Ciao a tutti,
vorrei istallare nella mia casa una caldaia a legna (probabilmente Froeling) da 50kw e sto cercando come poter realizzare l'impianto a vaso chiuso rispettando tutti i requisiti di sicurezza (dovendo trall'altro fare la pratica INAIL essendo oltre i 35kw).
La casa è in aperta campagna e quindi non ho acqua dell'acquedotto, ma ho un pozzo che non ha mai avuto problemi di approvvigionamento idrico con una pompa sommersa. Volendo ho anche una cisterna da 20mc.
Ho sentito molti dire che senza l'acqua dell'acquedotto che garantisce approviggionamento idrico (anche in assenza di corrente elettrica) bisogna per forza fare un impianto a vaso aperto.
Leggendo la normativa e consultando il costruttore della caldaia mi pare però di capire che ci sono altre possibilità, come:
- usare un UPS o gruppo elettrogeno che alimentino la pompa per raffreddare la caldaia in caso di ebollizione tramite la valvola di scarico di sicurezza termica
- realizzare tramite elettrovalvole un bypass che in caso di mancanza di corrente invia la mandata ed il ritorno della caldaia direttamente nel puffer collegando i tubi in modo che la circolazione avvenga per convezione. Le elettrovalvole sono connesse in modo che in assenza di corrente attivino passivamente il bypass. Eventualmente a questa soluzione è comunque affiancabile l'ups/gruppo di cui sopra.
Qualcuno ha esperienza di realizzazione di impianti a vaso chiuso di questo tipo? Leggendo (da profano) il testo della normativa (punto 3.3 della Raccolta R cap. R.3.C.) sembrerebbe che la normativa non prevede soluzioni obbligate, alla fine recita "Non sono escluse altre soluzioni purché soddisfino, con equivalente livello di sicurezza, gli obiettivi di protezione e leprescrizioni di sicurezza sopra descritte."
Grazie e saluti,
Flavio.
vorrei istallare nella mia casa una caldaia a legna (probabilmente Froeling) da 50kw e sto cercando come poter realizzare l'impianto a vaso chiuso rispettando tutti i requisiti di sicurezza (dovendo trall'altro fare la pratica INAIL essendo oltre i 35kw).
La casa è in aperta campagna e quindi non ho acqua dell'acquedotto, ma ho un pozzo che non ha mai avuto problemi di approvvigionamento idrico con una pompa sommersa. Volendo ho anche una cisterna da 20mc.
Ho sentito molti dire che senza l'acqua dell'acquedotto che garantisce approviggionamento idrico (anche in assenza di corrente elettrica) bisogna per forza fare un impianto a vaso aperto.
Leggendo la normativa e consultando il costruttore della caldaia mi pare però di capire che ci sono altre possibilità, come:
- usare un UPS o gruppo elettrogeno che alimentino la pompa per raffreddare la caldaia in caso di ebollizione tramite la valvola di scarico di sicurezza termica
- realizzare tramite elettrovalvole un bypass che in caso di mancanza di corrente invia la mandata ed il ritorno della caldaia direttamente nel puffer collegando i tubi in modo che la circolazione avvenga per convezione. Le elettrovalvole sono connesse in modo che in assenza di corrente attivino passivamente il bypass. Eventualmente a questa soluzione è comunque affiancabile l'ups/gruppo di cui sopra.
Qualcuno ha esperienza di realizzazione di impianti a vaso chiuso di questo tipo? Leggendo (da profano) il testo della normativa (punto 3.3 della Raccolta R cap. R.3.C.) sembrerebbe che la normativa non prevede soluzioni obbligate, alla fine recita "Non sono escluse altre soluzioni purché soddisfino, con equivalente livello di sicurezza, gli obiettivi di protezione e leprescrizioni di sicurezza sopra descritte."
Grazie e saluti,
Flavio.
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