Buongiorno a tutti.
vorrei fare una osservazione, che a prima vista potrebbe essere una provocazione.
Non capisco quasi perche' tutti i produttori di tubi sottovuoto continuano a produrre i modelli con tecnologia "heat pipe", con autolimitazione della temperatura superiore ai 100°C, oppure senza nessuna limitazione.
O meglio ancora, perche' non ne producono almeno una versione, con autolimitazione al disotto dei 100°C da utilizzare per le specifiche applicazioni per vasi di accumulo per ACS. Continuo a leggere di installazioni con sovraproduzioni di acqua, di gente che si affanna a coprire con teli oscuranti...., ma benedetti produttori, su tutto il Pianeta l'acqua bolle a 100°C, a livello del mare, anche prima in montagna....che cosa ce ne facciamo di acqua riscaldata a temperature superiori?
All'interno degli "Heat-pipe" circola a "circuito chiuso" un fluido, che da cosa ho letto e se ho ben capito, si tratta di una miscela di alcooli, che ha una propria temperatura di saturazione, oltre la quale il fluido rimane allo stato gassoso e non si ricondensa, disattivando la funzione di trasporto calore. Orbene, chi costruisce moduli specifici per riscaldamento di acqua sanitaria, dovrebbe tenere conto che tanto la temperatura dell'accumulo piu' di 90°C non serve. Di conseguenza, dovrebbero produrre i tubi sottovuoto con fluidi dell"heat-pipe", che limitino autonomamente la temperatura di esercizio al disotto di questo valore, in fondo si tratta solo di riempirli con un liquido con temperatura di saturazione piuì basso.
Voi che cosa ne pensate.
Piero
vorrei fare una osservazione, che a prima vista potrebbe essere una provocazione.
Non capisco quasi perche' tutti i produttori di tubi sottovuoto continuano a produrre i modelli con tecnologia "heat pipe", con autolimitazione della temperatura superiore ai 100°C, oppure senza nessuna limitazione.
O meglio ancora, perche' non ne producono almeno una versione, con autolimitazione al disotto dei 100°C da utilizzare per le specifiche applicazioni per vasi di accumulo per ACS. Continuo a leggere di installazioni con sovraproduzioni di acqua, di gente che si affanna a coprire con teli oscuranti...., ma benedetti produttori, su tutto il Pianeta l'acqua bolle a 100°C, a livello del mare, anche prima in montagna....che cosa ce ne facciamo di acqua riscaldata a temperature superiori?
All'interno degli "Heat-pipe" circola a "circuito chiuso" un fluido, che da cosa ho letto e se ho ben capito, si tratta di una miscela di alcooli, che ha una propria temperatura di saturazione, oltre la quale il fluido rimane allo stato gassoso e non si ricondensa, disattivando la funzione di trasporto calore. Orbene, chi costruisce moduli specifici per riscaldamento di acqua sanitaria, dovrebbe tenere conto che tanto la temperatura dell'accumulo piu' di 90°C non serve. Di conseguenza, dovrebbero produrre i tubi sottovuoto con fluidi dell"heat-pipe", che limitino autonomamente la temperatura di esercizio al disotto di questo valore, in fondo si tratta solo di riempirli con un liquido con temperatura di saturazione piuì basso.
Voi che cosa ne pensate.
Piero
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