Salve a tutti!
Lavoro in Etiopia come coordinatore di un progetto di sviluppo, con l'obiettivo di garantire l'accesso di comunità rurali a fonti energetiche moderne.
Una componente del progetto riguarda l'installazione di una decina di impianti microidroelettrici in aree montuose isolate, non servite dalla rete di distribuzione nazionale.
Al momento stiamo terminando il progetto per i primi due schemi, ma avrei bisogno di una mano per il dimensionamento dell'attrezzatura elettromeccanica, generatore in particolare.
Ho optato per un sistema di generazione composto da turbina cross-flow, generatore sincrono con eccitazione interna e regolatore di tensione automatico, e regolazione data da ELC e carico dissipativo; nel seguito tratto di uno dei due schemi, l'altro è molto simile.
Il carico (considerate anche le perdite in potenza nella linea di distribuzione) ha le seguenti caratteristiche: 16 kW a f.p. 0,7 ca. in condizioni di pieno carico (ma è veramente molto variabile in termini di potenza richiesta e di f.p. che può raggiungere lo 0.55 a 7 kW), e richiede quindi una macchina di potenza apparente di 22,73 kVA.
La turbina fornisce in uscita 20 kW, che con un rendimento del generatore ipotizzato dell'80% fornisce i 16 kW richiesti dal carico (ma c'è un discreto margine per l'aumento della portata alla turbina per aumentare la potenza in uscita, ed in misura minore del salto).
Il problema lo incontro per il dimensionamento dell'alternatore. Uno dei manuali cui faccio riferimento, l'Adam Harvey del 1993, suggerisce di sovradimensionare l'alternatore, se accoppiato ad un ELC per la regolazione, di un fattore del 60%, per fronteggiare gli effetti dell'ELC al generatore ed avere comunque un margine di sicurezza. Di conseguenza il generatore avrebbe una potenza di 36.37 kVA, arrotondati per difetto ai 35 kVA di targa da catalogo (il sovradimensionamento sarebbe quindi del 54%). Quello che mi chiedo è se il discorso sia ancora valido per tecnologie di ELC attuali (e quindi il dimensionamento sarebbe corretto, se non sottostimato) o se tecnologie moderne di ELC permettano una potenza del generatore più modesta (e quindi l'acquisto di un alternatore più economico).
Nel secondo caso, potreste esplicitare le specifiche tecniche che un ELC "moderno" deve possedere?
Vi ringrazio in anticipo per l'aiuto!
Lavoro in Etiopia come coordinatore di un progetto di sviluppo, con l'obiettivo di garantire l'accesso di comunità rurali a fonti energetiche moderne.
Una componente del progetto riguarda l'installazione di una decina di impianti microidroelettrici in aree montuose isolate, non servite dalla rete di distribuzione nazionale.
Al momento stiamo terminando il progetto per i primi due schemi, ma avrei bisogno di una mano per il dimensionamento dell'attrezzatura elettromeccanica, generatore in particolare.
Ho optato per un sistema di generazione composto da turbina cross-flow, generatore sincrono con eccitazione interna e regolatore di tensione automatico, e regolazione data da ELC e carico dissipativo; nel seguito tratto di uno dei due schemi, l'altro è molto simile.
Il carico (considerate anche le perdite in potenza nella linea di distribuzione) ha le seguenti caratteristiche: 16 kW a f.p. 0,7 ca. in condizioni di pieno carico (ma è veramente molto variabile in termini di potenza richiesta e di f.p. che può raggiungere lo 0.55 a 7 kW), e richiede quindi una macchina di potenza apparente di 22,73 kVA.
La turbina fornisce in uscita 20 kW, che con un rendimento del generatore ipotizzato dell'80% fornisce i 16 kW richiesti dal carico (ma c'è un discreto margine per l'aumento della portata alla turbina per aumentare la potenza in uscita, ed in misura minore del salto).
Il problema lo incontro per il dimensionamento dell'alternatore. Uno dei manuali cui faccio riferimento, l'Adam Harvey del 1993, suggerisce di sovradimensionare l'alternatore, se accoppiato ad un ELC per la regolazione, di un fattore del 60%, per fronteggiare gli effetti dell'ELC al generatore ed avere comunque un margine di sicurezza. Di conseguenza il generatore avrebbe una potenza di 36.37 kVA, arrotondati per difetto ai 35 kVA di targa da catalogo (il sovradimensionamento sarebbe quindi del 54%). Quello che mi chiedo è se il discorso sia ancora valido per tecnologie di ELC attuali (e quindi il dimensionamento sarebbe corretto, se non sottostimato) o se tecnologie moderne di ELC permettano una potenza del generatore più modesta (e quindi l'acquisto di un alternatore più economico).
Nel secondo caso, potreste esplicitare le specifiche tecniche che un ELC "moderno" deve possedere?
Vi ringrazio in anticipo per l'aiuto!

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