Ciao a tutti,
in mezzo al brulicare di notizie, contraddizioni, cifre inerenti alla crisi del metano, mi son ritrovato per una selva oscura, chiedo aiuto quindi per districarmi in mezzo a tutti questi numeri per cercare di capire se il metano è una risorsa energetica su cui conviene investire per i prossimi 20-30 anni.
EnergoClub prevede un uso responsabile del metano sino al 2050, addirittura sino al 2060 per riscaldamento.
Anche gli amici del prof. Battaglia dovrebbero condividere questa scelta, in fin dei conti se non ho sentito male, riusciamo a vendere energia elettrica ricavata dal metano ad un prezzo concorrenziale al nucleare.
Allora cos’è che non funziona?
INCIPIT
Dal sito dell’Autorità per l’Energia, http://www.autorita.energia.it/
Nella sezione comunicati stampa, il doc. conferenza congiunta del 6 12 2005, mette in luce la necessità di aumentare la capacità di trasporto del TAG, il metanodotto che attraversa l’Austria per portarci il metano sovietico. http://www.autorita.energia.it/com_stampa/...conf_051206.pdf
La disputa tra Mosca e Kiev sul prezzo del metano non ci toccava più di tanto, da quella porta non avremmo in ogni modo importato niente di più di quel che stavamo importando.
COSTO DEL METANO
La disputa era sul costo del metano, Mosca voleva che Kiew si adeguasse al COSTO europeo, 200 euro ogni 1000 m3. Ho controllato subito la fattura degli ultimi miei consumi: 97 euro per 164 m3.
Circa tre volte quanto richiesto all’origine, non male mi sembra come ricarico, logicamente IVA ed accise comprese.
CONSUMI
Attualmente consumiamo 80 miliardi di m3, ma ci stiamo avviando a 90 perché coproducendo energia elettrica siamo in grado di esportarla ad un prezzo COMPETIVO con il nucleare. Allora perché Scajola in un intervista alla Repubblica del 2 gennaio 2006 dice che la soluzione è il nucleare?
Più avanti poi quando il freddo mette in crisi la portata del gas siberiano rettifica dicendo che dovremmo diversificare le entrate. Se quando ho freddo io, chi mi porta il gas ha ancora più freddo, è facile che possano esserci problemi di approvvigionamento. Abbiamo una produzione nazionale, ma secondo il ministro raggiunge a malapena il 5-6 % del fabbisogno.
Dal link: http://www.autorita.energia.it/gas/index.htm
Alla voce DATI STATISTICI, si possono ricavare tutte le cifre per continuare il ragionamento.
La produzione italiana è di 13 miliardi di m3, più della metà dei CONSUMI DOMESTICI, circa 21 miliardi di m3 nel 2004. Benché sia in calo è ancora una voce importante.
Un’incognita è il gasdotto che arriva dalla Libia, siccome doveva cominciare nel 2005 non c’è un dato statistico precedente. Dovrebbe avere una capacità giornaliera di 24.5 M m3, quindi ampiamente sostitutiva del calo del gas russo.
C’è poi quello trovato dalla Saipem nel mare del Nord, ma anche qui siamo al massimo della portata.
Intanto però abbiamo fatto partire alcune centrali ad olio combustibile, ed abbiamo dato fondo alle scorte. In fin dei conti le scorte sono capitali immobilizzati, meglio arrivare a fine stagione con il magazzino vuoto ed il portafoglio pieno, poi per l’anno prossimo si vedrà.
Certo che è un problema, la portata dei metanodotti è uguale sia d’estate che d’inverno, è forte la tentazione di promuovere le vendite estive, salvo poi rischiare di stare al freddo se abbiamo 10 giorni di più di freddo.
COGENERAZIONE, se una parte delle utenze domestiche potessero essere trasformate in cogenerazione, potremmo contare su ulteriore energia da esportare a buon prezzo. Un generatore da 5 kWp a benzina, costa 800 euro al Brico, chissà se costa molto trasformarlo a metano?
Ho chiesto un preventivo per un 20 kWp insonorizzato, in container, con cogenerazione, circa 30.000 euro, consumo previsto 6/7 m3 a pieno regime.
Ho avuto modo di sentire il nostro Roy su Rai-utile.
Appena prima di lui hanno intervistato il prof. Rossi dell’università di Perugia. Ha parlato di un brevetto italiano per fuel-cell a carbonati fusi, che sono in grado di generare calore ed elettricità direttamente dal metano, senza parti in movimento, con costi di gestione e durata già da adesso accettabili. Avendo come obbiettivo un modulo da 4/5 kWp pensa di avere dei prototipi ad un costo di 1000 euro per kWp entro tre anni.
Ecco io non vorrei sentirmi dire tra dieci anni che anche questa ricerca, come tante altre è stata abbandonata per mancanza di fondi, e che se non si è sviluppata da sola voleva dire che non era competitiva.
Scusate se sono fuori tema, ma non saprei proprio dove postare.
Ciao
Osvaldo
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