RICOMINCIO DA TRE: BIOMASSA
Abbiamo quindi condiviso le definizioni di energia, potenza, potenza media e il valore di 200 W/mq come potenza dal sole. È ora chiaro il senso del ragionare in potenza col sole: è esso una “macchina” che eroga energia con una certa velocità, cioè una potenza e che noi non abbiamo ALCUN CONTROLLO su questa potenza: dobbiamo prenderla com’è.
Affermare che il sole ha brillato, brilla e brillerà (come suggerisce WPOWER) non ci serve: vale anche per le stelle. Quel che ci serve è sapere se da esso possiamo ricavarci energia. Così è stato nel passato (100%), molto meno lo è oggi (8%: 7% di idroelettrico e 1% da tutto il resto). Ci rimane da capire cosa deve accadere affinché la solare rinnovabile possa essere l’energia del futuro. Non nel senso che sia l’unica energia, ma nel senso che possa dare un contributo significativo. Tolto l’idroelettrico (che non è oggetto della discussione) dobbiamo capire cosa deve accadere affinché diventino significative le tecnologie: agricola (biomassa), eolica, solare termica-termoelettrica e FV. Non c’entrano le scelte politiche. Qui parliamo di fisica, e di dati oggettivi (estensione e popolazione dell’Italia, 200 W/mq dal sole, limite quantistico del FV, efficienza della fotosintesi, etc.) Cominciamo con la biomassa.
BIOMASSA
Lo scopo qui non è stabilire se la biomassa dà o no un contributo all’energia del mondo in generale, e a quella italiana in particolare. È ovvio che il contributo c’è. Lo scopo è stabilire QUANTO e, in particolare, se questo contributo potrà mai essere SIGNIFICATIVO. Convengo di definire “significativo” un contributo percentuale a 2 cifre, cioè 10% almeno.
Cominciamo con le affermazioni di ENERGO:
«Nelle più ottimistiche condizioni si possono avere colture con rese, per ettaro, di 40 tonnellate all'anno di biomassa secca, se invece prendiamo in considerazione una media coltura energetica con 25 tonnellate/anno avremo…».
Calcoliamo ora cosa è necessario per sostituire il solo 5% dei combustibili fossili che usiamo con la biomassa (sostituiamo cioè una porzione men che “significativa”, nel senso detto del termine, di c. fossili che usiamo).
Ebbene:
1. Il consumo italiano annuale d’energia da combustibili fossili è di 2000 mld di kWh, il 5% del quale è 100 mld di kWh=10^11 kWh.
2. Il contenuto calorico di una tipica biomassa secca è 4 kWh/kg. Con una resa di 25000 kg/ha si hanno 10^5 kWh/ha.
3. Per risparmiare il 5% dei combustibili fossili che oggi consumiamo bisognerebbe coltivare a biomassa 10^11/10^5=10^6 ha=10.000 kmq.
10.000 kmq è, di suo, una fantastica estensione. Anche 5000 kmq sono una fantastica estensione da coltivare col solo scopo di bruciare il prodotto. Se volessimo/dovessimo abbandonare i c. fossili, dovremmo coltivare 100.000 kmq d’Italia (un terzo del paese) per soddisfare solo la metà dell’energia che oggi otteniamo da quei c. fossili.
E, finora, stiamo assumendo energia di produzione del combustibile finale uguale a zero (semina, raccolto, produzione di fertilizzanti, etc.).
Ecco perché la biomassa NON PUO’ essere una fonte del futuro (a meno che la popolazione italiana non si riduca drasticamente).
Come già detto, non nego che essa ha dato, dà e darà un contributo e che alcuni ci possano fare affari. Dico solo che quel contributo è nulla su cui costruirci una politica energetica tesa a soddisfare NEL FUTURO una fama d’energia uguale a quella di OGGI (figurarsi, poi, una fame d’energia uguale a quella che ci si aspetta nel futuro).
Queste ultime 2 frasi sono mie opinioni. Tutto il resto fatti. Se ci sono errori (cosa possibile) correggete. Se non ci sono errori significativi, fate voi le deduzioni che volete da quei fatti.
Abbiamo quindi condiviso le definizioni di energia, potenza, potenza media e il valore di 200 W/mq come potenza dal sole. È ora chiaro il senso del ragionare in potenza col sole: è esso una “macchina” che eroga energia con una certa velocità, cioè una potenza e che noi non abbiamo ALCUN CONTROLLO su questa potenza: dobbiamo prenderla com’è.
Affermare che il sole ha brillato, brilla e brillerà (come suggerisce WPOWER) non ci serve: vale anche per le stelle. Quel che ci serve è sapere se da esso possiamo ricavarci energia. Così è stato nel passato (100%), molto meno lo è oggi (8%: 7% di idroelettrico e 1% da tutto il resto). Ci rimane da capire cosa deve accadere affinché la solare rinnovabile possa essere l’energia del futuro. Non nel senso che sia l’unica energia, ma nel senso che possa dare un contributo significativo. Tolto l’idroelettrico (che non è oggetto della discussione) dobbiamo capire cosa deve accadere affinché diventino significative le tecnologie: agricola (biomassa), eolica, solare termica-termoelettrica e FV. Non c’entrano le scelte politiche. Qui parliamo di fisica, e di dati oggettivi (estensione e popolazione dell’Italia, 200 W/mq dal sole, limite quantistico del FV, efficienza della fotosintesi, etc.) Cominciamo con la biomassa.
BIOMASSA
Lo scopo qui non è stabilire se la biomassa dà o no un contributo all’energia del mondo in generale, e a quella italiana in particolare. È ovvio che il contributo c’è. Lo scopo è stabilire QUANTO e, in particolare, se questo contributo potrà mai essere SIGNIFICATIVO. Convengo di definire “significativo” un contributo percentuale a 2 cifre, cioè 10% almeno.
Cominciamo con le affermazioni di ENERGO:
«Nelle più ottimistiche condizioni si possono avere colture con rese, per ettaro, di 40 tonnellate all'anno di biomassa secca, se invece prendiamo in considerazione una media coltura energetica con 25 tonnellate/anno avremo…».
Calcoliamo ora cosa è necessario per sostituire il solo 5% dei combustibili fossili che usiamo con la biomassa (sostituiamo cioè una porzione men che “significativa”, nel senso detto del termine, di c. fossili che usiamo).
Ebbene:
1. Il consumo italiano annuale d’energia da combustibili fossili è di 2000 mld di kWh, il 5% del quale è 100 mld di kWh=10^11 kWh.
2. Il contenuto calorico di una tipica biomassa secca è 4 kWh/kg. Con una resa di 25000 kg/ha si hanno 10^5 kWh/ha.
3. Per risparmiare il 5% dei combustibili fossili che oggi consumiamo bisognerebbe coltivare a biomassa 10^11/10^5=10^6 ha=10.000 kmq.
10.000 kmq è, di suo, una fantastica estensione. Anche 5000 kmq sono una fantastica estensione da coltivare col solo scopo di bruciare il prodotto. Se volessimo/dovessimo abbandonare i c. fossili, dovremmo coltivare 100.000 kmq d’Italia (un terzo del paese) per soddisfare solo la metà dell’energia che oggi otteniamo da quei c. fossili.
E, finora, stiamo assumendo energia di produzione del combustibile finale uguale a zero (semina, raccolto, produzione di fertilizzanti, etc.).
Ecco perché la biomassa NON PUO’ essere una fonte del futuro (a meno che la popolazione italiana non si riduca drasticamente).
Come già detto, non nego che essa ha dato, dà e darà un contributo e che alcuni ci possano fare affari. Dico solo che quel contributo è nulla su cui costruirci una politica energetica tesa a soddisfare NEL FUTURO una fama d’energia uguale a quella di OGGI (figurarsi, poi, una fame d’energia uguale a quella che ci si aspetta nel futuro).
Queste ultime 2 frasi sono mie opinioni. Tutto il resto fatti. Se ci sono errori (cosa possibile) correggete. Se non ci sono errori significativi, fate voi le deduzioni che volete da quei fatti.
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