Vorrei portare alla vostra attenzione (dato che alcuni di voi sono ben preparati, soprattutto con la matematica) un idea di cui, ancora una volta, vede i magneti come protagonisti.
Si tratta di un adattamento dell'"effetto fionda" ai magneti. Ovvero di quel sistema, adoperato da molte sonde esploratrici (come Pioneer 10 e Pioneer 11), per ricevere un'enorme accelerazione a spese della grande riserva di energia gravitazionale di un pianeta (le suddette sonde hanno ricevuto una spinta tale da essere scagliate fuori dal sistema solare senza combustibile).
In questo sistema è necessaria una spinta iniziale e una giusta rotta.
Il campo gravitazionale è molto simile (matematicamente, ma anche per come si comporta) ad un campo magnetico generato da un magnete permanente.
Mi sono sempre chiesto, quindi, se fosse possibile utilizzare lo stesso meccanismo dell'effetto fionda per accelerare un magnete (creando, perché no, una sorta di moto perpetuo chiudendo il sistema con più "magneti guida"). Certo, gli attriti presenti nello spazio sono parecchio inferiori a quelli riscontrabili all'interno dell'atmosfera terrestre (anche se alcuni attriti possono essere ridotti riproducendo il fenomeno all'interno di un contenitore sotto vuoto). E anche fare i giusti calcoli sulla traiettoria è assai complicato (ci vuole una precisione altissima soprattutto perché il magnete accelerato dovrebbe essere di forma sferica e rotolare).
Voi cosa ne pensate? Almeno come idea di partenza?
Si tratta di un adattamento dell'"effetto fionda" ai magneti. Ovvero di quel sistema, adoperato da molte sonde esploratrici (come Pioneer 10 e Pioneer 11), per ricevere un'enorme accelerazione a spese della grande riserva di energia gravitazionale di un pianeta (le suddette sonde hanno ricevuto una spinta tale da essere scagliate fuori dal sistema solare senza combustibile).
In questo sistema è necessaria una spinta iniziale e una giusta rotta.
Il campo gravitazionale è molto simile (matematicamente, ma anche per come si comporta) ad un campo magnetico generato da un magnete permanente.
Mi sono sempre chiesto, quindi, se fosse possibile utilizzare lo stesso meccanismo dell'effetto fionda per accelerare un magnete (creando, perché no, una sorta di moto perpetuo chiudendo il sistema con più "magneti guida"). Certo, gli attriti presenti nello spazio sono parecchio inferiori a quelli riscontrabili all'interno dell'atmosfera terrestre (anche se alcuni attriti possono essere ridotti riproducendo il fenomeno all'interno di un contenitore sotto vuoto). E anche fare i giusti calcoli sulla traiettoria è assai complicato (ci vuole una precisione altissima soprattutto perché il magnete accelerato dovrebbe essere di forma sferica e rotolare).
Voi cosa ne pensate? Almeno come idea di partenza?
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