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Inverter senza trafo e con trafo

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  • Inverter senza trafo e con trafo

    La maggior parte delle case che producono inverter senza trafo rilasciano una dichiarazione che tali inverter non immettono correnti continue di guasto a terra e pertanto non risulta necessario l’uso di un differenziale di tipo B sul lato c.a. dopo l’inverter. Ma questa dichiarazione secondo me risulta poco chiara. Per esempio la sma dichiara anche la marca e la sensibilità dei differenziali di tipo A da usare. Sotto richiesta specifica in pratica mi è stato risposto che lo fanno per tutelarsi e mi è stato lasciato intendere che se si dovessero usare dei differenziali di tipo diverso, in caso di problemi loro non avrebbero nessuna responsabilità. La Aros per gli inverter sirio senza trafo rilascia la solita dichiarazione, salvo poi dire che è presente un differenziale di tipo B al suo interno , fra l’altro certificato da norme tedesche e non da quelle internazionali che si riferiscono a tali differenziali, con soglia assoluta di sgancio pari a 300mA. Pertanto si dovrebbe effettuare il coordinamento con una resistenza di terra pari 166,66 ohm (sistemi TT)!!
    A me in generale sembra che le dichiarazioni per gli inverter senza trafo sul rispetto della 64-8/7 art.712.413.1.1.1.2 siano piuttosto nebulose e non assicurino un bel niente!
    Cosa ne pensate?
    D’altro canto con l’uso di inverter con trafo BF ,a quel che so, non è stato ancora risolto il problema dell’interruzione automatica del secondo guasto sul lato c.c. in quanto la corrente di corto è praticamente uguale a quella nominale nei sistemi fotovoltaici. Inoltre da non sottovalutare che l’eventuale presenza di un spd idoneo sul lato c.c. potrebbe essere causa a fine vita di un primo guasto a terra e per di più in continua!
    Una soluzione che potrebbe garantire analoga sicurezza da quella richiesta dalla norma potrebbe essere quella di far si che il rilevatore di isolamento sganci il sistema al verificarsi di un primo guasto. Ma i rilevatori presenti sugli inverter non hanno questa funzione e non presentano un contatto pulito. Mettere un rilevatore di isolamento esterno che assolva tale compito mi sembra una soluzione antieconomica.
    Quindi forse l’unica strada rimasta è fare un buon manuale di manutenzione e sicurezza dove si faccia presente al soggetto responsabile che dovrà controllare che il segnale di rilevazione di primo guasto non sia acceso e in caso contrario dovrà tempestivamente avvisare un tecnico per la ricerca e l’eliminazione di tale guasto.
    Ma questa a me sembra sinceramente una soluzione ‘poco a norma’.
    Cosa ne pensate?Avete trovato soluzioni in merito?

  • #2
    Sicuramente un libretto di uso e manutenzione impianto è obbligatorio per legge, al di là di queste problematiche.

    Senza Trafo

    Per quanto rigurda la questione del traformatore e differenziale tipo B secondo me le dichiarazione rilasciate dai costruttori degli inverter sono chiare.Garantiscono che la loro macchina ,per come è costruita, non puo' iniettare correnti continue di guasto nella parte in alternata.Se poi indicano marche di differenziali specifiche perchè quelle sono state testate, bisogna installare quelle.Per quanto riguarda il richiamo di norme tedesche, a me sembra una pratica corretta quando queste sono più restrittive delle norme CEI.Si va a garantire un livello di sicurezza più elevato.

    Riporto le parole del certificato SMA :

    "Tutti gli inverter della SMA Solar Technology AG, dotati di trasformatore, nonché gli inverter privi di trasformatore di seguito elencati, per le loro caratteristiche costruttive, non possono immettere correnti di guasto continue in rete. Sono conformi alla norma DIN VDE 0100-712 ed alla norma IEC 60364-7-712:2002 ed alla Norma nazionale CEI 64-8/7"

    A me sembra chiaro.

    Guasto a terra

    Cosa puo' provocare un giasto a terra lato cc?Con buona probabilità il fine vita di un SPD a varistore direttamente connesso al collettore di terra.l'SPD diventa un corto circuito e fa fluire corrente al collettore di terra e di li al picchetto.Una tensione verrà riportata,in base al valore della resistenza di terra, su tutte le masse collegate a quel collettore.Per evitare questa cosa,si possono seguire 3 strade.

    La prima consiste nel non connettere i varistori direttamente al collettore, ma di portarli al collettore attraverso uno spinterometro,che non va mai a fine vita (schema ad Y).

    La seconda è fare un impianto di terra per l'impianto FV (con l'inverter installato in una situazione per cui non si possano toccare altre masse collegato all'mpianto di terra pre esistente).

    Soluzione migliore delle 2 è la terza, ovvero installare SPD dotati di sganciatori termici.Adesso stanno nascendo magnetotermici dedicati alle correnti continue di corto delle singole stringhe.Così si risolve il priblema del surriscaldamento dell'SPD.

    Mettere in opera una terra con R<166 ohm non mi sembra una impresa.Certo, i 1666 ohm di una terra coordinata con uno 0,03 li ottieni anche con un picchetto di plastica piantato dentro la roccia......
    I valori della resistenza di terra ogni tanto andrebbero misurati,
    ma questo è una problematica non legata agli impianti fotovoltaici.Nei locali pubblici i proprietari avrebbero l'obbligo di farla misurare ogni 2 anni se non ricordo male.Conosci qualcuno che lo fa?

    Perdita Isolamento

    Per quanto riguarda la perdita dell'isolamento e' vero che gli inverter in genere non hanno un contatto pulito,pero' è un allarme che puo' essere prelevato con un sistemino di controllo,che ovviamente costerà qualcosina.I Power One vanno in blocco se l'isolamento scende troppo,pero' è chiaro che i moduli sono sempre in tensione.Ma visto che i moduli sono in classe II, se si usano cavi a doppio isolamento,gli unici problemi che potrebbero nascere sono dentro l'inverter(che va in blocco) e dati dagli SPD.
    Ultima modifica di MttJpn; 10-10-2009, 14:06.

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    • #3
      Ciao MttJpn
      Per quanto riguarda la dichiarazione della SMA continua indicando le marche di 2 differenziali da usare e dicevo che dire che non sono tali da immettere correnti continue di guasto a terra e poi dire che però ciò va bene solo se si usano quei differenziali mi sembra alquanto restrittivo. La dichiarazione dovrebbe avere valenza universale in quanto afferma di rispondere ad una precisa prescrizione normativa e non si può affermare di stare dentro la norma però solo un ‘pochino’, solo con i dispositivi indicati, penso che in questo qualcosa non vada.
      Per quel che riguarda il differenziale di tipo B conforme alle norme tedesche, io non le conosco però so che le norme nazionali recepiscono le norme internazionali . Dovrò chiamare per chiedere questo perché non mi sembra ci sia un riferimento alla IEC62423 che dovrebbe essere la norma di riferimento e in mancanza di questo penso non abbia grande valenza quanto affermato. Inoltre dicevo che la dichiarazione anche in questo caso mi pare nebulosa perché sembra che la non immissione di correnti continue di guasto a terra sia dovuta alla presenza di questo differenziale rispondente alla norma tedesca e con una soglia di sgancio di 300mA! Mi sembra un po’ diverso dall’affermare che gli inverter sono tali che per costruzione non immettono correnti continue di guasto a terra, a me sembra più che altro che si dice le immettono e che c’è un dispositivo di controllo interno che non risponde alla normativa internazionale che dovrebbe intervenire e staccare a patto che si abbia una resistenza di terra minore di 166 ohm.
      Fare un impianto di terra separato comunque non risolverebbe il problema dell’interruzione automatica al doppio guasto che si ha in un sistema IT lato c.c..
      Ora io purtroppo non conosco degli interruttori magnetotermici in grado di riconoscere in contiuna la differenza fra la corrente nominale e quella di corto, se fosse possibile mi potresti dare un indicazione in merito perché risolverebbe più che altro il problema del doppio guasto in sistema IT lato c.c.
      Se gli inverter della Powerone vanno in blocco al presentarsi di un guasto di isolamento be si questo , spd a parte , risolverebbe il problema. Ora proverò a controllare le specifiche di questi inverter.

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      • #4
        Vado veloce perchè devo uscire....comunque:

        gli SPD ABB di cui ti parlavo sono gli OVR PV ( ci sono 2 configurazioni , una fino a 600 V e una fina a 1000V)

        mentre gli interruttori magnetotermici per corrente continua sono sempre dell'ABB e sono gli S800 PV-S.
        Per quanto possa aver visto a Verona mi è sembrato che ABB sia l'unica ad aver fatto ricerca e sviluppo per queste questioni.ABB comunque è sempre ABB,non è certo nata ieri.

        Ciao

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        • #5
          Ho riletto la certificazione di SMA.Secondo me puo' essere fatta meglio perchè:
          l'esigenza di dover inserire un differenziale a monte con una Idn>0,03 non nasce dalle correnti di guasto continue(secondo me), bensi dall'effetto capacitivo dei moduli veros terra che crea una corrente ad alta frequenza (ho visto un video con le misurazioni con oscilloscopio) che viaggia nell'impianto e quando questo effetto capacitivo aumenta per via della pioggia ,un differenziale da 0,03 puo' saltare.Per questo dicono di non inserire a valle un differenziale 0,03, senno' poi salta e la gente pensa che sia un pessimo inverter.Il documento inizia bene,ma finisce per fare un po' di confuzione.Perchè consgliano marche come ABB e Siemens ? Perche sono sicuri che con quei prodotti un differenziale A da 100 mA non salta quando piove.
          Per la sicurezza elettrica, al di la delle correnti continue, con quadri in PVC e cavi a doppio isolamento , visto che l'impianto non ha masse estranee dopo l'inverter (bisogna sempre ricordarsi di inserirsi sopra il differenziale da 0,03 dell'appartamento o quello che è e non sotto) anche se la resistenza di terra negli anni dovesse andare oltre i 166 ohm, i rischi sono minimi.Comuque con un libretto di uso e manutenzione (che sono convinto rilasciano in pochi) è sempre bene informare di controllare e adeguare tale valore.

          Ho letto anche il documento di Aros.I sistemi di protezione dentro gli inverter dovrebbero essere di tipo elettronico ovvero che adattano la soglia di sgancio in base alla rapidità con cui la variazione avviene.Per variazione rapide (guasto a terra) dovrebbero essere in grado di sganciare a 30 mA.Comunque nell parte centrale del documento è ben scritto e senza possibilità di fraintendimenti quello che la norma vuol sentirsi dire.
          Ultima modifica di MttJpn; 11-10-2009, 19:53.

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          • #6
            Gli S800PV-S dell'ABB non risolvono il problema del doppio guasto in quanto non sono comunque sensibili alle frazioni di ampere di differenza fra la I di corto e quella nominale degli impianti fv. Pertanto il problema dell'interruzione del doppio guasto in un sistema IT in c.c. fotovoltaico rimane a tutt'ora non risolto.
            La dichiarazione della SMA anche secondo me nella seconda parte si riferisce alle condizioni di funzionamento normale e quindi tesa ad evitare scatti intempestivi, ma mia domanda precisa hanno risposto che i dispositivi da usare sono quelli indicati e quindi la loro dichiarazione secondo me non ha valenza generale per quel che riguarda le immissioni di corrente di guasto continue.
            Per quel che riguarda poi gli spd anch usando dei dispositivi che si sezionino a fine vita, non si hanno i dati dell'inverter relativi alla tensione di tenuta ad impulso e quindi la progettazione di spd esterni senza tale dato non ha significato.
            Per quel che riguardo gli Aros devo chiedere informazioni più dettagliate in merito.
            Per gli aurora invece non ho trovato la dichiarazione richiesta dalla 64-8 per gli inverter senza trafo relativamente all'immissione di corrente diguasto in c.c., ne una indicazione della soglia di stacco (tempi e valori)in seguito ad una guasto a terra.

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            • #7
              Su singola stringa i magnetotermici dedicati non credo siano efficaci, pero' se vi sono più stringhe in parallelo credo si sì.Ora li produce anche Siemens e si chiamano C60PV-DC.

              Ciao

              P.S. Se c'e' un inverter senza trasformatore non credo che la parte in cc possa essere considerata IT, ma bensì una continuazione della configurazione esistente (TT,TN-S o quello che è)

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              • #8
                Per il doppio guasto mi riferivo infatti agli inverter con trafo per i quali sarebbero necessarie dei dispositivi di interruzione automatica della corrente di corto sensibile alle frazioni di ampere di differrenza da quella nominale, problema che non viene risolto dagli interruttori magnetotermici in c.c. esistente in commercio.

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                • #9
                  in parole non tecniche (sono perito meccanico) a livello di installazione/resa/durata cosa cambia avere inverter "con o senza trafo"?
                  ed inoltre perchè alcuni tipi di pannelli richiedono solamente "trafo" con messa a terra della struttura e altri no? quali marche sono a parte mi sembra SUNPOWER? ciao
                  6,54 kwp sunpower e327 - 20 pannelli, azimut 36SW tilt 14, inverter solaredge SE-6000 con scheda wi-fi ed ottimizzatori p600, monitoraggio consumi casa solaredge; 5 Pdc aria-aria Mitsubishi Heavy Industries

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                  • #10
                    A) Durata: dipende dalla qualità dell'inverter non tanto dal trafo;
                    B) Resa: gli inverter senza trafo rendono, a parità di qualità dell'inverter, qualche cosa di più perchè non scontano le perdite del trasformatore;
                    C) Installazione 1: quelli con il trafo sono più scomodi perchè pesano di più;
                    D) Installazione 2: quelli con il trafo sono più "sicuri" specialmente in caso di posa sotto traccia delle linee DC perchè permettono di realizzare una rete IT sul lato DC;
                    E) Pannelli: alcuni pannelli richiedono di usare inverter con trafo perchè per problemi loro (polarizzazione, ecc.) devono lavorare con uno dei due poli (+ o - a seconda del pannello) collegato a terra e questo è possibile solo isolanto il lato di continua (rete IT) con un trafo (di isolamento appunto);

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