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transponder PCF7931

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  • transponder PCF7931

    Ciao a tutti,
    sono venuto a conoscenza della tecnologia RFID in particolare mi sono imbattuto sul transponder PCF7931 ma purtroppo non trovo del materiale a tal proposito. Qualcuno ha delle info in merito?

    ciao

    Edited by Neox46 - 23/3/2005, 18:56

  • #2
    puo darsi che la conosca ma sotto altro nome...cosa si intende per RFID?
    butta giù qualche link.
    non avrà mica a che fare con qualche risonatore iperdimensionale?

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    • #3
      Ciao MasterBlaster,
      Per RFID si intende Radiofrequency Identification, prova a dare un occhiata a questi:
      RFID
      Prog
      cmq ti ripeto ho solo brandelli di informazione....

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      • #4
        Scusate non conosce nessuno l'argomento o non vi interessa?

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        • #5
          ci interesserebbe solo che non conosciamo l'argomentoti chiediamo di
          illuminarci

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          • #6
            Ciao a tutti,
            ciao ag_smith
            ti riporto qualche info che ho trovato per il Web.....

            RFID è l’acronimo di ‘Radio Frequency IDentification’, un sistema automatico di acquisizione dati e identificazione, costituito da uno o più reader e uno o più trasponder, attraverso il quale i dati vengono trasmessi tramite onde radio o impulsi elettromagnetici. I due componenti base di un sistema RFID sono : il trasponder e il reader.
            Il trasponder RFID (o comunemente chiamato tag) è il componente elettronico che viene posto sugli oggetti da gestire. Può assumere l’aspetto di un’etichetta adesiva o cucita, oppure di un chip della grandezza di pochi millimetri. Resistente alle sollecitazioni e alle variazioni di temperatura (-40C, +85C) può essere applicato dal capo d’abbigliamento, al pallet fino al container.
            Il reader è il componente elettronico in grado di interrogare il trasponder, recuperare e decifrare i dati contenuti nel suo interno, gestire le collisioni tra i messaggi di risposta e interfacciarsi con un sistema informativo esistente (computer, controller industriale, ecc...).
            Normalmente composto da due parti: l’unità di controllo e le antenne.
            Il primo è un vero e proprio microcalcolatore che si occupa della comunicazione con i trasponders e l’elaborazione dati, mentre le antenne sono le reali interfacce fisiche tra i tags e l’unità di controllo. La grandezza di un reader varia in funzione della sua portata e può essere di una decina di centimetri oppure di notevoli dimensioni.
            Per accedere alle informazioni contenute nell'etichetta radio è necessario un lettore fisso o portatile, che nel caso di RFID passivi ha il compito anche di alimentare l'etichetta. Il vantaggio offerto da questo tipo di tecnologia rispetto ai sistemi di identificazione attualmente più utilizzati, cioè i codici a barre, è che il lettore non ha bisogno di avere la visibilità ottica rispetto all'etichetta. Inoltre, le etichette radio possono essere contenute all'interno dei prodotti ed essere lette anche in più esemplari contemporaneamente.
            Le differenze rispetto ai metodi di identificazione tradizionali non finiscono qui. Il progresso della tecnologia ha permesso l'inserimento all'interno del tag di memorie non volatili di qualche kilobyte, che quindi possono contenere informazioni molto articolate sul prodotto. Non solo: è possibile realizzare RFID che non si limitano a trasmettere informazioni, ma consentono anche di riceverne e aggiornare di conseguenza i propri dati. In questo caso, l'etichetta radio diventa un sistema di identificazione che può tenere traccia della storia di un prodotto durante il suo trattamento.

            La tecnologia RFID odierna trova applicazioni pratiche in diverse aree, anche in Italia. Attualmente si parla spesso di progetti pilota o comunque limitati ad ambiti piuttosto ristretti, ma molti di essi sono il trampolino di lancio per implementazioni su larga scala.
            Ducati, ad esempio, ha avviato un progetto basato su RFID per controllare il montaggio dei motori delle proprie motociclette sportive. A ogni kit di un nuovo motore viene associato un transponder, sul quale sono memorizzate le informazioni per il montaggio. Quando il kit arriva alla cella di montaggio, un lettore rileva le informazioni del transponder e scarica il programma di montaggio sul pc che controlla la cella. In questo modo il sistema di avvitamento viene programmato in base alle informazioni contenuti sul transponder. Il montaggio viene poi monitorato mediante sensori e il risultato viene d nuovo memorizzato sul transponder. A motore montato, i dati riassuntivi vengono scaricati sul sistema informativo aziendale e il transponder riutilizzato per un altro kit. In questo modo, Ducati ha ora a disposizione le informazioni complete di ogni montaggio, non solo dei valori medi; ciò permette di individuare più facilmente difetti, capirne le cause e preparare le azioni di miglioramento.

            Sto cercando di esplorare questa tecnologia che ho scoperto con il transponder PCF7931 della philips ho trovato questo sito dove vendono del materiale per la programmazione...http://armageddon99.altervista.org/...prima di acqustare cmq vorrei vederci chiaro....ciao

            Edited by Neox46 - 31/3/2005, 19:09

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            • #7
              Ciao Neox46, ho visto solo ora questo thread, se ti può interessare io ho usato qualche annetto fa i sistemi Bosch e Philips/Saab. I primi radio a bassa frequenza ed i secondi con tag a microonde. Se fai delle domande precise posso vedere di rispondenterti in dettaglio.
              Quello che ti posso anticipare fin da subito è che sono molto difficili e costosi da gestire industrialmente così pure come il sistema Moby della Siemens.
              Saluti.

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              • #8
                Ciao Lawrence,
                vorrei sapere come funziona la programmazione di di questi trasponder ne ho visto uno della philips, PCF7931, se non ho capito male non è molto costoso..... se dai un occhiata a questo link: http://armageddon99.altervista.org/
                vendono del materiale per la programmazione, che ne pensi?

                Ciao ciao

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                • #9
                  Ciao Neox46,
                  Non conosco il trasponder Philips in particolare, ma il funzionamento di quegli affari, pur variando da costrutture a costruttore e da modello a modello sono molto simili nell'impiego.
                  Tramite un campo RF il TAG sente la presenza di un lettore/scrittore e si attiva. Alcuni TAG o MDT (Mobile Data Tag) sono alimentati costantemente da pila altri si alimentano direttamente dal campo RF indotto da una bobina nelle vicinanze, che devono essere molto vicine, cioè qualche decina di millimetri. Per quelli alimentati a pila e basati su microonde si può arrivare anche dei metri. Tipo il Telepass delle atutostrade.
                  La programmazione del TAG consiste nell'inserire nella memoria utente gestita da un microprocessore delle istruzioni da eseguire quando lo scrittore/lettore chiede informazioni. Il blocco fisso, appunto il lettore scrittore, può a sua volta scrivere dati sul TAG per impiego futuro, oppure usare i dati letti dal TAG per eseguire qualche operazione particolare, attivare valvole, accendere motori o interfacciarsi ad una logica locale per trasferirgli dei dati numerici, che sono stati impostati da un altro lettore scrittore remoto.
                  La tipica applicazione degli MDT è nelle linee di produzione pallettizzate o sugli SGV (Self Guided Vehicles). In pratica gli MDT sostituiscono il pacco di fogli che si mettevano nel cesto insieme al prodotto semilavorato sui quali si registrava l'esito delle prove subite o del livello di lavorazione portato a termine fino al momento. Sulle linee moderne, i Robot ed i PLC "leggono" i dati sugli MDT in forma elettronica piuttosto che sotto forma cartacea come facevano gli operai montatori di qualche decennio fa.
                  Il materiale di programmazione e lo starter KIT ti consiglierei quello originale, dopo avere vagliato bene ciò che ti occorre e come impiegare l'oggetto. Spesso i sistemi originali fanno schifo, figuriamoci quelli autocostruiti. Dipendo però da cosa ci si vuole fare e se si fa per professione o per hobby.


                  Spero di averto suggerito qualcosa di utile,
                  alla prossima.
                  Ciao.

                  Edited by Lawrence - 5/5/2005, 10:30

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