero una parte dei prodotti con i quali facciamo gli impianti (d'altra parte, importiamo anche altri prodotti, es. olio e carne, pesce, con i quali andremmo ai ristoranti cui dobbiamo rinunciare per pagare gli incentivi in bolletta, etc..) e quindi l'analisi andrebbe condotta complessivamente (almeno confrontandola con l'effetto determinato dalla regola del prezzo marginale, da una parte, e con lo squlibrio medio della bilancia dei pagamenti italiana dall'altra).

      Per quanto attiene i fattori specifici di vantaggio, la tassazione della CO2 dovrebbe essere neutra (tra l'altro le aste che, forse, partono nel 2013 avvantaggeranno le FER ma costeranno ai consumatori, stimiamo un aumento del 10% del costo del PUN?) ma le multe (certo questione ancora spinosissima) le dovremmo pagare dall'Italia alla UE (altrimenti che senso avrebbero?). Poi, magari sono reinvestinte in Italia, ma dalla UE, comunque sono somme non disponibili e finiscono per rappresentare un vincolo esterno. Propongo di considerarli soldi spesi.


      Poi c'è la questione, molto rilevante economicamente, del combustibile importato e del suo costo. Noi facciamo energia senza combustibile (una volta fatto l'investimento e pagati i costi di O&M) e dunque questo è risparmiato. Certo, comporta un vantaggio per la bilancia commerciale ma uno svantaggio per alcuni operatori economici che non producono e vendono il loro prodotto. Come inquadrarlo?

      Naturalmente l'impatto economico non è l'unico, e forse neppure (anzi sicuramente) il più importante dato che quella delle rinnovabili non è una politica industriale ma ambientale, ma starei su questa rubrica per vedere di capire meglio se fa tanto danno.
      Poi, magari, si può stabilire che fa danno ma bisogna farla lo stesso. Anche se io stipulo una polizza assicurativa pesante nel breve alla mia famiglia faccio danno, ma poi se (tocco ferro) muoio la stessa famiglia ne vede i benefici (o meglio la riduzione del danno).
      Ultima modifica di alvisal61; 11-03-2012, 20:54.

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      • #4
        Alvi..semplificando al massimo..se il perimetro è quello che abbiamo detto..la questione si riduce ad un mero fatto di Sostutuzione di Fattori Produttivi, per cui:

        - scenario CON...istallato odierno ha un costo tale e una generazione prevista a 20 anni tale per cui il costo medio è circa 160 euro al mega
        - scenario SENZA...il PUN..diciamo 80 euro mega

        Note:
        - il Fv è già un costo attualizzato (anzi storico)
        -il Gas è un costo da attualizzare, ma occorrerebbe anche inflazionarlo..diciamo che le 2 cose si compensano?

        Dal delta occorre levare le multe evitate...ma ci sono dovvero? o è una leggenda metropolitana?
        Ultima modifica di marcober; 11-03-2012, 21:08.
        CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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        • #5
          così mi sembra molto semplificato, ma ci proverò. Per fare il costo a MWh del fotovoltaico bisogna calcolare gli investimenti fatti, i costi di esercizio e manutenzione, e la remunerazione dei capitale investito.

          Come calcoli l'ultimo?
          diciamo per l'investimento:
          impianti:
          A- da 3 a 20 kW -------fattore 2,5
          B- da 20 a 100 kW -----fattore 2
          C- da 100 a 400 kW---- fattore 1,5
          D- da 400 a 1.000 kW-- fattore 1,2
          E- oltre -------------- fattore 1

          anni:
          2009--- costo E= 3.500 (1.000 MW) porterebbe a ca. 200,00 €/Mwh
          2010--- costo E= 2.700 (+2.700 MW) porterebbe a ca. 162,00 €/MWh
          2011--- costo E= 1.600 (+9.000 MW) porterebbe a ca. 116,00 €/MWh

          costo annuale finanziario? nullo se la finanza è italiana.
          costo di O&M? 60 €/kW? costo per beni e servizi e quindi da calcolare.

          produttività? 1.200 kWh/kW?


          scusa, ora ho capito, intendi il costo per il sistema. dunque il costo cumulato degli incentivi diviso per i kWh prodotti. Così è semplice (ma a rigore ci sono anche altri costi indiretti sull'altra parte della bolletta, costi di dispacciamento):
          Dunque:
          12.941 MW* 1.200 MWh/MW=15.529.000 MWh
          5.600.000.000 € /15.529.000 MWh= 360,00 €/MWh
          di soli incentivi

          Giusto? Siamo lontanucci...
          Ultima modifica di alvisal61; 11-03-2012, 21:28.

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          • #6
            i valori li conosci meglio tu.

            Sulla remunerazione del capitale non mettetei nulla.nel senso che se vogliamo confrontare il costo dei fattori produttivi di OGGI necessari a produrre nei prossimi 20 anni un TOT di Terawk..allora per il FV non devo attualizzare nulla..nel senso che se metto il costo finanziario annuale per prossimi 20 anni e poi attualizzo, sono 2 operazioni inverse di stesso importo.

            Invece dovrei attualizzare il costo del gas, visto che lo pagherò man mano...ma è anche vero che lo pagherò sempre più caro..diaciamo che nel lungo periodo tasso attualizzazione= tasso inflazione?
            Ultima modifica di marcober; 11-03-2012, 21:34.
            CASA NO GAS: Costruzione anni '30, No Cappotto, Doppi Vetri, Isolamento Solaio,4 lati liberi SUPERFICIE RISCALDATA: 250 mq su 2 Piani (Radiante) + Taverna 120 mq (Fancoil, in modo discontinuo) GENERATORE: PDC 12 kW Zubadan Mitshubishi+ Boiler 200 Lt per ACS RAFFRESCAMENTO: Aermec on-off FV: 15,18 kW di Sunpower + Tigo (pesanti ombre) CUCINA Induzione

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            • #7
              va bene, faccio il calcolo con i fattori che ho indicato confrontandolo con le proprozioni dei diversi impianti nei tre anni (prima è irrilevante). faccio i calcoli e poi li posto.

              vediamo che numero esce (ma sarà altino).

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