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alternatore / alternatori / dinamo auto (ad uso automobilistico): QUI TUTTE LE DOMANDE E DUBBI

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  • Ciao max, secondo me non conviene mettere una puleggia più grande, riduce il rapporto di coppia sulla cinghia, una curiosità com'è la tensione della cinghia? te lo chiedo perchè mentre preparavo il mio generatore, valutavano la tensione sulla cinghia e ci siamo accorti, che se la cinghia era molto tesa ( ovviamente questo comporta maggiori sforzi sui cuscinetti) serviva più coppia alla puleggia di moltiplica , invece se era meno tesa, girava più facilmente, cmq un altra prova che farei e quella di sostituire con una puleggia piatta, tu ha la moltiplica con una gola molto larga e anche l'alternatore è predisposto per quelle larghe, questo tipo di cinghia sono più sottili e larghe rispetto a quelle trapezoidali, quindi una superficie di attrito maggiore ( meno rischio di slittare anche se sono meno tese) e più efficenti.
    Un saluto Luigi

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    • Sono pienamente daccordo con Fly sulla maggiore efficienza delle cinghie piatte, ma sono anche convinto che la dimensione di questa turbina non sia sufficiente a trascinare quell'alternatore.

      Non ho capito a quale velocità nominale l'alternatore fornisce i valori di targa 55 A e 24 V.
      Ipotizzo 2000 g/m'

      La puleggia e l'elica, sono montate su cuscinetti a sfere?

      Voglio fare alcune ipotesi:

      DATI
      Velocità del vento 6 m/sec
      Velocità nominale alternatore 2000 giri/min'
      Potenza alternatore ai dati di targa 1320 W (55*24)
      Rendimento alternatore 60%
      Coefficiente di rendimento turbina 0,35
      TSR 3 circa

      RISULTATI
      P= 0,35*1,5^2*pigreco*0,64*6^3=341 W

      Circonferenza turbina Ct=3*pigreco=9,42 m
      Velocità periferica della turbina Vpt=6*3=18 m/sec
      Numero giri turbina nt=60*18/9,42=115 giri/m'
      Numero giri alternatore=115*10=1150 giri/m'

      Se i dati di targa dell'alternatore sono a 2000 g/m', si può supporre in prima approssimazione che a 1150 g/m' i valori siano proporzionali:
      Potenza erogata a 1150 g/m'=1150*1320/2000=759 W
      La potenza meccanica necessaria per ottenere i 759 W elettrici sarà:
      Pm=759/0,60=1265 W
      Che dobbiamo confrontare con i 341 W meccanici disponibili in quelle condizioni sull'asse della turbina.

      La turbina non si smuove neanche a spingerla con una ruspa.

      Andrebbe molto depotenziato l'alternatore riducendo drasticamente l'eccitazione, o meglio sostituito con altro di potenza dimezzata ed aumentato nel contempo il diametro della girante per aumentare la superficie battuta.

      PS
      La tua turbina, a prescindere dall'accoppiamento elica/alternatore rimane una costruzione solida e piacevole a vedersi. Io poi amo il bianco...

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      • Allo scopo di depotenziare ulteriormente l'alternatore, che attualmente sta in rapporto di potenze con la turbina pari a 3 a 1 (1265 > 341), potresti anche sostituire la puleggia sull'alternatore stesso, per un valore maggiore di 1/3 almeno, insieme agli altri interventi suggeriti.
        In effetti, la cinghia di trasmissione del tuo meccanismo, funziona come cinghia trapezia sull'alternatore, e cinghia piatta sulla turbina.
        Se aumenti il diametro della puleggia dell'alternatore, migliori il contatto e puoi ridurre la tensione della cinghia stessa riducendo le resistenze di rotazione a vuoto.

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        • Wilmorel grazie per tutti i calcoli che hai fatto ma.....mi hai distrutto il morale!!!!....dimmi che ti sei sbagliato!!!!!

          PS: perchè non si usano i rotori delle aeropompe,con molta coppia e pochi giri,accoppiati a moltipliche sul generatore?

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          • Sbagliare è umano, ma credo che con le approssimazioni dei dati sommari introdotti, il calcolo sia sostanzialmente corretto, e comunque fornisce una valutazione quantitativa, un ordine di grandezza.
            A me sembra che la faccenda sia meno critica di quanto può apparire.
            Alcune modifiche, eccitazione e puleggia alternatore sono a costo contenuto.
            Il diametro delle pale lo puoi affrontare se caso in un secondo momento.
            Se poi puoi disporre di un alternatore più piccolo, almeno per le prove, tanto meglio.
            In ogni caso devi sapere che con quel diametro di turbina non puoi avere potenze superiori a quelle indicate alcuni post più sopra, qualunque cosa tu faccia.

            Le multipala delle aeropompe producono una forte coppia e possono sfruttare venti deboli, ma la potenza estraibile è comunque bassa. Il rendimento, è di poco superiore alla metà di turbine veloci tripala.

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            • Originariamente inviato da Wilmorel Visualizza il messaggio
              Le multipala delle aeropompe producono una forte coppia e possono sfruttare venti deboli, ma la potenza estraibile è comunque bassa. Il rendimento, è di poco superiore alla metà di turbine veloci tripala.
              ...però si potrebbe fare un discorso diverso,avere meno potenza ma per molte ore al giorno/notte, rispetto a tripale con rendimenti maggiori ma che richiedono condizioni di vento meno frequenti in Italia.....dico questo perchè nella mia zona era pieno di aeropompe,poi lasciate morire senza più manutenzione,però funzionavano in modo egregio.....le poche rimaste in zona girano sempre perchè la ventilazione è piuttosto buona nonostante i dati della mappa dei venti Italiana, che ci accredita di una media di 4m/s...

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              • Originariamente inviato da maxdef Visualizza il messaggio
                ....dico questo perchè nella mia zona era pieno di aeropompe,poi lasciate morire senza più manutenzione,però funzionavano in modo egregio.....le poche rimaste in zona girano sempre perchè la ventilazione è piuttosto buona nonostante i dati della mappa dei venti Italiana, che ci accredita di una media di 4m/s...
                Si sarebbe dovuto svecchiare il progetto, rendendolo più efficiente, flessibile ed economico.
                La azienda che le produceva è morta prima che rinascesse l'interesse per le rinnovabili.
                Ai problemi di un prodotto tecnologicamente superato si uniscono quelli di un mercato di dimensioni limitate che non consente la costruzione in serie e consistenti volumi produttivi i quali permetterebbero un abbattimento dei costi unitari.
                Senza sovvenzioni, niente da fare.

                Con la tua turbina sei sulla buona strada. Non mollare!

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                • Originariamente inviato da Wilmorel Visualizza il messaggio
                  Con la tua turbina sei sulla buona strada. Non mollare!
                  ...non vorrei mollare,anche se ho perso buona parte dell'entusiasmo iniziale,però mi piacerebbe anche vedere, dopo 7 pagine di messaggi,qualche risultato positivo con questi alternatori, qualche progetto reale andato a buon fine,qualche dato che effettivamente mi possa riaprire le speranze,altrimenti cambio direzione

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                  • Ciao max, purtroppo il mio progetto ancora non è completo, per motivi di logistica..... lo riprendo quando scendo a casa dai miei genitori, il progetto lo stò sviluppando a casa di mio fratello, infatti anch'io sono curiuso di vedere se alla fine funzionerà.....quindi fino ad allora posso dare parerio consigli su quello che ho fatto finora.

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                    • Originariamente inviato da maxdef Visualizza il messaggio
                      ....................
                      qualche risultato positivo con questi alternatori, qualche progetto reale andato a buon fine,qualche dato che effettivamente mi possa riaprire le speranze,altrimenti cambio direzione
                      Prova a leggerti il lungo thread di Gigio125, che ha realizzato una turbina simile alla tua ma con eccitazione separata. Un sistema in effetti un poco complesso, ma che funzionava, complice probabilmente una buona ventosità...
                      http://www.energeticambiente.it/fai-...costruito.html

                      Il progetto di Gigio, insieme a felici intuizioni, presentava degli aspetti critici, come l'assenza del dispositivo di messa in bandiera con venti forti.
                      La sicurezza non dovrebbe mai essere sacrificata.

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                      • x Wilmorel:visto che sei bravo con le formule,introducendo nei tuoi calcoli 5 pale con tsr 6 e diametro sempre 3m, potrei migliorare la situazione?si può quantificare?

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                        • Con 5 pale hai piu coppia in partenza e meno TSR, tuttavia io opterei per un tripala con TSR 6 (aumenta il rendimento teorico della cattura dal vento), con una moltiplica meno potente (1:4-1:5) il modo da avere 600 giri sul rotore (2400-2500 sull'alternatore)
                          La natura ha paura del vuoto e lo riempie di cavolate. (Anonimo).E Io so di dare il mio contributo a questo (IlSignor15Magneti)

                          Evoluzione umana: perchè? negli ultimi 100000 anni c'è stata evoluzione??...

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                          • x Maxdef
                            Temo che quello che dici non si possa ottenere.
                            Avevo assunto per il TSR un valore cautelativo, ma anche facendo una ipotesi di valore 4 o 5 la situazione semmai peggiorerebbe, perchè in via teorica costringeresti l'alternatore a ruotare più veloce a parità di vento, e quell'alternatore non si muoverebbe neppure, con la potenza di targa che hai dichiarato...
                            Inoltre, la aerodinamica generale di una piccola turbina autocostruita non è tale da consentire i più alti rapporti fra la velocità periferica e quella del vento (TSR), come possono realizzare turbine professionali testate nella galleria del vento.
                            Il TSR inoltre, va in direzione opposta alla solidità e quindi al numero di pale.
                            Cioè:
                            Maggiore TSR comporta (a parità di altre condizioni) maggiore velocità, minore solidità (pale) e minore coppia.
                            Minore TSR il contrario, e cioè minore velocità, Maggiore solidità e maggiore coppia.
                            A mio parere, prima di intervenire sulle pale interverrei sul diametro della puleggia dell'alternatore, aumentando il diametro del 30 o 50%. Come dice anche 15 Magneti, ridurrei il rapporto di moltiplicazione.
                            Come ti dicevo, questa modifica implica anche un migliore contatto cinghia-puleggia alternatore, che ti consente di ridurre la tensione senza che si verifichino slittamenti.
                            Inoltre, non credo che riuscirai a muovere al meglio quell'alternatore, a meno che tu non provveda a depotenziarlo largamente, o con una resistenza di potenza in serie all'avvolgimento di eccitazione.
                            Esistono ovviamente sistemi meno grossolani, ma questi ti consentono prove a costo minimo.
                            Ovviamente dovrai lasciare attivo il potenziometro comandato dalla banderuola.

                            Meglio ancora sostituire l'alternatore con altro di minore potenza.

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                            • Ok cerco di aumentare il diametro della puleggia dell'alternatore e vediamo cosa succede....

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                              • Cioa max, una curiosità perchè hai eliminato il regolatore dall'alternatore? forse a te interssa un produrre energia con un altro voltaggio ,altrimenti se ti va bene la 24V rimetticelo, meglio che regoli lui l'eccitazione durante i giri ( e meno duro a girare quando và a regime) anzichè tenere fissa l'eccitazione e poi stabilizzare la tensione con uno shunt.
                                Come ho già detto in più occasioni questi alternatori hanno il problema di avere una certa resistenza all'avvio per poi ridursi quando vanno a regime, questa resistenza è dovuta al fatto che all'avvio il regolatore eccita il rotore con circa 2-3Amp , rendendo molto duro , quando i giri si portano sui 900 rpm e passa, il regolatore dà meno corrente al rotore, e la'lternatore offre meno resistenza.
                                Per ovviare a questo problema è utile inserire una resistenza tra batteria e regolatore in modo che il regolatore assorbe meno Amp all'avvio ( meno resistenza a girare) e poi mano che aumentan portandosi a regime il regolatore si autoeccita da solo, la resistenza serve solo all'inizio.
                                Che valore dare a questa resistenza? beh, dipende dall'laternatore.
                                Prima di modificare le pale, riduci il rapporto di giri, portandolo a 1:5-1:6 in questo modo hai una maggiore coppia sull'asse alternatore rispetto alla tua configurazione, rimetti il regolatore e prendi 5-6 resistenze da 10W con valori ohmici che vanno da 1 a 6-7 Ohm , cosi da avere un range di scelta ( utlizzandole anche in serie o parallelo) le inserisci tra il regolatore e il (+) batteria e vedi con quale di questi valori il genratore inizia a girare e cerca di valutare la resistenza a girare, insomma devi fare un pò di prove, meglio ancora se questi prove le fai con un banco prova, l'aternatore collegato al trapano con contagiri ( quelle delle bici, non ricordo se in questa discussione o in "Alternatore per applicazione particolare" ho spiegato come settarlo per con contagiri e come fare la prova) metti un carico resistivo all'uscita dell'alternatore e un tester per controllare la tensione, e inserendo le varie resistenze tra regolatore e batteria puoi valutare la resistenza che ti da l'alternatoe ai varii step di giri, a questo punto valuti quale resistenza va bene per avere il miglior compromesso resistenza iniziale alla rotazione / giri a regime.

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                                • Originariamente inviato da fly71 Visualizza il messaggio
                                  Cioa max, una curiosità perchè hai eliminato il regolatore dall'alternatore?
                                  ...semplicemente perchè mi avevano detto che il regolatore originale non andava bene ed era meglio eliminarlo,gestendo direttamente l'eccitazione sulle spazzole con la banderuola e il potenziometro

                                  Commenta


                                  • Forse Fly non ha notato che la eccitazione nel tuo caso viene parzializzata dal
                                    potenziometro con banderuola, che peraltro dimostra di non essere sufficente.
                                    Nel foglio che allego, ho perfezionato un poco il conteggio dell'accoppiamento fra elica e alternatore.
                                    Per averlo completo e valutarlo, (in PDF) devi stamparlo e accostare i fogli.
                                    Oppure posso disporre del formato excel.
                                    Vedi se ti interessa.

                                    PS
                                    Se vorrai, potremo anche commentare i risultati del foglio di calcolo, che hanno il vantaggio di quantificare in breve tempo soluzioni alternative.
                                    File allegati
                                    Ultima modifica di Wilmorel; 26-05-2009, 20:48.

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                                    • Il fatto che l'alternatore veniva eccitato da un potenziometro a banderuola lo sapevo, non capivo perchè aveva eliminato il regolatore , credo che anche parzializzando l'eccitazione possa creare più problemi, se il carico è maggiore o minore l'alternatore non lo capisce, tu gli mandi sempre la stess corrente di eccitazione, invece il regolatore avendo un feedback riecsce a gestire meglio l'eccitazione a secondo del carico che ci attacchi, penso che sia meno flessibile rispetto al regolatore.
                                      Sono del parere che e bene fare un test su banco e alimentando il regolatore con resistenze di vario valore ( simulano la famosa lampadina da 2W ) cosi uno valuta la resistenaza a girare a vari step di giri fin quando non và a regime.
                                      Una volta che uno si è fatto una tabella e confronta quale resistenza è più adatta al suo alternatore, può inserire il potenziometro, e fare in modo che quando l'alternatore inizia a girare il potenziometro mi deve dare quel valore di resistenza e mano mano che aumenta di giri, il valore può aumentare ( meno corrente) tanto l'alternatore si autoeccita.
                                      La mia soluzione è quella dell'anemometro con il relè , superata una certa velocità alimento il regolatore con una resistenza , infatti anch'io faro un pò di prove su banco e valutare quale resistenza usare prima di montarlo.
                                      Un saluto Luigi

                                      Commenta


                                      • ....una cosa ancora mi è "oscura",complice la mia totale ignoranza in merito,perchè si dovrebbe continuare ad alimentare l'eccitazione con una corrente sempre più forte proporzionalmente al vento, se l'alternatore una volta eccitato e finchè è in movimento si autoalimenta da solo?

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                                        • all'ottima domanda di maxdef ne aggiungo un altra io,siate gentili:
                                          il regolatore si occupa solo di stabilizzare la corrente in uscita sui 14V ,o interagisce anche con l'eccitazione?...(fino a pochi giorni fa pensavo che il circuito(cavi) di eccitazione fosse indipendente(altri fili) da quello di uscita dell'alternatore...)

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                                          • In un alternatore la tensione di uscita è proporzionale ai giri di rotazione, flusso dei magneti e altri fattori che restano costanti derante il suo funzionamento ( numero di poli , avvolgimenti ecc), quindi se aumento i giri e tengo fisso il flusso magnetico, che può essere di magnenti permanenti o elettromagnete, la tensione di uscita aumenta, se io ci collego un carico , la tensione si abbassa, ( Mefistole non ricordo se in questa discussione o in un altra ha descritto bene il concetto di corrente di armatura) a questo punto se voglio tenere costante la tensione di uscita al variare dei giri e al varire del carico che ci attacco , devo agire sul flusso magnetico, variando la corrente di armatura ( eccitazione) nell'elettromagnete del rotore, questa operazione la fà il regolatore , confronta la tensione di uscita e regola la corrente che deve mandare al rotore.
                                            Purtroppo questo soluzione dell'elettromagnete con regolatore comporta che va alimentato esternamente perchè altriemnti non si crea il campo magnetico per produrre corrente, una volta che l'alternatore è andato a regime, una parte di corrente che produce viene mandata al regolatore cosi da autoalimentarsi ( autoecitazione) questo lo fà attraverso tre diodi (tridiodi) uno per ogni fase che prelevano solo il ramo positivo, però il regolatore anche se si autoalimeta dalla corrente prodotta, deve essere sempre collegato al (+) della batteria perchè deve " leggere" la tensione perchè questa è stabile, quella dei tridiodi e raddrizzata ma non livellata ( se guardate il grafico della corrente sembrano le montagne russe...) e qui che entra in gioco la famosa lampadina ( spia della batteria sul quadro) questa lampadina ha una estremità collegata all'interuttore delle chiavi che viene aliemtato dal (+) della batteria e la'ltra estremità e collegata al filo del regolatore dove sono collegati i tridiodi, quando io la chiave nel quadro la spia si accende perchè da una parte ho i 12V della batteria e dall'altra parte è 0V l'alternatore è fermo non produice corrente c'è una d.d.p. e la lampada si accende, quando io avvio il motore l'alternatore produce corrente attraverso il tridiodi arriva una tensione di 12V al regolatore ma qui è collegato anche uno dei fili della spia , quindi la spia si ritrova ad un capo i 12V della batteria e all'tro i 12V dei tridiodi , non c'è una d.d.p. la spia si spegne, però il regolatore è sempre collegato alla batteria legeg la tensione attraverso il filamento della spia, ovviamnete i indicato 12V ma parliamomo di 13,8V in carica e la batteria non è sempre a 12V ma di più.
                                            Cmq se leggete post precedenti è scritto un sacco di cose su questo regolatore.
                                            Ritornando alle domande, il regolatore non stabilizza la tensione a 14V in modo diretto ( altriemnti servirebbe un regolatore shunt, quella in eccesso la deve disperdere in calore) ma in modo indiretto agendo sulla corrente di armatura.
                                            Per la corrente di eccitazione dipende dal carico, può succedere che anche a giri alti devi produrre molta corrente, sopratutto con le auto moderne che hanno un sacco di elettronica di bordo.

                                            A titolo informativo un mese fà ho riparato l'alternatore della mia auto e qui hho spiegato cosa è successo.
                                            http://www.energeticambiente.it/fai-...ntorni-10.html

                                            P.S. se ho scritto qualche affermazione sbagliata accetto ben volentieri delle correzioni

                                            Un saluto Luigi

                                            Commenta


                                            • ..grazie fly,ma il discorso vale anche in assenza del regolatore originale?

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                                              • no, il regolatore ha un circuito feedback che controlla la tensione e gestisce quanta corrente deve mandare all'alrmatura del rotore.

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                                                • grazie fly,comincio finalmente ad avere una visone d'insieme della questione.
                                                  a progetti conclusi e funzionanti bisognerà riepilogare il tutto ,chiameremo il thread il decalogo dell'eolico con alternatore auto
                                                  ci pensavo ieri,si potrebbe partire da quelle tabelle che mettono in relazione
                                                  vento m/s lunghezza pale e watt disponibili al mozzo dell'elica,noi potremmo aggiungere i tipi di alternatori accoppiabili (elemento non trascurabile mi pare)
                                                  ed eventuali soluzioni consigliate (elettroniche,meccaniche etc...)
                                                  facciamo opera di divulgazione scientifica,lo facciamo per la patria
                                                  Certo bisognerebbe portare un progetto a termine...

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                                                  • Originariamente inviato da fly71 Visualizza il messaggio
                                                    no, il regolatore ha un circuito feedback che controlla la tensione e gestisce quanta corrente deve mandare all'alrmatura del rotore.
                                                    ...e in questo caso con l'autoeccitazione cosa succede?....Più gira e più aumenta la corrente di armatura?

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                                                    • l'autoeccitazione è uno artificio per far in modo che il regolatore si alimenti dalla dall'energia elettrica che produce l'alternatore e questo avviene attraverso i tridiodi, quello che regola la corrente da inviare all'armatura è il regolatore.
                                                      Però a questo punto facciamo una chiarezza , corrente con tensione, sono due grandezze diverse penso che questo sia ovvio..., l'alternatore produce energia elettrica a 13,8V e con Amperaggio come dichiarato dal costuttore con dei range tipo a 1000 rpm 30A e a 6500rpm 70A, il regolatore attraverso il circuito di feedback legge la tensione ( Volt) di riferimento o meglio quella della batteria e invia la giusta corrente (Amp) all'armatura del rotore , ora se se variano i giri o il carico sull'alternatore ( è rischiesta più o meno energia elettrica) la tensione di uscita tenderebbe a variare ma uil feedback se ne accorge e in tempi brevisimi ( non sò quatificare ma penso decimi o centesimi di secondo) regola di nuovo la corrente da mandare all'armatura, questa regolazione viene fatta di continuo e ogni volta che cambia un parametro ( giri o carico) lui regola la corrente.
                                                      Ho messo uno schema forse con questo le ide sono più chiare, c'è la lampada-spia collegata con l'interuttore ( chiave) alla batteria ma è anche collegato ai tre diodi che prelevano energia dall'alternatore, quest'ultimo quando è a regime fa pasare corrente dai tridiodi che vanno al regolatore, la lampada si spegne perchè non c'è passaggio di corrente.

                                                      Per ike , come ho già detto il mio progetto se lo facevo in sito a quest'ora era già finito e verificavo la fattibilità , ma purtroppo e lontano da dove vivo e lo riprendoa singhiozzo...

                                                      A titolo informativo, questo regolatore funziona un pò con il regolatore centrifugo di Watt usato sopratutto sulle prime macchine a vapore a anche sulle turbine idrauliche pe rtenere costanti i giri dei macchinari si regolavano i flussi di vapore o di acqua , insomma come un quasialsi sistema a retroreazione per tenere costante un parametroA si regola un parametroB con A=f(B)
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                                                      • Quelle di Fly sono lezioni magistrali sul funzionamento degli alternatori auto ed accessori.
                                                        L'alternatore d'auto è però concepito per un utilizzo ben diverso rispetto ad un generatore eolico.
                                                        Vediamo un attimo i confronti.

                                                        Il motore d'auto è un motore poco elastico, che tramite il cambio si cerca di utilizzare nel suo ambito ottimale, cioè al regime di coppia massima, fra 3000 e 4000 giri/', diversi ovviamente a seconda dei modelli.
                                                        Anche il suo alternatore è concepito in funzione di questo utilizzo.
                                                        Generazione minima a basso numero di giri (quasi 0 fino a 1000 g/'), ripida rampa di salita fino ad un regime ottimale attorno ai 3000 giri/' e quindi modesto incremento fino al massimo numero di giri ammesso.

                                                        Il generatore eolico, varia nei giri in proporzione alla velocità del vento ed al suo rapporto caratteristico di velocità vento/pale (TSR), con una variazione da 4 m/sec, fino alla velocità di cut-off, di solito fra 25 e 30 m/sec.
                                                        A questa cospicua variazione corrisponde inoltre una variazione di potenza esponenziale (cubica) disponibile all'asse della turbina, ciè una variazione estremamente ripida.

                                                        Se confrontate la curva caratteristica di potenza di un alternatore auto e di una turbina eolica, noterete che hanno un andamento divergente.
                                                        Mentre la curva della potenza della turbina al crescere del vento si incrementa dapprima lentamente, poi sempre più rapidamente, la potenza erogata dall'alternatore auto ha andamento opposto, prima la curva è assai ripida, per poi appiattirsi sempre più all'aumentare del regime di rotazione.
                                                        Se per ipotesi turbina ed alternatore avessero caratteristiche prossime con velocità vento di 6 m/sec, difficilmente saranno bene abbinate per una velocità di 10 m/sec.
                                                        Ecco quindi la difficoltà a "sposare" turbina eolica ed alternatore d'auto.

                                                        Mi pare quindi che il regolatore, pensato per uso automobilistico non sia appropriato per l'impiego eolico.
                                                        Sarebbe quindi necessario un regolatore che moduli la eccitazione sulla base delle caratteristiche delle turbine eoliche, in modo da poter estrarre il massimo della potenza per il campo di velocità vento previsto.

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                                                          Per la questione del regolatore penso che sia buono per il fatto che se uno vuol farsi un impianto grid a 12V non deve preoccuparsi di un regolatore di tensione esterno, certo uno migliore che insegue meglio la potenza del generatore ma se si usano accumulatori c'è da stabilizzare la tensione quindi con il rischio di dissipare energia.
                                                          Per contro c'è il problema dell'alimentazione , interroperla quando non c'è vento, ma su questo ci sono un paio di soluzione valide.
                                                          Come ho detto penso che sia uan buona soluzione che si presta bene per una prima sperimentazione senza investire grosse cifre e poi magari perfezioanre o svilluppare qualcosa di più interessante.
                                                          Un saluto luigi

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                                                          • Originariamente inviato da fly71 Visualizza il messaggio
                                                            Sicuramente questo tipo di alternatore ...


                                                            Un saluto luigi

                                                            La relativa facilità dell'abbinamento meccanico, unito ad un costo contenuto, sono elementi validi per cercare di utilizzare questo generatore, sia pure a fronte di rendimenti previsti non eccelsi.
                                                            La vera sfida di un autocostruttore potrebbe essere quella di realizzare un regolatore che utilizzi al meglio la energia fornita dalla turbina, adeguandola, nei limiti elettrici, alla potenza generabile dall'alternatore.
                                                            Ottenere un funzionamento al meglio in ambito eolico, come dici è un vero rebus.
                                                            Se l'impianto è in isola, occorre adattare una generazione continuamente e rapidamente variabile come quella eolica con esigenze a volte opposte della carica delle batterie, come è la carica a corrente costante delle batterie prima e la dissipazione su resistenze zavorra al raggiungimento della carica.
                                                            A questo si aggiunga la esigenza di frenare la turbina in condizioni di tempesta.
                                                            Anche pensando a centraline di regolazione commerciali, non ne ho viste che per esempio, consentano l'utilizzo della sia pur scarsa energia generata con venti deboli (e conseguenti basse tensioni), come quelli che spessissimo si verificano nei siti abitati (dagli hobbisti).
                                                            Potrei aver cercato con attenzione insufficiente.
                                                            Forse con regolatori a processore, ma sono oltre le mie competenze...

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                                                            • ...ho diminuito il rapporto di moltiplica a 1:6 e complice i venti forti di questo fine settimana ho letto picchi di oltre 25A ma per pochi secondi perchè siamo al limite del progetto della coda, che mette in protezione la turbina con venti oltre i 35/40km/h,mentre con venti di minore intensità tende a fermarsi e a ripartire con difficoltà,decisamente ancora non ci siamo nemmeno lontanamente,avevo preparato anche una puleggia per portare il rapporto a 1:4 ma non mi arrivava più la cinghia di trasmissione...un piccolo video della mia "wind farm" ...

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