<b>4a</b> Induttanza - EnergeticAmbiente.it

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4a Induttanza

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  • 4a Induttanza

    (- in costruzione- giusto per dare un contributo, Gattmes, i MIEI COMPLIMENTI, anche per la... pazienza...;) P.S. Scusa le scopiazzature)

    Cosa è un'induttanza:
    L'induttanza, il cui simbolo è L, in campo elettrico può essere immaginata ancora come un serbatoio in campo idrico. Solo che stavolta, a differenza del condensatore, che è vuoto in condizioni di riposo, questo è SPECULARMENTE pieno.
    Ovvero, presentando una tensione ai suoi capi per farvi passare attraverso una corrente, questa presenterà allo specchio una tensione UGUALE e CONTRARIA che tenderà a rifiutare la corrente in circolo. Poi, gradualmente, tale effetto (picco di Lenz) verrà a scemare ed essa si 'adatterà' alla nuova condizione di corrente circolante.
    Attenzione però! E' un effetto di INERZIA elettrica, ovvero essa si opporrà ad ogni VARIAZIONE di corrente circolante, quindi se tenteremo nuovamente di aumentare la tensione ai suoi capi o comunque di aumentare la corrente in essa (p.es. riducendo il carico in serie) essa tenderà nuovamente ad OPPORSI al CAMBIAMENTO, presentando un'adeguata tensione ai suoi capi che contrasti tale variazione.
    Idem nel caso in cui si tenti di interrompere (o anche solo ridurre) tale variazione: essa si 'autoalimenterà' con una tensione ai suoi capi che cercherà di mantenere presente la corrente che circolava prima della variazione.
    Ecco perchè, per esempio, interrompendo con un interruttore un circuito in cui vi sia un carico induttivo, si ottengono potenti sfiammate: l'induttanza cercherà di contrastare la brusca interruzione, generando un'elevatissima tensione istantanea che creerà l'arco elettrico tra i contatti.

    Ovviamente in alternata, dove la tensione s'inverte in continuazione, essa sarà in continua 'opposizione', tentando di contrastare l'ingresso/uscita di corrente.

    Abbiamo quindi capito che non è possibile (dato un'induttanza di valore "fisso"....) avere immediata variazione di corrente anche se applichiamo un aumento o riduzione di tensione... quindi ...non è possibile avere una tensione ai suoi capi quando la corrente che circola in essa è costante!

    Ecco quindi che, più elevata sarà la frequenza con cui operiamo, e più essa sarà simile ad un circuito aperto, ad una resistenza (o meglio, impedenza) elevata.
    Viceversa, in continua, essa sarà solo un filo di rame (di cui peraltro è normalmente composta, e che va quindi a sommarsi con la propria resistenza ohmmica tipica del rame stesso).

    --------------------------------------------
    Così come un serbatoio si misura per esempio in litri, anche per l'induttanza esiste una unità di misura
    che è l' Henry.
    Siccome questo valore è piuttosto grande si usano di solito dei sottomultipli: milli e micro, a volte nano (in alta frequenza)
    Per maggiori informazioni rimando alla sezione Unità di misura
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

  • #2
    Capisco che è più difficile comprendere (nonostante l'esaustiva spiegazione) il comportamento induttivo..però se pensate al mio pricipio della specularità/reciprocità (vedere qua: http://www.energeticambiente.it/elet...l#post40418660 ) al terzo post "facciamo due considerazioni...") in campo pratico diventa semplice.

    ElettroRik scrive (PS grazie/complimenti anche a lui):
    CITAZIONE
    Abbiamo quindi capito che non è possibile (dato un'induttanza di valore "fisso"....) avere immediata variazione di corrente anche se applichiamo un aumento o riduzione di tensione...
    ..ora se pensate al condensatore (serbatoio) vedete che è più semplice comprendere che non è possibile avere una variazione istantanea di livello (bisogna aspettare che l'acqua defluisca per farlo scendere...oppure che affluisca per farlo salire...certo più acqua entra/esce, cioè più diciamo "grande" è il tubo, più veloce è l'operazione....ma per renderla istantanea ci vorrebbe una corrente d'acqua infinita).
    Ora se è chiaro questo (provate sperimentalmente se avete dubbi...come serbatoio si può usare anche un bicchiere!), applicando il "mio principio" (che mio poi non è...) trasformate tutto ciò che e corrente in tensione...tutto ciò che è aperto in chiuso..tutto ciò che è bassa resistenza in alta...e viceversa...
    Quindi pensate se vi fa comodo a un serbatoio condensatore e poi ribaltate tutto...

    Del resto il condensatore può essere paragonato anche ad una massa...c'è una certa inerzia per muoverla...e una per fermarla (per questo nell'auto ci sono i freni...smettere di accelerare non è sufficiente!). L'induttanza può invece essere paragonata ad una molla/elastico. Se spostate la massa (pensate a quando si spinge l'auto in piano..partendo da fermi), richiederà uno sforzo immediatamente alto...poi diminuisce ...se tirate una molla/elastico l'opposto.: inizialmente nullo...poi cresce man mano che "tirate" (o spingete)..

    ElettroRik scrive anche:
    CITAZIONE
    ...Idem nel caso in cui si tenti di interrompere (o anche solo ridurre) tale variazione: essa si 'autoalimenterà' con una tensione ai suoi capi che cercherà di mantenere presente la corrente che circolava prima della variazione.
    Ecco perchè, per esempio, interrompendo con un interruttore un circuito in cui vi sia un carico induttivo, si ottengono potenti sfiammate: l'induttanza cercherà di contrastare la brusca interruzione, generando un'elevatissima tensione istantanea che creerà l'arco elettrico tra i contatti....
    ..così come il condensatore si oppone alla variazione di tensione (invece di corrente)...Così se cortocircuitate (invece di aprire....) il condensatore, lui si opporrà alla variazione di tensione fornendo quanta più corrente è possibile; se fosse "ideale" fornirebbe infinita corrente...Quindi è chiaro che "aprendo" il circuito su un'induttanza "lei" si opporrà alla variazione di corrente, fornendo quanta più tensione è possibile (se fosse "ideale" fornirebbe infinita tensione..da cui il possibile arco/sfiammata).

    Da tutto questo si intuisce un parallelo (+ o -). Se è vero che il condensatore si avvicina (alla lontana) ad una batteria o generatore di tensione, possiamo dire che l'induttanza si avvicina invece ...ad un generatore di corrente (ovvio, no?)

    Edited by gattmes - 9/6/2006, 15:23
    Ultima modifica di gattmes; 28-08-2008, 11:33.
    Fare si può! Volerlo dipende da te.

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    • #3
      IN questa sezione non desidero discussioni ma concetti chiarificanti.
      Ho aperto una sezione dove ho spostato i messaggi e dove potrete discutere e poi portare i risultati chiari qui. Possibilmente accompagnati da riferimenti ad alcuni documenti ufficiali.

      Qui: http://www.forumcommunity.net/?t=3294400

      Grazie.
      Roy
      Essere realisti e fare l'impossibile

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      • #4
        Vediamo un po fisicamente come (può essere/) è fatta una induttanza.

        L'induttanza è principalmente... un filo. Non dico grandi scemate se dico che ogni filo o spezzone detiene un suo valore induttivo (anche se piccolo).
        Cosa succede al filo quando è attraversato dalla corrente? Diciamo che si genera intorno un campo magnetico.
        Il filo cioè, che a riposo (I=0), è praticamente inerte attraversato da corrente genera invece un campo magnetico (bipolare, ovvero con Nord e Sud) "intorno".
        Il filo cioè si trasforma in una calamita quando attraversato da corrente... si può dire quindi che è una elettrocalamita...

        Quanto "vale" questo campo.. quale è la "forza" di questa calamita... beh dipende dal valore della corrente (con una certa proporzionalità).

        Bene come è disposto questo campo.. dove sono nord/sud? Il campo è intorno al filo.. e scema man mano che ci si allontana da esso (come x i magneti permanenti/calamite).

        -----
        (NB perdoni "chi sa"... eventuali confusioni tra H, B, et "vettori" simila....)

        Se il filo si fa curvare su se stesso... a forma di spira... otteniamo che il campo assume valori più.... diciamo concentrati... all'interno della spira.
        Immaginiamo il campo come degli anelli intorno al filo... tanti anelli di diametro sempre più grande (quindi distanti dal filo)... ma di forza sempre minore.
        Ripiegando il filo su se stesso .. nella parte interna ma mano che ci si allontana dal filo... ci si avvicinerà alla "sponda opposta".. e lo stesso succede per gli anellli..
        Data anche una certa "repulsibilità" si può immaginare che , nella direzione verso l'interno spira, questi non si propagano all'infinito ma verranno... per così dire "confinati" (con il contributo della "sponda opposta") all'interno della spira stessa..

        Immaginiamo ora di fare una seconda spira/induttanza identica. Cosa succede se la avviciniamo a quella originaria.. non affiancandola ma sovraponendola? (ovviamente parlo di spire attraversate da corrente/generanti un campo magmetico.. dello stesso segno)
        Succede + o meno la stessa cosa vista per le due "sponde" della singola spira.. ovvero le linee/anelli generati da una spira avranno effetto su quelli generati dall'altra... quindi i due campi/anelli/linee in qualche modo si "concateneranno" :sick: ...cioè se le spire sono sufficientementi vicine.. gran parte degli anelli transitanti nell'interno di una spira verranno lievemente deviate per attraversare l'interno dell'altra.. prima di proseguire il loro cammino tutto intorno ... e viceversa pe quelle generate dall'altra spira.
        Quindi la zona centrale delle spire è allora ancora + "affollata"...
        Le due spire potrebbero poi essere lo stesso filo che curva su se stesso facendo due (o più) giri.. a forma cioè di molla.... o solenoide

        Diciamo che si può intuire come questa ..."variazione" dei percorsi/campi si ripercuoti su variazioni del comportamento elettrico del filo.
        Praticamente quello che succede e che si vede un aumento del comportamento induttivo (cioè dell'induttanza) del filo avvolto a spirale, rispetto ad uno stesso spezzone di filo posizionato in modo rettilineo.

        Il valore dell'induttanza dipende dalla geometria (grandezza... ma anche spaziatura) delle spire... e fortemente dal numero, cioè quante si... diciamo... "concatenano" (praticamente aumenta con il quadrato)

        Edited by gattmes - 30/6/2007, 10:14
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        • #5
          L'induttanza è l'equivalente di un volano.
          La natura ha paura del vuoto e lo riempie di cavolate. (Anonimo).E Io so di dare il mio contributo a questo (IlSignor15Magneti)

          Evoluzione umana: perchè? negli ultimi 100000 anni c'è stata evoluzione??...

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          • #6
            Spesso si accoppia più il condensatore come equivalente di un volano (guardando lato "tensione".. L'induttanza lo sarebbe più lato corrente ..)

            In realtà è l'insieme L-C(-/R) che può essere accoppiato meglio in un volano.. soprattutto vedendolo questo scomposto in "massa" che ruota (1)...ad una certa velocità.. quindi entra in gioco anche ...diciamo il braccio dal centro (2), ecc.

            (ev. riconducibile poi al volano distribuito)
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