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Energia dalle alghe

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  • #61
    Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
    ...
    mi hai incuriosito e sono andato a rivedere gli appunti , si tratta proprio del fischer trops, il petrolio di Hitler Fischer-Tropsch process - Wikipedia, the free encyclopedia si fa anche con il metano e proprio con il metano si possono utilizzare i catalizzatori al cobalto perchè l'assenza di zolfo non li rovina come farebbe il syngas da carbone ricco di zolfo
    Niente male il processo Fischer-Tropsch.
    Non credo sia da scartare per la sua resa, ho trovato dei dati che riportano un rendimento in peso del 61,9-66,7% di miscela idrocarburica (e tra l'altro si decide quale) rispetto alla miscela di CO + H2 in ingresso, rendimento che non è alto, vero, ma potrebbe essere controbilanciato dai minori costi di stoccaggio, trasporto e distribuzione del prodotto finito. specie in paesi diversi dal nostro.
    Risulta anche a me che l'ideale sarebbe una fonte di metano, per cui vale la pena pensare a questo processo (tra l'altro anche semplice) come un altro tassello nella composizione di un impianto misto.
    E se ha ancora senso oggi come oggi pensare all'idea di metter su un impianto sfornasoldi nel campo delle nuove energie alternative.
    E se ha ancora senso oggi come oggi pensare all'idea di metter su un impianto sfornasoldi senza avere una risorsa sottomano da convertire.
    comunque leggendo di questo processo Fischer-Tropsch non ho potuto non notare come sarebbe azzeccato implementarlo usando come combustibile quel carbone che nessuno vuole in quanto impuro e con troppo zolfo, e che proprio per quello zolfo nessuno si prende la briga di bruciare nell'aria. Per esempio il nostro carbone sardo, da decenni non estratto e inutilizzato proprio per il suo contenuto di ceneri e zolfo.
    Lo zolfo va ad aggredire il cobalto? forma dei sali, allora. Probabilmente il metodo abbisognerebbe di qualche studio e di qualche miglioria... ma resta pur sempre un gran bel metodo.
    Ciao!
    Gu.

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    • #62
      Originariamente inviato da gilgamesh Visualizza il messaggio
      Niente male il processo Fischer-Tropsch.
      Non credo sia da scartare per la sua resa, ho trovato dei dati che riportano un rendimento in peso del 61,9-66,7% di miscela idrocarburica (e tra l'altro si decide quale) rispetto alla miscela di CO + H2 in ingresso, rendimento che non è alto, vero, ma potrebbe essere controbilanciato dai minori costi di stoccaggio, trasporto e distribuzione del prodotto finito. specie in paesi diversi dal nostro.
      Risulta anche a me che l'ideale sarebbe una fonte di metano, per cui vale la pena pensare a questo processo (tra l'altro anche semplice) come un altro tassello nella composizione di un impianto misto.
      E se ha ancora senso oggi come oggi pensare all'idea di metter su un impianto sfornasoldi nel campo delle nuove energie alternative.
      E se ha ancora senso oggi come oggi pensare all'idea di metter su un impianto sfornasoldi senza avere una risorsa sottomano da convertire.
      comunque leggendo di questo processo Fischer-Tropsch non ho potuto non notare come sarebbe azzeccato implementarlo usando come combustibile quel carbone che nessuno vuole in quanto impuro e con troppo zolfo, e che proprio per quello zolfo nessuno si prende la briga di bruciare nell'aria. Per esempio il nostro carbone sardo, da decenni non estratto e inutilizzato proprio per il suo contenuto di ceneri e zolfo.
      Lo zolfo va ad aggredire il cobalto? forma dei sali, allora. Probabilmente il metodo abbisognerebbe di qualche studio e di qualche miglioria... ma resta pur sempre un gran bel metodo.
      Ciao!
      Gu.
      No , i tedeschi e anche i sudafricani avevano sperimentato che conveniva di più perdere una parte della liquefazione e usare i catalizzatori a base di ferro piuttosto che desolforare il gas di sintesi. Tieni presente che oramai nelle raffinerie lo zolfo viene estratto totalmente e venduto a parte come carica di vulcanizzazione delle gomme e per altri scopi. L'aspetto che ricordo creava più problemi era che la maggior parte di ciò che viene liquefatto è aromatico,e pertanto necessiterebbe di un altra fase di reforming per essere meno cancerogeno oltre che aumentare la CO2 nell'atmosfera.Forse il mondo è più maturo per questa tecnologia perchè l'Europa , grazie sopratutto alla chimica americana dal secondo dopoguerra ha convertito la chimica su base petrolio rispetto alla base carbone di matrice tedesca della prima parte del 900. Questo consentirebbe di trattare i derivati della liquefazione del carbone come si trattano quelli del petrolio, trasformare i ciclici in paraffinici ecc. e produrre per un mucchio di tempo ancora CO2 fossile in maniera da crearci una bella atmosfera cretacea definitiva di cui far godere rettili, alcuni insetti e alghe , perchè se andiamo avanti così non avremo neanche più bisogno dei fotobioreattori ma le produrremo direttamente dove adesso andiamo a fare il bagno

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      • #63
        da questo link del 13 novembre apprendo che la BIOKING (sconsigliata da ArmadoDePara) hanno un grossisimo problema legale e sono "out of business"

        AlgaeLink BioKing Algae Oil Scam: Algaelink is officially out of business

        AlgaeLink BioKing Algae Oil Scam: Algaelink is officially out of business

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        • #64
          Originariamente inviato da gilgamesh Visualizza il messaggio
          Si, tanti punti paradiso ma in paradiso ci vado anche mooolto prima! ci sono i 3 paesi che si affacciano su quel lago (Kenya, Uganda e Tanzania) che stanno bisticciando per spartirsi i fondi mondiali stanziati per risolvere quel problema...

          Comunque quelle che tu chiami "entrature in loco ci sono, e quindi merita pensare a qualcosina.
          Pensavo poco fa a canna da zucchero - etanolo - co2 - alghe - olio - biodiesel, poi jatropha +alghe da olio, poi jatropha + alghe da etanolo--- poi per la verità i cicli possibili sono diventati troppi.

          E arriva questa Eichlornia crassipes. Mai sentita nelle stanze delle bioenergie, devo ammetterlo. Non ho trovato niente su questa pianta, tranne le solite notiziole comuni. Ho visto che sarebbe ideale per produrre metano, ma poi che me ne faccio del metano in africa? potrei dal metano con le solite alghe arrivare al biodiesel, ma non ho le notizie botaniche su questa pianta per afferrare l'intero processo.
          a grandi linee potrei azzardare dal giacinto al metano in condizioni anerobiche, e da quello trarre la Co2 per alimentare le alghe. Il sistema suona bene, viene fuori anche un pò di corrente per essere autonomi sulla riva di qualche fiume africano INQUINATO. Ma i fiumi africani sono inquinati? gli africani dove la fanno?
          Il giacinto assorbe anche metalli dall'acqua, nonchè composti azotati.. ottimi per le alghe. Rilascia però degli allelochimici che non so davvero cosa possono fare alle povere alghette...
          Vabbè, studierò un pò il caso, se qualcuno mi vuol dare qualche dritta è ben accetto.

          Invece, carissimo biomassoso: mi è sembrato di capire dalle tue righe che da questo giacinto si può spremere qualche goccia di olio... è vero?
          dove trovo qualche informazione?

          Un ciao a tutti...

          PS carissimo Sulzer, circa un anno fa accennasti alla trasformazione diretta di metano in SynFuel. Semplificherebbe il mio caso, anche se dispendiosa. Come avviene? che impianti servono? scusa ma non riesco a trovare uno straccio di schema di impianto...

          Senza andare in Africa per "coltivare" come mostrava gilgamesh il lago di Maracaico in Venezuela è infestato dalla lenticchia d'acqua ...

          una causa è l'eutrofizzazione delle acque del lago (troppi fertilizzanti agricoli)

          vi do un riferimento da cui partire per approfondire la situazione: istituto per la protezione del lago di Maracaibo
          www.iclam.org.ve

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          • #65
            Per tornare al tema alghe ...
            Mettere i fotobiorearttori sul tetto di un capannone alternato a dei pannelli solari per l'acqua calda.
            Il tutto integrato con una cisterna di accumulazione del calore riempita di giaia e acqua pe ravere un calore costante durante l'anno nei fotobioreattori

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            • #66
              Originariamente inviato da rbarba Visualizza il messaggio
              Per tornare al tema alghe ...
              Mettere i fotobiorearttori sul tetto di un capannone alternato a dei pannelli solari per l'acqua calda.
              Il tutto integrato con una cisterna di accumulazione del calore riempita di giaia e acqua pe ravere un calore costante durante l'anno nei fotobioreattori
              .. Ma hai pensato al carico sul tetto del capannone?

              Comunque visto che i fotobioreattori hanno bisogno di tanta CO2 quanta quella che può produrre un motore, nulla vieta di recuperare il calore stesso del motore per il riscaldamento dei fotobioreattori. Il problema non è il riscaldamento, è fornire alle alghe la CO2...

              Accoppiare i pannelli solari potrenne essere utile (ma non so quanto conveniente) nel caso tu avessi una fonte di CO2 alternativa e fredda da sfruttare, ma l'unica cosa che mi viene in mente è (come chiacchiere che avevo sentito) di estrarla dai carbonati, e non so con quale processo: se qualcuno lo sa me lo dica, qui a Carrara avrei tante cave di marmo da sfruttare!

              riguardo la Algaelink: permettetemi di esprimere un piccolo ghigno...
              ... ma mi dispiace per quelli che hanno comprato i loro impianti mai consegnati..

              ciao!
              Gu.

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              • #67
                errata corrige
                istituto per la protezione del lago di Maracaibo

                [url=http://www.iclam.gov.ve/]Instituto para el Control y la Conservaciòn del Lago de Maracaibo

                dalle foto aeree più dell' 11% della superfice del algo è coperta. Oltre 1400 Km2

                Supponiamo che lo strato medio di lenticchia d'aqua sia di 10 cm.
                Supponiamo che la densità di questo tappeto verde sia di 0,5 volte la densità dell'acqua.(una volta ascugata la biomassa)

                Se di tutta questa biomassa se ne raccogliesse 1 decimo ...diciamo 100 Km2

                Avremmo un quantitativo di 100 * 10^6 (m2) * 0,1 (m) * 0,5 (t/m3) = 5 * 10^6T di biomassa.

                Un analogo quantitativo di carbone è in grado di alimentare la centrale termoelettrica di Porto Tolle capace di fornire il 4-5 % dell'energia elettrica che si consuma in un anno in Italia.
                Ultima modifica di rbarba; 05-12-2008, 14:09.

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                • #68
                  Originariamente inviato da energyenvironment Visualizza il messaggio
                  Salve,

                  io verrei mettere in piedi un progetto di produzione di energia da gassificazione di alghe, testarne i protocolli e venderne il chiavi-in-mano.

                  Sono in contatto con :
                  - aziende americane che crescono microalghe in bioreattori, producendone poi biodiesel per spremitura e trattamento,
                  - aziende che forniscono sistemi di gassificazione
                  - ...per quelle che forniscno turbine a ciclo combinato nelle quali utilizzare l'idrogeno prodotto non credo ci siano grossi problemi, ma lo affronterò successivamente
                  - la finanza necessaria ad avviare un prgoetto di tale respiro.

                  Mentre i contatti americani mi dicono che un tale progetto avrebbe in se moltissime complessità, in giro si cominciano a vedere i primi impianti pilota, come quello di una azienda che dice di avere già un chiavi-in-mano per il trattamento di più di 100.000 t/anno di alghe, gassificate in un sistema da 10-20 t/h per la produzione di una cinquantina di MW.

                  Se la crescita delle microalghe in modo controllato e costante nei bioreattori, non è un grosso problema,
                  Se gli attuali sistemi di gessificazione utilizzano anche rifiuti solidi urbani
                  Se l'idrogneo prodotto può venire utilizzato senza grossi problemi in una turbina a ciclo combinato,
                  ...cosa sto perdendo di vista che renderebbe il progetto tanto complesso??

                  Grazie
                  Vedo che il tuo messaggio è di qualche tempo fa - Hai fatto qualcosa nel frattempo? anche io ho intenzione di fare qualcosa avendo già disponibili alcune cose (il terreno vicino al mare, una pompa per prlevare l'acqua ecc ecc) Saluti

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                  • #69
                    Salve a tutti gli amici del forum,

                    sul discorso delle microalghe avete novità? leggevo i vostri commenti e siccome sono interessato ad un investimento di questo tipo vorrei capirci qualcosa in più. Ho contattato anch'io la società olandese AlgaeLink ma stò aspettando ancora delle risposte più concrete.

                    Noto però che soprattutto negli Stati Uniti che questo argomento viene sviluppato in maniera più concreta.
                    Aspetto una vostro riscontro per chi ne sà qualcosa in più

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                    • #70
                      Ciao a tutti, secondo voi, in un futuro più o meno lontano o immaginario, sarà possibile sostituire/convertire i grandi impianti petrolchimici per l utilizzo di microalghe ? quindi includendo produzione e stoccaggio di alghe, produzione di biocarburanti, bioplastiche, e sostituzione dei reattori ad olio conbustibile con reattori ad alio, biomasse e idrogeno derivanti dalle alghe?

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                      • #71
                        E perchè no?
                        http://www.eni.com/it_IT/attachments/innovazione-tecnologia/piattaforme-tecnologiche/scheda-pt-biodiesel-da-alghe-rev-dic10.pdf
                        Pensa che se si riuscisse a produrre in maniera conveniente economicamente l'olio di alghe , basterebbe pomparlo in questo impianto :
                        http://www.eni.com/it_IT/media/note-stampa/2009/2009-07-31-inaugurato-nuovo-impianto-hydrockracking.shtml?menu2=archivio-media&menu3=note-stampa
                        e diventerebbe tutti i prodotti petroliferi che sono già in commercio ora, senza esterificazione...
                        In più ci sarebbe un effetto " depurativo " che porterebbe le alghe a raccogliere per crescere tutti i nutrienti che adesso sono inquinanti nei fertilizzanti e di conseguenza nelle acque.
                        Forse è troppo bello per essere vero ?

                        Commenta


                        • #72
                          Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                          Mah, se leggi la 387 e poni un quesito al GSE risolvi in breve il dubbio amletico sulla interpretazione della biomassa. Recuperare CO2 da gas di scarico ( anche metano ) comporta sempre la gestione dell'azoto atmosferico, bruciando produce un bel po' di NOx, chissà se ste alghe si puppano anche gli NOx ? dicono siano una delle cause delle pioggie acide ; magari alle alghe piacciono.Se riesci a produrre olio vegetale ( qualcuno ha già visto un'analisi di olio da alghe? io no e non so se prevale l'oleico, il linoleico , palmitico....) il trasformarlo in biodiesel è una delle opportunità. se riesci a venderlo a meno del palma tutte le centrali IAFR a olio vegetali sono potenziali clienti ( ogni Mwe prodotto in un anno consuma circa 2.000 ton di olio , quanto hai intenzione di produrne?).
                          Il Poli di Torino nella sede di Alessandria sta iniziando la costruzione di un impianto composto da :
                          1) biodigestore a umido utilizzante biomassa mercatale con apporti esterni da coltivazione e scarti
                          2)Impianto di separazione gas a menmbrane che permette di ricavare un "biometano" al 99% che verrà pompato in rete , un po' di azoto atmosferico e molta CO2 da fermentazione
                          3) Un bioreattore a flusso vincolato formato da tubi trasparenti , estrazione dell'ossigeno , analizzatore e integratori
                          In teoria l'intenzione sarebbe di : produrre biogas, depurarlo immettendo in rete biometano da utilizzare per teleriscaldamento in posti distanti dalla fermentazione ricavando certificati verdi , utilizzare la CO2 di scarto e i liquidi percolati della biofermentazione per alimentare le alghe del bioreattore , ricavare l'olio , riutilizzare il "panello proteico delle alghe per fare altro biogas.
                          Ricavi :
                          Vendita di biometano ( dato che serve a fare certificati verdi costa di più di quello di Putin)
                          vendita di olio biocarburante ( per produrre altra energia)
                          vendita di CarbontradeC sul mercato internazionale a 17 € la ton . di CO2 risparmiata ( su una delle borse internazionali saltando pari pari la mafia dei trader italiani)
                          Scusa se mi sono dilungato troppo ma l'ho buttata di getto.
                          P.S. l'unica definizione di biomassa valida ai sensi del decreto sulle rinnovabili e quella della 387 in Italia, se dessero ascolto a Bruxelles la parola assimilabili non esisterebbe nel vocabolario del legislatore .GSE ha già detto che va bene e sembra che l'autorità per l'energia sia daccordo a considerare il dispacciamento in rete del gas come per l'energia elettrica da rinnovabili.
                          Ciao Sulzer hai del materiale riguardo questo progetto?

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                          • #73
                            XEddypd1,
                            direi che il mio intervento che hai citato(speriamo non si accorgano.....non si può) è datato. Da allora sono intervenuti alcuni cambiamenti a livello legislativo, rendendo più facile ,teoricamente, l'ultima parte del processo. se leggi in decreto di marzo di quest'anno , il biometano è diventato una realtà e di conseguenza tutta l'attuazione della filiera. Per la coltivazione delle alghe non sono informato degli sviluppi, i trader italiani continuano a fare i trader italiani......che si tratti di CV o Carbon Trading devono guadagnare solo loro.
                            Ah, la separazione del metano dalla CO2 e dagli altri gas si chiama "upgrading", in campo metaniero si applica da sempre ( dai pozzi non esce mai un gas naturale come arriva ai fornelli) i sistemi sono vari e si applicano in funzione della composizione del gas iniziale, delle pressioni e delle quantità.

                            Commenta


                            • #74
                              Come mai non si parla più di alghe? Quali sono i reali problemi?

                              Commenta


                              • #75
                                I progetti ci sono
                                http://www.novaol.it/novaol/cms/prodotti/ricerca_sviluppo.html

                                M
                                a penso che ancora vi siano seri problemi tecnici......ti assicuro che con quello che costerà l'olio di soya quest'anno vista la siccità in argentina se ci fosse come alternativa olio di alga si andrebbe a nozze!!!!

                                Commenta


                                • #76
                                  A che punto sono le alghe .....

                                  E' la rassegna di un mese fa e compendia tutto il 2011, mi sembra abbastanza esauriente dello stato attuale della sperimentazione e delle aspettative future

                                  2011_algae_review.pdf
                                  Ultima modifica di eroyka; 07-06-2012, 09:59.

                                  Commenta


                                  • #77
                                    Grazie Sulzer della segnalazione.

                                    Lo leggerò con attenzione...
                                    Essere realisti e fare l'impossibile

                                    Commenta


                                    • #78
                                      Grazie! Me lo vado a leggere!
                                      Ecco le mie aventure!
                                      Auto a idrogeno HHO fatto in casa
                                      Seat ad olio di semi
                                      Biodiesel fatto in casa
                                      Allevamento alghe per fare biodiesel

                                      Commenta


                                      • #79
                                        Salve.
                                        Parlando di energia dalle alghe, avete mai letto o pensato di produrre delle alghe in mare, come si fà con la pescicoltura?
                                        Credo che se anzichè utilizzare vaste zone di terreno utili alle coltivazioni di piante, fosse possibile coltivare le alghe in alto mare si potrebbe risparmiare un bel po di terreno?
                                        Quello che si lamenta oggi da più parti è che la estrazione di biodiesel dalle piante comporta un'esproprio di terreno per coltivare piante commestibii utili un domani quando la popolazione mondiale sarà cresciuta.
                                        Utilizzando porzioni di mare recintato e coltivando bioalghe sarebbe possibile risolvere questo problema.
                                        Dante : " Fatti non foste a viver come bruti .... "

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                                        • #80
                                          All'università sto lavorando con le microalghe....però le stiamo testando sopratutto per cercare integratori alimentari, farmaci, antibiotici...per lavorare le alghe su larga scala e creare il biodiesel ci vuole parecchi spazio, un luogo adatto...a mio parere personale il modo migliore potrebbe essere in grosse vasche che utilizzano la luce solare e non i bioreattori a luce artificiale anche se tutti e due hanno i loro pro/contro...
                                          e seconda problematica è che l'acqua in cui crescono le alghe deve essere sempre mantenuta sotto controllo: il ph,e le quantità di sali e sopratutto co2/o2 !
                                          A livello di produzione per integratori e farmaci sono ottime e producono grosse quantità ! Ma se si parla di biodiesel ci vuole un impianto veramente con i c...... ! Quantità enormi di alghe prodotte per avere buoni risultati economici....e anche cosi per ora il petrolio economicamente è molto superiore...bisogna affinare la tecnica e trovare veramente la specie di alga "super" che si riproduca in fretta, che possa sopportare stress, e ovviamente ad alto contenuto oleoso.
                                          Armerock...

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                                          • #81
                                            Originariamente inviato da armerock Visualizza il messaggio
                                            All'università sto lavorando con le microalghe......bisogna affinare la tecnica e trovare veramente la specie di alga "super" che si riproduca in fretta, che possa sopportare stress, e ovviamente ad alto contenuto oleoso.
                                            Ciao.
                                            Ma io dicevo è possibile coltivare le alghe in alto mare, come si fa per la itticoltura? E' per caso di tua conoscenza una simile tecnica?
                                            Isistono dei tipi di aghe coltivabili per biodiesel in tal modo? Io non ne ho sentito mai parlare.
                                            Facendo in questo modo sarebbe possibile risparmiare un bel pò di terreno. Le alghe potrebbero crescere da sole con pochi interverti da parte umana. In fondo le alghe sono delle piante che hanno bisogno della luce solare e dei sali minerali e della CO2 per crescere.
                                            Io lancio semplicemente una proposta a chi si occupa di questo campo di esaminare tale possibilità.

                                            Saluti.
                                            Dante : " Fatti non foste a viver come bruti .... "

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                                            • #82
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                                              Cmq mi informerò...sicuramente qualcuno ci ha già pensato e chi sà che non abbia già fatto qualche test!
                                              Armerock...

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                                              • #83
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                                                Le alghe si coltivano anche in fotobioreatori alla luce del sole senza luce artificiale.

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                                                • #84
                                                  Le alghe crescono sicuramente in mare , armerock in un intervento precedente ha espresso perfettamente quali sono i parametri fondamentali perchè crescano in maniera proficua , almeno per le alghe che necessitano di funzione clorofilliana : temperatura controllata ( calda) CO2 elevata, nutrienti abbondanti. Sono condizioni da periodo Cretaceo, quando alcuni ipotizzano che le alghe abbiano creato grandi depositi da cui sono originati grandi giacimenti petroliferi.E' stato anche il periodo in cui la vita sulla terra ha rischiato di estinguersi e gli esseri viventi si sono spostati in massa negli oceani per sopravvivere. Oggi tutti auspicano e cercano di creare le condizioni perché avvenga il contrario.
                                                  Penso che sia difficile conciliare proliferazione accelerata delle alghe e aspetto dei mari come lo conosciamo.
                                                  Per le poche informazioni che ho raccolto in questi anni sulla coltivazione , ho l'impressione che i vari metodi adottati abbiano pro e contro e i vari contro siano ostici da risolvere. Tutti devono affrontare i buio crepuscolare notturno e il conseguente raffreddamento. Gli impianti a tubi trasparenti in questi casi necessitano di apporto di ossigeno e di riscaldamento ( l'inerzia termica è bassa) quelli a vasca a pelo libero , se abbastanza profondi riescono quasi a sopperire con una ossigenazione ridotta e senza aumento di apporti termici. In tutti i casi metà del ciclo di accrescimento è perso proprio perchè al buio il processo si arresta. Il sistema ad illuminazione artificiale citato da Armerock è mediato dai coltivatori indoor di maria, ho letto che ultimamente rubano spesso i fanali del Porsche Cayenne perchè è l'ideale per apporto di luce e calore......
                                                  A parte gli scherzi penso che il bilancio energetico non possa essere positivo illuminando le alghe e un altro grande problema energetico è dato dalla disidratazione. Le alghe crescono bene sino a che non superano percentuali bassissime nell'acqua di coltura, poi tendono a soffocarsi . Bisogna pertanto raccogliere un mucchio di acqua per raccogliere pochissime alghe.

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                                                  • #85
                                                    ... certo che le alghe crescono nel mare :-)
                                                    Qui stiamo parlando di crescita massima che è un'altra cosa. Si può fare anche in mare esempi ce ne sono con varie metodologie e problematiche.
                                                    L'ossigeno non serve anzi ... il calore può servire ma, normalmente, serve molto di più il raffrescamento.

                                                    qui un esempio:

                                                    NASA - OMEGA Project
                                                    Ultima modifica di nll; 15-08-2013, 23:16. Motivo: Unione messaggi consecutivi dello stesso utente

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                                                    • #86
                                                      Originariamente inviato da AlgainEnergy
                                                      qui un esempio
                                                      Ecco grazie Algain è come pensavo, esistono già dei progetti in tal senso. Mi pareva strano che nessuno ci avesse pensato.
                                                      La coltivazione delle alghe in mare io penso possa avere un ottimo futuro, specialmente in Italia, dove abbiamo poca terra ma molto mare attorno alle nostre coste. Io penso che il Ministero dovrebbe occuparsi di incentivare progetti in tal senso e le industrie del settore realizzare impianti pilota. I modi e i termini come realizzarli non sono un problema. Utilizzare della luce artificiale per coltivare delle alghe non mi sembra molto economico tranne per particolari tipi di alghe curative ad alto costo.
                                                      Io parlo di alghe non solo unicellulari come quelle sperimentate dalla NASA ( mi sembra di aver capito) , ma anche di alghe pliricellulari.
                                                      Non credo che tali tipi di coltivazioni siano dannosi per l'ambiente ma anzi dovrebbero essere utili visto che assorbono CO2 e rilasciano O2; anzi dovrebbero contrastare il tanto temuto e dannoso effetto serra dovuto alla CO2. In ogni caso il mare già produce naturalmente alghe.
                                                      Dante : " Fatti non foste a viver come bruti .... "

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                                                      • #87
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                                                        L'energia termica di cui parlavamo prima ha come unico scopo l'accelerazione dei processi . Le alghe che danno risultati rapidi amano il caldo , se pianti bambù in una serra riscaldata in pianura Padana avrai tempi di accrescimento simili a quelli della Malesia , esistono però canne che crescono nel clima padano , ci impiegano solo più tempo.
                                                        Vorrei solo scrivere ancora una cosa sulla coltivazione in fotobioreattori in mare. Il mare nn è una superficie vuota sotto cui non avviene nulla. Coprire parecchi ettari di mare con una struttura che catturi i raggi solari significherebbe condannare tutta la biocenosi ( il complesso degli animali e piante che vivono sino a una certa profondità) a scomparire, creando un deserto liquido che si ripercuoterebbe sino al fondale più profondo, essendo tutti gli ecosistemi concatenati. Direi che molti meno danni farebbero delle algae-farms collocate in zone aride desertiche dove non siano possibili altre coltivazioni.
                                                        Un altro " desiderata" che per adesso nesssuno è riuscito a concretizzare è la fitodepurazione , nella realtà organismi così robusti da riuscire a depurare ogni tipo di inquinante contenuto nelle acque delle fognature fertilizzandosi con i nutrienti che le accompagnano non sono ancora stati selezionati. In genere quando hanno una propensione per un determinato elemento o una certa molecola vengono avvelenati dall'altra , rendendo vani tutti i tentativi di convivenza nelle vasche. Magari la NASA è riuscita e non lo ha ancora divulgato, sarebbe un risultato eccezionale anche senza riuscire a produrre biodiesel....
                                                        Ultima modifica di Sulzer1; 17-01-2013, 19:31.

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                                                        • #88
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                                                          La coltivazione in mare non mi interessa per vari motivi.
                                                          La fitodepurazione con alghe funziona e bene, le prove le abbiamo fatte.. c'è solo un problema che bisogna diluire il refluo:le quantità di reflue sono elevate se poi le diluisci devi trattare volumi enormi.

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                                                          • #89
                                                            [QUOTE=AlgainEnergy;119404024]Sulzer1, le alghe le coltiviamo in fotobioreattori quindi qualcosa conosco :-).
                                                            Io invece ho anticipato che non ho esperienza diretta, non ho però notizia di cambiamenti occorsi negli ultimi anni nella sintesi clorofilliana, quando parlavo di ossigeno intendevo ovviamente anche quello contenuto nell'aria atmosferica

                                                            Il fotoperiodo giorno/notte fa bene all'alga. L'aumento di produttività deve essere fatto in altro modo.
                                                            E' possibile , vale per molte piante, le colture idroponiche forzate con cicli alterati da luce artificiale danno frutti orrendi

                                                            La fitodepurazione con alghe funziona e bene, le prove le abbiamo fatte.. c'è solo un problema che bisogna diluire il refluo:le
                                                            quantità di reflue sono elevate se poi le diluisci devi trattare volumi enormi.
                                                            Ergo, all'atto pratico è irrealizzabile, anche gli esseri umani si mitridatizzano bevendo veleni a diluizioni omeopatiche

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                                                            • #90
                                                              Per ora è così. Le cose stanno migliorando. La diluizione è elevata ma non a livello omeopatico :-)) Siamo ad 1 a 20. Ma integrando con mezzi meccanici puoi quasi arrivare a quasi uno a uno. Servono tempo e soldi per finire la sperimentazione ma credo che siamo sulla strada giusta.
                                                              Per la coltivazioni non credo sia utile, se non in casi specifici,usare mezzi artificiali, luce o altro per aumentare la produzione, noi coltiviamo un prodotto di qualità senza diminuire la quantità. Basta solo osservare la natura e si capiscono molte cose.
                                                              Anche la concentrazione gr/litro si può migliorare. In alcuni casi siamo passati, in campo, da 2 a quasi 8 gr/litro e la produzione massima era quando l'alga aveva una concentrazione tra 6,5/7 gr/l.
                                                              In definitiva sono per impianti a basso costo sia di costruzione che energetici così da ottenere un ottimo rapporto qualità/prezzo.

                                                              Le alghe vanno bene per integratori, cosmesi, magimi per ora.

                                                              Reflui ancora un pò di ricerca e integrata con altri metodi.

                                                              Energia: qui secondo me è un discorso più complesso. Ci sono varie strade: OGM, alimentazione scarti per ottenere olio o per produzione dirette come ad es.: idrogeno, etc
                                                              Io credo di più in quelle dirette. Qui non mi pronuncio sui tempi. Dipende da troppi fattori in primis soldi, persone ma anche un pò di fortuna nelle selezioni. E' un processo biologico e alcune intuizioni hanno necessità di tempo per essere messe a punto.

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