Apro qui una discussione perchè un file con informazioni un po' strane da me pubblicato ha ottenuto un certo interesse.
L'argomento è invitante ma difficile da trattare, mancano veriviche ripetibili è quindi serve una certa dose di disponibilità mentale a credere.
Comincio col riportare in chiaro il testo gia pubblicato come allegato. Vediamo cosa succede e che risposte ci sono.
Poi aggiungerò via via altre considerazioni.
Sconsiglio la lettura a chi non ha una mente aperta a nuove possibilità, o ha paura di perdere le sue certezze.
All’età di 28 anni, ringalluzzito dalla laurea in fisica, ho potuto assistere a fenomeni straordinari, consistenti nella scomparsa di un oggetto da un luogo e la ricomparsa dello stesso in un posto differente, il tutto fatto con la sola mente, per me è stato veramente scioccante, mi sono sentito crollare il mondo attorno.
Fra l’altro, mi è stata data l'opportunità di verificare il fenomeno in modo così oggettivo, che sicuramente avrebbe convinto chiunque fosse stato nei miei panni. Mancava solo la ripetibilità completa, per considerarlo un fenomeno scientifico.
Ovviamente posso garantire solo per quei fenomeni che ho potuto controllare con bilance, foto, (per evitare ipnosi collettive) sotto il mio totale controllo, che avvenivano in perfetta luce e con tutte le persone presenti lontane di almeno 2-3 metri dall’oggetto “smaterializzato” in mio possesso.
Mi sono avvicinato al paranormale attraverso le così dette “sedute medianiche”; mi accorsi subito che era un campo minato. In mezzo a brave persone c’erano i furbi, i creduloni ad oltranza, gli esibizionisti, tutti più o meno coscienti.
Scartai subito i gruppi interessati al denaro o ad espandere un credo religioso.
Alla fine riuscii ad entrare in un gruppo autonomo, eterogeneo e ben motivato.
Come ogni buon gruppo medianico che si rispetti, anche noi avevamo il nostro medium; questi cadeva in uno stato d’incoscienza, e cominciava a parlare con voce più o meno alterata, impersonificando un personaggio diverso da se stesso, in modo a volte veramente sbalorditivo.
Il personaggi chiave erano due: “Il Maestro”, e la “Non Entità”.
Il Maestro non parlò mai di se stesso, sosteneva che dovevamo credere a ciò che diceva solo se le sue argomentazioni ci apparivano valide.
Il suo modo di parlare era calmo sicuro convincente. I suoi concetti erano simili a quelli espressi dai libri del “ Il cerchio 77”, pubblicati qualche anno dopo.
La “Non Entità” definiva se stessa come un livello di non esistenza, essa affermava che i nomi e gli attributi che usiamo nella lingua, sono una trappola.
Come un bambino di 3 anni imparando il nome di un oggetto crede di possederlo, così l’uomo medio si illude di capire l’essenza di una rosa solo perché ne conosce il nome; in realtà la vera natura della rosa rimane nascosta.
Spesso al giorno d’oggi, il nome è solo una mera classificazione, un accordo per permettere una migliore comunicazione.
La Non Entità era ricca di frasi ermetiche tipo:
Quando fate un’azione ricordate che: “il fine è la distruzione del fine”;
“ IL NON ESSERE è il vero modo di ESSERE”
“Alla fine di tutto c’è sempre un MINOR VOLER ESSERE”
La Non Entità sosteneva che l’essenza di un oggetto, come per esempio la rosa, si sarebbe potuta capire un po’ meglio “contemplandola”. La contemplazione consiste nel fissare a lungo la rosa con la mente vuota, priva di desideri, preconcetti, ricordi.
Pochi però riuscirebbero nell’impresa; troppi ricordi, troppi desideri, troppo egocentrismo ingombrano la nostra consapevolezza, (la stessa procedura l’ho trovata, più tardi, nei libri di Carlos Castaneda.)
Ma anche se riuscissimo in questa nuova percezione della rosa, ciò non corrisponderebbe alla realtà delle cose. Si tratterebbe solo di una più profonda descrizione di una rosa, la cui vera essenza sfuggirebbe, in quanto anche la rosa, come qualsiasi altra cosa, NON E’! Esiste solo una descrizione più o meno approfondita che è vera solo in relazione ad un particolare modo di percepire.
Il Maestro mi presentò invece il seguente modello dell’universo:
L'argomento è invitante ma difficile da trattare, mancano veriviche ripetibili è quindi serve una certa dose di disponibilità mentale a credere.
Comincio col riportare in chiaro il testo gia pubblicato come allegato. Vediamo cosa succede e che risposte ci sono.
Poi aggiungerò via via altre considerazioni.
Sconsiglio la lettura a chi non ha una mente aperta a nuove possibilità, o ha paura di perdere le sue certezze.
Un’esperienza personale che mi ha spinto verso l’apertura al mentalismo dell’universo.
All’età di 28 anni, ringalluzzito dalla laurea in fisica, ho potuto assistere a fenomeni straordinari, consistenti nella scomparsa di un oggetto da un luogo e la ricomparsa dello stesso in un posto differente, il tutto fatto con la sola mente, per me è stato veramente scioccante, mi sono sentito crollare il mondo attorno.
Fra l’altro, mi è stata data l'opportunità di verificare il fenomeno in modo così oggettivo, che sicuramente avrebbe convinto chiunque fosse stato nei miei panni. Mancava solo la ripetibilità completa, per considerarlo un fenomeno scientifico.
Ovviamente posso garantire solo per quei fenomeni che ho potuto controllare con bilance, foto, (per evitare ipnosi collettive) sotto il mio totale controllo, che avvenivano in perfetta luce e con tutte le persone presenti lontane di almeno 2-3 metri dall’oggetto “smaterializzato” in mio possesso.
Mi sono avvicinato al paranormale attraverso le così dette “sedute medianiche”; mi accorsi subito che era un campo minato. In mezzo a brave persone c’erano i furbi, i creduloni ad oltranza, gli esibizionisti, tutti più o meno coscienti.
Scartai subito i gruppi interessati al denaro o ad espandere un credo religioso.
Alla fine riuscii ad entrare in un gruppo autonomo, eterogeneo e ben motivato.
Come ogni buon gruppo medianico che si rispetti, anche noi avevamo il nostro medium; questi cadeva in uno stato d’incoscienza, e cominciava a parlare con voce più o meno alterata, impersonificando un personaggio diverso da se stesso, in modo a volte veramente sbalorditivo.
Il personaggi chiave erano due: “Il Maestro”, e la “Non Entità”.
Il Maestro non parlò mai di se stesso, sosteneva che dovevamo credere a ciò che diceva solo se le sue argomentazioni ci apparivano valide.
Il suo modo di parlare era calmo sicuro convincente. I suoi concetti erano simili a quelli espressi dai libri del “ Il cerchio 77”, pubblicati qualche anno dopo.
La “Non Entità” definiva se stessa come un livello di non esistenza, essa affermava che i nomi e gli attributi che usiamo nella lingua, sono una trappola.
Come un bambino di 3 anni imparando il nome di un oggetto crede di possederlo, così l’uomo medio si illude di capire l’essenza di una rosa solo perché ne conosce il nome; in realtà la vera natura della rosa rimane nascosta.
Spesso al giorno d’oggi, il nome è solo una mera classificazione, un accordo per permettere una migliore comunicazione.
La Non Entità era ricca di frasi ermetiche tipo:
Quando fate un’azione ricordate che: “il fine è la distruzione del fine”;
“ IL NON ESSERE è il vero modo di ESSERE”
“Alla fine di tutto c’è sempre un MINOR VOLER ESSERE”
La Non Entità sosteneva che l’essenza di un oggetto, come per esempio la rosa, si sarebbe potuta capire un po’ meglio “contemplandola”. La contemplazione consiste nel fissare a lungo la rosa con la mente vuota, priva di desideri, preconcetti, ricordi.
Pochi però riuscirebbero nell’impresa; troppi ricordi, troppi desideri, troppo egocentrismo ingombrano la nostra consapevolezza, (la stessa procedura l’ho trovata, più tardi, nei libri di Carlos Castaneda.)
Ma anche se riuscissimo in questa nuova percezione della rosa, ciò non corrisponderebbe alla realtà delle cose. Si tratterebbe solo di una più profonda descrizione di una rosa, la cui vera essenza sfuggirebbe, in quanto anche la rosa, come qualsiasi altra cosa, NON E’! Esiste solo una descrizione più o meno approfondita che è vera solo in relazione ad un particolare modo di percepire.
Il Maestro mi presentò invece il seguente modello dell’universo:
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