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Testimonianza dall'Aquila

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  • #31
    Originariamente inviato da taote79 Visualizza il messaggio
    non mi sembra che su questo forum, tu e tanti altri sapientoni, parliate......
    Sul mio pezzo di carta c'è scritto "ingegnere" e quindi parlo di questioni tecniche. Poi espongo anche le mie opinioni personali sugli argomenti trattati e sulle cose su cui ho acquisito una qualche esperienza.
    Di certo, non mi permetto di giudicare le cure mediche per le crisi di panico, perché non essendo un medico non ho competenze in tal senso, se non per sentito dire o per aver letto l'argomento su qualche rivista. Ed in base a ciò, non mi permetto di sindacare le scelte di un medico.

    Saluti.

    Federico

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    • #32
      eeehhhmmmm.....
      taote79, ti faccio notare che:
      - rendere più 'normale' la loro permanenza nelle tendopoli
      - dandogli qualcosa da fare
      - ricostruendo un tessuto relazionale, sociale e culturale
      - assisterli con equipe di psicologi.

      è quello che viene fatto

      Odisseo
      (E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione. (cit. Arancia meccanica) - Ma se quella non arriva, il cervelluto stà inguaiato assai (Odisseo - Gigantosaurus Carinii Patagoniae)

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      • #33
        Credo che, tra le persone che hanno scritto in questa discussione, una sola persona abbia titolo a scrivere qualcosa sull'argomento e neppure lui in modo compiuto, visto che si occupa di una diversa branca della medicina. Tutti gli altri mi sembra che, sia per scriverne, sia per smentire, stiano intervenendo a sproposito.

        Forse è possibile giudicare gli effetti: le persone problematiche che abitano le tende degli sfollati. E forse è possibile chiedersi: ma perché non si può fare di più e/o meglio? Senza bisogno di avere una laurea in psicologia. Di qui a voler azzardare una soluzione il passo è breve, lo ha fatto anche mia madre con l'oncologo che la sta seguendo, ma il medico non si è sognato minimamente di rinfacciarle il fatto che lei è la paziente e lui il medico: l'ha ascoltata e le ha dimostrato, con pazienza, di aver fatto il possibile per la sua condizione.

        Prego a chiunque di abbandonare i toni polemici che a qualcuno hanno già meritato un paio di ammonimenti.

        ••••••••••••

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        • #34
          Premetto che, visto che non è scritto in rosso o non ci siano accenni alla moderazione, questo sia un intervento in veste di utente e quindi posso rispondere senza violare il regolamento
          Originariamente inviato da nll Visualizza il messaggio
          Tutti gli altri mi sembra che, sia per scriverne, sia per smentire,
          stiano intervenendo a sproposito.
          Punto 1) Io non ho parlato di questioni mediche e ben me ne guardo visto che faccio tutt'altro mestiere, quindi mi sembra sia la tua critica ad essere a sproposito.

          Punto 2) La legge italiana mi pare dica che per esercitare la professione medica occorra aver fatto un corso di studi, sostenuto degli esami, essere laureato, avere l'abilitazione, la specializzazione, ecc. ecc. Non mi pare che, nonstante certe idee che circolano in giro, ci sia ancora la possibilità di cure fai da te o simili.
          Quindi, quando qualcuno sindaca le scelte operate da medici, è bene che sia un medico, altrimenti farebbe bene a farsi gli affari propri, invece di adombrare sospetti su una categoria di persone che, spesso in condizioni disagiate e spesso volontariamente, sta prestando la sua opera in condizioni disagiate ed in mezzo a mille difficoltà che un post-terremoto comporta.




          Originariamente inviato da nll Visualizza il messaggio
          Forse è possibile giudicare gli effetti: le persone problematiche che abitano le tende degli sfollati. E forse è possibile chiedersi: ma perché non si può fare di più e/o meglio? Senza bisogno di avere una laurea in psicologia.
          Non rigirare la frittata. Una cosa è una chiedersi legittimamente se si possa migliorare l'assistenza ai terremotati (cosa tra l'altro lodevole), l'altra è criticare deliberatamente delle scelte sulle terapie, senza avere le competenze per farlo.

          Originariamente inviato da nll Visualizza il messaggio
          Di qui a voler azzardare una soluzione il passo è breve, lo ha fatto anche mia madre con l'oncologo che la sta seguendo, ma il medico non si è sognato minimamente di rinfacciarle il fatto che lei è la paziente e lui il medico: l'ha ascoltata e le ha dimostrato, con pazienza, di aver fatto il possibile per la sua condizione.
          Ha fatto il suo mestiere di medico che comporta di ascoltare il paziente, rassicurarlo, rispondere alle obiezioni ed indirizzarlo alla giusta terapia.
          Ma questo centra poco con quello di cui stiamo parlando. Un conto è il paziente (o i suoi familiari) che si trovano alle prese con la malattia, spesso spaventati e pieni di timori e che magari, di fronte alle difficoltà si trovano a proporre al loro medico curante delle soluzioni (e questo potrebbe essere il caso di qualcuno di quei terremotati che si trova a subire le conseguenze psicologiche del dramma che ha vissuto), un altro è starsene dietro ad un monitor a criticare le scelte terapeutiche di un professionista, senza averne i titoli.

          Saluti.

          Federico

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          • #35
            Siete voi che avete chiesto a Taote se fosse un laureato in medicina per aver espresso suoi dubbi sull'operato dei medici. Per avere dubbi non è richiesta alcuna laurea in medicina, non c'è neppure un minimo riferimento in proposito in tutto l'ordinamento legislativo italiano.

            Se come al solito prendi due parole e dici che sono fuori luogo, prova a prendere l'intero intervento e forse scopri che proprio fuori luogo non è. E' un grande sforzo, lo so, ma vedi quando si vuole argomentare qualcosa non sempre si riesce a mettere tutto nelle prime due parole della frase.

            Sia ben chiaro che non approvo neppure gli eccessi, quindi non approvo neppure che un dubbio lo si voglia fare passare per verità consolidata, perché questo non si chiama più dubbio, ma illazione e come tale può essere querelata dal danneggiato.

            Se quel che ha scritto è vero, e non ho motivi per dubitarlo, Taote non ha raccolto quelle testimonianze standosene dietro il monitor di un computer, ma ha svolto azione di volontariato in mezzo ai terremotatI. Quanti di noi possono dire altrettanto? Io no, lo ammetto.

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            • #36
              Nll, Taote ha svolto attività sul posto, cosa encomiabile e su cui noi "non intervenuti" di persona possiamo solo provare ammirazione.
              Taote ha anche però una chiara impostazione ideologica, rispettabilissima sia chiaro, ma che spesso sembra cercare ogni appiglio per far apparire l'operato della parte ideologica avversa pessimo.
              Io, da medico, non mi sognerei mai di andare a criticare l'operato sanitario dei professionisti psicologi e psichiatri che stanno aiutando la popolazione colpita. Non ne ho la minima capacità e lo ammetto tranquillamente. So però che la cura dei disturbi da sindrome post-traumatica non è affatto una bazzecola e in molti casi servono i farmaci. In molti casi, ma NON in tutti e finchè si può se ne fa volentieri a meno (ogni farmaco presenta controindicazioni, effetti collaterali negativi e ogni medico o psicologo serio finchè si può ne fa a meno). (http://www.depressione-ansia.it/uplo...b_73399048.pdf)
              Quello che si può tranquillamente respingere, in quanto operatori della sanità, è il sospetto che parte o tutto l'apparato sanitario sia in qualche modo "soggetto" ai diktat governativi e quindi che in qualche caso si usino i farmaci per "tenerli buoni e calmi". Questa visione da polpettone complottista orwelliano è una vera e propria calunnia e non è accettabile. Qui devo schierarmi senza mezzi termini.
              Se si vuol fare una cosa seria si possono sentire semmai alcuni operatori sanitari responsabili della situazione e farsi spiegare, anche pubblicamente sul forum, che cosa in realtà si sta facendo.
              Come temevo e ho segnalato queste polemiche, che partono anche da fatti realmente censurabili e migliorabili, rischiano presto di essere presi come facile "cavallo di Troia" per far passare concetti del tutto risibili e calunniosi verso chi fa un lavoro certo non facile e leggero.

              I discorsi che partono da presupposti del tipo "anche se... non si può escludere del tutto che..." sono ESTREMAMENTE pericolosi. O si presentano fatti e testimonianze (controllabili ed eventualmente contestabili in adeguata sede...) o è ovvio che queste voci ricadranno fatalmente nel novero dei "si dice" che comprende di tutto e non ALCUNA reale credibilità agli occhi del 99% della gente. Alla fine si ottiene immancabilmente il classico "effetto boomerang" e le denunce realistiche e concrete di problemi e malfunzionamenti reali e concreti vengono sommerse dalla marea di leggende internettiane su complotti e delitti di governo... e messe da parte con fastidio e il solito risolino scettico dalla stragrande maggioranza.
              A me non pare cosa furba, ma proprio per quelli che vorrebbero criticare l'operato goevrnativo eh! Secondo me queste leggende se anche non le mette in giro direttamente l'intelligence arcoriana... certo non se ne preoccupa!
              “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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              • #37
                Ci tengo a precisare che non mi ritengo superiore a nessuno per aver svolto e svolgendo ancora attività di volontariato presso le popoloazioni terremotate, compatibilmente con i miei altri impegni.
                Dare il mio contributo negli aiuti lo considero un dovere morale, anche perchè ho la fortuna di essere figlio dell' Abruzzo, una terra bellissima x la cui difesa mi batto su più fronti. In questo momento la priorità è l'emergenza dovuta al sisma nell' Aquilano e vado fiero di aver la possibilità di dare il mio aiuto.

                Pur non ritenendo nessuno 'peggiore' di me per non aver avuto la possibilità concreta di dare un aiuto, per qualsiasi motivo, anche solo di distanza, ritengo però di poter raccontare con sicurezza le cose che ho visto con i miei occhi e ascoltato con le mie orecchie, e di potermi fare portavoce su questo forum di quelle testimonianze e quelle voci, che poco vengono amplificate altrove.
                Non chiedo certo che venga preso tutto come oro colato, ma almeno chiedo un pò di rispetto!

                Sulla questione delle metodologie terapeutiche in ambito post traumatico, pur non essendo io uno specialista del settore, posso cmq anche in questo caso fare delle considerazioni con cognizione di causa, e questo perchè:
                a) ho parlato con molte persone, sia sfollati, sia medici di campo, sia altri volontari che stanno lì h24.
                b) la mia ragazza è psicologa e ho altri amici che studiano e lavorano nel settore.
                c) nel mio corso di studi ho sostenuto anche esami di psicologia, psico-pedagogia, psicologia sociale.


                Forse mi sono espresso male, non volevo destare sospetti di nessun complotto governativo a favore delle case farmaceutiche, se è questo il timore.
                Più semplicemente, volevo mettere in luce il fatto che per quanto riguarda questo tipo di situazione traumatica, l' intervento che va per la maggiore nei campi è quello farmacologico, mentre pochisimo si ta facendo per strutturare un intervento di recupero psicologico e sociale degli sfollati.
                Le motivazioni possono essere diverse, anche semplicemente quella della maggior economicità, ma ad ogni modo quello che va sottolineato è che è un approccio palliativo e anzi dannoso, nonchè totalmente fallimentare se l'obbiettivo è il superamento della situazione traumatica.
                (un approccio diverso lo si vede invece in quei campi gestiti da organizzazioni indipendenti dalla Protezione Civile. Faccio i nomi? o indovinate?)
                Ultima modifica di taote79; 01-06-2009, 13:36.
                'This shit's got to go!' (J.Fresco)

                Zeitgeist: Moving Forward

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                • #38
                  Qui devo tornare a quanto scritto da BrightingEyes, perché non è assolutamente accettabile la diffusione di voci non verificate, che rischiano solo di ostacolare e depauperare l'impegno di chi sta lavorando per superare l'emergenza. Non mi interessa affatto l'effetto boomerang, se ci sarà o no è irrilevante, quel che conta è che chi sta lavorando sul posto sia messo in grado di fare il suo lavoro al meglio.

                  Io non mi faccio portavoce di una diceria che diffama qualcuno, specialmente se non ho potuto constatare che corrisponda al vero. Meglio tacere una volta in più, che parlare una volta di troppo. a volte i media non parlano di una cosa perché non c'è sentore che sia vera, altrimenti sta' certo che almeno uno ne parlerà, visto che ci sono giornali di ogni schieramento che raccolgono notizie sul posto.

                  A supporto di quanto ha sentito Taote potrei dire che a volte il farmaco è l'unica soluzione possibile per mancanza della disponibilità di un numero sufficiente di medici che possano dedicare il giusto tempo per un ciclo di terapia d'ascolto. A volte il possibile non coincide con il meglio e occorre accettare di avere dei limiti, pur continuando a lottare per poterli superare e tendere al meglio.

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                  • #39
                    Originariamente inviato da taote79 Visualizza il messaggio
                    Forse mi sono espresso male, non volevo destare sospetti di nessun complotto governativo a favore delle case farmaceutiche, se è questo il timore.
                    Se parli di "imbottirli di farmaci" per farli "sta buoni e calmi" dai un'impressione sbagliata se questo non era il tuo obiettivo.
                    Se invece il discorso è sulla non perfetta azione di sostegno, se ne può discutere e come dice Nll spesso occorre fare anche i conti con quello che si può fare.
                    Ad ogni modo oggi ho sentito alla radio che oltre 3000 persone potrebbero rientrare a casa, ma sono tutte ospiti degli hotel della riviera e "nicchiano"... diciamo così, sperando di arrivare a settembre. Molti cercano di ritardare adducendo anche motivazioni di "ansia" e "paura" che gli impedirebbe di rientrare nelle abitazioni. Tanto che le forze dell'ordine hanno affisso gli elenchi di chi deve, o dovrebbe, rientrare nella propia casa dichiarata ufficialmente agibile.
                    Considerando che i posti liberati andrebbero a vantaggio di persone ora sfollate nelle tende direi che di critiche se ne possono fare in ogni direzione, nessuno poi è perfetto alla fin fine.
                    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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                    • #40
                      Ho sentito una cosa diversa: gli albergatori chiedono che gli siano liberate le stanze perché la stagione turistica è alle porte. Non caccerasnno via nessuno, ma se la casa è agibile, quei posti devono essere liberati per fare posto ai turisti, altro che agli sfollati ancora nelle tende!

                      Hanno suggerito anche, dove non è possibile rimandarli alle loro case, di occupare le seconde case della riviera.

                      Questo durante una intervista della radio RAI solo 3 gioni fa al rappresentante degli albergatori della riviera romagnola.

                      Meglio tornare al discorso di prima, altrimenti si rischia di aprire un altro fronte alla polemica.

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                      • #41
                        ho lavorato 15 giorni a majano gratuitamente a fianco dei friulani gente abituata alla fatica e orgogliosa
                        cari aquilani tiratevi su le maniche e siamo pronti a darvi una mano nel nord est siamo solidali tutte le associazioni sono pronte a partire per la ricostruzione ma gli aquilani devono essere in prima fila date l'esempio
                        dalle notizie che ci arrivano non sono a vostro favore e se sono veritiere sarebbe giusto bloccare anche gli aiuti di stato

                        Commenta


                        • #42
                          Do per certo che ci sono state delle denunce a persone, che pur avendo una seconda casa agibile, hanno preferito occupare truffaldinamente posti negli alberghi della riviera.

                          Saluti.

                          Federico

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                          • #43
                            Non rigiriamo la cosa, sugli albergatori sono due le possibili visioni dello stesso fatto e non a caso non ne ho citata alcuna perché vi possiate fare una vostra opinione senza essere guidati da una parte o dall'altra.

                            1) Lo sfollato trova più comodo stare servito e riverito in albergo, piuttosto che tornare a casa sua (io che sono sovente in trasferta preferisco tornare a casa, piuttosto che stare in albergo, ma non tutti sono come me)

                            2) Gli albergatori sono preoccupati di perdere la clientela affezionata, che magari ha già prenotato dall'anno prima la vacanza presso di loro, clientela che paga certamente di più del rimborso previsto per ospitare gli sfollati (38€ pensione completa fino al 3 stelle, 48€ dal 4 stelle, provate voi a farvi fare questi prezzi in alta stagione)

                            Poi si verificheranno entrambe i casi, con percentuali che per ora non ci è dato di conoscere, l'importante è non diffondere voci tendenziose a tutto svantaggio di una sola parte. Ci sono albergatori che hanno preso molto a cuore la situazione dei terremotati e mai vorrebbero rimettere per strada i loro ospiti, anche se sanno che la casa è stata nuovamente dichiarata agibile, perché condividono le loro paure per averle ascoltate direttamente da loro. Ma ci sono senz'altro anche approfittatori da entrambe i fronti, casi che non possono in alcun modo bollare l'intera categoria.

                            Sui friulani permettetemi un inciso:
                            Mio fratello ha fatto il volontario a Buia (io ero impegnato con gli esami), è arrivato autosufficiente sia per il vettovagliamento, sia per gli attrezzi da lavoro. Ha lavorato da mattina a sera quasi senza sosta e qualche volta anche alla luce delle fotoelettriche. Ha stretto amicizie, ha esaltato l'operosità della gente del luogo. Quando è venuto via gli hanno detto che non l'avrebbero dimenticato. E' tornato meno di cinque anni più tardi insieme a mio fratello più piccolo, per fargli vedere il posto e conoscere la gente che ha aiutato: nessuno più si degnava di ricordarlo e si è sentito quasi di troppo, che è dovuto scappare amareggiato, con nostro fratello che gli faceva notare l'assoluta mancanza d'accoglienza ("passata la festa gabbato lu santo" direbbero nel paese dove poi si sono diretti, a salutare un nostro amico che si è arruolato nei carabinieri e doveva prestare giuramento).
                            ... e non vi racconto della mia naja, trascorsa tra Veneto e Friuli.

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                            • #44
                              Riprendendo quanto detto da nll nell' intervento immediatamente precedente, posso aggiungere che ci sono molte persone che nostante vivano in una tenda e non in albergo, non hanno ancora nessuna intenzione di tronare nelle loro case dichiarate agibili, non certo poichè si sentono serviti e riveriti, ma invece perchè da un lato c'è scarsa fiducia nei confroti di quelle stesse istituzioni che ora verificano le case, essendo viste in parte resposabili (e a ragione) della tragiedia aquilana, o meglio delle mancate misure di prevenzione, e dall'altro lato c'è lo sciame sismico incessante che non fa stare affatto tranquilli, tant'è che molti ritengono (e non a torto) di non poter essere sicuri dell'effettiva agibilità delle case, se dopo un sopralluogo tecnico continuano a esserci scosse e quindi danni progressivi alle strutture già precedentemente danneggiate.
                              Sicuramente chi è ospitato in albergo sulla costa vive una condizione di agio molto migliore rispetto a chi è in tendopoli, ma vi assicuro che sono tanti quelli che soffrono moltissimo lo stare lontano dal proprio paese, dalla propria casa anche se distrutta, dalla tomba dei cari scomparsi prematuramente, dal capezzale di quei cari che sono in ospedale, e dalla presenza di parenti e amici distanti kilometri.
                              Appena sarà disponibile, vi invito a guardare il film 'CANTO 6409', una pellicola sul terremoto, del regista abruzzese neorealista Dino Viani, presentato fuoriconcorso a Cannes, in cui ha filmato la vita quotidiana di una giovane coppia di sfollati ospitati in un albergo della costa:

                              C.A.P. - CANTO 6409

                              CANTO 6409 - IL FILM DI DINO VIANI AL FESTIVAL DI CANNES

                              Riprendendo altri spunti dalla discussione, mi sembra strano che chi ha la seconda casa si sia voluto imbucare in albergo, anche se non è da escludere che qualcuno abbia preso alla lettera il premier, ed abbia optato per delle 'vacanze al mare a spese dello stato'. Dico questo poichè sò di molte persone che si sono fatti ospitare da parenti e amici nelle loro case, piuttosto che andare in tenda o in albergo, quindi chi aveva la seconda casa, avrebbe probabilmente scelto di stare lì, danni del terremoto permettendo.
                              'This shit's got to go!' (J.Fresco)

                              Zeitgeist: Moving Forward

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                              • #45
                                Forse non sono stato chiaro: Non è che tutti gli aquilani abbiano una seconda casa in riviera, le seconde case di cui parlava il responsabile degli albergatori rivieraschi sono quelle di chiunque, anche e soprattutto non aquilani (gli aquilani già lo fanno di occupare la seconda casa, se disponibile, piuttosto che andare in tenda)

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