Ciao a tutti,
sono nuovo del forum, e confesso di averlo scoperto solo da qualche giorno.
Mi presento: ho 53 anni e sono da sempre uno sportivo, impegnato da più di 10 anni nel pattinaggio di figura per avere una figlia che lo pratica a livello agonistico.
Dopo le Olimpiadi di Torino 2006, insieme al mio amico Carlo abbiamo deciso di analizzare la situazione italiana del patrimonio impiantistico esistente, constatando che la maggior parte dei 70 esistenti si trovano nel triveneto ed esistono ben 9 regioni senza alcuna pista regolamentare.
Dopo l’evento Olimpico la domanda di pattinaggio è cresciuta notevolmente in tutta italia e questo lo si verifica dalla presenza delle numerosissime piste mobili nate negli ultimi 2 anni nel periodo natalizio in numerosi comuni.
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Ci siamo quindi chiesti come mai non si costruiscono piste di pattinaggio d’esercizio (regolamentari - 30 x 60 m) nei comuni italiani per poter sviluppare gli sport del ghiaccio e accrescere l’economia reale intorno ad essi. La risposta è stata: costano troppo rispetto ad un impianto sportivo tradizionale (calcetto, pallavvolo, pallacanetro, ... ) .
Poiché per una pista di pattinaggio su ghiaccio il maggiore costo di gestione risulta essere l’energia necessaria a mantenere il tappeto ghiacciato, Glaciazione Italia è convinta che l’utilizzo di energia alternativa sia in questo particolare momento storico un’appetibile soluzione per incentivare la costruzione di queste strutture.
Chi è Glaciazione Italia FV? Sono due relazioni da noi prodotte, di cui la prima :
- è nata da uno studio sullo stato attuale del patrimonio impiantistico nazionale di piste ghiaccio regolamentari all’indomani delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006;
- ha rilevato un patrimonio carente e disomogeneo nella sua diffusione che non soddisfa la crescente domanda di consumo diretto degli sport del ghiaccio (economia reale);
La seconda descrive i requisiti del prototipo ideale ipotizzato.
Le dimensioni nette di una pista sono di 30 x 60 mq, quindi è ipotizzabile avere con i servizi un tetto con una superficie di circa 3.000 mq. Il consumo di energia medio per 10 mesi al nord è di circa 500.000 Kwh (funzionamento continuo notte e giorno) , ed è sufficiente una potenza dai 300 ai 400 Kwp.
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Abbiamo pensato quindi al “conto energia” per pagare le rate dei pannelli, all’autoalimentazione e ad avere la massima efficienza dai pannelli FV: tetto monofalda inclinato di 25 °, esposizione sud/sud est.
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Un progetto per la realizzazione di piste di pattinaggio su ghiaccio con energia pulita potrebbe esser considerato un modello da seguire anche per strutture con costi energetici meno elevati.
Quali altri criteri adottare per avere la massima efficienza e quindi assimilare i costi di gestione di una pista di pattinaggio a quella di un impianto tradizionale ?
Grazie dell’aiuto e comunque sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.
aldo
sono nuovo del forum, e confesso di averlo scoperto solo da qualche giorno.
Mi presento: ho 53 anni e sono da sempre uno sportivo, impegnato da più di 10 anni nel pattinaggio di figura per avere una figlia che lo pratica a livello agonistico.
Dopo le Olimpiadi di Torino 2006, insieme al mio amico Carlo abbiamo deciso di analizzare la situazione italiana del patrimonio impiantistico esistente, constatando che la maggior parte dei 70 esistenti si trovano nel triveneto ed esistono ben 9 regioni senza alcuna pista regolamentare.
Dopo l’evento Olimpico la domanda di pattinaggio è cresciuta notevolmente in tutta italia e questo lo si verifica dalla presenza delle numerosissime piste mobili nate negli ultimi 2 anni nel periodo natalizio in numerosi comuni.
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Ci siamo quindi chiesti come mai non si costruiscono piste di pattinaggio d’esercizio (regolamentari - 30 x 60 m) nei comuni italiani per poter sviluppare gli sport del ghiaccio e accrescere l’economia reale intorno ad essi. La risposta è stata: costano troppo rispetto ad un impianto sportivo tradizionale (calcetto, pallavvolo, pallacanetro, ... ) .
Poiché per una pista di pattinaggio su ghiaccio il maggiore costo di gestione risulta essere l’energia necessaria a mantenere il tappeto ghiacciato, Glaciazione Italia è convinta che l’utilizzo di energia alternativa sia in questo particolare momento storico un’appetibile soluzione per incentivare la costruzione di queste strutture.
Chi è Glaciazione Italia FV? Sono due relazioni da noi prodotte, di cui la prima :
- è nata da uno studio sullo stato attuale del patrimonio impiantistico nazionale di piste ghiaccio regolamentari all’indomani delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006;
- ha rilevato un patrimonio carente e disomogeneo nella sua diffusione che non soddisfa la crescente domanda di consumo diretto degli sport del ghiaccio (economia reale);
La seconda descrive i requisiti del prototipo ideale ipotizzato.
Le dimensioni nette di una pista sono di 30 x 60 mq, quindi è ipotizzabile avere con i servizi un tetto con una superficie di circa 3.000 mq. Il consumo di energia medio per 10 mesi al nord è di circa 500.000 Kwh (funzionamento continuo notte e giorno) , ed è sufficiente una potenza dai 300 ai 400 Kwp.
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Abbiamo pensato quindi al “conto energia” per pagare le rate dei pannelli, all’autoalimentazione e ad avere la massima efficienza dai pannelli FV: tetto monofalda inclinato di 25 °, esposizione sud/sud est.
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Un progetto per la realizzazione di piste di pattinaggio su ghiaccio con energia pulita potrebbe esser considerato un modello da seguire anche per strutture con costi energetici meno elevati.
Quali altri criteri adottare per avere la massima efficienza e quindi assimilare i costi di gestione di una pista di pattinaggio a quella di un impianto tradizionale ?
Grazie dell’aiuto e comunque sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.
aldo
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