Ho letto nel forum che un po di tempo fa si era parlato della macchina Testatika che tramite lo sfruttamento dell'energia elettrostatica prodotta da un disco in rotazione permetteva di generare energia sufficiente per autoalimentarsi e fungere da generatore. Nessuno sa realmente se questa macchina funzioni o meno, ma il principio è interessante. In particolare il fatto di poter generare elettricità dallo sfregamento di due materiali potrebbe essere sfruttata per generare energia utilizzabile.
Fino ad oggi infatti le macchine elettrostatiche sono state costruite ed utilizzate per generare scariche elettriche ad elevata tensione. Tanto piu i due elettrodi sono lontani, tanto piu alta è la tensione che si deve generare per permettere alla corrente di vincere la resistenza dell'aria. Piu lontani sono i due punti e meno frequenti saranno le scariche e viceversa. Ma se invece i due punti sono molto vicini, la scarica avviene a tensioni molto inferiori e con frequenze molto piu elevate, potendo generare un flusso -quasi- costante.
Secondo voi è possibile sfruttare questa energia opportunamente immagazzinata (per esempio in un condensatore o una bottiglia di leida) per poter far muovere un motore elettrico che a sua volta permette la rotazione del disco elettrostatico?
Ho trovato un articolo interessante nel sito di XmX all'indirizzo http://www.xmx.it/energiadaaria.htm. Qui si parla di un esperimento per recuperare energia dall'aria, ma se invece si potesse utilizzare solamente il circuito che immagazzina l'energia (tramite l'utilizzo della candela) per caricare la batteria che a sua volta mette in movimento il motore che aziona la macchina elettrostatica?
Fino ad oggi infatti le macchine elettrostatiche sono state costruite ed utilizzate per generare scariche elettriche ad elevata tensione. Tanto piu i due elettrodi sono lontani, tanto piu alta è la tensione che si deve generare per permettere alla corrente di vincere la resistenza dell'aria. Piu lontani sono i due punti e meno frequenti saranno le scariche e viceversa. Ma se invece i due punti sono molto vicini, la scarica avviene a tensioni molto inferiori e con frequenze molto piu elevate, potendo generare un flusso -quasi- costante.
Secondo voi è possibile sfruttare questa energia opportunamente immagazzinata (per esempio in un condensatore o una bottiglia di leida) per poter far muovere un motore elettrico che a sua volta permette la rotazione del disco elettrostatico?
Ho trovato un articolo interessante nel sito di XmX all'indirizzo http://www.xmx.it/energiadaaria.htm. Qui si parla di un esperimento per recuperare energia dall'aria, ma se invece si potesse utilizzare solamente il circuito che immagazzina l'energia (tramite l'utilizzo della candela) per caricare la batteria che a sua volta mette in movimento il motore che aziona la macchina elettrostatica?
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