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Energia dalle alghe

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  • #31
    Originariamente inviato da Alessandro60 Visualizza il messaggio
    Salve, scusate l'intromissione ma qualcuno forse voleva sapere che tipo di alga viene utilizzato, ma da quello che sò le specie più interessanti sono la Phaeodactylum tricornutum (Bacillariophyceae) o il Botryococcus braunii BBG-1. Forse si possono ottenere (per effettuare piccole prove pilota) anche nei negozi che vendono materiale per gli acquari.
    Grazie Ale , però penso che qui il problema più grosso sia trovare una società che si impegni a dare chiavi in mano un impianto per produrre alghe comprese le specie con una garanzia sulla produttività come per tutti gli impianti industriali

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    • #32
      mah, sui sistemi idroponici non c'è poi molto da inventare, secondo me le prospettive ci sono ma aumenterebbero se si usassero delle alghe OGM. Forse è questo il vero fulcro della ricerca delle grandi società e degli investimenti che stanno facendo.

      Per il discorso biomassa, non capisco dove sia il problema con le alghe. Stiamo sempre parlando di colture vegetali solo che vengono coltivate in altri sistemi.

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      • #33
        In effetti l'utilizzo di OGM per queste attività è senz'altro interessante, penso che si possa affrontare coinvolgendo alcuni istituti universitari, forse anche un'aiuto allo sviluppo di sistemi industriali può avvenire dalla ricerca senza bisogno di andare all'estero. Non credo che l'universtà italiana debba imparare da qualcuno. Il problema è reperire i fondi, in questo caso il finanziamento può essere garantito dalla UE.

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        • #34
          Caro Sulzer1 leggo ora il tuo post, sono stato qualche giorno in vacanza e ho ben pensato di non portamelo neanche il computer....
          Comunque volevo ringraziarti per la chiarezza delle tue risposte, sono dati preziosi.
          tornando a cose più tecniche la centrifuga (probabilmente una alfalaval) dovrebbe servire solo ad effettuare una prima e sommaria separazione della biomassa algale dall'acqua.
          Per quanto riguarda l'estrazione dell'olio le strade possibili sono varie ma la più affidabile sembra essere quella dell'essicazione (essiccatore a tamburo o rullo...insomma un drum dryer) e successivo invio ad una comune pressa per l'estrazione dell'olio.
          infine hai assolutamente ragione a dire che l'olio ha più mercato ma questa idea del biodiesel è nata per venire incontro alle esigenze di una azienda che ha una consistente flotta di mezzi che consumano più di 500.000 euro di gasolio all'anno.
          Rimane il problema, non da poco, della stima del "raccolto" non si tratta infatti di semi di girasole....
          Anche se fatta in vasche/serra o in fotobioreattori la coltivazione delle alghe non sembra garantire dei risultati standard.
          Gli stessi produttori di tali impianti ti dicono che è necessario un certo periodo di tempo per trovare il ceppo più adatto alle condizioni climatiche della zona.
          In ogni caso, al di là della attuale economicità di un simile progetto, quello delle alghe sembra essere un argomento da seguire, a tal proposito a settembre (17-18-19) si terrà in india un summit (Algae Biofuel Summit 2008).....se mi ci mandano ci vado volentieri, anche se ho l'impressione che se faccio una richiesta simile in azienda mi mandano aff******.

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          • #35
            Originariamente inviato da cosimomos Visualizza il messaggio
            Caro Sulzer1 leggo ora il tuo post, sono stato qualche giorno in vacanza e ho ben pensato di non portamelo neanche il computer....
            Comunque volevo ringraziarti per la chiarezza delle tue risposte, sono dati preziosi.
            tornando a cose più tecniche la centrifuga (probabilmente una alfalaval) dovrebbe servire solo ad effettuare una prima e sommaria separazione della biomassa algale dall'acqua.
            Per quanto riguarda l'estrazione dell'olio le strade possibili sono varie ma la più affidabile sembra essere quella dell'essicazione (essiccatore a tamburo o rullo...insomma un drum dryer) e successivo invio ad una comune pressa per l'estrazione dell'olio.
            infine hai assolutamente ragione a dire che l'olio ha più mercato ma questa idea del biodiesel è nata per venire incontro alle esigenze di una azienda che ha una consistente flotta di mezzi che consumano più di 500.000 euro di gasolio all'anno.
            Rimane il problema, non da poco, della stima del "raccolto" non si tratta infatti di semi di girasole....
            Anche se fatta in vasche/serra o in fotobioreattori la coltivazione delle alghe non sembra garantire dei risultati standard.
            Gli stessi produttori di tali impianti ti dicono che è necessario un certo periodo di tempo per trovare il ceppo più adatto alle condizioni climatiche della zona.
            In ogni caso, al di là della attuale economicità di un simile progetto, quello delle alghe sembra essere un argomento da seguire, a tal proposito a settembre (17-18-19) si terrà in india un summit (Algae Biofuel Summit 2008).....se mi ci mandano ci vado volentieri, anche se ho l'impressione che se faccio una richiesta simile in azienda mi mandano aff******.
            Caro Cosimo,
            prova a finire nell'unica spiaggia della Toscana in cui accettano i cani e vedrai il lap top come la unica fonte di distrazione .ti do una idea da subacqueo, se invece di centrifugare e poi disidratare le alghe , causassi loro un'embolia con conseguente rottura delle membrane cellulari? per esempio , giunte a maturazione le fai entrare in una autoclave , inietti azoto a 200 bar e le lasci saturare , ripristini in un attimo la pressione atmosferica. Se non si rompono così ste membrane........dopo si tratterebbe di centrifugare tutto assieme e separare prima i liquidi dai solidi e poi i liquidi dai liquidi. E' tutto da verificare, magari le membrane di sti foraminiferi resistono a ben peggio. Io ci verrei in India ma mi sa tanto che manderebbero aff anche me. A maggior ragione se si tratta di alimentare degli autotreni nella legalità. O sai già che avrai un costo del carburante così basso da poter subire l'accisa al di fuori del contingente o ti costerà di più andare ad alghe che a gasolio

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            • #36
              Intedi forse trattarle col famigerato HFPR (high frequency pulse reactor)?
              Comunque fosse per me queste alghe le avrei mollate un pò di tempo fa....
              Ma il mio capo (ancora per due giorni e poi avrò finito) continua a menarla con questa storia delle alghe.
              Anzi ora ti spiego tutta la storia:
              qui in azienda fanno il solare fotovoltaico (e quello dovrebbero continuare a fare), ma come tu ben sai l'estro dei leader è difficile da tenere a freno, quindi hanno chiesto a me ,l'ultimo dei ********, di fare contemporaneamente il lavoro di un botanico, di un ingegnere, di un chimico e in più di contattare i fornitori degli impianti.
              Ho provato a spiegargli che fare il biodiesel dalle alghe presenta una certa varietà di problemi e incertezze (quelli di cui si discuteva nei post) e ho cercato con tutta la delicatezza possibile di fargli capire che non mi sembra che in azienda ci sia il know-how necessario per gestire una cosa del genere.
              Ciò nonostante si è incaponito con questa storia. Io non amo raccontare fesserie ma, a questo punto, gli butto giù una relazioncina traducendo le brochure che mi hanno mandato dalla algae link e gli dico: "vai tranquillo è l'investimento più sicuro e redditizio di cui abbia mai sentito parlare".
              P.S. ma in toscana ci sei andato solo al mare o ci vivi?

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              • #37
                Originariamente inviato da cosimomos Visualizza il messaggio
                Intedi forse trattarle col famigerato HFPR (high frequency pulse reactor)?
                Comunque fosse per me queste alghe le avrei mollate un pò di tempo fa....
                Ma il mio capo (ancora per due giorni e poi avrò finito) continua a menarla con questa storia delle alghe.
                Anzi ora ti spiego tutta la storia:
                qui in azienda fanno il solare fotovoltaico (e quello dovrebbero continuare a fare), ma come tu ben sai l'estro dei leader è difficile da tenere a freno, quindi hanno chiesto a me ,l'ultimo dei ********, di fare contemporaneamente il lavoro di un botanico, di un ingegnere, di un chimico e in più di contattare i fornitori degli impianti.
                Ho provato a spiegargli che fare il biodiesel dalle alghe presenta una certa varietà di problemi e incertezze (quelli di cui si discuteva nei post) e ho cercato con tutta la delicatezza possibile di fargli capire che non mi sembra che in azienda ci sia il know-how necessario per gestire una cosa del genere.
                Ciò nonostante si è incaponito con questa storia. Io non amo raccontare fesserie ma, a questo punto, gli butto giù una relazioncina traducendo le brochure che mi hanno mandato dalla algae link e gli dico: "vai tranquillo è l'investimento più sicuro e redditizio di cui abbia mai sentito parlare".
                P.S. ma in toscana ci sei andato solo al mare o ci vivi?
                Naa, vivo in Piemonte , le alghe sono una bella promessa e hanno tutti i numeri per diventarlo , solo che chi ha i soldi per far la ricerca sul serio si tiene giustamente brevetti e dati. Di al tuo capo che vada a gasolio ancora per un po' che è meglio

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                • #38
                  Ah ah , ma si mangia sto HFPR? No dico solo che per l'esperienza che ho di barotraumi dalla subacquea e per quella di estrazione di olio a freddo ( in questi anni ho provato a spremere di tutto , dal ricino alla jatropha ) l'ideale per estrarre olio da delle cellule nate e vissute immerse in acqua , non è asciugarle e spremerle, ma romperle e centrifugarle. Al limite potrai cercare di spremere la frazione solida post frantumazione. Questo perchè se non estrai tutta l'acqua prima di spremere rischi una emulsione difficile da rompere e perchè più son piccoli i "grani" da spremere e più particelle solide trovi nell'olio e più fatichi a togliertele dai piedi. un altro aspetto critico , la cui conoscenzache mi deriva dall'esperienza sui drum dryer , essicare efficacemente in poco spazio richiede : grandi flussi , d'aria , alte temperature, impianti di abbattimento delle polveri. Costi e grane. Con le alte temperature rischi anche di rovinare l'olio e se vuoi scendere sotto il 5% di umidità con qualunque materiale hai bisogno alte temperature.
                  Lo so che sono un rompiballe ma a 50 anni è la quarta volta che cambio mestiere sempre scostandomi un po' da ciò che facevo prima per cui metto assieme le nozioni che ho appreso e le applico in campi dove sono inusuali.
                  Ciao Guglielmo

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                  • #39
                    se volete qualcosa comprare qualche cosa provate a vedere qui : Alibaba.com - The world's largest online B2B marketplace.

                    Commenta


                    • #40
                      e questo sito : http://www.exeniagroup.it/serv02.htm

                      Commenta


                      • #41
                        non si mangia...è il nome del marchingegno che fa il lavoro di cui parli (cioè rompere le membrane cellulari) ma forse consuma più energia del sistema centrifuga/drum dryer/presse.
                        Comunque..a presto

                        Commenta


                        • #42
                          Originariamente inviato da cosimomos Visualizza il messaggio
                          non si mangia...è il nome del marchingegno che fa il lavoro di cui parli (cioè rompere le membrane cellulari) ma forse consuma più energia del sistema centrifuga/drum dryer/presse.
                          Comunque..a presto
                          ciò che descrive il nome è un enmettitore di onde ( penso intermittenti) , probabimente ultrasonore. Io sto pensando a un semplice stadio di compressione ( equivalente a una camera iperbarica ) e a un successivo immediato ripristino della pressione atmosferica. In teoria portare le alghe a 200 bar per un po' e poi sgasarle dovrebbe creare all'interno della cellula una sovrapressione che potrebbe lacerare la membrana. Sarebbe come portare le cellule a 2000 m sott'acqua e subito dopo in superficie. Non si discosta molto dalla steam explosion che tra gli altri stanno sperimentando a Cersaia all'ENEA. lì penso lo facciano per liberare cellulosa da legnina al fine di trasformare tutta la cellulosa in bioetanolo ( secondo me finirime per bere grappa di legna ) nel caso delle alghe penso che il vapore non sia così affine all'olio in fase di estrazione

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                          • #43
                            Chiedo scusa per la riesumazione..

                            Arrivo solo oggi su questo forum, stavo studiando l'opportunità di investire in una minifiliera per biodiesel da jatropha in africa assieme a qualche amico di qui, quando ho "scoperto" questa storia delle alghe magiche. Concordo con quelli che sono scettici riguardo la algaelink, non convincono neanche me. Resto convinto che non hanno tutto il processo nelle loro mani, vogliono vendere quello che ancora non hanno in vendita. Per esempio, nessuno ha notato quell'essicatore che danno assieme agli impianti da 480 e 2000 metri? é una mini serra con due ventilatorini da 20 watt se ricordo bene, ma chi lo carica? cosa essica? chi lo svuota? quanto essica al giorno? non ha meccanismi di sorta se non le finestre apribili su tutti e due i lati.
                            E se leggete bene poi tra una riga e un'altra traspare una scritta che dice più o meno che gi impianti sono calcolati per essere posizionati nei deserti torridi.
                            Quindi se non è deserto non garantiscono il funzionamento?
                            E poi il fatto che forniscono i tubi e la raccorderia, ma nessun sistema di piedini o staffe per il loro posizionamento? per 144.000 e 194.000 Euro se non mi fornisci 1.000 euro di piedi per far star su i tubi, anche di putrido ferraccio verniciato, cosa posso pensare che manchi ancora per far funzionare il tutto?
                            MAh... continuerò a pensare ancora un pò alle alghe, giusto per il fatto che farei l'impianto in africa e quindi sarei avvantaggiato dal clima..

                            Ma veniamo al motivo per il quale sto scrivendo:
                            Volevo rispondere al mio omonimo Sulzer: perchè ami così tanto il tuo HFPR e l'altro giochino di pressioni per far esplodere la membrana delle povere alghette? io pensavo più semplicemente ad un sistema ad ultrasuoni a 45 khz, di quelli usati nell'industria per esempio nella pulizia del materiale metallico, più o meno 15 kw di potenza, se ricordo bene. Creano delle microcavitazioni sulle superfici , con pressioni locali che superano quelle 200 atm che dici di ottenere col tuo sistema. Pensavo di inserire queste piastre semplicemente nel liquido anche in continuo, e poi separare l'olio in modo semplice e tradizionale. Qualcosa che mi sfugge?
                            Ciao!
                            Guglielmo

                            Commenta


                            • #44
                              Originariamente inviato da gilgamesh Visualizza il messaggio
                              Chiedo scusa per la riesumazione..

                              Arrivo solo oggi su questo forum, stavo studiando l'opportunità di investire in una minifiliera per biodiesel da jatropha in africa assieme a qualche amico di qui, quando ho "scoperto" questa storia delle alghe magiche. Concordo con quelli che sono scettici riguardo la algaelink, non convincono neanche me. Resto convinto che non hanno tutto il processo nelle loro mani, vogliono vendere quello che ancora non hanno in vendita. Per esempio, nessuno ha notato quell'essicatore che danno assieme agli impianti da 480 e 2000 metri? é una mini serra con due ventilatorini da 20 watt se ricordo bene, ma chi lo carica? cosa essica? chi lo svuota? quanto essica al giorno? non ha meccanismi di sorta se non le finestre apribili su tutti e due i lati.
                              E se leggete bene poi tra una riga e un'altra traspare una scritta che dice più o meno che gi impianti sono calcolati per essere posizionati nei deserti torridi.
                              Quindi se non è deserto non garantiscono il funzionamento?
                              E poi il fatto che forniscono i tubi e la raccorderia, ma nessun sistema di piedini o staffe per il loro posizionamento? per 144.000 e 194.000 Euro se non mi fornisci 1.000 euro di piedi per far star su i tubi, anche di putrido ferraccio verniciato, cosa posso pensare che manchi ancora per far funzionare il tutto?
                              MAh... continuerò a pensare ancora un pò alle alghe, giusto per il fatto che farei l'impianto in africa e quindi sarei avvantaggiato dal clima..

                              Ma veniamo al motivo per il quale sto scrivendo:
                              Volevo rispondere al mio omonimo Sulzer: perchè ami così tanto il tuo HFPR e l'altro giochino di pressioni per far esplodere la membrana delle povere alghette? io pensavo più semplicemente ad un sistema ad ultrasuoni a 45 khz, di quelli usati nell'industria per esempio nella pulizia del materiale metallico, più o meno 15 kw di potenza, se ricordo bene. Creano delle microcavitazioni sulle superfici , con pressioni locali che superano quelle 200 atm che dici di ottenere col tuo sistema. Pensavo di inserire queste piastre semplicemente nel liquido anche in continuo, e poi separare l'olio in modo semplice e tradizionale. Qualcosa che mi sfugge?
                              Ciao!
                              Guglielmo
                              ùCiao Gilga,
                              premettendo che non parlando di sperimentazione ma di ipotesi stiamo discutendo del sesso degli angeli e una tesi vale l'altra. La mia teoria si basa sulla possibilità di far esplodere la cellula portando istantaneamente la pressione esterna a un livello molto più basso di quella interna ( poi si scoprirà che le alghe monocellulari hanno sviluppato un meccanismo di scarico della pressione interna efficientisssimo che vanifica la mia tesi) . Può darsi che l'irraggiamento con ultrasuoni possa determinare lo stesso effetto....mah , mi viene da dire..... perchè non provare a farle passare attraverso una pompa ultrasonica ? Pompate poi in un decantatore dovrebbe galleggiare l'olio e il resto decantare. O no?

                              Commenta


                              • #45
                                una domanda, da uno che ne sà molto poco.

                                non conviene far morire la cellula. se si ? perchè non si fa ?

                                Commenta


                                • #46
                                  Originariamente inviato da energianow Visualizza il messaggio
                                  una domanda, da uno che ne sà molto poco.

                                  non conviene far morire la cellula. se si ? perchè non si fa ?
                                  è difficile convincere una cellula a cederti il suo materiale di riserva
                                  ci tiene

                                  Odisseo
                                  (E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione. (cit. Arancia meccanica) - Ma se quella non arriva, il cervelluto stà inguaiato assai (Odisseo - Gigantosaurus Carinii Patagoniae)

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                                  • #47
                                    è difficile convincere una cellula a cederti il suo materiale di riserva
                                    ci tiene
                                    no, basta ucciderla di botto.( Io penso di conoscere un metodo ).

                                    La mia teoria si basa sulla possibilità di far esplodere la cellula portando istantaneamente la pressione esterna a un livello molto più basso di quella interna ( poi si scoprirà che le alghe monocellulari hanno sviluppato un meccanismo di scarico della pressione interna efficientisssimo che vanifica la mia tesi) .

                                    Per capire se il mio metodo funziona devo capire :
                                    perchè vi serve la cellula morta ? vi serve la cellula senza membrana ?

                                    Commenta


                                    • #48
                                      Magari starai pensando al Cloro che distrugge le membrane cellurari.
                                      Il problema è che non potresti usare + quell'acqua a meno di purificarla.
                                      Qualcuno sa quanto costa eliminare il cloro dall'acqua? Secondo me non costa poco, soprattutto se si tratta di milioni di litri.

                                      Commenta


                                      • #49
                                        Originariamente inviato da energianow Visualizza il messaggio
                                        no, basta ucciderla di botto.( Io penso di conoscere un metodo ).




                                        Per capire se il mio metodo funziona devo capire :
                                        perchè vi serve la cellula morta ? vi serve la cellula senza membrana ?
                                        magari con il ziklon B?

                                        Commenta


                                        • #50
                                          Originariamente inviato da Happybear Visualizza il messaggio
                                          Magari starai pensando al Cloro che distrugge le membrane cellurari.
                                          Il problema è che non potresti usare + quell'acqua a meno di purificarla.
                                          Qualcuno sa quanto costa eliminare il cloro dall'acqua? Secondo me non costa poco, soprattutto se si tratta di milioni di litri.
                                          se usi cloro gassoso tende entro poco tempo ad abbandomnare l'acqua migrando in atmosfera. Succede nella disinfezione dell'acqua a scopo potabile

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                                          • #51
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                                            ùCiao Gilga,
                                            premettendo che non parlando di sperimentazione ma di ipotesi stiamo discutendo del sesso degli angeli e una tesi vale l'altra. La mia teoria si basa sulla possibilità di far esplodere la cellula portando istantaneamente la pressione esterna a un livello molto più basso di quella interna ( poi si scoprirà che le alghe monocellulari hanno sviluppato un meccanismo di scarico della pressione interna efficientisssimo che vanifica la mia tesi) . Può darsi che l'irraggiamento con ultrasuoni possa determinare lo stesso effetto....mah , mi viene da dire..... perchè non provare a farle passare attraverso una pompa ultrasonica ? Pompate poi in un decantatore dovrebbe galleggiare l'olio e il resto decantare. O no?
                                            Si, si parla di ipotesi. ma se da qualche ipotesi traspare una possibilità -reale- di impianto, da bravo imprenditore quale sono non ci metto niente a tirar fuori il coraggio di metter su un impiantino... ma come hai detto siamo solo alle ipotesi. Ci manca ancora molto ad un impianto funzionante.
                                            Per la storia degli ultrasuoni quasi per caso stamattina ho trovato questo video: YouTube - Oil Extraction from washed Agae
                                            quindi l'idea degli ultrasuoni che tu hai capito perfettamente nel futuro sarà uno dei metodi da prendere in considerazione, se non quello che (ad intuito) sarà adottato da tutti gli impianti.
                                            Se non altro perchè permetterà di eliminare le fasi di essicazione e pressatura, dando per scontato di accoppiare l'impianto di estrazione all'impianto di coltivazione.
                                            Si, sono per la semplicità... magari i centri di ricerca hanno avuto l'incarico di studiare impianti che diano un prodotto secco, giusto per portarlo in ingresso agli impianti di estrazione già esistenti per i vari semi oleosi... funziona così, no?
                                            Piccola parentesi, devo spezzare una lancia per la algaelink: in un loro video fanno vedere che riescono a separare le alghe dall'acqua e a trasformarle in "pellets" secchi. bravi!
                                            Ultima considerazione e poi chiudo: c'è tutto un gran blabla sulle alghe, impianti, prospettive di guadagno... troppo!
                                            Mancano ancora troppe cose per fare un buon impianto produttivo, e ancora troppi costi da abbattere. Sarei pronto a fare un impianto, ma il buon senso impone di aspettare. Aspettare un ceppo di alghe più facile da separare, più promettente dei ceppi attuali.

                                            Parliamo di ipotesi, hai scritto.
                                            esatto.
                                            tutti si buttano sulle alghe. sulle alghe come risorsa.
                                            Ma è una risorsa? non stiamo sbagliando tutto giusto perchè abbiamo il serbatoio della macchina in riserva?
                                            Il mio punto di vista si sta dimostrando negativo verso le alghe, e mi scusino quelli che le vedono come la panacea finale.
                                            Sono solo un macchinario, che mettiamo in un reattore al chiuso, una macchina che con la luce trasforma quello che noi immettiamo come "nutriente" per trasformarlo in "olio". Quanta CO2 immettiamo in questo macchinario? quanto Idrogeno? beh, il buon senso dovrebbe farci accorgere che in questi reattori chiusi quello che esce è giusto quello che si immette, magari cambiato di forma (catene CH e altro scarto di contorno), ma solo questo.
                                            Bando agli entusiasmi: le alghe sono solo sistemi per trasformare emissioni locali di CO2, solo così hanno senso. E se non si ha una centrale a carbone accanto al proprio terreno è veramente inutile sognare di costruire impianti di questo tipo.
                                            Torniamo a pensare a coltivare girasole o jatropha, quelle piante la CO la traggono dall'aria... e questo si che è il metodo per aiutare l'ambiente.
                                            Ecco, lo sapevo, mi sono perso in disquisizioni...
                                            Ciao!
                                            Guglielmo

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                                            • #52
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                                              son d'accordo con te che in questa fase occorra purtroppo stare alla finestra e aspettare l'evoluzione applicativa nel settore delle alghe ma non concordo su ciò che dici dopo. Ergo , concordo sul fatto che gli investimenti nel settore agricolo rivolte a produrre olio siano più sicuri e proficui ( se vuoi farmi vedere come fai a guadagnare con jatropha .......) ma non concordo sulla tesi che possano essere la soluzione energetica mondiale. La terra è troppo piccola e ci vivono sopra troppe persone, in più queste persone producono un mucchio di sostanze azotate che tendono a inquinare gravemente gli ambienti in cui queste persone fanno confluire il loro reflui. Le alghe sono una grande promessa per risolvere questo problema, secondariamente si cibano di anidride carbonica come tutti gli organismi che svolgono la funzione clorofilliana e poi.... producono anche olio.Come ho già detto altre volte , non sono convinto che si possa alimentare l'atmosfera controllata in cui vivono le alghe con i gas di scarico di un motore a combustione interna perchè sono convinto che gli NOx e altri nocivi che i gas di scarico contengono , siano venefici per la vita delle piante.Per cui con ogni probabilità la CO2 più proficua potrebbe essere quella di fermentazione ( estratta dal biogas o dagli scarichi della fermentazione del bioetanolo) . La grande centrale a carbone avrebbe una grande valenza perchè fornirebbe il calore per stabilizzare il ciclo invece che disperderlo inutilmente nell'ambiente. Io ho una mia teoria sulla funzione delle alghe sul nostro pianeta e son convinto che molto di più dei giacimenti carbone conseguenti alle grandi foreste , sono state l'elemento che ha modificato l'atmosfera terrestre utilizzando l'anidride carbonica e segregandola nei giacimenti petroliferi. Probabilmente i bioreattori funzionano con l'efficienza decantata perchè riproducono le condizioni ottimali ( per esempio di un periodo del cretaceo ) di pressione, temperatura , contenuto di nutrienti e percentuale di CO2 perchè le alghe proliferino con un rigoglio impossibile nelle attuali condizione dell'atmosfera terrestre. Tanti anni fa un mio professore di geomorfologia ci spiegò le glaciazioni come un fenomeno derivante anche dalla bassissima percentuale di CO2 e gas serra nell'atmosfera terrestre . Potrebbe essere.....

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                                              • #53
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                                                ricordo che non esistono solo le alghe di acqua dolce e di mare.

                                                Le alghe unicellulari si riproducono molto velocemente avendo un resa molto superiore ad altri tipi di coltivazione.

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                                                • #54
                                                  Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                                  Caro Guglielmo,
                                                  ... Per cui con ogni probabilità la CO2 più proficua potrebbe essere quella di fermentazione ( estratta dal biogas o dagli scarichi della fermentazione del bioetanolo) ....

                                                  .. Io ho una mia teoria sulla funzione delle alghe sul nostro pianeta e son convinto che molto di più dei giacimenti carbone conseguenti alle grandi foreste , sono state l'elemento che ha modificato l'atmosfera terrestre utilizzando l'anidride carbonica e segregandola nei giacimenti petroliferi. ..
                                                  Guarda che nutro anch'io una profonda stima per le alghe, sono piccoli laboratori capaci di tante cose. Il mio scetticismo riguarda solo la chimera dei bioreattori stagni, che mi sembra siano visti dai più come macchine per creare energia. Se usiamo le alghe a cielo aperto, oppure nei bacini dei depuratori, ecco, allora si che sono il primo ad intonare il cantico alle loro lodi. oppure anche certamente integrati in impianti con biogas da buttar via...
                                                  Ma come dici tu per la loro proliferazione "industriale", cioè a misura di raccolto utile, hanno ancora bisogno di questi famigerati bioreattori. Tra l'altro hai detto una cosa giusta riguardo alla pressione come fattore nella crescita delle alghe: nell'impianto della algaelink i tubi sono proprio in pressione, si capisce dal rumore del loro video di presentazione. e dal gran numero di bulloni che serrano le flangie di accoppiamento tra i vari tubi.
                                                  Mi vien da pensare ad uno scenario futuro in cui i bioreattori si comportano da nursery per alghe mandate poi a lavorare altrove, a trasformare biomasse, biogas o qualcos'altro di bio in genere. i bioreattori li vedo come anelli di una catena ancora da definire.
                                                  Riguardo il cretaceo... non ci avevo pensato: in passato le alghe hanno già prodotto il petrolio! ...

                                                  Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                                  ( se vuoi farmi vedere come fai a guadagnare con jatropha .......)
                                                  Ho già l'appoggio di un governo africano, quindi sole manodopera e terra a volontà. l'unica cosa che ancora frena la partenza di quest'iniziativa è solamente etica, tutti i problemi tecnici sono di facile risoluzione. Assumendo come misura anche un migliaio di ettari, sarebbero necessari almeno giusto un migliaio di operai per la raccolta. Come fare per non far lavorare i bambini??
                                                  Ecco, questo è il problema maggiore, non l'unico perchè si ha a che fare con culture estremamente diverse, chiaramente. Ma questo dei bambini da solo frena tutto.
                                                  Al punto che vado avanti con i business plan e con i contatti, ma sto accarezzando l'idea di trasformare il tutto in una struttura benefica di diffusione capillare e di affidamento di queste coltivazioni alle missioni presenti sul territorio, capaci di gestire autonomamente le piantagioni facendole diventare risorse di villaggi, e centralizzare tutta la parte tecnologica di trasformazione in biodiesel dei raccolti. é un progetto che sta già funzionando in senegal sotto forma di onlus umanitaria, ad opera di un industriale italiano, a cui tra parentesi va tutto il mio plauso.
                                                  Ecco, mi hai chiesto come si fa a guadagnare con la jatropha.. e questo è un modo, si guadagnano più punti-paradiso che euro, d'accordo, ma hai visto mai che un giorno servano pure quelli!
                                                  CIao!

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                                                  • #55
                                                    Appello agli acuti osservatori:

                                                    Visto che mi sono intestardito nello scoprire cosa promettono alla algaelink, vorrei proporre questa immagine che compare sul loro sito, in cui si nota un loro impianto di tubi verdi. ma... che impianto è quello bianco che fuma?
                                                    e soprattutto, che è quel tubo che finisce in mare e dopo una specie di "t" sprofonda nel terreno sotto al mare? in una falda? e se è una falda perchè non inserirlo nel terreno accanto all'impianto (più semplice)? falda o deposito sotterraneo di biogas?
                                                    CHi ha una risposta plausibile?

                                                    (clicca sull'allegato per ingrandire)
                                                    File allegati

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                                                    • #56
                                                      se ti servono finanziamenti per motivi etici. Conosco un associazione. (ti posso aiutare ma non ti garantisco molto).

                                                      Ecco, mi hai chiesto come si fa a guadagnare con la jatropha.. e questo è un modo, si guadagnano più punti-paradiso che euro, d'accordo, ma hai visto mai che un giorno servano pure quelli!
                                                      cmq ti consiglio di non focalizzarti sulla jatropha, potresti focalizzarti su alghe marine. ( Acqua di Mare ne abbiamo in Abbodanza ).





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                                                      • #57
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                                                        Ho già l'appoggio di un governo africano, quindi sole manodopera e terra a volontà. l'unica cosa che ancora frena la partenza di quest'iniziativa è solamente etica, tutti i problemi tecnici sono di facile risoluzione. Assumendo come misura anche un migliaio di ettari, sarebbero necessari almeno giusto un migliaio di operai per la raccolta. Come fare per non far lavorare i bambini??
                                                        Ecco, questo è il problema maggiore, non l'unico perchè si ha a che fare con culture estremamente diverse, chiaramente. Ma questo dei bambini da solo frena tutto.
                                                        Al punto che vado avanti con i business plan e con i contatti, ma sto accarezzando l'idea di trasformare il tutto in una struttura benefica di diffusione capillare e di affidamento di queste coltivazioni alle missioni presenti sul territorio, capaci di gestire autonomamente le piantagioni facendole diventare risorse di villaggi, e centralizzare tutta la parte tecnologica di trasformazione in biodiesel dei raccolti. é un progetto che sta già funzionando in senegal sotto forma di onlus umanitaria, ad opera di un industriale italiano, a cui tra parentesi va tutto il mio plauso.
                                                        Ecco, mi hai chiesto come si fa a guadagnare con la jatropha.. e questo è un modo, si guadagnano più punti-paradiso che euro, d'accordo, ma hai visto mai che un giorno servano pure quelli!
                                                        CIao!
                                                        Se sei propenso ad operare in quei Paesi ed avendo le necessarie ed obbligatorie entrature in loco (oltre ai mezzi finanziari), non hai mai pensato ad usare la Eichlornia crassipes (giacinto d'acqua) per estrarne combustibile?
                                                        Il lago Vittoria è di circa 70.000 km quadri e "la bellissima schifezza fiorita" raddoppia di volume in 2 settimane e laggiù sta bloccando tutto e riducendo alla fame chi come economia di sussistenza si occupa esclusivamente di pesca e si cerca di arginare il fenomeno con erbicidi ed insetti infestanti...insomma...un paradiso per chi ci vive!....
                                                        Saresti ricordato sui loro libri di scuola ed avresti un coupon zeppo di punticini paradiso....
                                                        OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                                        • #58
                                                          Originariamente inviato da biomassoso Visualizza il messaggio
                                                          Se sei propenso ad operare in quei Paesi ed avendo le necessarie ed obbligatorie entrature in loco (oltre ai mezzi finanziari), non hai mai pensato ad usare la Eichlornia crassipes (giacinto d'acqua) per estrarne combustibile?
                                                          Il lago Vittoria è di circa 70.000 km quadri e "la bellissima schifezza fiorita" raddoppia di volume in 2 settimane e laggiù sta bloccando tutto e riducendo alla fame chi come economia di sussistenza si occupa esclusivamente di pesca e si cerca di arginare il fenomeno con erbicidi ed insetti infestanti...insomma...un paradiso per chi ci vive!....
                                                          Saresti ricordato sui loro libri di scuola ed avresti un coupon zeppo di punticini paradiso....
                                                          Si, tanti punti paradiso ma in paradiso ci vado anche mooolto prima! ci sono i 3 paesi che si affacciano su quel lago (Kenya, Uganda e Tanzania) che stanno bisticciando per spartirsi i fondi mondiali stanziati per risolvere quel problema...

                                                          Comunque quelle che tu chiami "entrature in loco ci sono, e quindi merita pensare a qualcosina.
                                                          Pensavo poco fa a canna da zucchero - etanolo - co2 - alghe - olio - biodiesel, poi jatropha +alghe da olio, poi jatropha + alghe da etanolo--- poi per la verità i cicli possibili sono diventati troppi.

                                                          E arriva questa Eichlornia crassipes. Mai sentita nelle stanze delle bioenergie, devo ammetterlo. Non ho trovato niente su questa pianta, tranne le solite notiziole comuni. Ho visto che sarebbe ideale per produrre metano, ma poi che me ne faccio del metano in africa? potrei dal metano con le solite alghe arrivare al biodiesel, ma non ho le notizie botaniche su questa pianta per afferrare l'intero processo.
                                                          a grandi linee potrei azzardare dal giacinto al metano in condizioni anerobiche, e da quello trarre la Co2 per alimentare le alghe. Il sistema suona bene, viene fuori anche un pò di corrente per essere autonomi sulla riva di qualche fiume africano INQUINATO. Ma i fiumi africani sono inquinati? gli africani dove la fanno?
                                                          Il giacinto assorbe anche metalli dall'acqua, nonchè composti azotati.. ottimi per le alghe. Rilascia però degli allelochimici che non so davvero cosa possono fare alle povere alghette...
                                                          Vabbè, studierò un pò il caso, se qualcuno mi vuol dare qualche dritta è ben accetto.

                                                          Invece, carissimo biomassoso: mi è sembrato di capire dalle tue righe che da questo giacinto si può spremere qualche goccia di olio... è vero?
                                                          dove trovo qualche informazione?

                                                          Un ciao a tutti...

                                                          PS carissimo Sulzer, circa un anno fa accennasti alla trasformazione diretta di metano in SynFuel. Semplificherebbe il mio caso, anche se dispendiosa. Come avviene? che impianti servono? scusa ma non riesco a trovare uno straccio di schema di impianto...
                                                          Ultima modifica di gilgamesh; 05-10-2008, 21:18. Motivo: aggiunta

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                                                          • #59
                                                            ?

                                                            Un ciao a tutti...

                                                            PS carissimo Sulzer, circa un anno fa accennasti alla trasformazione diretta di metano in SynFuel. Semplificherebbe il mio caso, anche se dispendiosa. Come avviene? che impianti servono? scusa ma non riesco a trovare uno straccio di schema di impianto...[/QUOTE]
                                                            Scusa ma non avevo visto la tua domanda.
                                                            Se devo essere sincero non son sceso nel particolare nella produzione di synfuel , mi sono fermato quando mi sono accorto che circa metà dell'energia contenuta nel metano era utilizzata per il processo chimico di sintesi ( ogni metro cubo trasformato costa energeticamente un altro metrocubo). Avevo trovato 2 industrie , di cui una italiana che costruivano questi impianti per una applicazione che mi avevano chiesto in Sud America , ma parliamo di investimenti di parecchie decine di M$. Se stai ancora pensando al modo di utilizzare e trasportare il biogas , il Poli di Torino ad Alessandria sta progettando un "setaccio molecolare" che lo trasformi in biometano da mettere in rete, utilizzando un impianto di alghe per eliminare la CO2 di risulta.
                                                            Non vorrei dire una stupidaggine ma penso che il processo di liquefazione del metano assomiglia alla parte finale del Fisher Trops dopo la gassificazione del carbone con l'utilizzo di catalizzatori .....
                                                            mi hai incuriosito e sono andato a rivedere gli appunti , si tratta proprio del fischer trops, il petrolio di Hitler Fischer-Tropsch process - Wikipedia, the free encyclopedia si fa anche con il metano e proprio con il metano si possono utilizzare i catalizzatori al cobalto perchè l'assenza di zolfo non li rovina come farebbe il syngas da carbone ricco di zolfo
                                                            Ultima modifica di Sulzer1; 12-10-2008, 21:31.

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                                                            • #60
                                                              Se volete ho i preventivi che mi ha fatto Algaelink quando ho richiesto una quotazione, potrei postarveli ma vi avverto che è spazzatura, se proprio ci tenete fate un fischio e ve li allego.
                                                              Quando si parla di alghe a scopo ottenimento prodotti energetici, si tralascia un piccolo fattore che ho ampliamente ribadito nel mio studio esplorativo sull'argomento, ovvero che attualmente le alghe hanno un mercato (ho verificato che è più vasto di quanto pensassi) che assegna loro un valore medio di 5+$ al kg per la spirulina, 8+$ kg per la chlorella.

                                                              Questo dipende dagli enormi costi di semparazione, rischio contaminazione, e da altro che ora non rimembro.

                                                              Ora, se riusciamo a trovare un metodo per far stare i costi produzione (ed estrazione) dell'olio da alga ai livelli dell'olio di jatropha bene, si rivoluziona il mercato, il prezzo dell'alga asciutta crolla da 5$kg a 0,2$kg, ecc.
                                                              Come ho già fatto notare in disquisizioni precedenti il principale scoglio attualmente sembra essere la difficile separazione dell'alga dall'acqua, visto che si parla di milioni di litri al giorno per una produzione di 1 T/day, acqua che poi deve anche essere riutilizzata.
                                                              Se così non è, parlare di alghe ai fini esergetici non ha senso, piantaccia per piantaccia, meglio buttare semi di jatropha in campi in disuso.

                                                              Con i Migliori Saluti

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