Nostro figlio ha una casa, sua residenza anagrafica e abituale (comprata col nostro aiuto).
Se le cose vanno come nella bozza del Decreto Rilancio, siamo nella condizione che, pur raggranellando i soldi tra risparmi personali e un mutuo per ristrutturazione, non saremo ugualmente in grado di poter usufruire dell'agevolazione per l'insufficiente capienza del figlio (il suo stipendio è medio-basso). Tra l'altro il giovane (per dire, ha quasi 40 anni), rischia di perdere il lavoro a causa della crisi che ha gettato l'azienda in cui lavora nel baratro (settore turistico).
Dato che l'Agenzia delle Entrate ha già riconosciuto (a proposito del precedente Ecobonus 2020) i genitori come soggetti abilitati come cessionari del credito fiscale (ma solo quando il figlio sia in no-tax area), basterebbe scrivere (sulla legge o sugli atti conseguenti):
" Il soggetto in credito può cederlo inoltre ai genitori, ma solo per la parte eccedente la propria capienza annuale.
I genitori cessionari possono utilizzare il credito ricevuto solo in compensazione presentando il modello di versamento F24 tramite i servizi telematici dell’Agenzia."
Perchè il figlio può avere un reddito medio-basso, ma non ricadere perciò nella no-tax area (per ora!).. Ciònonostante, egli può non aver capienza sufficiente per poter recuperare una cifra così elevata come quelle in gioco.
D'altra parte le aziende che abbiamo contattato non sono gigantesche e quindi non hanno la convenienza ad accollarsi il credito anticipando i costi, e le banche chissà quando arriveranno, visto le difficoltà manifestate nell'erogazione degli aiuti urgenti che tutti aspettano.
Le banche, se ci concedessero un mutuo per ristrutturazione che abbiamo loro chiesto, potrebbero anche trovare convenienza a ricevere il nostro credito fiscale, e così noi saremmo becchi e bastonati: il mutuo, con tutte le spese occulte, farebbe guadagnare la banca e questa godrebbe inoltre dei vantaggi fiscali al posto nostro.
Se le cose vanno come nella bozza del Decreto Rilancio, siamo nella condizione che, pur raggranellando i soldi tra risparmi personali e un mutuo per ristrutturazione, non saremo ugualmente in grado di poter usufruire dell'agevolazione per l'insufficiente capienza del figlio (il suo stipendio è medio-basso). Tra l'altro il giovane (per dire, ha quasi 40 anni), rischia di perdere il lavoro a causa della crisi che ha gettato l'azienda in cui lavora nel baratro (settore turistico).
Dato che l'Agenzia delle Entrate ha già riconosciuto (a proposito del precedente Ecobonus 2020) i genitori come soggetti abilitati come cessionari del credito fiscale (ma solo quando il figlio sia in no-tax area), basterebbe scrivere (sulla legge o sugli atti conseguenti):
" Il soggetto in credito può cederlo inoltre ai genitori, ma solo per la parte eccedente la propria capienza annuale.
I genitori cessionari possono utilizzare il credito ricevuto solo in compensazione presentando il modello di versamento F24 tramite i servizi telematici dell’Agenzia."
Perchè il figlio può avere un reddito medio-basso, ma non ricadere perciò nella no-tax area (per ora!).. Ciònonostante, egli può non aver capienza sufficiente per poter recuperare una cifra così elevata come quelle in gioco.
D'altra parte le aziende che abbiamo contattato non sono gigantesche e quindi non hanno la convenienza ad accollarsi il credito anticipando i costi, e le banche chissà quando arriveranno, visto le difficoltà manifestate nell'erogazione degli aiuti urgenti che tutti aspettano.
Le banche, se ci concedessero un mutuo per ristrutturazione che abbiamo loro chiesto, potrebbero anche trovare convenienza a ricevere il nostro credito fiscale, e così noi saremmo becchi e bastonati: il mutuo, con tutte le spese occulte, farebbe guadagnare la banca e questa godrebbe inoltre dei vantaggi fiscali al posto nostro.
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